Riformare la deontologia medica
Proposte per un nuovo codice deontologico
Una vera rivoluzione della deontologia medica: un nuovo codice, accompagnato da un’analisi profonda e accurata della situazione odierna della sanità.
- Collana: Nuova Biblioteca Dedalo
- ISBN: 9788822063335
- Anno: 2018
- Mese: giugno
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 320
- Tag: Filosofia Medicina Etica Sanità
Sulla base di una straordinaria analisi dei problemi deontologici riconducibili alla crisi della professione medica, Ivan Cavicchi e un gruppo di lavoro multidisciplinare – promosso e organizzato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia Autonoma di Trento, in collaborazione con il programma FBK per la salute della Fondazione Bruno Kessler e il gruppo di Biodiritto del l’Università di Trento – hanno rielaborato le basi concettuali della tradizionale deontologia medica per mettere in condizione gli Ordini dei Medici di riformare il proprio codice deontologico. Si tratta di una vera e propria «rivoluzione» destinata a modificare nei prossimi anni la deontologia nel nostro Paese, a influenzare la redazione dei futuri codici di tutte le professioni medico-sanitarie, ma soprattutto a cambiare radicalmente i rapporti tra medici e cittadini, tra professione e società, tra medicina ed economia.
Assumendo il malato come «archè», la proposta di rielaborazione cambia postulati, presupposti, linguaggi, concetti, soluzioni e obiettivi, affrontando problematiche usualmente ignorate dalla deontologia convenzionale. Lo scopo di fondo è definire una nuova figura di medico capace di recuperare il rapporto fiduciario con i malati e con la società e di farsi carico dei problemi di sostenibilità economica che ormai da anni gravano su tutti i sistemi di tutela sanitaria.
Presentazione di Marco Ioppi - Prefazione di Filippo Anelli - Premessa di Ivan Cavicchi - Riforma della deontologia medica- Introduzione - Prima tappa. Il malato che cambia - Seconda tappa. Il limite economico - Terza tappa. I problemi della scienza - Quarta tappa. I problemi dell’ortodossia - Quinta tappa. I problemi dell’errore medico - Sesta tappa. La sfida della tecnologia - Settima tappa. Medicina, ontologia ed estetica - Ottava tappa. Le norme deontologiche - Nona tappa. Deontologia delle condotte - Decima tappa. Una diversa norma deontologica - Undicesima tappa. Modalità - Dodicesima tappa. Atti e identità - Tredicesima tappa. Deontologia del cittadino - Quattordicesima tappa. La relazione come conoscenza - Quindicesima tappa. Il consenso informato - Sedicesima tappa. La relazione di ospitalità - Diciassettesima tappa. I nuovi concetti della deontologia - Diciottesima tappa. Deontologia - Princìpi e coordinateper una nuova deontologia medica - Titolo primo. La persona, il cittadino e il malato - Titolo secondo. Deontologia medica secondo ruolo - Titolo terzo. Identità del medico - Titolo quarto. Comportamento atteso - Titolo quinto. L’opera medica - Titolo sesto. Il medico autore - Titolo settimo. Modi di comportarsi e modalità epistemiche - Titolo ottavo. I ragionamenti clinici - Titolo nono. La relazione di cura - Titolo decimo. Deontologia dell’errore e dell’insuccesso medico - Titolo undicesimo. Consenso informato - Titolo dodicesimo. Sostenibilità economica - Titolo tredicesimo. Ospitalità, accettazione e accoglienza - Titolo quattordicesimo. La malattia e la cura - Titolo quindicesimo. Tecnologia e tecniche - Titolo sedicesimo. Deontologia ed estetica - Titolo diciassettesimo. Rapporti con le altre professioni - Titolo diciottesimo. I rapporti tra genere e professione - Titolo diciannovesimo. Questioni bioetiche - Glossario
Premessa
di Ivan Cavicchi
Supponiamo che «questione medica» sia un’espressione che indichi una profonda crisi della professione medica: questa crisi, in estrema sintesi, al di là delle diverse forme che assume, sul piano storico in cosa consisterebbe? La risposta è un film che, nella storia della medicina, abbiamo visto tante volte: circa un secolo fa, tradizione e cambiamento entrarono in conflitto, facendo nascere la nostra medicina scientifica e il medico odierno. Oggi, di nuovo, tradizione e cambiamento tornano ad essere in conflitto, imponendo all’attenzione di tutti, appunto, la questione medica.
Ogni volta che, in medicina, la tradizione entra in conflitto con il cambiamento, è come se saltasse una sorta di compromesso sociale, in ragione del quale la medicina si accorda con la società su come comportarsi. Oggi la questione medica ci dice semplicemente che bisogna trovare un nuovo e più avanzato compromesso, perché quello trovato un secolo fa, per una infinità di ragioni, non regge più.
Che una certa medicina, insieme a una certa idea di medico, abbia retto per almeno un secolo, in questo nostro mondo metamorfico, proteiforme e cangiante, è quasi un miracolo. Un secolo è un sacco di tempo e in un secolo accadono tante cose. E nel Novecento ne sono accadute davvero molte. Se la figura del medico è rimasta invariata per tutto questo tempo, vuol dire che il modello deontologico e scientifico (il famoso «scienza e coscienza») su cui essa poggiava era molto ben strutturato, ma vuol dire anche che, se siamo costretti a ripensarla, è perché i cambiamenti epocali con i quali dobbiamo misurarci sono più forti e convincenti di quel modello.
Pertanto, se tradizione e cambiamento sono oggi in conflitto, facendo emergere la questione medica, non c’è altro modo per risolverla che ripensare la tradizione nel quadro dei cambiamenti in atto. Esattamente come si è sempre fatto nel corso della storia della medicina. Il contrario non solo non si può fare, ma è impossibile. I processi di cambiamento non sono reversibili.
Ripensare una tradizione significa decidere di trasmettere alle generazioni future qualcosa di uguale al passato, se giudicato ancora valido, o di diverso dal passato, se questo, invece, è giudicato non valido. Davvero una bella responsabilità, e non solo intellettuale. Un vero salto mortale, per giunta senza rete di sicurezza. Le tradizioni, che altri chiamano «paradigmi», non si cambiano così facilmente, tanto meno dalla sera alla mattina e soprattutto non a prescindere dai loro protagonisti. Ridiscutere una tradizione è un’impresa culturale e sociale tutt’altro che facile. È quasi come reinventare qualcosa che ci eravamo abituati a considerare eterno e che perciò ci mette soggezione.
Questo libro culmina in una proposta di riforma e di ripensamento, anche radicale, di una tradizione medica e riguarda la deontologia medica, dunque il medico e la medicina. Proprio per questo la sua proposta è inedita, non ha precedenti. Negli ultimi decenni, sui problemi della professione medica, non si è andati oltre la denuncia. Con questo libro si oltrepassa la soglia della denuncia e finalmente si apre una partita con la storia. Le sue tesi, ovviamente, non sono ancora di dominio pubblico, e per certi versi sono persino inimmaginabili. Più che la forza delle idee, so per esperienza che vale la forza delle contraddizioni. Oggi le contraddizioni sono tante, le idee un po’ meno: speriamo bene!
Questo libro ha quindi per obiettivo precipuo la riforma della deontologia o, più esattamente, la riforma della professione attraverso la deontologia. Ma se la deontologia media i rapporti tra professione e società, essa rappresenta il compromesso che consente una mediazione più avanzata rispetto a quella fatta un secolo fa. Si persegue, di conseguenza, un ripensamento del compromesso sociale che ha finora governato i difficili rapporti tra medicina e società e tra medico e malato.
Andando sul piano pratico, si tratta di rinnovare, attraverso la deontologia, un patto fiduciario ormai andato da anni in frantumi. È arduo fare una buona medicina con una società che, per tan te ragioni, non si fida del medico. Quando i rapporti fiduciari si rompono, si fanno strada le aberrazioni più pericolose, a danno dei medici, della medicina e dei malati, e la stupidità, la superficialità, l’improvvisazione e l’ignoranza prendono il sopravvento. Il compromesso che propone questo libro mira a una nuova idea di deontologia in grado di accordare la tradizione medica con i cambiamenti avvenuti o in atto.
Sono tre, a mio parere, i punti fondamentali di questo nuovo compromesso:
– definire nuovi equilibri negoziali con i quali il cittadino e il medico deferiscono a se stessi, in qualità di arbitri, la decisione di controversie, conflitti e incomprensioni, tra loro insorti in questi anni, sull’esercizio di una certa medicina e di una certa professione;
– assumere impegni reciproci, perfino tra diritti e doveri, per attuare una medicina fondata sulle relazioni consensuali;
– decidere un accordo deontologico che non presupponga solo l’esistenza di controversie o di contrasti, bensì la volontà congiunta di mettere in campo una medicina adeguata al nostro tempo.
In fin dei conti, la deontologia non è altro che la definizione sociale di un compromesso tra i doveri del medico e i diritti del cittadino, ossia tra medicina e società. Con questo libro i medici ridefiniscono a ogni livello (etico, scientifico, organizzativo, lavorativo, ecc.) i propri doveri e i propri diritti e propongono ai cittadini di fare altrettanto, in modo da instaurare un accordo che duri per un altro po’ di tempo, dopo di che, probabilmente, la nuova tradizione entrerà di nuovo in conflitto con ulteriori cambiamenti e la storia si ripeterà.
Senza dilungarmi, alla luce di quanto detto fin qui in maniera succinta, vorrei sottolineare quattro elementi importanti:
– il problema principale della professione medica è oggi la perdita di identità, la compromissione di un ruolo storico, la banalizzazione pericolosa della sua complessità, quindi la perdita crescente di autonomia e la sua sottomissione a regimi amministrativi sempre più amministranti. In sostanza, oggi non si sa cosa sia e cosa debba essere un medico;
– di conseguenza, il libro propone non un semplice aggiornamento del codice, ma una sorta di carta costituzionale che ridefinisce l’identità professionale;
– l’obiettivo non consiste perciò nel redigere un nuovo codice deontologico per la professione medica (compito che spetta istituzionalmente alla FNOMCeO), bensì nel riformare il modello culturale adottato finora per scrivere tutti i codici deontologici, con l’obiettivo di ridefinire l’identità del medico;
– la deontologia è dunque intesa come il mezzo che consente alla professione medica di accordarsi con la società, dalla quale è incaricata, su base affidataria e fiduciaria, di curare i propri problemi di salute.
Se terrete a mente questi punti chiave, la lettura risulterà più semplice ed efficace.
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