Spazzini spaziali
prefazione di Roberto Battiston
Oggi sentiamo parlare spesso di detriti spaziali, che costituiscono una minaccia per i satelliti intorno alla Terra. Come far fronte a questo problema? Attraverso la crescita di una coscienza comune a tutta l’umanità, una “coscienza spaziale”.
- Collana: ScienzaFACILE
- ISBN: 9788822069269
- Anno: 2024
- Mese: novembre
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 148
- Tag: Spazio Astrofisica
«I satelliti operanti oggi nello spazio sono costretti a fare lo slalom per evitare la spazzatura spaziale, con perdita di tempo, aumento di costi, rischi di malfunzionamento. La necessità di stabilire regole chiare e condivise cresce ogni giorno di più, così come la necessità di sviluppare tecnologie in grado di monitorare le orbite dei frammenti e ripulire lo spazio, bene comune planetario».
Roberto Battiston
È vero che attorno alla Terra orbitano non solo satelliti artificiali ma anche una miriade di detriti prodotti dalle attività umane? Corriamo davvero il rischio che ci cadano in testa? Il nostro pianeta finirà per essere circondato da un’impenetrabile barriera di rifiuti? Perché non è possibile raccoglierli come si fa sulla Terra? Non potremmo gettarli nel Sole, un grande ed ecologico inceneritore cosmico? Con l’avvento delle megacostellazioni satellitari, risolvere il problema della proliferazione dei detriti spaziali è sempre più urgente.
La soluzione non è rinunciare ai benefìci che lo spazio ci offre quotidianamente, dai navigatori satellitari al monitoraggio ambientale. Come tutte le tecnologie, anche quelle spaziali hanno degli inconvenienti che possono essere risolti se affrontati per tempo. È una sfida globale che richiede la crescita di una coscienza comune a tutta l’umanità: una coscienza spaziale.
Prefazione
di Roberto Battiston
Premessa
1. Attorno alla Terra
Non gettate alcun oggetto dai finestrini
A scuola guida nello spazio
Orbite, orbite, orbite
Sulle spalle di Keplero
LEO-MEO-GEO
Perturbazioni
Forze nongravitazionali
L’ascensore spaziale
Il grande inceneritore cosmico
2. Sorveglianza spaziale
Dalla Luna alla Terra
Telescopi
Radar
Laser
L’arte di catalogare
Sorveglianza in rete
Un cielo transiente
Nome in codice WT1190F
3. Collisioni, frammentazioni e altri disastri
Lo stato dell’arte
Demografia spaziale
Diamo i numeri
Collisioni catastrofiche
L’impatto Iridium-Cosmos
Esplosioni in orbita
Frammentazioni sconsiderate
Rientri incontrollati
Il Grande Palazzo Celeste
Megacostellazioni
4. Una coscienza spaziale
Capsule del tempo
La sindrome del BAU
Come rimediare al passato
Come progettare il futuro
Come affrontare il presente
Geopolitiche spaziali
Vita da delegati
STM - Space Traffic Management
Tutte le anime dello spazio
Spazzini fantastici
Ringraziamenti
Bibliografia
Premessa
Nel raccontare la storia dei detriti spaziali si potrebbe far leva sin dall’inizio sulla sindrome di Frankenstein, archetipo romanzato della tecnologia che si rivolta contro i suoi creatori in un crescendo di catastrofi di ogni tipo, nel nostro caso satelliti impazziti, piogge di detriti infuocati, collisioni a ipervelocità, guerre nello spazio e così via.
Eppure, ogni volta che dal finestrino di un aereo guardo le maestose cattedrali di nuvole che si innalzano fino a sfiorare le ali non posso non pensare a quanto sia fortunato a vivere in un’epoca in cui, con poca spesa, posso realizzare il sogno che l’umanità ha coltivato per millenni, quello di volare. E immagino generazioni future che vedranno realizzato low-cost un sogno ancora più grande: viaggiare nello spazio e tra i pianeti. Ci vorranno più dei cinquant’anni che ci sono voluti per passare da un fragile biplano con le ali di tela e una sola persona a bordo ai moderni jet che ospitano centinaia di passeggeri con tutti i loro bagagli: il cosmo è un ambiente ostile e le leggi della meccanica celeste inesorabili. Ma i segnali sono incoraggianti.
Dal lancio nel 1957 del primo satellite artificiale – Sputnik era poco più di una palla di cannone – lo spazio attorno alla Terra si è popolato di satelliti sempre più sofisticati che ci accompagnano nella vita quotidiana, guidandoci negli spostamenti, tenendoci in contatto continuo, osservando dall’alto ciò che accade sul nostro pianeta, fornendo previsioni meteorologiche sempre più affidabili e tenendo sott’occhio situazioni a rischio: inquinamento, disastri naturali, cambiamenti climatici. Un flusso di informazioni continuo che spesso finisce direttamente nelle nostre tasche, dentro un telefonino.
Come per tutte le nuove tecnologie, finita l’epoca pionieristica bisogna pensare a renderle sostenibili dal punto di vista economico e poi ambientale. Lo spazio, con la sua intrinseca globalità, è però un esempio lampante del perché vada invertito l’ordine delle priorità, dando la precedenza alle tematiche ambientali. La proliferazione dei detriti spaziali generata dalle nostre attività in orbita circumterrestre va fermata al più presto non solo per salvaguardare le persone da eventuali pericoli (ad esempio il rientro incontrollato nell’atmosfera di grandi infrastrutture spaziali), ma soprattutto perché lo spazio possa diventare a tutti gli effetti un’estensione del nostro ambiente vitale, un posto dove vivere e lavorare producendo benessere e ricchezza.
Con l’avvento delle costellazioni satellitari formate da migliaia di satelliti, il timore che intere zone dello spazio diventino impraticabili per l’alto rischio di collisione (anche un piccolo detrito può tramutarsi in proiettile) si fa sempre più fondato. Occorre dunque agire prima che sia troppo tardi.
Alcune soluzioni sono per fortuna già in fase di sperimentazione. Riuscire a rifornire in orbita un satellite, ripararlo se danneggiato oppure rimuoverlo da una zona particolarmente trafficata ridurrebbero in modo drastico il rischio che un impatto con un bullone vagante generi in un attimo centinaia di nuovi detriti.
Questo libro vuole raccontare un aspetto forse meno immaginifico ma altrettanto importante della nostra avventura nello spazio, spiegando le problematiche legate alla proliferazione dei detriti spaziali, descrivendo le attività di sorveglianza in atto (incluse le implicazioni di carattere militare) e passando in rassegna le tecniche di prevenzione e mitigazione del danno che ci permetteranno di continuare a godere di questa formidabile opportunità.
Tuttavia, il futuro non dipende solo dalla tecnologia: bisogna regolamentare il traffico spaziale come è già avvenuto per quello marittimo e aereo. Una buona squadra di spazzini spaziali non ha bisogno solo di competenze tecnico-scientifiche, ma anche legali, economiche, assicurative, diplomatiche, di protezione civile. Perché rendere lo spazio intorno alla Terra un luogo sicuro e sostenibile è una sfida globale, che richiede la crescita di una coscienza comune a tutta l’umanità: una coscienza spaziale.