Giganti ghiacciati (e-book)
prefazione di Piero Bianucci
Un libro senza precedenti che, con dovizia di particolari e straordinaria chiarezza, racconta i giganti ghiacciati Urano e Nettuno a partire dalle esplorazioni delle sonde Voyager.
- ISBN: 9788822019141
- Anno: 2024
- Mese: dicembre
- Formato: epub - mobi
- Tag: Scienza Astronomia Astrofisica
Giganti ghiacciati racconta, con dovizia di particolari e rigore scientifico, tutto quello che sappiamo sui giganti ghiacciati Urano e Nettuno, mondi tanto misteriosi quanto affascinanti, situati nella gelida oscurità ai confini del Sistema Solare.
Nel nostro Grand Tour planetario, seguiremo le orme delle sonde Voyager della NASA, protagoniste della missione di esplorazione spaziale più amata di sempre, l’unica finora ad aver raggiunto i pianeti ai limiti del Sistema Solare. Scopriremo poi le loro lune, corpi incredibili con croste di ghiaccio e intricate strutture criovulcaniche, oceani profondi e persino possibili luoghi abitabili. E proprio per cercare forme di vita su questi mondi estremi avremmo bisogno di saperne di più, perché svelando i loro segreti potremo capire meglio anche le nostre origini.
Prefazione
di Piero Bianucci
Introduzione
Là dove nessuno è mai giunto prima
Parte prima
SULLE ORME DELLE VOYAGER
1. Colonne d’Ercole
Uno, due, mille, N corpi
La soluzione di Minovitch
Il Grand Tour
Mariner 10 e la prima volta della NASA
I pionieri del Sistema Solare esterno
2. Sfidare l’ignoto
Una nuova speranza
Viaggiatori del cosmo
I giganti ghiacciati
La sinfonia dell’umanità
Interstellari
Quel pallido punto blu
È il momento di tornare
3. Discrepanze
La forza di gravità è legge
Un eccesso di spazio
Il termine mancante
Un altro pianeta all’orizzonte
4. Nel regno del ghiaccio
La grande macchia scura
Una pioggia di diamanti
Una bonaccia solo apparente
Aurore ghiacciate
Quel che non si vede
5. La nascita dei giganti
Come è nato il Sistema Solare
La formazione dei pianeti giganti
Non proprio dei gemelli
6. Lune di ghiaccio
Le lune ghiacciate di Giove
Tra gli anelli di Saturno
Una penuria di satelliti
7. Signori degli anelli
Gli anelli dei giganti ghiacciati
8. Il figlio di Poseidone
Arrivano i pianeti nani
Un cugino non troppo alla lontana
Ghiacciato solo in parte
Un oceano di acqua, ma non solo
Quella tenue atmosfera
Il cugino solitario
Parte seconda
VITA
9. I mattoni della vita
Gli atomi dalle stelle
Gli ingredienti fondamentali
Come tutto ebbe inizio
10. Oltre la Terra
Estremi
Dov’è finita la vita?
La vita sulle lune ghiacciate
11. Futuro
Fascia di abitabilità
Sopravvivere a noi stessi
Un futuro venusiano per la Terra
Se tutto va bene
Non è pessimismo
Multiplanetari
Gigante rossa nei cieli di Tritone
Conclusione
Ghiacciato
Ringraziamenti
Bibliografia
Introduzione
Là dove nessuno è mai giunto prima
22 ore e 12 minuti: è il tempo che la luce impiega per percorrere i 23,3 miliardi di chilometri che, nel momento in cui scriviamo, separano la sonda Voyager 1 dal luogo in cui è stata lanciata. Quel luogo si trova sul pianeta Terra, al Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida, e la sonda Voyager 1 lo abbandonò quasi mezzo secolo fa, il 5 settembre 1977.
A quel tempo, la nostra avventura nello spazio era cominciata da poco. L’Unione Sovietica aveva infatti lanciato lo Sputnik I, il primo satellite artificiale, solo vent’anni prima, nel 1957. Jurij Gagarin, il primo essere umano ad aver superato la linea di Kármán – quell’altitudine che idealmente separa la Terra dallo spazio – lo aveva fatto nel 1961.
Negli anni ’60 avevamo anche sorvolato Marte e Venere; e infine eravamo riusciti a lasciare le nostre impronte sulla Luna. Tra le molte conquiste di quegli anni fu senz’altro quel «piccolo passo per l’uomo, grande passo per l’umanità» a determinare uno sconcertante cambiamento di prospettive della nostra posizione nell’Universo. Non eravamo più relegati al nostro pianeta: potevamo esplorare ancora, andare sempre oltre, continuando a spostare le colonne d’Ercole di pari passo con l’avanzamento delle tecnologie spaziali.
Proprio perché viaggiano alla velocità della luce, 22 ore e 12 minuti è anche il tempo che i deboli segnali radio provenienti dalla Voyager 1 impiegano per arrivare fino a noi, alle enormi antenne del Deep Space Network utilizzate dalla NASA (National Aeronautics and Space Administration) per ricevere e coordinare i segnali delle missioni spaziali. Quei segnali ci ricordano che la sonda è ancora lì, relitto solitario ma non abbandonato nel vuoto dello spazio interstellare.
Voyager 1 è il manufatto umano che si trova più distante da noi e, insieme alla gemella Voyager 2, è l’unica sonda spaziale attiva ad aver abbandonato il nostro sistema planetario. Poiché viaggia a una velocità inferiore, la Voyager 2, nonostante sia partita 16 giorni prima, è più o meno tre ore-luce in ritardo rispetto alla sonda gemella, ossia i suoi segnali impiegano tre ore in meno a raggiungerci.
Ogni anno la Voyager 1 percorre 3,6 unità astronomiche (la distanza media Terra-Sole, pari a 149 milioni di chilometri), mentre la Voyager 2 ne copre 3,2. Le due sonde si muovono anche in direzioni diverse: se la Voyager 1 è alla deriva su una rotta in direzione della costellazione dell’Ofiuco, la sua compagna tra 40 000 anni passerà a 1,7 anni luce di distanza da una piccola stella nella costellazione di Andromeda dal nome di Ross 248.
Eppure, di questo lunghissimo percorso che le sonde hanno percorso e percorreranno ancora, sono i primi passi quelli che hanno colpito di più il nostro immaginario e la nostra sete di conoscenza. Si tratta del Grand Tour planetario, quel tragitto che ha portato le sonde, e noi con loro, a visitare per la prima volta da vicino i quattro pianeti giganti del Sistema Solare: Giove, Saturno, Urano e Nettuno. In pratica, ogni studio scientifico che racconti un qualunque aspetto di questi pianeti parte da cosa videro le Voyager, perché la nostra conoscenza diretta di quei mondi è iniziata lì. Per Giove e Saturno, quella conoscenza è poi stata superata nel dettaglio da sonde dedicate come Galileo, Juno e Cassini-Huygens. Ma per quanto riguarda Urano e Nettuno, la Voyager 2 resta l’unica sonda della storia ad averli visitati.
L’amara verità è che, nonostante il loro incontestabile interesse scientifico, Urano e Nettuno restano i pianeti più trascurati del Sistema Solare. A quasi tre secoli dalla scoperta di Urano e due da quella di Nettuno, i giganti ghiacciati, come vengono chiamati, restano pertanto un mistero, ma sono anche dei tasselli essenziali nel puzzle dell’evoluzione del Sistema Solare. Non da meno, le loro lune ghiacciate sono corpi planetari incredibili, con croste di ghiaccio e intricate strutture criovulcaniche, oceani profondi e possibili luoghi abitabili, pur trovandosi nelle regioni più estreme del sistema planetario.
Ne sappiamo poco, ma ciò che sappiamo è incredibilmente affascinante, e siamo sicuri che leggendo questo libro non potrete che concordare. Mentre attendiamo che le agenzie spaziali preparino nuove sonde verso questi mondi, vi ci portiamo noi. Come direbbe il capitano Kirk nella serie classica di Star Trek: «Avanti a velocità di curvatura 5, signor Sulu».
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02 Novembre 2023 | www.rainews.it - TGR |
12 Novembre 2023 | LA Stampa |
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