Il prete e il medico
Fra religione, scienza e coscienza
La storia della medicina raccontata attraverso il suo rapporto con la religione e la Chiesa, in un complesso e controverso intreccio di pratiche scientifiche e questioni etiche in cui è la natura stessa dell’uomo al centro del dibattito.
- Collana: Storia e civiltà
- ISBN: 9788822005786
- Anno: 2016
- Mese: novembre
- Formato: 14,5 x 21,5 cm
- Pagine: 344
- Tag: Storia Medicina Religione Storia della scienza Etica Medioevo Bioetica
Da una parte il medico, che tasta il polso e scruta le urine, dall’altra il prete, pronto a somministrare la benedizione con l’olio santo; al centro, in un letto, il malato. Una scena classica che rappresenta, secondo l’autore, i tre protagonisti della tragedia umana: «l’uomo sofferente, assistito dal medico del corpo e dal medico dell’anima, da cui dipendono la sua salute terrena e la sua felicità eterna».
Quella tra Chiesa e medicina e, più in generale, tra religione e scienza, è una storia piena di conflitti e contraddizioni, in cui un ruolo fondamentale è svolto dalla sfera morale e dalla concezione stessa della vita umana. Nel Medioevo, in virtù degli scarsi mezzi e delle limitate conoscenze a disposizione dei medici, il prete (e il santo) aveva gioco facile nel far prevalere superstizioni e miracoli su un approccio scientifico alla malattia. Tra Rinascimento ed età moderna, invece, grazie ai suoi sempre più rapidi progressi, la medicina riesce pian piano a svincolarsi dall’ipoteca ecclesiastica e a imporre una visione laica, che talvolta sfocia in posizioni di esplicito ateismo. Negli ultimi anni, con l’avvento della bioetica e di questioni eticamente sensibili, quali la procreazione artificiale, la manipolazione genetica e l’eutanasia, la Chiesa è tornata a far sentire la propria voce, ridando vita a uno scontro in cui verità scientifiche e considerazioni morali si affrontano e si intrecciano avendo per oggetto l’uomo e la sua fragile condizione, tra salute del corpo e salvezza dell’anima.
Introduzione – 1. L’eredità: medicina pagana e guarigioni bibliche – L’epoca del sacerdote-medico– Le origini divine della medicina in Oriente– Ippocrate, il fondatore della medicina e dell’etica medica– La medicina greco-romana – Galeno,medico dei principi e principe dei medici – L’eredità biblica: onora ilmedico... ma non aspettarti troppo da lui– I vescovi dell’Alto Medioevo:pastori e medici– I monasteri, centri medici– L’infermeria,rifugio del monaco– I monaci, trafficanti di droghe medicinali– Ilmedico, gregario del santo guaritore – 2. Il dibattito nella Chiesa primitiva: a cosa serve la medicina? – Una scienza ecumenica– La casistica dell’urina e il medico-filosofo– La medicina-sacerdozio: l’elaborazione dell’etica medica cristiana– Ilmedico ideale– I limiti della medicina– L’unzione degli infermi:una guarigione condizionata– Consultare o non consultare? Il dialogodei monaci– A cosa serve la medicina? La risposta incerta dei Padridella Chiesa– Giovanni Crisostomo: vanità e utilità della medicina – 3. La Chiesa e la medicina medievale: uno spirito santo in un corpo sano – Il santo, rivale del medico– Miracolo o farmaco?– I concorrenti: stregoni, maghi...– ... alchimisti, praticoni, curisti– La Chiesa, le dissezioni e la chirurgia– L’etica: gli imperativi teologici dei medici – 4. Il medico tra Dio e il diavolo – Il diavolo in corpo– Igiene di vita e virtù cristiana– Dietetica e ascetismo. L’obesità: peccato o stile di vita sbagliato?– La chirurgia estetica, opera del diavolo– Il medico come autorità morale?– L’estrema unzione guarisce il corpo?– La Chiesa vieta la medicina ai chierici– Reticenza di preti e medici dinanzi al potere taumaturgico dei re– Spirituali e mistici contro la medicina – 5. Peste nera e sifilide: Dio, il diavolo o gli astri? – La Peste nera, flagello di Dio – Lo smarrimento dei medici– Il rapporto della Facoltà di medicina di Parigi– La peste offusca l’immagine del prete e del medico– L’astrologia in soccorso della medicina– Un medico scettico: Jacques Despars – La sifilide, tra castigo divino e influsso astrale – 6. Umanesimo, fede e medicina (XVI secolo) – I papi umanisti, protettori della medicina– Il corpo umano, capolavoro della Creazione: la dissezione-spettacolo– Vesalio e l’anatomia come opera d’arte– La salute, nuova immagine della salvezza– Thomas More e l’eutanasia attiva– Montaigne: l’impostura dei medici e dei preti – 7. Riforma e Controriforma: l’epoca delle eresie mediche e religiose (XVI secolo) – La Riforma esalta il medico e desacralizza il prete– Il Concilio di Trento esalta i preti e declassa i medici– I papi e i loro medici– I mistici: al diavolo il medico!– Ignazio di Loyola: la salute, un dovere per i gesuiti– Teresa d’Ávila: la salute, un dovere per mortificarsi meglio– Francesco di Sales: obbedire ai medici per umiltà – 8. Il discorso medico sulla religione (XVII secolo) – Ubi tres medici, duo athei– La fronda dei medici libertini eruditi e scettici– Le ragioni di una fronda: il dualismo corpo-anima– Descartes e i «grandi salassatori»– Bacon e l’eutanasia attiva– Harvey, il Copernico della medicina – 9. Il discorso ecclesiastico sulla medicina (XVII secolo) – Il messaggio ambiguo degli autori spirituali– I medici sono incompetenti, ma bisogna obbedire loro per umiltà – I giansenisti e il disprezzo per la medicina: Saint-Cyran– Pascal e il buon uso delle malattie – I benefìci spirituali del dolore fisico – La controversia sull’estrema unzione – 10. La fragile alleanza tra scienza e coscienza (XVII secolo) – La coscienza dei medici sotto la sorveglianza della casistica– I rimedi del gesuita Binet: ridere per guarire– Dio è un gran burlone – Loudun, 1632: religiose possedute o ossessionate?– Lo scontro fra esorcisti e medici – 11. L’età dei Lumi: la medicina afferma le sue ambizioni (XVIII secolo) – Secolarizzazione delle filosofie mediche– Il controllo dell’etica medica tramite la confessione– Il miglioramento della condizione sociale del medico– Il prete: concorrente o ausiliario del medico?– Le guarigioni miracolose– Tra miracolo e superstizione– Ospedali senza medici e conventi medicalizzati – 12. L’uomo macchina: la medicina all’avanguardia dell’ateismo (XVIII secolo) – La Mettrie, o il «signor Macchina»– L’uomo macchina: un’idea immorale? – La médecine théologique– La felicità attraverso la salute – 13. La battaglia dell’inoculazione e della vaccinazione (XVIII-XIX secolo) – L’inoculazione, un argomento volterriano (in malafede?) contro i parroci – La Condamine: la vita è una lotteria e l’inoculazione un biglietto vincente– La vaccinazione, «battesimo che lava dal peccato vaiolico originale»– Il vaccino: idea diabolica o rimedio provvidenziale? – La morale cristiana e l’igiene – 14. La resa dei conti I: il prete, fra guarigioni miracolose e medicina cattolica (XIX secolo) – Il culto del dolore– La concorrenza sleale dei parroci guaritori– Il miracolo, esercizio illegale della medicina– La mariolatria terapeutica– La battaglia dell’acqua di Lourdes– Zola: Lourdes,ovvero «l’umanità malata, affamata d’illusioni»– Le domande di caratteremedico del clero parrocchiale– Per una medicina cattolica:l’Encyclopédie di Migne– I medici cattolici si organizzano – 15. La resa dei conti II: il medico alla conquista del potere socio-culturale (XIX secolo) – La conquista del mondo politico – La conquista del mondo letterario– I medici atei militanti– La medicina laica contro le religiose ospedaliere – Dal confessionale al divano – Verso una religione della medicina? – Epilogo. Dalla morale cristiana alla bioetica
Introduzione
Da una parte il prete, con i suoi oli santi; di fronte a lui il medico, che scruta le urine o tasta il polso; in mezzo, su un letto, il malato, comprensibilmente piuttosto agitato. Scena classica, più volte riprodotta dalle miniature medievali, in cui sono rappresentati i tre protagonisti della tragedia umana: l’uomo sofferente, affiancato dal medico del corpo e da quello dell’anima, dai quali dipendono rispettivamente la sua salute terrena e la sua felicità eterna.
Il problema risiede nelle relazioni tra questi due medici, che molto spesso sono state burrascose. Dopo più di un millennio di buona intesa, il manifestarsi di conflitti d’interesse – legati a questioni di preminenza e soprattutto di opzioni filosofiche – ha provocato duri scontri, con gravi ripercussioni per i malati, presi in ostaggio dall’uno o dall’altro, a meno di non aver fatto da sé una scelta di campo.
La posta in palio, in effetti, è rilevante: se la preoccupazione per la salute e quella per la salvezza eterna sono compatibili, quale delle due merita il primato? Per moltissimo tempo la questione non si è neppure posta: l’impotenza della medicina al cospetto delle malattie ha garantito la supremazia del prete e il successo del suo insegnamento, che considerava la vita umana miserabile, il corpo disprezzabile, la morte ineluttabile e il dolore una benedizione celeste, capace di redimere e purificare. L’importante era dunque prepararsi per la vita futura, conformandosi alla morale cristiana, vale a dire agli insegnamenti della Chiesa. Il medico era così relegato all’umile ruolo del fornitore di ricette utili ad attenuare un po’ i mali della vita presente; la sua battaglia contro la morte era persa in partenza, e nel momento fatidico doveva scomparire dietro il prete che somministrava gli ultimi sacramenti. Le uniche vere guarigioni non venivano dalla medicina umana, ma erano guarigioni miracolose, dovute all’intercessione dei santi: la preghiera era più forte dei medicinali.
Questa concezione, che prevale per tutto il Medioevo, viene gradualmente messa in discussione a partire dal Rinascimento, allorché alcuni medici cominciano a distaccarsi dalla tradizione. Forti dei primi progressi della loro arte, essi rivendicano innanzitutto una certa autonomia dal giogo imposto dalla teologia; in seguito, con il perfezionarsi della chirurgia e della dissezione, alcuni esprimono dei dubbi sull’esistenza di un aldilà e sulla concezione dualista dell’uomo, scisso in corpo e anima: e se la vita e il pensiero non fossero altro che il frutto di un’organizzazione complessa della materia? L’uomo non potrebbe essere un prodotto della natura, una pura macchina, di cui il medico non sarebbe altro che il meccanico, votato esclusivamente ad assicurarne il benessere fisico? In tali condizioni il prete è non solo inutile, ma nocivo, con le sue terrificanti storie di diavoli e d’inferno e il suo culto per la sofferenza, che a lungo ha contraddistinto il cristianesimo.
In nome di queste idee, numerosi medici si ribellano contro la tutela esercitata dai preti e, nel corso del XIX secolo, con la corrente scientista, la medicina diventa la punta di diamante dell’ateismo, anche se parecchi dottori rimangono cristiani. Grazie alle scoperte della scienza medica, che rivoluzionano la concezione dell’essere umano, essi conquistano un’egemonia culturale, a scapito di preti costretti sulla difensiva e relegati a loro volta al semplice ruolo di consolatori in una società ampiamente secolarizzata.
Sembra pertanto che la situazione sia totalmente ribaltata, con il medico che rimpiazza il prete nel decidere sulla vita e la morte, e la medicina che, fungendo da nuova religione, promette a sua volta delle chimere, quali longevità estrema, eterna giovinezza, bellezza e salute inalterabili, mentre lo psicoanalista prende il posto del confessore. Ormai è la medicina che fa i «miracoli».
Il paradosso, tuttavia, è che tali miracoli fanno sorgere ulteriori questioni, in grado di aprire degli squarci nella fortezza medica, squarci nei quali si infila la morale, camuffata sotto il nome di etica, ma che resta di fatto fondata sui valori cristiani. Il prete, respinto dai progressi della scienza, viene riportato in auge dall’avanzata della bioetica. Rientra nel dibattito per occuparsi di problemi inediti, quali la procreazione artificiale, l’eutanasia, i cloni terapeutici e le manipolazioni genetiche. Tramite la bioetica, la religione, dopo aver perso la battaglia scientifica, cerca di vincere quella morale. Ma la sua morale, basata su degli scritti vecchi di duemila anni, può ancora adattarsi alle realtà del XXI secolo?
Una cosa è certa: il prete e il medico, fianco a fianco o l’uno contro l’altro, hanno largamente influenzato la nostra cultura e la nostra mentalità, dal momento che, in duemila anni, innumerevoli generazioni sono passate tra le loro mani, subendo le loro decisioni, buone e cattive, beneficiando dei loro successi e pagando i loro errori. Sono state le guide dell’avventura umana, dalla nascita alla morte, anche se spesso in disaccordo: attraverso le loro relazioni possiamo comprendere come gli europei hanno tentato di dare un senso alla vita.
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