Jean Pierre Petit, un nome di grande notorietà in Francia negli ambienti dell'alta divulgazione, è insieme scienzato (« maitre de recherches» nel CNRS, astrofisico, responsabile di microinformatica nella facoltà di Lettere di Aix-en-Provence) e disegnatore semi-professionista (autore di numerosi fumetti pubblicati in «Spirou», e professore in un istituto di Belle Arti).
Grazie a questa combinazione di talenti, Petit riesce ad utilizzare pienamente l'arte grafica per presentare i concetti della scienza contemporanea.
Né un trattato nè un corso di lezioni: più semplicemente, è la storia di un viaggio di Anselmo nel paese della geometria (anzi, delle geometrie). Partendo da un dubbio (« Ma, in fondo, Euclide è sempre e dovunque il meglio?) rafforzato da una serie di esperienze pratiche relative alla «geodetica» (ovvero la più breve distanza tra due punti) e alla somma degli angoli di un triangolo rettangolo, Anselmo approda nel mondo della geometria sferica e delle geometrie non euclidee, illustrate dai matematici Riemann e Lobacevskij. Le tappe del viaggio di Anselmo diventano per il lettore altrettante occasioni per comprendere concetti e dati particolarmente «complessi»: perché i teoremi euclidei non «funzionano» su una superficie curva; che cosa sono la curvatura positiva e quella negativa; il concetto di dimensione e quello di spazio, il tridimensionale curvo; il nastro di Moebius, e così via.