Storia del riso e della derisione
Si dice che il riso sia una virtù che Dio ha dato agli uomini per compensare la loro intelligenza. Ma si può davvero ridere di tutto? Il riso non rappresenta forse il valore supremo che permette di sopportare l'esistenza, di accettare senza capire, rassegnarsi a tutto e non prendersi troppo sul serio?
- Collana: Storia e civiltà
- ISBN: 9788822005540
- Anno: 2004
- Mese: maggio
- Formato: 14,5 x 21 cm
- Pagine: 816
- Note: rilegato con sovraccoperta, illustrato
- Tag: Storia Psicologia Storia antica
Questo libro ripercorre la storia del riso, una virtù che ha più di duemila anni, come testimoniano le raccolte di storie comiche che appassionavano già Greci e Romani. Democrito e Cicerone ritenevano che il riso sfrenato fosse estremamente moderno e che esistessero inoltre mille modi diversi di ridere e di far ridere. Nel Medioevo, nonostante i Padri della Chiesa considerassero il riso un fenomeno diabolico, una palese manifestazione dell'orgoglio umano, i re si circondavano di giullari, il popolo si divertiva a prendersi gioco di tutto e persino i sermoni dei predicatori erano infarciti di parodie. Con Rabelais appare un nuovo modo di ridere improntato all'ambiguità e alla distruzione di qualsiasi certezza. In seguito, nel Rinascimento, il riso prenderà connotazioni grottesche e burlesche. La monarchia assoluta cercherà di mettere in riga i sostenitori di questa virtù, ma si può davvero addomesticare il riso? Sotto le sembianze dello humour acido, il riso corrode le fondamenta del potere e della società, e trova terreno fertile nella satira politica del XIX secolo dove raggiunge l'apoteosi del nonsenso in un mondo che ormai si prende gioco di tutto.
Introduzione - 1. L'inestinguibile riso degli dèi. I Greci arcaici e il mistero del riso - Il riso nei miti greci: un contatto pericoloso con il divino - Il mito, il riso e la morte - Il riso della festa: ritorno al caos e ricreazione - Il riso di Dioniso - Dalla festa dionisiaca alla commedia: Aristofane - Il riso arcaico dei contemporanei di Omero: aggressione e trionfo - 2. L'umanizzazione del riso nei filosofi greci. Dall'ironia socratica al sogghigno di Luciano - Il riso sommesso - I comici e le raccolte di motti - Il riso scettico di Democrito e il riso cinico di Diogene - Da Socrate a Luciano: la prima vendetta del diavolo? - Gli agelasti, da Pitagora a Platone - Aristotele e «il proprio dell'uomo» - 3. Il riso unificato dei Latini. Il risus satirico e grottesco - Il problema dell'umorismo latino - Il caustico contadino latino - La satira, espressione del genio romano - Satira politica e capacità di autoderisione - Il lato oscuro del riso romano: il grottesco - Il riso festoso dei Saturnali e dei Lupercali - Il riso catartico della commedia - Decadenza romana e declino del riso - 4. La demonizzazione del riso nell'Alto Medioevo. Gesù non ha mai riso - Il riso, conseguenza del peccato originale - Evoluzione della comicità biblica - Gesù ha mai riso? - La demonizzazione del riso da parte dei Padri della Chiesa - «E tu ridi!» (San Giovanni Crisostomo) - La guerra del riso fra cristiani e pagani - Il riso e il sacro: grottesco cristiano e parodia - Un tempo per ridere, un tempo per piangere - Il riso bandito dai monasteri - Ridere soli: l'umorismo assoluto dei padri del deserto - 5. Il riso unanime della festa medievale. La parodia al servizio dei valori - Il riso medievale secondo Bachtin - Il carnevale: cristiano o pagano? - Il carnevale, parodia folle che esorcizza e rassicura - Lo charivari o il riso di autodifesa del gruppo - La festa dei folli, ovvero l'autoderisione clericale - La festa dell'asino, ovvero il riso al servizio del più debole - Il riso delle città e il riso dei campi - Il riso al castello - 6. Ridere e far ridere nel Medioevo. Umorismo sacro e umorismo profano - Il riso amorale del fabliau - Il riso individualista della farsa - Il riso diabolico di Merlino - Il riso satirico dei moralisti - Il riso conservatore dei predicatori - Il riso impertinente dei chierici - Il riso assennato del buffone di corte - Il riso buono e cattivo del teologo - Gli agelasti medievali: San Bernardo di Chiaravalle e Ildegarda di Bingen - 7. Il riso e la paura nel basso Medioevo. Il ritorno del diavolo - Ridere per non piangere - Riso del diavolo e dell'Anticristo - Il riso delle streghe - L'ironia se la prende con Dio - Il riso aggressivo delle società gioiose - Dalla follia negativa (Brant) alla follia positiva (Erasmo) - La festa sotto controllo - 8. La risata assordante del Rinascimento. Il mondo rabelesiano e le sue ambiguità - Un riso creatore - Un riso distruttore - Dalla vertigine rabelesiana al riso tragico di Agrippa d'Aubigné - Il trionfo del buffone di corte: il secolo di Triboletto e Chicot - Riso e natura umana. Il caso degli Indiani - Il riso come arma offensiva. La nascita della caricatura - Le variazioni nazionali del riso - L'avvento dell'umorismo - Le raccolte di racconti comici - Il riso del cortigiano - Da Rabelais a Shakespeare - 9. Il declino del riso. La grande offensiva politico-religiosa della serietà (XVI-XVIII secolo) - Al bando il carnevale - L'internamento dei folli - Che la festa finisca! - Le resistenze - La scomparsa della festa dei folli - Jean-Baptiste Thiers, testimone della repressione del riso - Autori spirituali e predicatori contro il riso - Eraclito e il prete modello - Padre Garasse e la battaglia delle risate - Un riso giansenista? - Bossuet, o la morte del riso - La scomparsa del buffone del re - Hobbes: il riso, orgoglio del debole - 10. Il riso amaro del burlesco. L'epoca della svalutazione comica (prima metà del XVII secolo) - Tallemant des Réaux, testimone di un'epoca burlesca - Lo scherno blasfemo dei libertini - Lo scherno santo di Pascal - Salvarsi ridendo: l'umanesimo devoto - Il Democrito cristiano e le sue lotte - Le raccolte di storie comiche: una moda rivelatrice - Il significato e l'evoluzione della risata nel XVII secolo - Il riso amaro del romanzo comico - La Fronda, apogeo e morte del genere burlesco - 11. Dal riso cortese al sogghigno. L'acidità dell'umorismo (XVII-XVIII secolo) - Il ridimensionamento del riso: Rabelais rivisitato - «Un'impresa strana, quella di far ridere la gente onesta» - Dal Diavolo zoppo all'Opéra-Comique: - il significato del bizzarro - Da Cartesio a Kant: lo sguardo sospettoso della filosofia - Il secolo di Asmodeo, il demone beffardo - L'umorismo come vaccino contro la disperazione - Vivere e morire nello scherno - Satira politica e caricatura - L'ironia, lo spirito e la follia - Il Régiment de la Calotte: una «comicocrazia» - contro l'Assolutismo (1702-1752) - Lo scherno da salotto - Shaftesbury: l'umorismo contro il fanatismo - Il riso popolare visto dai pittori: un alibi della borghesia? - Carnevali e feste popolari: il riso di contestazione - 12. Il riso e gli idoli nel XIX secolo. La derisione nelle lotte politiche, sociali e religiose - Gli aristocratici, partito del riso (1789-1790) - La tattica del riso parlamentare alla Costituente - La caricatura come strumento del riso rivoluzionario - La mascherata rivoluzionaria o il riso minaccioso - La festa ufficiale: il riso come oppio dei popoli? - La satira politica, dall'ironia alla mistificazione? - Le varietà della satira sociale europea - Uno humour francese? Rire gaulois e riso da osteria - Umorismi nazionali o internazionale del riso? Oscar Wilde e Mark Twain nella stessa battaglia - La Chiesa del XIX secolo contro il riso - «Uccidiamoli con il riso»: la derisione anticlericale e antireligiosa - 13. Filosofia del riso e riso filosofico nel XIX secolo. I dibattiti sul riso, dal grottesco all'assurdo - Hegel, la serietà dialettica, e Kierkegaard, il riso di disperazione - Nietzsche e il riso del superuomo - Bergson e la meccanica sociale del riso - Freud: il riso come economia di energia e l'umorismo come sfida - Il «riso assassino» di Jean Paul - Il riso, cavallo di Troia dell'inferno e rivalsa del diavolo - Baudelaire: «Il riso è satanico, dunque umano» - Il riso antiborghese - Hugo e «l'uomo che ride» - Risate di fine secolo: Zutisti, Fumisti e Menefreghisti - 14. Il XX secolo, morti dalle risate. L'èra della derisione universale - Il secolo delle catastrofi e del riso - Il riso: «rivolta superiore dello spirito» (André Breton) - Universalità del riso: la versione degli antropologi - L'umorismo: «la disperazione educata» - La necessità dell'ironia nel mondo contemporaneo - Una riconciliazione fra riso e religione? - Verso una fede umoristica? - Da Dada allo humour nero di André Breton - Il secolo di Ubu e il suo riflesso teatrale e cinematografico - Riso e arte moderna - 15. Il XX secolo: morte del riso? - La vendetta postuma del diavolo - Diversificazione della satira politica - La politica-spettacolo e la dittatura del riso - L'ossessione della festa uccide il riso - Riso e festa contemporanea: il divorzio - Studi contemporanei: riso diabolico o riso angelico? - Konrad Lorenz: il riso come aggressività ritualizzata - Banalizzazione e mediatizzazione del riso nella società umoristica - Fine del riso? - Conclusione - Indice dei nomi
Introduzione
Il riso è una faccenda troppo seria per essere affidata ai comici. Ecco perché da Aristotele in poi orde di filosofi, storici, psicologi, sociologi e medici, che non sono gente che scherza, hanno affrontato questo tema. Le pubblicazioni sul riso sono migliaia e questo ci dispensa dalla formulazione di una bibliografia, poiché risulterebbe oltraggiosamente selettiva, oltre che interminabile. Negli ultimi dieci anni l'interesse per il riso ha raggiunto picchi molto elevati in tutte le discipline. Per attenerci alla storia, non passa settimana in cui un libro, un articolo, una trasmissione radiofonica, un'intervista o una conferenza non parlino del riso in una determinata epoca o in un determinato ambiente. In Francia, ad esempio, l'associazione CORHUM (Ricerche sulla COmicità, il Riso e lo HUMour), creata nel 1987, organizza regolarmente giornate di studio e colloqui, la più recente delle quali si è tenuta a Besançon dal 29 giugno al 1 luglio 2000 sul tema «Duemila anni di riso. Continuità e modernità». L'associazione pubblica anche la rivista semestrale «Humoresques». Negli Stati Uniti la pubblicazione interdisciplinare «Humor: International Journal of Humor Research» riveste la stessa funzione e ovunque nel mondo esistono degli equivalenti. Tale interesse per il riso non deve sorprendere affatto: siamo infatti immersi in una «società umoristica» che Gilles Lipovetsky ha ben analizzato nel 1983 nella sua opera L'era del vuoto: saggi sull'individualismo contemporaneo. La società oggi si mostra cool e fun, gradevolmente divertente, in essa i media diffondono modelli rilassati di eroi pieni di umorismo e prendersi sul serio è ormai considerato scorretto. Il riso è onnipresente nella pubblicità, nei giornali, nelle trasmissioni televisive, tuttavia lo si incontra raramente per le strade. Si decantano i suoi meriti, le sue virtù terapeutiche, la sua forza corrosiva di fronte agli integralismi e ai fanatismi e, nonostante ciò, facciamo fatica a comprenderlo del tutto. Attentamente studiato per secoli da tutte le discipline, il riso conserva intatto il suo mistero. Di volta in volta aggressivo, canzonatorio, sarcastico, amicale, sardonico, angelico, ironico o umoristico, burlesco o grottesco, il riso è multiforme, ambivalente, ambiguo: può esprimere sia gioia pura che trionfo cattivo, orgoglio ma anche simpatia. Tutto ciò costituisce la sua ricchezza e il suo fascino, ma anche, talvolta, il suo carattere inquietante poiché, come afferma Howard Bloch, «come Merlino, il riso è un fenomeno liminare, [...] è a cavallo su una doppia verità. Esso serve ad affermare tutto e il contrario di tutto». Situandosi all'incrocio fra la psiche e il corpo, tra l'aspetto individuale e quello sociale, tra il divino e il diabolico, il riso fluttua nell'equivocità, nell'indeterminatezza. Esso pertanto presenta tutte le caratteristiche necessarie per sedurre lo spirito moderno. In quanto fenomeno universale, il riso può variare molto da una società all'altra, nel tempo come nello spazio. Già Edmund Bergler in Laughter and the Sense of Humour recensiva nel 1956 più di ottanta teorie sulla natura e l'origine del riso e da allora la lista non ha fatto che allungarsi. Se gli etnologi e i sociologi hanno ampiamente esplorato la panoplia geografica dei tipi di riso, gli storici si sono interessati al fenomeno solo recentemente. Come spesso accade, alla base di tale interesse vi sono preoccupazioni ideologiche. Il lato sovversivo e rivoluzionario del riso aveva interessato gli storici sovietici a metà del XX secolo. Nel 1954 Alexandre Herzen ricordava che nell'Antichità «si moriva dal ridere fino a Luciano» e che «dal IV secolo gli uomini hanno smesso di ridere, hanno iniziato a piangere senza ritegno e pesanti catene si sono abbattute sullo spirito fra i lamenti e i rimorsi di coscienza». Egli dichiarava: «Scrivere la storia del riso sarebbe estremamente interessante». Qualche anno più tardi Michail Bachtin pubblicò un libro divenuto ormai un classico del genere, tradotto in francese nel 1970: L'opera di Rabelais e la cultura popolare: riso, carnevale e festa nella tradizione medievale e rinascimentale, magistrale storia del riso dal XIV al XVI secolo, che contiene grandi intuizioni anche riguardo ai periodi precedenti e successivi. Più di recente Jacques Le Goff dedica numerosi studi al riso medievale e in particolar modo al suo ruolo all'interno delle regole monastiche. Constatando negli Annales del 1997 che il riso è un tema alla moda e che «come spesso accade la moda esprime l'interesse emergente nei confronti di un determinato tema nel paesaggio scientifico e intellettuale», egli propone di effettuare un'ampia inchiesta storica in proposito. L'idea ha preso corpo prima e dopo tale data e numerosi storici hanno dato vita a studi encomiabili sul riso nelle diverse epoche: Dominique Arnould, Dominique Bertrand, Bernard Sarrazin, Daniel Ménager, Nelly Feuerhahn, Jeannine Horowitz, Sophia Menache e tanti altri in Francia i cui nomi e titoli di opere figurano nelle note bibliografiche; Jan Bremmer, Herman Roodenburg, Henk Driessen nei Paesi Bassi; Derek Brewer, Peter Burke in Inghilterra; M. Tschipper, W. Haug, N. Neumann in Germania; Q. Cataudella, G. Monaco in Italia; T. Castle, B.I. Granger, S.M. Tave negli Stati Uniti e decine di altri delle cui opere ci siamo avvalsi nella stesura di questo libro (citati nelle note). Quasi inconsapevoli e noncuranti della portata di questo lavoro, abbiamo voluto realizzare una sintesi, compito che una qualunque persona sensata non avrebbe intrapreso talmente è vasto il campo di questa materia. Ma non occorre essere forse un po' pazzi per poter intraprendere, senza ridere, una storia del riso? Ad ogni modo è sempre troppo presto o troppo tardi per fare una sintesi. Un simile tema offre comunque un vantaggio, poiché permette di rispondere anticipatamente a tutte le critiche: non prendete tutto questo troppo sul serio! Inevitabilmente questo lavoro risulta incompleto, selettivo, si sofferma troppo su taluni aspetti e ne trascura altri, in alcuni punti si mostra disinvolto, in altri invece più pesante, è troppo ricco di citazioni e di oltraggiose schematizzazioni, dimentica informazioni essenziali, a volte adotta un tono triviale, emette giudizi parziali e contestabili, approvati dagli uni e contraddetti con indignazione dagli altri. Tutto questo viene comunque anticipatamente confessato, accettato, rivendicato. Se un tema come il riso non ammette la fantasia, dove altro potremmo andare a cercarla? […].
01 dicembre 2012 | Focus Storia |
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