La chiesa e la guerra
Dalla Bibbia all'èra atomica
Un'opera documentata e stimolante su un tema di rilevante e drammatica attualità, dai molteplici risvolti culturali, filosofici e politici. Un necessario momento di approfondimento, dopo la cronaca quotidiana, su uno dei punti cruciali di confronto per l'egemonia a livello planetario nei prossimi anni.
- Collana: Storia e civiltà
- ISBN: 9788822005526
- Anno: 2003
- Mese: novembre
- Formato: 14,5 x 21,5 cm
- Pagine: 632
- Note: rilegato con sovraccoperta
- Tag: Storia Storia contemporanea Religione Guerra
In che modo una religione basata sull'amore per il prossimo ha potuto integrare la guerra nella sua visione del mondo? Sin dalle sue origini la Chiesa cattolica ha risposto in maniera più o meno felice a questa difficile coesistenza. Privilegiando in primo luogo il combattimento spirituale e la «pace di Dio», essa si è poi lasciata coinvolgere nell'avventura della guerra santa ai tempi della Cristianità medievale, in seguito in quella della «guerra giusta» all'epoca delle monarchie e degli Stati nazionali. L'ambiguità di questa posizione sarà evidente nel 1914-1918, quando gli apparati ecclesiastici, rivaleggiando per zelo bellicista e nazionalista, resisteranno agli appelli del papa. I massacri della Prima guerra mondiale provocarono la reazione dei teologi, ma la presa di coscienza si fece strada solo lentamente. L'età atomica, che è anche quella dello scatenarsi dei nazionalismi, pone alla Chiesa una nuova sfida. La sua riflessione è tuttavia lungi dall'essere unanime: se Giovanni Paolo II, all'indomani della Seconda guerra del Golfo, nove secoli dopo l'appello di Urbano II alla crociata, ha proclamato che non vi possono essere guerre sante, il Catechismo della Chiesa cattolica continua a riaffermare il principio della guerra giusta.
Introduzione - 1. La Sacra Scrittura, la guerra ed il sacro - Israele e la guerra santa - L'interpretazione moderna delle guerre di Jahvé - Religioni, miti e guerra - La guerra e il sacro - Gesù e le ambiguità del Regno - Il silenzio del Nuovo Testamento sulla guerra - I testi apocalittici - 2. Dall'Impero pagano all'Impero cristiano - Diritto di guerra e diritto di pace nell'Impero romano - I cristiani nell'esercito romano - I dubbi degli intellettuali cristiani sul servizio militare (II-III secolo) - Il combattimento cristiano: una battaglia spirituale - Il martirio, apogeo e deriva cruenta della lotta spirituale - La conversione del potere nel IV secolo - Milizia di Cristo e milizia di Cesare - Sant'Agostino e il combattimento spirituale - Padre della guerra giusta o della guerra santa? - Teoria e prassi della guerra giusta - 3. L'Alto Medioevo: l'impossibile lotta contro la guerra - La guerra, giudizio di Dio - Dio, garante della vittoria dei re cristiani - Iniquità delle guerre intestine - Impurità del mestiere delle armi - Interdizione della guerra ai chierici: la teoria - La pratica: una Chiesa contaminata dallo spirito guerriero - Tentativi di umanizzazione della guerra - Il gihad: unione del combattimento spirituale - e della guerra santa - Il ritardo della guerra santa cristiana - 4. L'ideale della pace di Dio e la sua paralisi (secoli X-XII) - Pace di Dio, guerra santa, guerra giusta: la crisi dell'ideale - La pace di Dio: l'alleanza tra vescovi e popolo - Cluny e la pace di Dio - Pace dei vescovi, pace dei monaci, pace del re - Degenerazione e snaturamento della pace di Dio - Condanna dei mercenari, delle balestre e dei tornei - (XII secolo) - Fallimento delle interdizioni - Militarizzazione della Chiesa: san Giorgio - 5. Dalla pace di Dio alla guerra santa (secoli XI-XIII) - L'appello di Urbano II (1095) - La guerra santa: combattimento spirituale e martirio - La tradizione delle guerre del Signore - Immaginario apocalittico e massacri - La crociata, complemento della pace di Dio - La crociata, esito della cristianizzazione della cavalleria - Il cristianesimo di guerra - San Bernardo: «È meglio ucciderli» - L'unione delle due milizie: gli Ordini militari - La cavalleria: ideale e realtà - Guerra santa, politica e colonialismo - Estensione della guerra santa agli eretici - Il fine della crociata: combattimento o conversione? - Critiche e mutamenti della crociata - 6. Dalla guerra santa alla guerra giusta (secoli XIII-XV) - La cavalleria piegata al servizio della monarchia - Il re, erede della pace di Dio e della guerra santa - Elaborazione della teoria della guerra giusta - Teologia, pastorale e mistica della guerra - Guerra giusta e propaganda regia: il caso di Enrico V - I re e la guerra giusta nei secoli XIV e XV - Il rituale religioso della guerra medievale - Gli uomini di Chiesa nell'esercito - Il papato ed i tentativi di arbitrato - La deriva militarista - La pace: eresia o utopia? - 7. La secolarizzazione della guerra giusta (secoli XV- metà XVI) - Le guerre dei pontefici - La banalizzazione della guerra - La guerra in Utopia - Perfezionamento della teoria della guerra giusta: Vitoria (1540) - La guerra giusta: giustificazione della guerra? - Erasmo: la guerra non può essere giustificata con il Vangelo - Il dibattito sulla guerra coloniale - 8. Dalle guerre di religione alle guerre del re (metà XVI- metà XVII secolo) - Le guerre di religione: il ritorno della guerra santa - Papato e guerra di religione tra 1565 e 1605 - Arretramento del ruolo internazionale della Santa Sede (1605-1659) - Crescita dell'opposizione alla violenza religiosa: i protestanti - Secolarizzazione dei progetti di pace universale - Dalla guerra di religione alla guerra regia - Il progressivo cedimento delle teorie della guerra giusta. I gesuiti. Suarez - La guerra all'inizio del XVII secolo: una realtà sociologica estranea al diritto ed alla religione - L'impotenza della Chiesa davanti alla ragion di Stato. Richelieu - L'abdicazione dei teologi - Elogio e secolarizzazione della guerra - Il combattimento spirituale, rifugio della guerra santa - 9. La santificazione delle guerre regie - (metà XVII- fine XVIII secolo) - Del buon uso del “Te Deum” - Il clero giustifica le guerre di Luigi XIV - Le guerre del re: giuste e sante - L'atmosfera di guerra santa in Inghilterra - Il declino del concetto di guerra giusta - Il confessore approva le guerre regie - Il re, incarnazione della pace cristiana - I peccati del popolo, causa delle sconfitte: la guerra di Successione spagnola (1701-1713) - La glorificazione delle imprese guerriere attraverso la predicazione - Il clero e le guerre di Luigi XV: il costo e la necessità di combattere l'empietà inglese - 10. Guerre regie e coscienza cristiana (metà XVII- fine XVIII secolo) - Una umanizzazione della guerra? - Una visione critica delle guerre regie: Massillon e gli oratoriani - I progetti di pace dell'abate di Saint-Pierre - La lettera di Fénelon a Luigi XIV (1693-1694) - Fénelon e la guerra: i princìpi - Le contraddizioni di Fénelon durante - la guerra di Successione spagnola (1701-1713) - Fénelon a favore della guerra nazionale piuttosto che regia - Bossuet: la guerra è un flagello… …ma il re solo può decidere al riguardo - La Chiesa, l'esercito e il diritto in guerra - Il soldato cristiano - L'abate Maury e l'apologia della pace (1767) - 11. Il Dio degli eserciti al servizio della nazione (XIX secolo) - Le carte si mescolano - La guerra è divina - Cristianizzazione dell'esercito sotto la Restaurazione - La questione italiana: l'imbarazzo della Chiesa (1848-1859) - L'ultima guerra santa: morire per gli Stati pontifici (1860-1870) - Il Dio degli eserciti in Crimea e nelle colonie - La guerra di Secessione: guerra divina per la rigenerazione degli Stati Uniti - La Chiesa e la guerra sotto un regime anticlericale: la III Repubblica - L'impotenza di Roma nella battaglia per la pace - Il progetto di padre Taparelli - 12. Trionfo e messa in discussione del Dio degli eserciti (1914-1945) - Isolamento e impotenza della Santa Sede durante la Prima guerra mondiale - Le Chiese nazionali esaltano la guerra - La nazione prima della Chiesa - Nasce una corrente pacifista nella Chiesa (anni '20) - Il papa e la pace mondiale: Società delle Nazioni o Cristianità? - L'enciclica “Ubi arcano Dei” (1922) - Luigi Sturzo ed i teologi di Friburgo: la guerra giusta è anacronistica - Il problema della guerra ideologica - Il Vaticano, le guerre d'Etiopia e di Spagna - Pio XII e la Seconda guerra mondiale - Necessità di una nuova teologia della guerra - 13. Dalla teologia della guerra alla teologia della pace - La terza guerra mondiale è iniziata - I limiti della morale cristiana davanti all'impiego dell'arma atomica - Il problema della dissuasione - Condanna della guerra fredda - Le guerre locali: un «cattolicesimo esploso» - Giovanni Paolo II: «Non possono esserci guerre sante» (1991) - Impotenza della Chiesa davanti alla guerra - Pacifismo, obiezione di coscienza, servizio militare - Rimessa in discussione della guerra giusta - La guerra: irrazionale e assurda - Il coraggio delle parole di pace… …e la prudenza dell'azione - Le quattro basi della pace - Aggressività e spiritualità - Un'etica ecumenica? - Conclusione - Indice dei nomi
Introduzione
Da quando, nel Mesolitico, intorno al 12000 a.C., sono comparse le prime tracce di attività belliche, ovvero di combattimenti tra gruppi organizzati, sino a questa fine XX secolo, la guerra non ha mai cessato di conservare legami profondi con la sfera del sacro, poiché la guerra tocca ciò che nell'uomo vi è di più radicato. La guerra è la morte, o quantomeno il rischio costante di morte, ed è anche il completo rovesciamento dei rapporti sociali: il rafforzamento dei legami tra membri del gruppo, l'abolizione degli interdetti morali del tempo di pace, la liberazione dell'aggressività ed il permesso, anzi il dovere, di uccidere. Per tutte le società organizzate sulla base di una fede religiosa e solidali con i propri dei, la guerra coinvolge dunque radicalmente i rapporti con il divino. Gli dei non possono rimanere indifferenti alle guerre dei loro popoli. Essi vengono consultati sulla legittimità dei conflitti, i fedeli pregano per un intervento in loro favore. La maggior parte delle religioni politeiste ha d'altro canto una divinità specializzata in questo ruolo. Le relazioni sono più complesse all'interno delle grandi religioni monoteiste a vocazione universale, in cui Dio è il Dio di tutti gli uomini, ma può esigere dai suoi fedeli una guerra contro coloro che non lo riconoscono come tale, gli infedeli. In quest'ordine di idee l'Ebraismo ha conosciuto le «guerre del Signore », l'Islãm il ğihãd, il Cristianesimo la crociata. Dio può anche tollerare guerre tra i suoi stessi fedeli per vendicare delle ingiustizie, a patto di conformarsi ad un certo numero di regole. Le grandi religioni rivelate mostrano comunque molta difficoltà ad integrare il concetto di guerra nella loro visione teologica del mondo. Questo è particolarmente evidente per la Chiesa cattolica, il cui Dio d'amore, infinitamente buono, prescrive l'amore per il prossimo e per i nemici nella stessa misura e proibisce formalmente, con il quinto Comandamento, di uccidere. L'attività di guerra sembra radicalmente incompatibile con la raccomandazione di Cristo: «Amatevi l'un l'altro come io vi ho amato». Sin dalle sue origini, la Chiesa ha dovuto affrontare quest'ardua coesistenza tra amore e guerra. Se ne è fatta carico con alterne fortune, adattando il suo magistero al contesto storico: in ogni epoca ha prodotto punti di vista contraddittori, dal pacifismo integrale al proselitismo bellicista dei sostenitori delle guerre sante. Studiare i rapporti tra Chiesa e guerra non consiste esclusivamente nella possibilità di valutare la Chiesa come elemento di conflitto o di pace, ma anche nel ritrovare nella spiritualità cristiana i fattori che hanno potuto favorire l'aggressività guerriera o, al contrario, le tendenze pacifiste. A questo riguardo i concetti di combattimento spirituale e di martirio cruento sono in sommo grado ambigui, potendo entrambi giustificare il fanatismo della guerra santa così come il pacifismo integrale. La Chiesa ha dovuto inoltre confrontarsi col problema delle guerre tra cristiani, che ha cercato di regolare elaborando la nozione di guerra giusta, stabilendo i termini di legittimità dei conflitti e le norme morali del loro svolgimento. La letteratura sull'argomento è sterminata, spesso viziata però da preconcetti apologetici o ostili. Il tema appare estremamente delicato e controverso, anche nelle opere più recenti*. Dal momento in cui, nel 312, l'imperatore Costantino fa disegnare la croce sui suoi stendardi in occasione della battaglia di Ponte Milvio, l'intreccio tra potere politico, militare e religioso è stato frequente, al punto di radicare nelle masse popolari l'idea dell'alleanza «della spada e dell'aspersorio». L'esercito e la Chiesa, fondamenti del potere monarchico e poi dello Stato borghese repubblicano, formano un'altra immagine consolidata che è opportuno sfumare e spiegare. Dio degli eserciti, Dominus Sabaoth, o Dio della pace? Se, durante la sua storia, la Chiesa ha mostrato l'immagine di un Essere a due facce, non è forse perché l'essere è precisamente contraddizione e ambiguità, bene e male, pace e guerra? Sin dalle origini del Cristianesimo, nel magistero di Cristo, si manifesta quest'ambiguità, continuamente messa in luce nel corso dei secoli e sino ai nostri giorni in cui, più che mai, guerra e pace sembrano indissolubilmente intrecciate, sfaccettature inseparabili di un'umanità molteplice, complessa e contraddittoria. Affermare che la Chiesa è stata di volta in volta fattore di pace e di guerra non significa forse riconoscere il suo profondo adattamento alla condizione umana, eterna unione dei contrari?
* È ad esempio il caso di Les fondements de la paix, Paris 1993, in cui Pierre Blet, dimenticando Giulio II, le guerre di Urbano VIII o di Clemente VIII, Pio XII che fa appello alla guerra santa per la difesa dello Stato della Chiesa e numerosi altri papi, afferma: «Metter pace dove domina la violenza e consolidare la pace quando essa è in crisi costituiscono il compito che i pontefici romani si sono attribuiti costantemente nel corso dei secoli» (p. 134).