Le leggi del mondo (I ed.)
L'insospettabile fisica che ci circonda
prefazione di Jacques Treiner
Quanto calore emana il Sole? Da dove proviene il metallo delle nostre monete? Come fanno a cantare le balene? La fisica ci svela i suoi segreti e quelli del mondo che ci circonda.
- ISBN: 9788822062840
- Anno: 2005
- Mese: giugno
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 288
- Note: illustrato a colori - brossura
- Tag: Scienza Curiosità Fisica Sole
Il volume esamina le leggi fisiche che governano il mondo che ci circonda e la nostra vita quotidiana, analizzate attraverso la natura, gli sport o i prodotti della tecnologia. Gli autori, fisici di professione, trasmettono ai lettori la loro curiosità e il loro stupore per la fisica nascosta intorno a noi, invitandoli ad esplorarla attraverso testi brevi e accessibili. Abbandonato ogni timore reverenziale, i lettori respireranno e traspireranno con le foglie degli alberi, sperimenteranno lo sforzo del vogatore sull'acqua, capiranno come vola un aeroplano e quali sono le leggi della subacquea. La dimensione culturale della fisica risiede in primo luogo nel suo essere uno sguardo sul mondo; non si tratta soltanto del mondo scomposto e ricostruito dai fisici nei loro laboratori, ma del nostro ambiente, quello in cui ogni giorno viviamo. La scelta di evitare ogni formalismo matematico costituisce un ulteriore invito a intraprendere questa lettura tanto interessante quanto divertente, nel corso della quale emergerà un nuovo modo di guardare alla realtà circostante.
Il vicino e il lontano di Jacques Treiner - 1. Lo schiocco della frusta - 2. Il medium fiammingo - 3. Quando gelano i laghi - 4. Calore in fuga - 5. Poteri dell'induzione - 6. In fondo l'aria è fresca - 7. L'aria calda viene giù dalla montagna - 8. Grandezza e decadenza degli alberi - 9. L'ascesa della linfa - 10. A pieni polmoni - 11. Visione del calore - 12. Riflessioni sulla riflessione - 13. La propagazione dell'impulso nervoso - 14. Onde nelle arterie - 15. Cavalcare le onde - 16. Miraggi acustici - 17. L'uomo-uccello - 18. Un salto pieno di gravità - 19. Colpi di martello - 20. Camminiamo di slancio - 21. Una gita in macchina - 22. La fisica del canottaggio - 23. Un'immersione subacquea - 24. La spinta di Archimede - 25. Depressione sotto lo scafo - 26. Un vuoto... più o meno vuoto - 27. Le dimensioni delle molecole - 28. Materia per pensare - 29. L'epopea del nichel - 30. Perché il Sole brilla? - 31. Le forze di marea - 32. Il gravidyne - 33. La gravità senza peso - 34. Luce negli occhi - 35. La gravità a cortissimo raggio - 36. Un tunnel nello spazio-tempo - 37. Questione di dimensioni - Bibliografia - Indice analitico - Indice dei nomi
Il vicino e il lontano
Se la fisica possiede una dimensione culturale, essa risiede nel suo essere uno sguardo sul mondo, uno sguardo non riconducibile a nessun altro; non soltanto il mondo scomposto e ricostruito dai fisici nei loro laboratori, l'oggetto quotidiano delle loro indagini, ma il mondo di tutti: la strada, il terreno secco o umido, il tempo che fa, il Sole che brilla, gli alberi del giardino, la corrente del fiume, i movimenti del mare, il colore delle cose, gli odori della cucina e il vapore nella stanza da bagno. Le pagine seguenti, che sono una raccolta delle «idee di fisica » apparse nella rivista «Pour la Science», trasmettono l'essenza di questo sguardo, ciò che esso vede, l'eccitazione e il piacere che vi sono associati, invitando in modo vivace a riflettere su oggetti vicini. Precisiamo meglio questo punto, che costituisce l'originalità dell'opera. È noto il successo dei libri che raccontano, spesso con grande abilità, ciò che l'astrofisica ci ha insegnato sulla storia dell'Universo osservabile; in primo luogo, che esso ha una storia. Stupore sempre rinnovato, quello di vedere il contemporaneo accumularsi delle tracce del passaggio del tempo e dei tentativi di restituirne la continuità! D'altra parte, per un non specialista, l'interrogativo associato alla cosmologia spesso somiglia a quello associato ai grandi miti piuttosto che all'approccio scientifico propriamente detto. I grandi miti hanno sempre proposto delle storie del mondo naturale: immancabilmente, si tratta di proiettare nel cielo, nell'oggettività della materia, le condizioni di vita del gruppo, come per fissarle e dare un senso all'esistenza dell'uomo e alle leggi umane. Poiché nasciamo, anche il mondo deve nascere; se facciamo nascere il mondo, la nostra esistenza ne deriverà necessariamente e il modo in cui il mondo nasce ci indicherà come dobbiamo vivere. Poiché moriamo, anche il mondo deve avere una fine; diamo un senso alla fine del mondo e la nostra morte sarà più dolce. La questione è evidente e, al di là di tutti gli abbellimenti, non ammette lo sguardo di alcuno scienziato, lo sappiamo dai tempi di Galileo. E poi ecco che nel XX secolo dalla fisica è emerso un racconto delle origini: l'osservazione, nel 1964, della radiazione cosmica di fondo ha avvalorato la teoria del Big Bang! La fisica avrebbe fornito il nuovo mito? Eppure, da questo incontro fra le domande esistenziali «Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?»1 e quelle dell'astrofisica, il messaggio scientifico non sempre esce indenne, perché esso è costituito tanto dai metodi utilizzati quanto dalle risposte che offre. Ma i metodi dell'astrofisica, sia sperimentale che teorica, sono di gran lunga al di fuori della portata di un non specialista: questa fisica del lontano, nel tempo o nello spazio, è difficile. Il lettore deve limitarsi a prenderla come gli viene presentata, non la può utilizzare. Come integrare nel mio bagaglio culturale, per esempio, il fatto che l'Universo primordiale ha conosciuto una fase di espansione «inflazionaria»? Si registra un'informazione, ma per farne cosa? Che ne è allora della formazione all'esercizio del pensiero critico? La fisica in azione nella presente opera è applicata, prevalentemente, a oggetti vicini, quotidiani. Li conosciamo, li utilizziamo, ne abbiamo delle rappresentazioni. Per esempio, poiché il nostro corpo si sviluppa in un ambiente fisico in cui è presente la gravità, il cervello è costretto a elaborare dei modelli che conducano a comportamenti che vi si adattino, appropriati. Queste conoscenze pratiche tuttavia hanno un valore esclusivamente locale, senz'altro sufficiente per i bisogni immediati, ma che non consente di generalizzare. Per poterlo fare, bisogna smontare e ricomporre. «L'adolescente – diceva Bachelard – arriva a lezione di fisica dotato di conoscenze empiriche già costituite: si tratta allora, non di acquisire una cultura sperimentale, ma di cambiare cultura sperimentale […]. Se con una mano si cerca di spingere un pezzo di legno sott'acqua, si sente che oppone resistenza. Non è facile attribuire la resistenza all'acqua». Come far capire allora che «il corpo che galleggia e il corpo completamente immerso obbediscono a una stessa legge?». Bisogna essere condotti, e qui è in gioco l'abilità del pedagogo, a rischiare le proprie rappresentazioni; da ciò deriva il valore degli oggetti e dei fenomeni familiari, come quelli che ci propongono gli autori di questa opera. La scelta di evitare ogni formalismo matematico è allo stesso tempo un esercizio di stile effettuato da autori che eccellono in questa arte e un ulteriore invito, nella lingua naturale, a correre questo rischio: «Vieni, amico lettore, parliamo». Così, nel corso delle pagine e degli argomenti affrontati, si può formare uno sguardo nuovo, che cambia la nostra visione di ciò che ci circonda. Lo stile è dato fin dall'inizio del libro. Consideriamo un lago di montagna. Consideriamo una vaschetta del ghiaccio in un frigorifero. In entrambi i casi, l'acqua congela a partire dall'alto (è importante, perché in queste condizioni la vita nei laghi si può mantenere). Perché? La spiegazione comune, il legame a idrogeno, permette di capire l'anomalia del coefficiente di dilatazione termica dell'acqua al di sotto di 4 °C: al diminuire della temperatura, l'acqua, invece di contrarsi, si dilata. Con l'aiuto di questa chiave mentale, data in poche righe, tempo e distanza vengono improvvisamente cancellati: l'immagine del cubetto di ghiaccio si proietta su quella del lago, il lago, completo di montagne e nuvole, viene inghiottito dal frigorifero e la passeggiata diventa un gioco in cui dobbiamo riconoscere, sotto un travestimento sempre diverso, uno stesso frammento di natura che gioca con noi a cambiare aspetto. Auguriamo al lettore di leggere questo libro con lo stesso piacere che, evidentemente, hanno provato gli autori nello scriverlo!
Jacques Treiner
Professore all'Université Pierre et Marie Curie, Parigi
1 Pierre Dac, che era un uomo saggio, diffidava di queste domande; per quanto lo riguardava, rispondeva: «Io sono io, vengo da casa mia, e ci ritorno… ».
20 luglio 2005 | Tutto Scienze e Tecnologia |