Gli scacchi fatti a pezzi
Un libro che racconta in modo semplice e ironico il gioco degli scacchi, attraverso regole, storie e aneddoti per conoscere un mondo che negli ultimi anni sta coinvolgendo sempre più persone.
- Collana: Gli asteroidi
- ISBN: 9788822057099
- Anno: 2025
- Mese: giugno
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 272
- Tag: Giochi
Ottimo da regalare a un amico petulante che non parla d’altro che di scacchi.
L’amico che ve l’ha regalato
Quanto serve conoscere gli scacchi per orientarsi nel mondo d’oggi? Non molto, per la verità. Non si può però ignorare che negli ultimi anni l’interesse per gli scacchi stia pericolosamente aumentando e di conseguenza il rischio di ritrovarsi intrappolati, inermi, in una discussione sul tema. Un amico, un collega o un partner potenziale potrebbero un giorno parlarvi della Siciliana, la loro apertura preferita, escludendovi di fatto dalla conversazione. Magari è già successo, con un sottotesto di inadeguatezza.
La buona notizia è che è sufficiente sapere cosa sono un’apertura, un sacrificio, lo scacco matto e poco altro per fare bella figura, mescolando oculatamente tecnicismi e aneddotica. Conoscerne le regole non guasta, ma è comunque secondario rispetto a esplorare un mondo che coinvolge, tra le altre cose, storie di truffe, spionaggio, esperimenti sui bambini, massoneria e follia. Sarete così in grado di capire ed essere partecipi di un inaspettato e impronosticabile recente successo di un gioco-sport dalla natura lenta, riflessiva e antisociale.
introduzione
Lista degli acronimi
LA PARTITA
1. Notazione algebrica
2. La tabella delle tabelle
3. Strategia e tattica
4. Sacrifici e gambetti
5. Regole e regolamento
6. Aperture
7. Finali
8. Scacco matto
TUTTO IL RESTO
9. Evoluzione della truffa
10. Perché i russi?
11. Il cugino furbo
12. Elo questo sconosciuto
13. Quanto vale la donna
14. Sono problemi
15. È la domanda il nostro chiodo fisso
16. Quando non c’era lui
17. Esoteresclusivismo
CONCLUSIONE
Bibliografia
Introduzione
Se siete scacchisti o aspiranti tali questo libro potrebbe essere inutile. Non vi insegnerà a giocare a scacchi e non intende migliorare il vostro gioco se già conoscete le regole. Non vi aiuterà a battere il vostro avversario storico o a vincere più partite. Non spalancherà le porte della percezione di un mondo purificato e infinito. Se siete persone equilibrate o aspiranti tali potrebbe risultare incomprensibile perché parla di scacchi, un gioco inventato per truffare e sfruttato per sfogare gli istinti più inconfessabili.
Questo non è propriamente un libro di scacchi ma sugli scacchi. Propone una panoramica del mondo che vi gravita attorno e vi fornirà un’idea del perché e in quali termini un gioco, che ha tutti i presupposti per essere decrepito, è invece ancora vivo oggi e di quali leve sfrutti per diventare passione e, in alcuni casi, ossessione. Vi introduce a un ambito che potrebbe essere definito “cultura scacchistica”, detto in modo meno ambizioso e più concreto: vi fornisce argomenti e tecnicismi necessari per capire ed essere partecipi di un inaspettato e imprevedibile recente successo di un gioco-sport dalla natura lenta, riflessiva e antisociale.
Questo libro non vuole ingannare nessuno, pertanto ecco tre scenari possibili che vi aiuteranno a capire se fa per voi.
Scenario 1. Alcuni mesi fa un vostro amico vi ha comunicato con un mal celato senso di superiorità che ha iniziato a giocare a scacchi. Spinti più dall’ego che da un reale interesse, avete studiato le regole degli scacchi, almeno per sapere di cosa stesse parlando il vostro amico e poter argomentare perché è un gioco che non fa per voi: troppo mnemonico, statico, antico. Qualsiasi cosa pur di respingere al mittente quella sfida velata. Purtroppo internet ha interpretato le vostre ricerche come un reale interesse e vi ha insistentemente sottoposto articoli sul tema. Dopo il primo, sconsiderato click, siete finiti in un vortice senza uscita: partite con il computer, salire di livello, giocare contro giocatori umani, e quindi vincere, perdere, vincere, perdere, perdere, perdere. Prima di addormentarvi guardate video-cronache di partite dei campioni del mondo, avete seguìto i Mondiali in diretta ma nonostante tutto continuate a perdere. Quindi vi chiedete: “come faccio a migliorare a scacchi?”. Bene, questo non è il libro che fa per voi.
Scenario 2. Fin da quando eravate bambini vi ha sempre incuriosito quel gioco da tavolo in palissandro intarsiato dello zio facoltoso che lo poneva in bella mostra sul tavolino nel salotto. Il vostro entusiasmo si è smorzato quando gli chiedeste di insegnarvi a giocare ma vi rispose che era semplicemente un complemento d’arredo. Recentemente il magnetismo misterioso verso quell’oggetto è riemerso. Qualcosa di non definito vi suggerisce che al suo interno si celi un segreto, fonte di quella ossessione che da secoli imprigiona gli iniziati nel suo abbraccio. Finalmente decidete che è giunto il momento di approcciarvi agli scacchi. Non desiderate solo imparare le regole o vincere, volete avvicinarvi a una delle tante rappresentazioni della bellezza. Desiderate rivivere quel senso di stupore e di pienezza che provarono i campioni di cento anni fa ripercorrendo le loro partite. Quindi vi chiedete: “come faccio a creare una connessione tra la mia anima e quella degli scacchi?”. Bene, questo non è il libro che fa per voi.
Scenario 3. Siete a una cena allargata con amici di amici e uno di questi riesce, pur con notevole grazia, a spostare il discorso verso un tema con cui sa di poter fare bella figura. «Quanto sono belli gli scacchi... ho imparato le regole solo un mese fa e ho già 800 di Elo... la mia apertura preferita è la Siciliana... dite che sono intelligente? No, penso solo di essermi abituato a questo gioco vecchio di secoli...». Tiene banco già da venti lunghissimi minuti destreggiandosi oculatamente tra la modestia e la spocchia. Tutte le donne al tavolo hanno occhi solo per lui, gli uomini vorrebbero essere lui, ma allo stesso tempo lo odiano. Voi non sapete bene come intervenire nel discorso, nonostante alcuni anni fa al doposcuola abbiate ricevuto i rudimenti del gioco. «Lo sapevate che “scacco matto” viene dal persiano shah mat, che significa “re sconfitto”?» è tutto quello che vi ricordate e lo dite ad alta voce. Avreste potuto giocarvela meglio, d’accordo, ma almeno avete detto qualcosa. Purtroppo vi esce fuori nel momento sbagliato e con una voce leggermente stridula. Nel momento sbagliato perché ormai sono passate alcune ore dalla cena e con quell’acuto avete svegliato chi, nonostante tutto, vi dormiva accanto. Quindi vi chiedete: “come faccio a saperne abbastanza di scacchi da fare bella figura durante le cene con gli amici, soverchiare con argomenti brillanti i commensali boriosi e sentirmi intimamente superiore rispetto a chi mi sta intorno?”. Bene, questo è il libro che fa per voi.
Lo scopo del volume è esplicitamente quello di fornire al lettore gli argomenti per vincere una discussione quando si parla di scacchi. Non aspettatevi una crescita personale come scacchisti o esseri umani. È possibile che incidentalmente la vostra passione per il gioco aumenterà e di conseguenza migliorerà il vostro gioco, ma quasi sicuramente leggendolo diventerete persone peggiori. Questo libro vi farà sicuramente fare bella figura se sfoggiato nella vostra libreria o sfogliandolo in treno, ma il consiglio è comunque quello di leggerlo. Se lo farete, diventerete degli Scaltri Utilizzatori di Cultura Scacchistica (SUCS) in grado di affossare ogni Scacchista Novizio Inconsapevole e Borioso (SNIB) con argomenti dettagliati e che vanno più in profondità rispetto alla preparazione di un vostro interlocutore medio.
SUCS e SNIB ci accompagneranno nel corso del libro come eroe e antagonista, insieme a un terzo personaggio: un giocatore di scacchi, un giocatore vero. Al termine di ogni capitolo sarà prezioso il punto di vista di chi gli scacchi li conosce da dentro, di chi li vive attivamente, gioca nei tornei ed è veramente appassionato. Non parliamo di un grande campione e neanche di un giocatore nella media, è fin troppo facile giocare a scacchi e definirsi appassionati se si è ripagati da vittorie, miglioramenti e belle partite. Giocare da anni, restando fermi allo stesso livello e ricoprendo le ultime posizioni in classifica di ogni torneo eppure continuare a giocare, giocare ma soprattutto perdere: questo significa essere autenticamente appassionati. Il Vero Appassionato Stoico e Perdente (VASP) non ha alcuna predisposizione o talento per gli scacchi, ne è conscio eppure non rinuncia a una devozione che sembra alimentarsi esclusivamente di sparute soddisfazioni ma, evidentemente, attinge anche da un misterioso senso di appagamento, inspiegabile a chi non fa parte di quella cerchia. Possiamo affermare che un VASP sia, a modo suo, un privilegiato, depositario di un segreto da cui trae la forza di volontà che lo contraddistingue. Resteremo in ascolto delle sue citazioni e tra le tante banalità che rimbalzano, sempre uguali, tra i giocatori di scacchi, otterremo inaspettati acuti di genialità.
Descrizione stratagemmi
Vincere. In ultima analisi è l’unica cosa che conta, a scacchi come in una discussione, figurarsi in una discussione sugli scacchi. Amabili chiacchiere durante una cena fra amici nascondono fin troppo spesso un duello dialettico tra i due contendenti archetipici: SUCS e SNIB. Non si può ignorare che negli ultimi anni l’interesse per gli scacchi stia pericolosamente aumentando e, di conseguenza, il rischio di ritrovarsi intrappolati, inermi, in una discussione a tema scacchi. Un amico, un collega o un partner potenziale potrebbero un giorno parlarvi di scacchi escludendovi di fatto dalla conversazione. Magari è già successo, con un sottotesto di inadeguatezza.
La buona notizia è che non si richiede al SUCS di acquisire una conoscenza profonda dei temi trattati, sarà sufficiente “saperne di più” dello SNIB. Lo stratagemma che seguiremo, quindi, non si rifà alla tradizionale falsa modestia socratica, bensì al più antico e concreto proverbio africano: «non serve correre più veloce del leone, basta correre più veloce del tuo vicino». La cattiva notizia è che per uscirne a testa alta seguiremo l’approccio più cauto e meno convenzionale: inserire del contenuto all’interno degli argomenti usati; il livello di approfondimento degli stessi resta comunque a discrezione del SUCS.
Con un occhio a questo obiettivo il libro è organizzato in due parti: “La partita” e “Tutto il resto”. Una partita a scacchi è fatta di mosse, ci sono regole che la governano, convenzioni che ne agevolano la gestione e definiscono la base di conoscenze degli scacchisti. Inizieremo quindi parlando di come si può “raccontare” una partita, della scacchiera e dei pezzi. Quando le singole mosse dei pezzi sono inserite in un contesto più ampio si può parlare di “tattica” e “strategia”, le due componenti fondamentali di una partita, che conferiscono profondità e rilevanza, in alcuni casi anche estetica, al gioco. Confidiamo che il lettore che non dovesse già conoscere le regole di base degli scacchi possa reperirle altrove, in un manuale più strutturato e didatticamente efficace. Parleremo piuttosto di quelle regole meno note, relative sia al gioco, di per sé innocuo, sia ai giocatori, che in alcuni casi fanno di tutto per essere ingestibili. Concludiamo la prima parte con una visione dall’alto della partita nei suoi macro-momenti: aperture e finali, con un focus sulla conclusione della partita, lo scacco matto.
Ogni capitolo del libro si sviluppa in profondità seguendo una verticalità arbitraria: l’argomento trattato, da introduttivo e alla portata anche di chi non conosce le regole di base, diventa via via più specifico, fino a livelli di (forse, per alcuni) inutile dettaglio. Toccheremo anche punte di cruda aneddotica. L’intento evidentemente non è manualistico ma si desidera fornire al SUCS argomenti possibilmente nuovi e con un crescente livello di profondità, in base al livello di conoscenza e di interesse.
Lo scopo del libro è, sotto certi punti di vista, quello di democraticizzare gli scacchi rendendoli una disciplina alla portata di tutti e, perché no, nazional-popolare. Così come si può parlare proficuamente di calcio senza aver mai tirato un calcio a un pallone, crediamo che si possa discutere dignitosamente di scacchi senza aver mai detto «scacco!». In un futuro non troppo lontano non sarà impensabile sentire imprecare contro il televisore di un bar frasi quali «Come ha fatto a non vedere Cavallo in f5? Con quello che lo pagano solo per spostare dei pezzi di legno!». Nell’attesa di quel giorno, comunque, cercheremo di non abbandonarci a facilonerie o imprecisioni. Per questo useremo a profusione le note a piè di pagina contenenti approfondimenti, correzioni necessarie o facezie. Poiché a nessuno piace essere smentito puntualmente, la bibliografia sarà invece riportata complessivamente a fine libro; sono presenti rimandi puntuali al testo solo dove strettamente necessario.
I capitoli della prima parte, “La partita”, seguono un filo logico per cui è consigliato leggerli nell’ordine proposto. Diversamente, nella seconda parte, “Tutto il resto”, divagheremo su argomenti che non hanno a che fare direttamente con il gioco di per sé ma con ciò che lo riguarda, più o meno direttamente. Gli scacchi, come ogni prodotto culturale umano, si sono intrecciati con altri fenomeni storici e sociali. Senza alcuna ambizione di completezza, analizzeremo alcune di queste intersezioni, iniziando da un imprescindibile inquadramento storico, e parleremo, come è prevedibile, di film, spionaggio, esperimenti su bambini, massoneria, follia.