Supernan
prefazione di Onofrio Pirrotta
Le più riuscite vignette satiriche pubblicate da Nico Pillinini, comprese molte inedite. Uno spaccato di questi ultimi due anni di malcostume, filtrato attraverso la lente satirica.
- Collana: Nuova Biblioteca Dedalo
- ISBN: 9788822063090
- Anno: 2009
- Mese: novembre
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 208
- Note: illustrato in bianco nero
- Tag: Politica Fumetto Satira Silvio Berlusconi
L’appuntamento con la saga Berlusconi si era interrotto con la pubblicazione de Il Giulivo, sotto la Presidenza del Consiglio di Romano Prodi (2007). Ma riprende alla grande e giunge così al quarto incontro con i lettori: dopo Burlesconi (2003), Bandana Republic (2004) ed Ecce Gnomo (2006), tutti pubblicati per i nostri tipi, ecco l’ultima raccolta di vignette di Nico Pillinini: Supernan. Come sempre la sua matita dalla punta affilata continua a graffiare chi detiene il potere e lo gestisce per sistemare le proprie faccende. Fatti, notizie e personaggi sono «vivisezionati» dalla sua matita che affonda come un bisturi nelle piaghe infette della nostra società. Il terremoto in Abruzzo, il G8, ma anche e soprattutto Bari, l’epicentro dello scandalo delle escort e della droga. L’autore è tornato a rivedere con le sue vignette il mondo in «bianco e nero», come le riprese dello sbarco sulla Luna quarant’anni fa: «Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità» disse Armstrong. Ma non aveva fatto i conti con Supernan.
Il basilisco Nico di Franco A. Calotti e Cinzia Bibolotti - La vignetta agli schiaffoni di Onofrio Pirrotta - Supernan
La vignetta agli schiaffoni
Accanto al suo avatar – un bell’autoritratto – con il quale si mostra ed è conosciuto nel mondo virtuale, Nico Pillinini ha scelto una citazione di Che Guevara: «Ogni vero uomo deve sentire sulla propria guancia lo schiaffo dato a qualunque altro uomo». Conoscendolo da oltre vent’anni, penso che Nico creda davvero a questa massima guevariana dal sapore quasi evangelico. Tuttavia sono altrettanto certo che almeno per un uomo essa non vale: Silvio Berlusconi. Eh sì, perché le vignette che Pillinini gli dedica sono veri e propri schiaffi, qualche volta pure schiaffoni. E se Nico li sentisse anche sulla sua guancia sarebbero dolori…
Tutto ha inizio – potete vederlo a pagina 33 di questo libro – l’8 maggio del 2008, quando la satira, che fino a quella data aveva vivacchiato, «ringrazia perché Silvio ha vinto le elezioni». Come si fa a dargli torto, al Pillinini vignettista e maestro di satira? Anche il più acceso berlusconiano non potrà negare che nessun uomo politico italiano dal dopoguerra ad oggi abbia dato più materiale di lui alla satira. Alcuni pensano che se lo studi a tavolino, la mattina subito dopo la colazione, il Berlusca: che faccio oggi per far scatenare le matite di Pillinini, Vauro, Giannelli, ecc.? Vero o no, sta di fatto che il nostro vignettista non gliene lascia passare una. E giù schiaffi.
A che serve Brunetta nel governo, caricaturato magistralmente accanto a un Silvio che lo supera per un paio di dita? «A far sembrare più alto Berlusconi». Schiaffettino d’assaggio, vero Nico?
Nell’arte della caricatura, Pillinini è davvero bravo. Intanto il nostro Premier è rappresentato esattamente come lo vedono e lo sentono i suoi numerosi detrattori, che saranno una minoranza, certo, ma sempre di milioni di elettori si tratta: basso, calvo, sempre in doppiopetto e con cravatta a pallini, con un gran nasone e con una grande bocca atteggiata a un ghigno odioso, che qualche volta vira al sorriso, qualche altra all’ira. In una delle migliori vignette di questa raccolta, il ghigno del Cavaliere è enorme: fa pensare al gatto del Cheshire di Alice nel paese delle meraviglie di Walt Disney. È in piedi su un cumulo di rovine all’Aquila, dopo il terribile terremoto. E Nico commenta: «Catastrofe su catastrofe».
E questo è uno schiaffone.
Ma l’arte del nostro vignettista si può apprezzare anche con le caricature agli altri personaggi. Bellissima quella di Veronica Lario, che lascia la villa «di hardcore». Il ghigno incazzato del marito la accompagna mentre si allontana. Ma la vignetta perfetta, per la maestria profusa nelle quattro caricature – Napolitano, Schifani,
Fini e Berlusca – è quella dedicata all’approvazione del lodo Alfano.
Tutti stanno in piedi, tranne il Premier che è salito su una sedia. Commenta Nico: «Immunità per le tre più alte cariche, PIÙ UNA RIALZATA!». Mentre la vignetta in cui il nostro disegnatore assesta un terribile schiaffone da fargli girare la testa è quella dedicata alle escort ospitate dal Premier nella sua villa in Sardegna. Si vede Berlusconi attorniato da quattro bodyguard e il titolo è: «Le guardie del porco». Così, diretto, senza mezzi termini.
Bravissimo è pure il nostro Pillinini nei giochi di parole simili a quest’ultimo corpo / porco. Nelle tante vignette senza Berlusconi, ce n’è un florilegio. Tutte assai belle e pungenti, alcune anche al vetriolo. Ma niente schiaffi: quelli sono esclusivo appannaggio del nostro Presidente del Consiglio. Bellissima è quella in cui celebra l’elezione di Obama a presidente Usa. Il suo magnifico profilo viene scolpito da Pillinini a fianco degli altri presidenti nel monte Rushmore, battezzato per l’occasione RushMORO. Il predecessore Bush viene invece «pupazzettato» in mutande in occasione del crollo di Wall Street che Pillinini ribattezza Wall Slip.
Mentre i sacerdoti che adescano bambini vengono chamati «pretofili».
Ce n’è anche per il povero Prodi, in occasione della caduta del suo governo. Rappresentato come un pugile al tappeto, la lingua di fuori, dice: «Speravo in un pugno di voti, invece è arrivato solo il pugno». A Veltroni, infine, concludendo questa breve rassegna – a voi lettori il piacere di leggere le altre duecento – Pillinini dedica una vignetta da Oscar. Il titolo è WALTERLOO, e lui è mirabilmente pupazzettato in divisa da dragone della guardia imperiale napoleonica mentre lascia il campo di battaglia, definitivamente sconfitto. Dino Aloi, che ha prefato la raccolta di vignette edita dalla Dedalo nel 2006, si stupisce per la continuità con la quale Nico riesce a sfornare una vignetta al giorno, nessuna delle quali banale, «nonostante la banalità della politica e dei suoi personaggi». Sottoscrivo e aggiungo: sono anni che Nico disegna vignette che spesso valgono più di un articolo di fondo, che schizzano vetriolo, che sfottono cogliendo il lato comico dei personaggi presi di mira, che mettono alla berlina i loro difetti e le loro magagne. Ventisei anni, pensate, senza mai un momento di stanchezza. Ogni anno Pillinini non solo non perde neanche un grammo della sua verve, della sua ironia, della sua grande arte caricaturale, ma li arricchisce sempre con qualcosa. Quest’anno ha inventato la vignetta agli schiaffoni.
Grazie Nico.
Onofrio Pirrotta
giornalista
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