Impariamo ad imparare
Come apprendere e memorizzare velocemente
nuova edizione
prefazione di Elena Ioli
postfazione di Alberto Oliverio
Siete oberati dallo studio, che vi pare arduo e difficoltoso? Volete imparare migliaia di termini in una lingua straniera e avete poco tempo a disposizione? Avete difficoltà di attenzione e di concentrazione? Questo libro fa al caso vostro!
- Collana: Senzatempo
- ISBN: 9788822046055
- Anno: 2017
- Mese: settembre
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 208
- Note: illustrato
- Tag: Memoria Apprendimento Didattica
Non solo un manuale di mnemotecnica, ma uno dei testi più completi riguardanti l’apprendimento veloce; il suo obiettivo principale è quello di aprire nuove prospettive a coloro che hanno sempre avuto difficoltà a trattenere informazioni o che vogliono migliorare le proprie capacità di memorizzazione.
Attraverso l’analisi del funzionamento del cervello e l’individuazione dei più frequenti disturbi di concentrazione e di attenzione, l’autore traccia un metodo per l’apprendimento veloce ispirato ad alcuni elementi essenziali della suggestopedia: la musica, le immagini, il rilassamento e la respirazione sincronizzata sono gli strumenti privilegiati grazie ai quali è possibile studiare e memorizzare in modo ottimale e duraturo il contenuto di un libro o la materia di un corso. Esercizi mirati permettono di verificare l’efficacia del metodo e di potenziare sorprendentemente le capacità di concentrazione e di apprendimento.
Indice - Presentazione di Elena Ioli - Introduzione - 1. Storia dell’apprendimento veloce - Presentazione dei diversi approcci - La suggestopedia - Superlearning - 2. Prima di tutto, la messa a punto! - I disturbi di convergenza - I problemi di eteroforia - I disturbi di postura - Il polimetallismo e gli amalgami - 3. Eh! il sinistro... qui il destro! - Dominanza visiva - Dominanza uditiva - Dominanza manuale - Dominanza degli arti inferiori - Dominanza generale - La respirazione alternata - Il ponte - 4. Le sette modalità dell’intelligenza - Io sono ritmico, e tu? - Intelligenza matematica razionale - Intelligenza visuale o spaziale - Intelligenza verbale e uditiva - Intelligenza musicale e ritmica - Intelligenza cinestetica - Intelligenza intrapersonale - Intelligenza interpersonale - 5. Il rilassamento... più della distensione - Il training autogeno - La distensione cerebrale - 6. L’universo della musica - 7. Visualizzazione e iconografia mentale - 8. La mnemotecnica - Attenzione e concentrazione - Come sviluppare la capacità di concentrazione? - Il cervello tripartito e trino - La memoria associativa - La visualizzazione - La legge dell’8 ± 2 - Il contesto globale - Fate i professori - La curva di memorizzazione - Effetti di priorità e di prossimità - Le parole-spillo - 9. L’annotazione illustrata - La tecnica dell’annotazione illustrata - 10. Il superlearning e i concerti passivi - Una seduta di superlearning - 11. Lettura veloce e lettura... intelligente - La lettura veloce - Come sviluppare la visione periferica? - La lettura intelligente - 12. Alimentazione e apprendimento - Le alghe blu - Il polline - Soluzione dei problemi - Postfazione di Alberto Oliverio - Bibliografia
Presentazione
di Elena Ioli
Il libro «Sta scherzando Mr. Feynman!» raccoglie aneddoti, avventure e disavventure di uno “scienziato curioso”. Nelle prime pagine, il premio Nobel per la Fisica Richard Feynman racconta di quando, giovane dottorando a Princeton, era solito prendere il té tutti i giorni alle 4.00 con i matematici del vicino Istituto.
Si discuteva liberamente di teoremi, di integrali curvilinei, di topologia, secondo la migliore tradizione dell’Accademia di Atene prima e dei college inglesi poi. Era un modo molto stimolante per sollevare domande in cerca di risposte, mettere alla prova in un contesto informale la solidità di un enunciato matematico e dunque provare a chiarirsi le idee.
In una di quelle occasioni, Feynman decise di sfidare i matematici sul loro terreno: «Scommetto che non riuscirete a presentarmi un solo teorema, in un linguaggio in cui possa capire ipotesi e tesi, di cui non possa dirvi lì per lì se è vero o falso».
Non si pensi che siano parole dettate dall’arroganza intellettuale di uno scienziato di razza, con rare e preziose doti di acume scientifico e libertà di pensiero. Feynman era curioso e allo stesso tempo rigoroso in un modo disarmante. Applicava un metodo che ancora oggi si trova citato, a volte, come «metodo di Feynman per l’apprendimento veloce».
Per capire bisogna imparare, e diventa dunque fondamentale imparare ad imparare. Quando qualcuno spiegava a Feynman qualcosa che voleva capire, egli adottava la strategia del “continuare a fare esempi”. Facciamo il caso di dover capire un teorema fantastico inventato da matematici.
Mentre mi snocciolano le ipotesi, mi costruisco un modello che vi si adatti. Loro dicono «prendiamo un insieme» e io traduco mentalmente «una palla»; se parlano di insiemi «disgiunti» io penso «due palle» e così via. Poi nella mia testa la palla prende colore, si copre di peli o di quant’altro, man mano che si aggiungono altri enunciati. Quando poi arriva il teorema, una qualche stupidata che non corrisponde per niente alla boccia verde e pelosa che ho in mente, rispondo: «Falso». Se invece è vero, loro si esaltano, io li lascio andare avanti per un po’, poi tiro fuori il mio controesempio. [...] Vincevo sempre. Se rispondevo giusto, bene. Se sbagliavo a capire qualcosa, mi aggrappavo a qualcosa che avevano trascurato nelle loro semplificazioni.
Il metodo infallibile che aveva elaborato per dialogare con i matematici funzionava perché Feynman utilizzava una diversa “cassetta degli attrezzi”.
Le analisi attuali sullo stato di salute della scuola italiana rivelano che, al di là dell’apprendimento delle conoscenze disciplinari in senso stretto, il consolidamento di un proficuo metodo di studio – presupposto irrinunciabile per lo sviluppo di competenze trasversali – è merce quanto mai preziosa. Se non si impara ad imparare, l’esperienza scolastica si trasforma per molti in un faticoso cammino, costellato di frustrazioni e talvolta di veri e propri insuccessi.
Questo libro, che affonda saldamente le sue radici nelle scienze cognitive e nelle neuroscienze, insiste sulla necessità di conoscere i meccanismi di base del nostro cervello per sfruttarli nella messa a punto di diversi e individuali sistemi di apprendimento. Quando è stata pubblicata la prima edizione di Imparare ad imparare, il regno dell’informazione iniziava a muovere i primi passi. Oggi disponiamo di risorse digitali pressoché illimitate per rispondere a qualsiasi domanda ci passi per la testa: “Come si chiamava la schiava della moglie di Abramo?”, “Di quanto è variata la percentuale di anidride carbonica nell’atmosfera terrestre negli ultimi 100 anni?”, “Qual è l’enunciato originale delle tre leggi della dinamica di Newton?”. Tuttavia, questa sterminata disponibilità di dati non è in corrispondenza lineare con la capacità di immagazzinare, ricevere, memorizzare tali informazioni. Il controllo dell’ambiente esterno e la gestione informata dei meccanismi neurologici, psicologici e fisiologici dell’essere umano possono contribuire in maniera determinante alla creazione di un metodo di apprendimento che garantisca la sedimentazione dei saperi, condizione imprescindibile per la costruzione della propria identità, come studenti prima e come cittadini poi.
Nelle pagine che seguono, saranno illustrati metodi di apprendimento veloce o superveloce, fra loro diversificati, ma ugualmente interessanti e produttivi. Tutti presuppongono l’utilizzo dei cinque sensi, l’armonizzazione degli emisferi, il rilassamento, l’uso dell’associazione à la Feynman per favorire il richiamo degli apprendimenti, l’individuazione delle modalità di intelligenza (uditiva, visiva, cinestetica, ecc.) più adatta a ciascuno di noi, e anche un uso costruttivo e non inibente dell’emotività. Tutte le informazioni possono essere apprese e trasformate in competenze da utilizzare nella vita e non solo nello studio: basta che ognuno di noi, come ci insegna Feynman, sia messo in condizioni di disporre della propria cassetta degli attrezzi.