Il telaio della memoria
Come il cervello tesse la trama dei ricordi
Dalle intuizioni filosofiche dell'antica Grecia agli esperimenti scientifici del XX secolo, fra certezze e ricerche ancora in atto, ecco un'appassionante esplorazione del cervello umano, della sua capacità di utilizzare la memoria e di rievocare ed elaborare i ricordi.
- Collana: ScienzaFACILE
- ISBN: 9788822062758
- Anno: 2004
- Mese: giugno
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 160
- Note: illustrato a colori - brossura
- Tag: Scienza Psicologia Medicina Cervello Mente Neuroscienze Memoria
Come funziona la memoria? Cosa accadrebbe se all'improvviso dimenticassimo tutto? Perché riusciamo a ricordare alcune cose meglio di altre? Cosa si modifica nel nostro cervello quando dimentichiamo una data, un nome, un frammento del nostro passato? Il libro cerca di dare una risposta a tutti questi interrogativi, presentando i più recenti risultati scientifici sullo sfondo di una ricerca che ha appassionato l'uomo da lunghissimo tempo. Capire i meccanismi di funzionamento della memoria è infatti una dellemete più ambiziose e affascinanti della scienza moderna, ma anche un interrogativo che ha appassionato i filosofi fin dall'antichità. L'opera è strutturata come un'esplorazione del cervello allo scopo di illustrare fatti e misfatti relativi alla memoria, una facoltà che noi tutti utilizziamo ogni giorno, anche senza rendercene conto. Chiarezza e rigore contraddistinguono l'approccio scelto dall'autore, che offre al lettore anche la possibilità di mettere alla prova le proprie capacità mnemoniche durante la lettura attraverso facili e divertenti esperimenti.
Prefazione, Noi siamo la nostra memoria - 1. Metafore della memoria - I greci furono i primi a riflettere sulla natura della memoria - La localizzazione ventricolare della memoria risale ai tempi di Galeno - La localizzazione cerebrale della memoria è successiva al Rinascimento - Lo studio scientifico della memoria inizia alla fine del XIX secolo - 2. Le mille facce della memoria - Esistono due modi principali di dividere la memoria - A breve e a lungo termine - L'uomo intrappolato nel presente - Sapere cosa e sapere come - La memoria dichiarativa si divide in episodica e semantica - La memoria implicita si manifesta in modi molto diversi - Una visione globale - 3. Latitudine e longitudine della memoria - Esistono strutture cerebrali che partecipano specificamente a certi tipi di memoria - L'ippocampo e la memoria esplicita nell'uomo - L'ippocampo e la memoria esplicita nei primati - L'ippocampo e la memoria esplicita nei roditori - L'attività del cervello umano può essere osservata in diretta - Una visione globale - 4. La costruzione della memoria - Ricordare è un processo creativo e imperfetto - La qualità della memoria dipende dalla sua codificazione - I ricordi repressi sono un problema sociale molto importante - Esistono individui in possesso di memoria fotografica - Una visione globale - 5. La memoria in un pugno di molecole - È possibile studiare la memoria a livello di cellule e molecole? - Lo studio cellulare della memoria è iniziato più di cento anni fa - La canzone dei neuroni - L'analisi dei sistemi nervosi semplici offre vantaggi per lo studio cellulare della memoria - La memoria di breve durata richiede modifiche delle proteine sinaptiche preesistenti - La memoria di lunga durata ha bisogno dell'attivazione dell'espressione genetica - Una visione globale - 6. La paura e il canto - Il nostro stato emotivo si riflette sul modo in cui ricordiamo - L'amigdala è importante per la memoria emotiva - Nell'amigdala sono presenti variazioni cellulari relative al comportamento - Il canto degli uccelli ha affascinanti somiglianze con il linguaggio umano - L'apprendimento del canto è modulato dalla presenza di ormoni - L'apprendimento del canto è legato alla nascita di cellule nervose - Epilogo, La memoria del futuro - Glossario - Bibliografia
Prefazione
Noi siamo la nostra memoria
Io sono solo memoria e la memoria che si ha di me. Elena Garro, Los recuerdos del porvenir …gli istanti della nostra vita cessano di esistere prima che si giunga alla consapevolezza di averli vissuti. Solo alcuni sono gli attimi che custodiamo e che portiamo con noi per il resto della nostra vita. Questi attimi sono la nostra vita. O piuttosto, forse, questi attimi sono dei punti e ciò che chiamiamo la nostra vita sono le linee che tracciamo collegandoli tra loro, formando un ritratto immaginario di noi stessi. Sai? come quelle immagini mitiche delle costellazioni disegnate tra le stelle… Stuart Dybek, Paper Lantern
Per cominciare, usiamo la fantasia. Immaginate di aver dimenticato il vostro passato. Vi incamminate verso la scuola o l'ufficio e, di colpo, non sapete dove siete. Qualcuno vi saluta da una macchina, ma non sapete chi è. Potrebbe essere il vostro capo o vostro fratello, ma non siete in grado di riconoscerlo. Non vi ricordate nemmeno se avete un fratello. Vorreste tornare a casa, ma non vi ricordate dov'è. Non siete sicuri se vi trovate nella vostra città oppure in viaggio. Non sapete se studiate architettura, se siete sposati, se avete un lavoro, se i vostri genitori sono vivi o se avete già mangiato. Vedendovi così abbattuti, un poliziotto si avvicina per aiutarvi. Vi chiede il vostro nome e vi rendete conto che l'avete dimenticato. Avete perso completamente la memoria. Adesso immaginate di non essere capaci di dimenticare nulla, compresi i più piccoli dettagli, per quanto banali possano sembrare. Ricordate che stamattina, facendo colazione, avete mangiato dei cereali prendendo il cucchiaio con la mano destra. Ricordate tutte le cucchiaiate che avete portato alla bocca e come le avete masticate, una dopo l'altra. Ricordate ogni rotazione che la vostra mano ha fatto mentre spremevate le arance per farvi una spremuta. Ricordate la posizione in cui eravate seduti e rivivete la sensazione della sedia contro il vostro corpo. Ricordate così nitidamente come vi siete lavati i denti dopo colazione che siete addirittura in grado di contare quante volte avete mosso lo spazzolino dall'alto verso il basso e dall'interno verso l'esterno. E non è tutto. Vi ricordate di ciò che avete fatto stamattina così come avete impressi nella memoria tutti i fatti di tutti i giorni della vostra vita. Immaginate, infine, che, da oggi, non sarete più capaci di imparare niente di nuovo. Il vostro passato resterà intatto e potrete ricordare l'infanzia, il giorno del matrimonio, la laurea, tutti i fatti che compongono la vostra autobiografia. Ma nella vostra memoria non riuscirà ad entrare più nulla. Leggerete questo libro e non solo non ricorderete di cosa tratta, ma neppure di averlo mai visto. Conoscerete molte persone, ma le dimenticherete non appena le avrete perse di vista. Festeggerete compleanni, andrete ai concerti, viaggerete per il mondo, ma nessuno di questi momenti vi resterà impresso. Immaginate di aver trascorso così trent'anni, senza acquisire nuovi ricordi. Vi guardate allo specchio e notate che siete invecchiati senza sapere come sia stato possibile un simile cambiamento, se solo ieri eravate l'immagine vivente della gioventù e dell'energia. E vi domandate: «Che n'è stato della mia vita?». Queste situazioni, insieme alle due epigrafi citate all'inizio, illustrano chiaramente la grande influenza che la memoria ha sulla vita quotidiana. Tutte le nostre azioni, le idee che abbiamo, tutti i progetti che formuliamo, tutte le nostre relazioni sociali presuppongono inevitabilmente che si usi la conoscenza acquisita attraverso l'esperienza. Pensate ad una qualunque delle vostre attività quotidiane: telefonare, andare al mercato, mettere la biancheria nella lavatrice, prendere appuntamento con qualcuno per andare al cinema, leggere il giornale, camminare. La memoria assolve diverse funzioni: anche il mero fatto di parlare richiede l'utilizzo di regole di grammatica e di sintassi perfettamente dominate, ma apprese senza esserne coscienti. Non è esagerato dire che la memoria è la vita stessa. Cosa resta di noi se perdiamo i nostri ricordi? La riflessione di Elena Garro, scrittrice messicana, ci offre una risposta convincente, illustrata dal caso del primo personaggio. Ognuna delle nostre esperienze, ognuna delle esperienze che portiamo con noi e che ci definiscono come individui, dotandoci di un'identità personale, rimangono immagazzinate nella nostra memoria, pronte per essere rievocate a piacere. Come le stelle sono l'unica cosa che vediamo in una notte senza luna, così questi momenti sono l'unica cosa che vediamo del nostro passato. Questi momenti sono noi stessi, e questo ha implicazioni molto profonde: se comprendiamo l'organizzazione e il funzionamento della nostra memoria, avremo fatto il primo passo per stabilire le basi biologiche dell'individualità. Essere capaci di immagazzinare ricordi è una delle nostre prerogative più potenti e, al tempo stesso, una delle più fragili. Rievocate, ad esempio, questi tre eventi: il primo giorno di scuola, il primo bacio e la cena di ieri sera. Fatto? Ebbene, in un attimo, senza il minimo sforzo, avete riesaminato momenti della vostra vita divisi da decenni. Il vero viaggio nel tempo non fa parte della fantascienza, ma avviene tutti i giorni dentro di noi grazie alla memoria. Rievocate ora di nuovo il vostro primo giorno di scuola (non importa, a rigore, che sia proprio il primo, è sufficiente che siate in grado di ricordarlo in modo vivido). Visualizzate l'evento dalla prospettiva personale o vi vedete come uno degli attori del ricordo? […].
01 febbraio 2013 | Elisir di salute |