Storia della memoria
Tesoro e custode di tutte le cose
Siamo umani perchè sappiamo ricordare: storia epica e dinamica della memoria.
- Collana: Storia e civiltà
- ISBN: 9788822005762
- Anno: 2014
- Mese: ottobre
- Formato: 14,5 x 21,5 cm
- Pagine: 360
- Tag: Storia Tecnologia Storia della scienza Memoria
La memoria ci rende umani. Nessun altro animale porta con sé così tanti e complessi ricordi né li rievoca regolarmente per il proprio diletto, per la propria sicurezza o per eseguire compiti complessi. La civiltà umana progredisce perché è in grado di trasmettere i ricordi, da una persona all’altra, da una generazione a quella successiva.
Storia della memoria è una grande storia scientifica che ci permette di intraprendere un viaggio lungo 10000 anni, pieno di idee, invenzioni e trasformazioni incredibili che hanno segnato in maniera indelebile il cammino dell’umanità.
Dai dipinti nelle grotte ai racconti orali, dalle biblioteche fino ad arrivare a internet, l’opera ripercorre la storia dell’uomo e dei suoi incessanti tentativi di preservare e gestire la memoria, sia all’interno del cervello che al di fuori di esso.
Introduzione - Storia della memoria. La memoria come biografia - 1. Alla ricerca di una voce. La memoria come parola - Un canto scimmiesco - Un ricordo completo - Un sottile strato di pensiero - Una connessione computazionale - Riflessioni moderne - 2. La caverna dell’illuminazione. La memoria come simbolo - Il risveglio - Padrone del mezzo - Scrivere a casa - Parole e pensieri - La forza di una lega - 3. Argilla, canne e pelle. La memoria come strumento - Parole di libertà - La più antica conoscenza - Un regno di pietra e carta - La memoria del mondo - Persi nel canneto - Pelli e inchiostro - La scrittura a impressione - Il libro che raccoglie tutto - 4. La statua insanguinata. La memoria come metafora - Il grande maestro Cicerone - Testiculi et venenum - Parole magiche - L’ultimo repubblicano - Un impero della memoria - Caduta e declino - Cala l’oscurità - Uno sguardo a est - La biblioteca d’oro - Nidi di vespa - Il risveglio - 5. Creature dalle lunghe zampe. La memoria come classificazione - Un potente nuovo mondo - I ricordi che conserviamo - Digerire il passato - Lo zoo di Dio - Il regno primordiale della natura - Una cerchia di scribi - Il miglior bestiario - Lo scolasticismo - La fine delle certezze - 6.Teatri della memoria. La memoria come riferimento - Una donna indomita - La conoscenza segreta - La memoria come magia - Cattedrali della memoria - Un monaco pericoloso - La memoria perduta - Scrittura sotto dettatura - Una questione di scala - Al di là della mente - 7. La trama del tessuto. La memoria come istruzione - Dispositivi meccanici - Statue viventi - Un incontro spettrale - Confit d’anatra - Una cosa alla volta - Le regole svelate - La storia dell’anatra - La soluzione per la seta - Punto di snodo - 8. Da ticchettio a voce parlante. La memoria come registrazione - Un tipo intraprendente - Che tutti siano contati - Nuovo mondo, nuova misura - Censire una nazione divisa - Il lungo conteggio - Colpi da maestro - Il mago - Amplificatore a valvole - Un’immagine duratura - Un futuro tremolante - L’ultimo sussulto - Suono e furore - La storia del nastro - La cancellatura - 9. Diamanti e ruggine. La memoria come libertà - Collezionare bit - Un nuovo impulso alla memoria - Rannicchiati e copriti - Il disco misterioso - Una soluzione flessibile - L’intruso - Dato - La libertà gratuita - Il «collegamento» mancante - Da disco a disco - L’ultima traccia - Dentro i chip - La verità planare - La legge del cambiamento - L’invenzione delle invenzioni - La memoria si sposta a est - In un flash - 10. La persistenza della memoria. La memoria come esistenza - Trasferire la memoria - La materia grigia - La geografia della memoria - Altre menti, altre memorie - Padroni, compagni o entità autonome? - Impianti cerebrali - Una singolare serie di eventi - Pronostici - Frammenti di vita - La perdita della memoria - Anime perse - Ringraziamenti - Indice analitico
Un impero della memoria
La morte di Cicerone segnò la fine del sogno di una Roma repubblicana.
Ma Roma, un vasto e potente impero continentale sotto i Cesari, dominò l’Europa, il Medio Oriente e il Nord Africa per altri cinquecento anni. E, nonostante il più celebre professionista dell’arte della memoria fosse scomparso, la disciplina stessa crebbe e si perfezionò nelle generazioni di oratori e narratori seguenti.
Una ragione fondamentale che spiega la vitalità e la durata dell’Impero romano è che esso ha beneficiato di un accesso senza precedenti a molteplici forme di memoria. Prima di tutto, c’erano due categorie riconosciute di memoria umana: una naturale, che possiamo immaginare come una forma comune di memorizzazione di informazioni nel cervello (in altre parole, una raccolta casuale di storie, immagini, suoni e così via), e una artificiale, che gli antichi consideravano una sorta di «file» di memoria ordinati e perfettamente organizzati frutto della pratica dell’arte della memoria.
Al giorno d’oggi, in cui il contenuto che memorizziamo nelle nostre menti è con molta probabilità costituito da pochi brani di canzoni e poesie e forse da qualche regola mnemonica, l’idea di una tale scissione nell’architettura della memoria può sembrarci estranea e arbitraria. Tuttavia gli antichi, in special modo i Romani, la tenevano in grande considerazione, conferendo alla memoria artificiale la massima importanza. Per il romano istruito, avere una mente piena di conoscenza immagazzinata e memorizzata equivaleva ad avere dentro la propria testa una grande biblioteca, portatile, privata e facilmente accessibile (come un computer portatile nel quale siano caricati materiali di riferimento e manuali).
A queste forme di memoria, artificiale e naturale, i Romani aggiunsero anche forme, ormai da tempo consolidate, di memoria esterna o sintetica, inclusi rotoli di papiro e codici di pergamena (memoria a lungo termine) e tavolette cerate (memoria a breve termine).
Tutti questi strumenti di memoria diedero ai Romani una modalità di accesso ai ricordi e alla conoscenza senza precedenti nella storia umana. Di fatto questo forniva al romano medio un livello di istruzione fino ad allora impossibile. Inoltre, permetteva alla società romana di incrementare facilmente la conoscenza esistente con nuove scoperte... e quindi diffondere tali scoperte in modo veloce in tutto l’Impero.
Il risultato è evidente nelle gesta stupefacenti dell’ingegneria e della progettazione romane che sopravvivono ancora oggi. Solo un popolo che rimembrava la gloria della Grecia ed era inoltre armato delle ultime scoperte riguardanti gli archi, il calcestruzzo e la metallurgia poteva costruire il Pantheon, il Colosseo e l’acquedotto di Pont du Gard. Possiamo anche pensare all’Impero romano come a una dittatura assetata di sangue, ma i Romani si consideravano (a ragione) il popolo più illuminato e capace che fosse mai esistito. Nonostante tutti gli errori che per secoli sono stati fatti dall’Impero, almeno una parte della sua durata può essere imputata alla sua conservazione, gestione e diffusione dell’informazione, cioè alla sua memoria collettiva.
01 giugno 2015 | L'Indice |
15 dicembre 2014 | La Sicilia |
01 dicembre 2014 | Il Corriere del Sud |
27 novembre 2014 | realtà industriale |
16 ottobre 2014 | il cannocchiale.it |