Termodinamica dell'amore
Come salvare i rapporti di coppia investendo nella comunicazione
«L’amore è un lavoro di oreficeria comunicativa. La natura fa di tutto per farci incontrare ma, una volta che ci siamo trovati, la seconda legge della termodinamica manda tutto all’aria». E allora non ci resta che investire nella comunicazione.
- Collana: Nuova Biblioteca Dedalo
- ISBN: 9788822063250
- Anno: 2014
- Mese: aprile
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 240
- Tag: Psicologia Linguaggio Comunicazione Mente Neuroscienze Amore
In una società liquida e incerta come quella di oggi, costruire rapporti solidi sembra quasi un’utopia. Ma allora siamo davvero condannati alla solitudine? E non possiamo far nulla per contrastare questa tendenza spontanea al disordine? Serrano ci dà buone notizie: la natura lavora da milioni di secoli per metterci in salvo, e lo fa investendo nella comunicazione. Quando la differenziazione sessuale costrinse i nostri antenati a investire energie nell’accoppiamento per garantire la sopravvivenza della specie, chi riusciva a comunicare meglio si aggiudicava una discendenza numerosa. Partendo da questa premessa, l’autore ci trasporta in un viaggio entusiasmante nel tempo, e ci mostra come cambiarono i corpi degli ominidi per adattarsi alle preferenze dei loro partner: labbra sporgenti, forme armoniose, genitali visibili e menti affascinanti. Forse, però, l’innovazione più sorprendente fu la comparsa del linguaggio: uno strumento capace non solo di trasmettere informazioni, ma anche di narrare storie meravigliose e sedurre il partner. Alla fine di questo viaggio, scandito dalle scoperte più recenti nei campi della psicologia, delle neuroscienze e della teoria della comunicazione, il lettore prenderà coscienza di sé e dei propri rapporti, e sarà pronto a salvarli, seguendo l’esempio di Sherazade, che sfruttò il potere magico della parola.
Prologo – 1. Viaggio al centro delle emozioni - Un investimento sicuro - L’assalto delle emozioni - Il labirinto della solitudine - La cultura delle emozioni - A viso scoperto: lo specchio dell’anima - Dall’emozione all’azione – 2. Corpi seducenti, menti da amare - La bocca della verità: il sorriso come segno - Il corpo del delitto - Mani in pasta - Un’attrazione non fatale - Una follia transitoria - Dal seno al bacio e molto oltre - Una visita al bazar dei piaceri – 3. Il cammino dell’empatia - Le cellule dell’empatia - Il multiverso dell’amore, del linguaggio e della cultura – 4. L’amore: proprietà emergente del cervello - La chimica del piacere - Il miracolo dell’ossitocina - Una questione di fiducia - Il poliedro irrequieto dell’amore - Istruzioni per essere felici - Quando tutto è possibile - Il debutto dell’endorfina - La pirotecnica biochimica - L’impero dei sensi - L’atto del tatto - L’eterno ritorno – 5. Dall’amore al linguaggio - In principio era il verbo - L’unione fa la forza - Con molto piacere – 6. Bugiardi nati: il potere dell’inganno - Il teatro della vita - Il duro lavoro di mentire - Le verità e le menzogne del corpo - Il semaforo della verità - La menzogna impenetrabile – 7. Forze e debolezze: i rapporti in tempi incerti - Una società gassosa? - Ingredienti per una dieta emotiva salutare - Il fragile edificio della coppia - L’amore libero – 8. La vera faccia della persuasione: verso un neuromarketing? - Il brutto e il cattivo - Il prezzo della bellezza - Il capitale erotico e altre risorse economiche - Meglio tardi che mai - Il modello Sherazade - Bibliografia
Una follia transitoria
L’innamoramento è uno stato emotivo che deriva da tre vettori molto potenti: primo, la sensazione che una persona sia nostra complementare con una intensità mai provata e infinita; secondo, un desiderio irresistibile di contatto, di vicinanza fisica; terzo, il bisogno fantasioso e a volte un po’ folle di dimenticare tutto il resto, come se la persona amata fosse l’unica cosa che esista al mondo. A questo proposito, l’idillio amoroso può inventare mondi come nessun altro stato d’animo è capace di fare: l’innamorato arriva al punto di credere nell’impossibile.
Questa è proprio una delle sue caratteristiche, e può capitare che nella mente degli innamorati la logica e la ragione siano in sciopero.
La società moderna, inserita in quella che Lipovetsky chiama ipermodernità, tende a concepire gli stati emotivi travolgenti come fasi fondamentali della vita personale e collettiva. In sostanza, quello che la nostra società ci chiede è una sorta di iperattività emotiva: il cinema, la televisione e i grandi spettacoli dove l’immagine regna sovrana ci presentano modelli di vita nuovi e suscitano in noi il bisogno di proiettare forza ed emozioni sulle esperienze noiose della vita reale. L’innamoramento, trasformato in follia piacevole e transitoria, ne è il paradigma.
I messaggi audiovisivi ipermoderni cercano di convincerci che se non siamo di continuo in preda a turbamenti emotivi ci stiamo perdendo le esperienze più interessanti. Oggi è una cosa normalissima che un mezzo di informazione ci mostri l’intimità di due persone attraenti che non sanno quasi nulla l’una dell’altra e che, nel giro di poche sequenze, vanno dritti a letto per fornicare allegramente, davanti a tutti. Lo scopo è inculcarci che queste novità pittoresche (ma solo per il nostro cervello) sono le vette a cui devono assurgere le nostre languide passioni: proprio così, la gratificazione immediata, febbrile, vulcanica e fragorosa.
Tempo fa un mio parente, ottimo cardiologo, mi raccontava che quando qualcuno (di solito un uomo) gli chiede quali sono i rischi di intrattenere rapporti sessuali dopo un infarto lui risponde:
«Se li ha come ha sempre fatto e solo con sua moglie, non si preoccupi». E dopo consiglia di non imitare i vortici di passione mostrati dai mezzi audiovisivi e raccomanda anche di astenersi temporaneamente da conquiste e corteggiamenti, per evitare scosse pericolose. Sarebbe come salire di corsa al decimo piano quando la compagna di sempre ci aspetta già a letto al secondo.
L’innamoramento ha senza dubbio un che di elettrizzante e spettacolare, ma in termini strettamente biologici (o zoologici) è solo un espediente (un richiamo) per unire due persone. L’obiettivo della natura è fare in modo che l’esplosione amorosa conduca a una storia a lieto fine, a una commedia prevedibile; il rapporto stabile comincerà a consolidarsi non appena si saranno calmati i fragori iniziali. Nel mondo degli affetti, l’innamoramento mi sembra un fenomeno di caos deterministico che sfocia in una struttura solida capace di adattarsi con successo a un ambiente colmo di incertezze.
Se la passione amorosa implica instabilità e squilibrio massimo, la forza dell’amore rigoglioso starà nell’esplorazione di un territorio stabile e soddisfacente per entrambi, in cui, però, ci sia spazio per il disordine e gli imprevisti: in fin dei conti, la quiete massima ci avvicina alla materia inerte. Mentre l’amore duraturo è una modulazione armonica di sincronie che esige la conoscenza e la comprensione dell’altro, l’amore esplosivo necessita di scosse afrodisiache e di brevi turbamenti dei sensi. In quest’ultimo caso, non occorre nemmeno leggere il libro della persona amata dalla prima all’ultima pagina.
L’idillio amoroso, però, richiede anche un contatto intimo, delle attenzioni e uno scrutinio mentale a volte minuzioso della persona che si è appena conosciuta. L’amore stabile, cioè il sistema prodotto dalla passione, è un vincolo molto profondo, una regolazione reciproca, una sintonia emotiva in cui le necessità si soddisfano a vicenda: l’uno si prende cura dell’altro, e la coppia è in salute finché il rapporto arricchisce entrambi.
Per chi ci riesce, impresa niente affatto facile visti i tranelli che la natura ci tende, i vantaggi sono enormi. Chi ama si sente fortunato e sicuro di sé: una volta che i suoi bisogni somatici sono stati placati dagli ordini interni, resiste meglio alle tensioni della vita quotidiana. Tutto è pronto per l’arrivo dei figli, quella grande avventura con cui si trasmettono i geni alla generazione successiva.
Abbiamo già osservato che negli ominidi il destino materiale ed emotivo dei cuccioli cominciò a dipendere dalla capacità dei genitori di assumersi impegni più o meno stabili (se non con il partner, almeno con il gruppo), una novità assoluta non solo per i mammiferi ma anche per gli altri primati. Nel caso dell’Homo sapiens, questo impegno coincise con l’amore professato dai genitori.
La postura eretta, cioè il bipedismo, impose una larghezza massima all’apertura pelvica della femmina, determinando così la nascita di esseri più piccoli e indifesi. La natura ha impiegato diversi milioni di anni per costruire mani e visi come i nostri, corpi sempre più seducenti e cervelli con reti neuronali capaci di concentrare a lungo l’attenzione su un oggetto, di progettare e creare, imparare e memorizzare, sondare le emozioni ma, soprattutto, esplorare i grandi vantaggi di una coscienza in espansione.
Così facendo, la natura ha predisposto i corpi per essere desiderabili e i cervelli per governare questi desideri indirizzandoli verso aree, anch’esse recenti, che si sarebbero trasformate in veri e propri distributori di piacere. Tra la fisica e la chimica cerebrali da un lato e il corpo dall’altro si stabilì un processo di retroazione; così la savana africana vide sbocciare i fiori dell’erotismo e della lussuria, della gelosia e del tradimento, dell’ardore e della delusione, dell’ansia, dell’estasi e della superbia…
Stava fiorendo il giardino paradossale dell’amore, e noi siamo il risultato di quel piano strategico.
In questa fase di passaggio verso la configurazione dell’essere umano, si verificò un altro cambiamento fondamentale, stavolta nella fisiologia della femmina: la scomparsa dell’estro, unita a quelle dei segni esterni dell’ovulazione (da allora nascosta) e della disponibilità sessuale (da allora costante). Si tracciò così una linea di confine che avrebbe separato per sempre le femmine umane da quelle degli altri mammiferi. In più le prime cominciarono a sviluppare seni che rimanevano vistosi e ondeggianti anche dopo l’allattamento.
In questa trasformazione del corpo femminile bisogna registrare un altro fatto: la vulva si spostò sulla parte anteriore del corpo, cosa che permise alla femmina di controllare con lo sguardo il proprio apparato sessuale e facilitò forme nuove di accoppiamento (nel cammino che va dal sesso all’amore), ridimensionando senz’altro le certezze del maschio nel campo delle relazioni carnali. La femmina faceva i primi passi nel controllo della propria attività sessuale.
Queste trasformazioni dell’anatomia femminile furono accompagnate, nel linguaggio interno del corpo, da cambiamenti biochimici, da variazioni che alimentarono veri e propri circoli virtuosi, sviluppi emotivi connessi a mutamenti dell’ordine sociale che richiedevano sistemi di comunicazione sempre più sofisticati.
La barca delle emozioni positive, dell’amore in tutte le sue varianti, navigava a gonfie vele.
I cambiamenti morfologici dei nostri antenati dovettero scombussolare (e anche parecchio!) le forme di comunicazione tra maschi e femmine. Trovo affascinante lo sconcerto di quei maschi che si videro costretti a modificare i propri rituali di approccio, a coltivare le nuove terre in cui ardeva la fiamma del desiderio. Lì, da vedere e da toccare c’era materia in abbondanza, ma di cose da odorare sempre meno: il naso passava in secondo piano. La disponibilità sessuale continua e l’ovulazione nascosta davano alla femmina un’opportunità senza precedenti: quella di verificare le doti del maschio nell’accoppiamento e nell’eventuale fecondazione, senza troppi rischi di incorrere in una gravidanza, chissà se già allora indesiderata.
In quel periodo, e per buona parte del Pleistocene, cominciarono a delinearsi i corpi degli uomini e delle donne. Ed è molto probabile (questa è la mia ipotesi) che da un simile disegno fosse nato un cervello predisposto all’umorismo, alla letteratura, alle arti plastiche e decorative e alla musica, un cervello capace di giudicare gli oggetti da un punto di vista estetico.
Per accrescere il loro fascino, maschi e femmine cominciarono a usare tutta una serie di ornamenti: in questo modo catturavano l’attenzione e si preparavano al rito del corteggiamento che poteva portare a una felice vita di coppia.
01 agosto 2014 | BBC Science |
28 giugno 2014 | expofairs.com |
19 aprile 2014 | Il Mattino |