Il futuro elettrico
Sfide tecnologiche, costi e speranze della transizione energetica
prefazione di Riccardo Iacona
La guerra in Ucraina ha purtroppo reso evidente l'urgenza della transizione energetica. Il futuro elettrico segue sul campo questa rivoluzione necessaria ma complessa, mettendone in luce il potenziale e i rischi. Come cambieranno gli equilibri di potere mondiali? L'Europa e l'Italia saranno pronte per questo cruciale appuntamento?
- Collana: SottoInchiesta
- ISBN: 9788822049018
- Anno: 2022
- Mese: novembre
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 176
- Tag: Energia Geopolitica
La guerra in Ucraina ha reso evidente quanto sia urgente sostituire l’uso di risorse fossili con energie rinnovabili, non solo per abbattere drasticamente l’emissione di CO2 in atmosfera, ma anche per non dipendere più dai Paesi produttori di carbone, petrolio e gas come la Russia. Torna così di grande attualità l’obiettivo fissato dall’Unione Europea di raggiungere la neutralità climatica nel 2050 e l’elettrificazione è una delle soluzioni su cui l’Europa sta puntando di più.
Il futuro elettrico racconta la grande sfida internazionale – scientifica e industriale – e la dura competizione geopolitica per accaparrarsi il “nuovo petrolio”: litio, cobalto, terre rare, materie prime indispensabili per produrre gli strumenti della transizione energetica (batterie, motori elettrici, pale eoliche, pannelli fotovoltaici).
Un libro inchiesta che segue sul campo questa rivoluzione necessaria, mettendone in luce il potenziale, i rischi e le resistenze di una parte di mondo che non vuole cambiare.
L’Europa e l’Italia saranno pronte per questo cruciale appuntamento con l’energia del futuro?
Gli investimenti delle grandi case automobilistiche sull’elettrico
Il 10 giugno 2021, in piazza Duomo a Milano, i raggi del sole rimbalzano sul lucido delle carrozzerie delle auto esposte. Il MIMO, Milano Monza Motor Show, è il primo salone automobilistico organizzato all’indomani della fase acuta della pandemia di Covid-19, ed è una festa celebrata dai motori.
Oltre 60 aziende dell’automotive presentano le loro novità, in una passeggiata di circa 3 km che si snoda da piazza Duomo a corso Vittorio Emanuele e poi piazza Dante, via dei Mercanti, piazza Cordusio fino al Castello Sforzesco. La bellezza glamour di Milano offre alle principali case automobilistiche la scenografia adatta a raccontare, con i loro modelli, una storia inedita. Una prospettiva legata all’idea di un futuro a zero emissioni inquinanti. Un futuro rivoluzionario per il settore: un “futuro elettrico”.
Dalle utilitarie alle supercar, quasi tutti i brand espongono auto ibride, cioè dotate di un doppio motore, elettrico e termico, oppure auto al 100% elettriche. Sulle 120 pedane allestite per l’occasione oltre 90 sono dedicate a questa nuova tecnologia, che implica una nuova prospettiva di mobilità. Al Milano Monza Motor Show, il rombo dei motori termici, così tanto caro a molti appassionati di automobili, è generato soltanto da qualche nuovissima auto supersportiva, bolidi incontenibili affamati di velocità che, essendo dotati di altissime prestazioni, ancora si alimentano avidamente di idrocarburi. Ma con i loro motori termici appartengono già al passato.
Le stesse grandi case automobilistiche che le hanno prodotte sono già impegnate a scrivere un nuovo capitolo della loro storia industriale, una storia che sostituirà al più presto i serbatoi di carburante e il rombo dei motori con il sibilo indotto da elettroni sparati alla velocità della luce: l’elettrificazione della propria gamma di prodotti è ormai l’obiettivo di ogni casa automobilistica e le conseguenze di questa nuova rivoluzione industriale sono tutt’altro che scontate.
Andrea Levy, il presidente del MIMO, sostiene che tutte le case automobilistiche stanno arrivando a elettrificare almeno il 50% della propria gamma di prodotti, e stanno dichiarando addirittura che nel giro di 2-3 anni passeranno a elettrificare tutto il loro parco auto.
Sul lato sinistro del Duomo, la pedana della Renault espone un SUV con tecnologia full hybrid, una delle tre tipologie con cui vengono classificate le auto ibride, a seconda del grado di importanza assunta dalla propulsione elettrica. Le auto mild hybrid sono quelle alimentate con un piccolo motore elettrico che si associa al motore termico e interviene, ad esempio, per far risparmiare carburante, oltre a consentire il funzionamento dei servizi di bordo. Nelle full hybrid, invece, il motore elettrico, che si ricarica sempre grazie al motore termico, ha un ruolo più attivo, contribuisce ancora di più a migliorare le prestazioni generali del veicolo e ha la possibilità di lavorare per pochi km in totale autonomia, permettendo alla macchina una mobilità totalmente elettrica. Infine, ci sono le auto ibride plug-in, che montano grandi batterie, hanno un’autonomia elettrica maggiore, ma necessitano di essere ricaricate attraverso un cavo connesso a una stazione di ricarica. Un po’ come avviene per le macchine totalmente elettriche.
Renault è stato uno dei primi brand ad aver investito sulla mobilità elettrica, sia ibrida che full electric, in tempi non sospetti. I primi modelli, infatti, risalgono al 2009.
«Le sfide ambientali non sono una novità, lo sappiamo da tanti anni e noi abbiamo avuto una visione: quella di lanciare una gamma elettrica completa e di cercare di democratizzarla già 10 anni fa». Abbiamo incontrato Francesco Fontana Giusti, che nel 2021 era il direttore Immagine e comunicazione di Renault Italia, proprio davanti alla pedana che espone il loro nuovissimo modello full hybrid.
Ci dice che oggi la mobilità elettrica è diventata non solo una moda, ma è sempre di più una realtà. E che sviluppare la mobilità elettrica per una casa automobilistica significa anche investire in tutte quelle tecnologie che permetteranno di creare un ecosistema adatto all’auto elettrica, quindi tecnologie di ricarica e di gestione delle batterie. «Chiaramente noi siamo convinti che l’elettrico sia oggi l’unica tecnologia che emette zero anidride carbonica in fase di utilizzo e che sia dunque la strada maestra per abbassare il livello delle emissioni inquinanti in atmosfera».
Prima di intervistarlo avevamo letto dichiarazioni molto chiare da parte del top management di Renault, il quale confermava che l’obiettivo industriale dell’azienda francese era di voler essere, entro il 2030, la casa automobilistica più green d’Europa. Ma come sarebbero riusciti a farlo, e attraverso lo sviluppo di quali tecnologie? Avrebbero puntato sulle auto ibride o su quelle elettriche al 100%? «Il nostro piano prodotto sarà sempre più elettrificato» dice Fontana Giusti. Entro il 2025 Renault avrà 14 veicoli elettrificati e di questi la metà apparterranno al segmento C (berline di medie dimensioni). D’altronde, Renault investe sull’elettrico già da dieci anni e oggi può contare ben 400000 vetture elettriche sulle strade europee.
«L’elettrico è una delle soluzioni tecnologiche che fanno parte del futuro» conclude Fontana Giusti. Un futuro che però necessita di investimenti enormi, al punto da determinare il bisogno di sfruttare sinergie strategiche tra case automobilistiche. I portavoci dell’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi a gennaio 2022 hanno dichiarato che, oltre ai 10 miliardi di euro già investiti nell’elettrificazione della propria gamma, prevedono ulteriori investimenti di 23 miliardi nei prossimi 5 anni, al fine di produrre 35 nuovi modelli al 100% elettrici entro il 2030.
In questo scorcio di futuro allestito tra le vie del centro di Milano, si può guidare un’auto elettrica in un circuito appositamente allestito intorno al Castello Sforzesco. È una zona totalmente riservata alle auto elettrificate. Decine di brand hanno allestito i loro stand con uno o due modelli di punta della loro gamma. Ci si prenota, si attende qualche minuto e poi, accompagnati da un membro dello staff, si può guidare l’auto che si desidera provare.
Noi abbiamo scelto di guidare l’auto elettrica di Volkswagen. Eravamo rimasti particolarmente colpiti dalla notizia che il gruppo di Wolfsburg, dopo lo scandalo Dieselgate e i miliardi spesi in multe e risarcimenti, avesse deciso di investire qualcosa come 89 miliardi di euro – più della metà del totale degli investimenti complessivi del gruppo – per elettrificare e digitalizzare tutti i suoi stabilimenti e la propria gamma di auto. L’obiettivo esplicitato nei comunicati stampa era chiaro: divenire entro il 2025 leader mondiale del mercato dell’auto elettrica, prevedendo che nel 2026 un veicolo su quattro venduto avrà un sistema di trazione elettrica a batteria. Gli stabilimenti di Hannover, Salzgitter, Kassel, Braunschweig, la sede storica di Wolfsburg e ancora Lipsia, Neckarsulm, Bruxelles e gli stabilimenti nella penisola iberica saranno tutti proiettati all’elettrificazione e alla digitalizzazione. Un piano industriale colossale che coinvolgeva anche le aziende del gruppo come Lamborghini.
Ma perché anche auto non comuni, come le Lamborghini, sono state progettate con un motore ibrido, dotate quindi di una batteria elettrica?
02 Gennaio 2023 | fabioorecchini.it |
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