Idrogeno tutti i colori dell'energia
Cosa distingue l'idrogeno verde da quello blu o viola? Qual è il vantaggio delle auto a idrogeno? Abbotto ci guida nella transizione energetica, spiegandoci con chiarezza e semplicità tutti i pregi e difetti di questa nuova energia sostenibile.
- Collana: Le grandi voci
- ISBN: 9788822016102
- Anno: 2021
- Mese: luglio
- Formato: 13 x 18 cm
- Pagine: 96
- Tag: Ambiente Energia Attualità
Disponibile
Che differenza c’è tra idrogeno blu, verde o viola? Quando è più efficace degli altri combustibili? Abbotto illustra con passione e rigore tutto quello che c’è da sapere sull’idrogeno e sul suo ruolo chiave nell’imminente transizione energetica. La rivoluzione dell’hydrogen economy è appena iniziata.
Premessa - Facciamo conoscenza - Il passato e il presente - Il futuro - Un combustibile rinnovabile - I colori dell’idrogeno - La distribuzione: dai gasdotti al “km 0” - Il pieno dell’auto? Con l’alluminio! - La vita in una hydrogen city - Automobile elettrica o a idrogeno? - L’idrogeno nella mobilità del futuro - La strada verso la decarbonizzazione - Ringraziamenti
Premessa
Da decenni si sente parlare dell’idrogeno e del suo ruolo nella scienza e tecnologia, ma negli ultimi anni, anzi mesi, questa molecola ha suscitato sempre più l’attenzione anche dei non addetti ai lavori e del mondo politico ed economico. L’idrogeno è uno degli indiscussi protagonisti della grande industria. È, ad esempio, il reattivo chiave per la preparazione dell’ammoniaca, alla base dei fertilizzanti che consentono ai quasi otto miliardi di persone al mondo di nutrirsi. L’attuale interesse però coinvolge altre applicazioni emergenti, dal trasporto sostenibile allo stoccaggio di energia.
L’idrogeno è una molecola semplicissima, la più piccola che esista, e rappresenta una risorsa estremamente versatile: lo si può utilizzare come materia prima per l’industria, come combustibile nei trasporti o anche per immagazzinare energia elettrica.
La proprietà più attraente è però un’altra: nei suoi vari utilizzi l’idrogeno è sempre a “zero emissioni”, ovvero non emette gas a effetto serra come il biossido di carbonio, CO2. È proprio per questa ragione che l’idrogeno si è ritagliato un ruolo chiave nel futuro mondo decarbonizzato. Il Giappone è stata la prima nazione al mondo che, nel 2014, ha deciso di convertirsi in una hydrogen society.
L’anno chiave per l’Europa sarà il 2050: il termine entro il quale la Commissione Europea si è prefissata di raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra per contrastare i cambiamenti climatici e il degrado ambientale. A fine 2019 la Commissione Europea, guidata da Ursula von der Leyen, ha varato il Green Deal europeo, l’ambizioso piano d’azione che mira a ridurre le emissioni di gas a effetto serra almeno del 55% entro il 2030 e a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. L’Europa sarà il primo continente a riuscirci. Questo piano segue a sua volta altre due pietre miliari, l’Agenda 2030 dell’ONU con i suoi 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile, del settembre 2015, e l’accordo universale sul clima COP21 sottoscritto a Parigi nel dicembre dello stesso anno.
All’interno di questi ambiziosi obiettivi la Commissione Europea ha previsto per l’idrogeno un ruolo centrale. Nel luglio 2020 ha varato un dettagliato piano strategico dedicato all’idrogeno, alla sua produzione pulita e al suo impiego nel sistema energetico integrato. L’obiettivo è quello di giungere a coprire un quarto dell’intera domanda di energia e, come conseguenza, di dare lavoro a centinaia di migliaia di persone.
L’idrogeno è uno dei settori chiave anche del Recovery Plan dell’Unione Europea, lo strumento senza precedenti – da quasi 2000 miliardi di euro – che la Commissione Europea ha creato per riparare i danni causati dalla pandemia di Covid-19 e rilanciare l’economia nel segno della crescita sostenibile e resiliente.
Sulla scorta dei programmi europei, anche il governo italiano ha annunciato, a fine 2019, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima e poi, l’anno successivo, le prime strategie governative sull’idrogeno. Nel corso del 2021 l’Italia ha messo a punto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il programma di investimenti nell’ambito del Next Generation EU.
Questo libro è stato pensato come un piccolo viaggio, un breve racconto, attraverso il mondo variegato, anzi “variopinto”, e pieno di sorprese dell’idrogeno. Scopriremo così i vari “colori” dell’idrogeno e si capirà quale, tra questi, è il mio preferito (che spero, alla fine della lettura, diventi anche il vostro). Esamineremo le applicazioni presenti e future, citando i vari esempi significativi che stanno affiorando proprio in questi mesi.
Uno dei più comuni errori che vengono compiuti quando si parla di idrogeno è di immaginarlo utilizzabile in un futuro lontano o in ambiti molto particolari. Io voglio sfatare questo mito e non solo per le rilevanti applicazioni esistenti, ma per tutti i nuovi usi che, già ora, stanno riempiendo le strade, i palazzi, le città, i porti, finanche il deserto, insomma qualsiasi luogo di interesse per la vita di tutti i giorni.
La rivoluzione della hydrogen economy è solo all’inizio e richiederà anni, anzi decenni, per compiersi. In molti luoghi, però, questa rivoluzione è già cominciata e procederà a passo sempre più spedito. È quindi giunto il momento di conoscere meglio questa piccola molecola con la quale, prima o poi, ciascuno di noi avrà a che fare quotidianamente.
Da decenni si sente parlare dell’idrogeno e del suo ruolo nella scienza e tecnologia, ma negli ultimi anni, anzi mesi, questa molecola ha suscitato sempre più l’attenzione anche dei non addetti ai lavori e del mondo politico ed economico. L’idrogeno è uno degli indiscussi protagonisti della grande industria. È, ad esempio, il reattivo chiave per la preparazione dell’ammoniaca, alla base dei fertilizzanti che consentono ai quasi otto miliardi di persone al mondo di nutrirsi. L’attuale interesse però coinvolge altre applicazioni emergenti, dal trasporto sostenibile allo stoccaggio di energia.
L’idrogeno è una molecola semplicissima, la più piccola che esista, e rappresenta una risorsa estremamente versatile: lo si può utilizzare come materia prima per l’industria, come combustibile nei trasporti o anche per immagazzinare energia elettrica.
La proprietà più attraente è però un’altra: nei suoi vari utilizzi l’idrogeno è sempre a “zero emissioni”, ovvero non emette gas a effetto serra come il biossido di carbonio, CO2. È proprio per questa ragione che l’idrogeno si è ritagliato un ruolo chiave nel futuro mondo decarbonizzato. Il Giappone è stata la prima nazione al mondo che, nel 2014, ha deciso di convertirsi in una hydrogen society.
L’anno chiave per l’Europa sarà il 2050: il termine entro il quale la Commissione Europea si è prefissata di raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra per contrastare i cambiamenti climatici e il degrado ambientale. A fine 2019 la Commissione Europea, guidata da Ursula von der Leyen, ha varato il Green Deal europeo, l’ambizioso piano d’azione che mira a ridurre le emissioni di gas a effetto serra almeno del 55% entro il 2030 e a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. L’Europa sarà il primo continente a riuscirci. Questo piano segue a sua volta altre due pietre miliari, l’Agenda 2030 dell’ONU con i suoi 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile, del settembre 2015, e l’accordo universale sul clima COP21 sottoscritto a Parigi nel dicembre dello stesso anno.
All’interno di questi ambiziosi obiettivi la Commissione Europea ha previsto per l’idrogeno un ruolo centrale. Nel luglio 2020 ha varato un dettagliato piano strategico dedicato all’idrogeno, alla sua produzione pulita e al suo impiego nel sistema energetico integrato. L’obiettivo è quello di giungere a coprire un quarto dell’intera domanda di energia e, come conseguenza, di dare lavoro a centinaia di migliaia di persone.
L’idrogeno è uno dei settori chiave anche del Recovery Plan dell’Unione Europea, lo strumento senza precedenti – da quasi 2000 miliardi di euro – che la Commissione Europea ha creato per riparare i danni causati dalla pandemia di Covid-19 e rilanciare l’economia nel segno della crescita sostenibile e resiliente.
Sulla scorta dei programmi europei, anche il governo italiano ha annunciato, a fine 2019, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima e poi, l’anno successivo, le prime strategie governative sull’idrogeno. Nel corso del 2021 l’Italia ha messo a punto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il programma di investimenti nell’ambito del Next Generation EU.
Questo libro è stato pensato come un piccolo viaggio, un breve racconto, attraverso il mondo variegato, anzi “variopinto”, e pieno di sorprese dell’idrogeno. Scopriremo così i vari “colori” dell’idrogeno e si capirà quale, tra questi, è il mio preferito (che spero, alla fine della lettura, diventi anche il vostro). Esamineremo le applicazioni presenti e future, citando i vari esempi significativi che stanno affiorando proprio in questi mesi.
Uno dei più comuni errori che vengono compiuti quando si parla di idrogeno è di immaginarlo utilizzabile in un futuro lontano o in ambiti molto particolari. Io voglio sfatare questo mito e non solo per le rilevanti applicazioni esistenti, ma per tutti i nuovi usi che, già ora, stanno riempiendo le strade, i palazzi, le città, i porti, finanche il deserto, insomma qualsiasi luogo di interesse per la vita di tutti i giorni.
La rivoluzione della hydrogen economy è solo all’inizio e richiederà anni, anzi decenni, per compiersi. In molti luoghi, però, questa rivoluzione è già cominciata e procederà a passo sempre più spedito. È quindi giunto il momento di conoscere meglio questa piccola molecola con la quale, prima o poi, ciascuno di noi avrà a che fare quotidianamente.
6 Luglio 2021 | www.cluster-energia.it |
23 Giugno 2021 | Convenzionali |
15 Luglio 2021 | www.linkiesta.it |
23 Luglio 2021 | www.tomshw.it |
12 Ottobtre 2021 | Il sussidiario.net |
24 Ottobre 2021 | Corriere del Mezzogiorno |
03 Ottobre 2022 | portlogisticpress.it |
8 Aprile 2023 | ilquotidianoinclasse.corriere.it |
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