Un viaggio nella relatività
La relatività spiegata ai bambini, con una storia bellissima che vede protagonisti un papà e i suoi figli, in viaggio su un treno.
- Collana: Piccola biblioteca di scienza
- ISBN: 9788822048509
- Anno: 2023
- Mese: aprile
- Formato: 13,5 x 19 cm
- Pagine: 72
- Tag: Fisica Scienza per bambini
Disponibile
Un divertente viaggio in treno è l’occasione giusta per un professore di fisica, grande appassionato di scienza, per condividere con i suoi tre figli misteri e segreti della relatività ristretta. Lungo il tragitto, i simpatici gemelli Francesco e Nicola, e la più piccola Anna, intelligente e curiosa, discuteranno di viaggi interstellari, esperimenti con gli specchi e orologi in volo attorno al mondo. Tra riferimenti ai supereroi, battute spiritose e intuizioni geniali, rimarranno affascinati dalla teoria di Einstein e vorranno saperne sempre di più.
Scuola-time / Il moto è relativo / Più veloce della luce / Passato, presente, futuro / Gemelli diversi / Viaggi nel tempo / Il moto è (sempre) relativo / Viaggi interstellari / Se non vedo, non credo / La luce / Correre dietro alla luce / La formula più famosa della fisica / Solo una teoria / Approfondimenti / Prova da solo - In automobile... / Glossario / Bibliografia / L’angolo dei grandi / Indice analitico
Scuola-time
Anna – Ci muoviamo! Ci muoviamo! Ci muoviamo!
Babbo – No, tesoro, ancora no.
Anna era eccitata come non mai, il viaggio in treno a lungo rimandato per andare a trovare la mamma stava per iniziare e lei non riusciva a stare ferma. Mentre i gemellini leggevano un fumetto, lei, seduta accanto al babbo, si girava e rigirava sul sedile. Curiosa e di una spiccata intelligenza, se aveva un difetto era quello di non saper aspettare.
Anna – Ma babbo, ci muoviamo!
Babbo – No tesoro, aspetta. Guarda bene…
Anna – Oh…
La bambina era sbigottita! Convinta fino a un istante prima che il loro treno stesse partendo, si rese conto che invece era quello sui binari accanto a muoversi.
Anna – Ma com’è possibile?
Babbo – Vedi amore, tu puoi dire che sei in movimento solo rispetto a qualcosa. Se ti concentri unicamente sull’altro treno non puoi capire chi dei due si sta allontanando da chi, ecco perché eri convinta stessimo partendo noi. Se invece ti concentri sulla banchina, allora capisci che sono loro a partire e non noi.
Francesco, sghignazzando – Si dice panchina…
Anna – Sciocco! Banchina, non panchina.
Babbo – Anna, non offendere tuo fratello!
Anna – Ma babbo, non è un’offesa! Stavo solo constatando un dato di fatto…
Poi la piccola si zittì pentita quando il babbo la guardò con aria di rimprovero.
Babbo – Vedi Francesco, la banchina è il marciapiede vicino ai binari.
Intanto il papà accarezzava la nuca della figliola: nonostante fosse più giovane dei fratelli di due anni, Anna aveva una proprietà di linguaggio paragonabile a quella di un adulto. “Merito della mamma”, pensò, “che le aveva sempre parlato tanto”…
Nicola, in difesa del fratello – Secchiona!
Babbo – Eh no! Secchiona non è un’offesa! Quando un giorno avrete bisogno dell’ospedale…
I tre bambini, insieme, fintamente scandalizzati – Ma babbo!? Non portare sfortuna!
Babbo – Fatemi finire, quando avrete bisogno di un medico, pregherete che un secchione abbia studiato al vostro posto! Non si va da quello bello, non si va da quello ricco, non si va da quello simpatico. Si va da quello…?
I tre bambini, ancora in coro – Bravo!
Babbo – E voi volete essere bravi?
I tre bambini – Sììììì!
Babbo – E allora scuola-time!
I tre bambini, gridando – Scuola-time!
Scuola-time era un gioco tutto loro. Quando c’era qualcosa di curioso e un po’ di tempo a disposizione, il babbo saliva in cattedra e i tre facevano a gara a chi dava la risposta giusta. Era un modo per stare insieme, condividere, imparare. “Come dovrebbe essere la scuola”, pensò il babbo.
Anna – Ci muoviamo! Ci muoviamo! Ci muoviamo!
Babbo – No, tesoro, ancora no.
Anna era eccitata come non mai, il viaggio in treno a lungo rimandato per andare a trovare la mamma stava per iniziare e lei non riusciva a stare ferma. Mentre i gemellini leggevano un fumetto, lei, seduta accanto al babbo, si girava e rigirava sul sedile. Curiosa e di una spiccata intelligenza, se aveva un difetto era quello di non saper aspettare.
Anna – Ma babbo, ci muoviamo!
Babbo – No tesoro, aspetta. Guarda bene…
Anna – Oh…
La bambina era sbigottita! Convinta fino a un istante prima che il loro treno stesse partendo, si rese conto che invece era quello sui binari accanto a muoversi.
Anna – Ma com’è possibile?
Babbo – Vedi amore, tu puoi dire che sei in movimento solo rispetto a qualcosa. Se ti concentri unicamente sull’altro treno non puoi capire chi dei due si sta allontanando da chi, ecco perché eri convinta stessimo partendo noi. Se invece ti concentri sulla banchina, allora capisci che sono loro a partire e non noi.
Francesco, sghignazzando – Si dice panchina…
Anna – Sciocco! Banchina, non panchina.
Babbo – Anna, non offendere tuo fratello!
Anna – Ma babbo, non è un’offesa! Stavo solo constatando un dato di fatto…
Poi la piccola si zittì pentita quando il babbo la guardò con aria di rimprovero.
Babbo – Vedi Francesco, la banchina è il marciapiede vicino ai binari.
Intanto il papà accarezzava la nuca della figliola: nonostante fosse più giovane dei fratelli di due anni, Anna aveva una proprietà di linguaggio paragonabile a quella di un adulto. “Merito della mamma”, pensò, “che le aveva sempre parlato tanto”…
Nicola, in difesa del fratello – Secchiona!
Babbo – Eh no! Secchiona non è un’offesa! Quando un giorno avrete bisogno dell’ospedale…
I tre bambini, insieme, fintamente scandalizzati – Ma babbo!? Non portare sfortuna!
Babbo – Fatemi finire, quando avrete bisogno di un medico, pregherete che un secchione abbia studiato al vostro posto! Non si va da quello bello, non si va da quello ricco, non si va da quello simpatico. Si va da quello…?
I tre bambini, ancora in coro – Bravo!
Babbo – E voi volete essere bravi?
I tre bambini – Sììììì!
Babbo – E allora scuola-time!
I tre bambini, gridando – Scuola-time!
Scuola-time era un gioco tutto loro. Quando c’era qualcosa di curioso e un po’ di tempo a disposizione, il babbo saliva in cattedra e i tre facevano a gara a chi dava la risposta giusta. Era un modo per stare insieme, condividere, imparare. “Come dovrebbe essere la scuola”, pensò il babbo.
14 Maggio 2023 | amolamatematica.it |
01 Aprile 2024 | Indie |
01 Giugno 2024 | Leggere Tutti |
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