Un robot per amico
illustrato da Annarita Scaramuzzi
Come funziona un robot? Come fa a muoversi e chi lo comanda? Come è fatto il suo cervello elettronico?
- Collana: Piccola biblioteca di scienza
- ISBN: 9788822048431
- Anno: 2018
- Mese: ottobre
- Formato: 13 x 19 cm
- Pagine: 64
- Note: illustrato a colori
- Tag: Scienza Tecnologia Intelligenza artificiale Robot Scienza per ragazzi
Il coraggioso Mario e la superesperta di tecnologia Gilberta sono due fratelli vivaci e molto curiosi, che hanno un amico davvero speciale: il robot umanoide Robau, che gioca con loro e sorveglia la casa.
E proprio grazie a Robau i due fratelli vivranno un’avventura incredibile: lanciandosi all’inseguimento di un ladro, riusciranno non solo a fare giustizia, ma anche a capire meglio come sono fatti i robot, come riescono a muoversi e ad afferrare gli oggetti, e come collaborano con l’uomo.
Una bella sorpresa - Quali compiti svolge un robot? - Come si muovono i robot? - In che modo un robot è “intelligente”? - Quanti e quali sensi ha un robot? - Come dare istruzioni a un robot? - Come può correre un robot? - I robot collaborano con l’uomo? - Un robot ha una memoria? - Approfondimenti - Prova da solo - Glossario - Bibliografia - L’angolo dei grandi - Indice analitico
Quanti e quali sensi ha un robot?
Mario e Gilberta sono ancora alla finestra.
Mario – Quando si muove sulle ruote, come fa Robau a capire quanta strada ha fatto?
Sua sorella va a prendere il libro sui robot e trova la spiegazione.
Gilberta – Ecco, è scritto qua. Per capire dove si trova in un determinato istante, un robot usa vari metodi. Uno di questi è un sistema che si chiama odometria.
Mario – Sembra un nome complicato.
Gilberta – Si, ma è semplice da spiegare. Per capire quanta strada ha fatto, Robau conta!
Mario, perplesso – Conta il tempo? Così? Uno, due, tre...
Gilberta – Noooo. Se tu vuoi sapere quanta strada hai fatto, basta che conti i passi, giusto?
Mario – Non capisco, è difficile, non ci riesco.
Gilberta – Ma no, facciamo cosi, ti spiego con un esempio. Chiudi gli occhi.
Suo fratello ubbidisce senza replicare.
Gilberta – Adesso, sempre a occhi chiusi, avanza di cinque passi.
Mario avanza di cinque passi all’interno del salotto, e arriva così vicino alla stufa.
Poi riapre gli occhi.
Mario – Adesso cosa devo fare?
Gilberta – Adesso chiudi gli occhi di nuovo e prova a tornare indietro.
Il ragazzo chiude gli occhi, si gira su se stesso, torna indietro avanzando di cinque passi esatti, e arriva così al punto di partenza. Poi riapre gli occhi.
Mario – Ehi, ce l’ho fatta. Sono tornato dov’ero prima.
Gilberta – Visto che sei tornato allo stesso punto senza guardare?Sei riuscito a orientarti anche a occhi chiusi. Ce l’hai fatta perchè hai contato i passi. I robot fanno lo stesso solo che, invece di contare i passi (molti robot non hanno gambe) contano i giri che fanno le ruote.
Mario – Ma certo, ho capito anch’io adesso. Robau non conta i passi, conta quanti giri fanno le sue ruote. Io ho i piedi, lui ha le ruote. Io conto i passi, lui i giri.
Gilberta – Giusto.
Mario – Forte!
Robau è proprio una macchina complessa. I suoi occhi sono due telecamere in grado di ”vedere” anche di notte, come gli scarafaggi. In questo, Robau e più capace dell’uomo. Mentre i nostri occhi riescono a vedere gli oggetti perché questi emanano luce “visibile”, alcune telecamere sono così sensibili da percepire anche lo spettro di luce nell’infrarosso, ossia quella luce che non si riesce a percepire a occhio nudo ma che tutti gli oggetti emettono. In questo modo un robot riesce a orientarsi anche al buio.
6 marzo 2019 | almanacco.cnr.it |
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