Il management nell'epoca dell'incertezza
Come affrontare i cambiamenti in quest'epoca di incertezze? Attolico ci mostra come il coraggio di "sperimentare" ci aiuti a raggiungere il benessere che cerchiamo.
- Collana: Le grandi voci
- ISBN: 9788822016195
- Anno: 2022
- Mese: settembre
- Formato: 13 x 18 cm
- Pagine: 96
- Tag: Economia Management
Disponibile
Viviamo nell’èra dell’incertezza: tutto intorno a noi si muove in maniera imprevedibile, con estrema velocità. In questi tempi liquidi, il coraggio di sperimentare può essere la carta vincente che trasforma i fallimenti in opportunità. Anziché cercare di resistere al cambiamento, occorre adottare strategie innovative per affrontarlo e raggiungere quel benessere che cerchiamo nella vita e nel lavoro.
Manager... a chi?
Fare i conti con gli errori: dalla complessità
all’incertezza
Imparare a scrutare una realtà invisibile
Sognare in grande per superare le grandi incertezze
Alimentare i due motori della crescita aziendale
Esplorare con metodo
Sperimentare con coraggio e disciplina
Rendere le aziende più forti delle incertezze
Affrontare le sfide e i cambiamenti personali
Tutto o niente?
Fare i conti con gli errori: dalla complessità
all’incertezza
Imparare a scrutare una realtà invisibile
Sognare in grande per superare le grandi incertezze
Alimentare i due motori della crescita aziendale
Esplorare con metodo
Sperimentare con coraggio e disciplina
Rendere le aziende più forti delle incertezze
Affrontare le sfide e i cambiamenti personali
Tutto o niente?
Manager... a chi?
Siamo tutti manager.
Generalmente per manager si intende una persona responsabile per il controllo, la gestione o l’amministrazione, totale o parziale, di un’azienda o di un’organizzazione simile a essa, assumendone la responsabilità della conduzione e delle relative decisioni, pur non essendo necessariamente il proprietario.
È un manager anche chi guida uno studio professionale, un’associazione sportiva o culturale, di qualsiasi dimensione. Di conseguenza, possiamo trovarci di fronte a diversi gradi di importanza della figura del manager in relazione a quanto l’azienda da gestire sia grande o in relazione a quante persone siano state a lui “assegnate” gerarchicamente.
Sono convinto che queste teoriche definizioni di manager lasciano il tempo che trovano poiché affondano il loro significato in vecchi paradigmi economici.
Se ti sei avvicinato a questo libro sei un manager curioso, o pensi di esserlo, o vorresti diventarlo, o sei semplicemente mosso dalla curiosità antropologica di scoprire quali sono i problemi di una tipologia di esseri umani in cui non ti riconosci. Una cosa è certa: sei una persona che lavora o che vorrebbe farlo.
Se lavori hai anche tu i problemi di gestione, controllo o amministrazione. Inoltre, devi gestire il tuo tempo, l’organizzazione personale, le decisioni e la tua sfera interiore rispetto alle “tempeste” e ai doveri del mondo esterno che ti aspettano.
Devi coniugare la vita personale con quella lavorativa, devi mettere nella corretta sequenza la lunga lista di cose arretrate che hai da fare, e devi capire come interagire e comunicare con un collaboratore, un capo o un collega. Devi gestire montagne di dati e informazioni che ti arrivano ogni giorno sulla scrivania, nella tua casella di posta elettronica e attraverso le numerose finestre virtuali tra te e il mondo esterno: WhatsApp, LinkedIn, Facebook, Instagram, YouTube, Twitter, TikTok, oltre a tutte le altre pagine web che sei solito aprire quando sei annoiato o nervoso. Devi capire se rimanere o no con l’azienda per cui lavori, devi capire se impegnarti a fondo, se ne vale davvero la pena oppure se preferisci “sopravvivere” con il minimo di energie impegnate.
Insomma, hai tante cose da gestire.
È vero, c’è chi ne ha di più e chi di meno. Ma non illuderti. Il management ti riguarda anche se lavori da solo in cima a un albero. Ti riguarda, qualsiasi posizione tu occupi in azienda.
Non potrai mai essere un esecutore di lavoro e basta. Qualsiasi azione tu possa eseguire, questa rappresenta sempre l’ultimo passo di un processo mentale. Sempre. Non esiste azione senza pensiero a monte, senza una decisione cosciente. E non ti auguro di eseguire azioni senza pensare, perché a volte possono avere conseguenze indesiderate. Oltre a poter avere effetti discutibili sulla tua autostima.
Quindi, se lavori sei un manager. Ti conviene esserlo. Gestisci un pezzo dell’azienda per cui lavori. Non sei un esecutore. I problemi della tua azienda sono anche i tuoi problemi. Che ti piaccia o no. Saliresti mai su una barca senza sapere in che direzione ha intenzione di andare il capitano di quella barca? Senza sapere se ha un buco nello scafo da cui perde acqua? Senza sapere se quella barca è in grado di prendere il largo o meno e se ha sufficiente autonomia?
A volte saliamo sulle barche aziendali sentendoci solamente passeggeri passivi e distratti, senza domandarci dove si sta andando e perché. Senza chiederci come potremmo contribuire per far sì che la barca sulla quale siamo saliti e sulla quale passeremo gran parte della nostra vita attiva, possa diventare una barca migliore e in grado di far viaggiare meglio tutti i suoi passeggeri. Forse hai pensato molte volte che questi non siano problemi tuoi, ma di altri. Magari dei manager di turno. Ti sbagli. Sono anche i tuoi problemi!
Se sei un manager che ricopre ruoli apicali, se hai la responsabilità di gestire un’azienda, in toto o in parte, e con essa tutte le risorse coinvolte, ti inviterò a riflettere sulle implicazioni profonde del management nella tua barca aziendale.
Siamo tutti manager.
Generalmente per manager si intende una persona responsabile per il controllo, la gestione o l’amministrazione, totale o parziale, di un’azienda o di un’organizzazione simile a essa, assumendone la responsabilità della conduzione e delle relative decisioni, pur non essendo necessariamente il proprietario.
È un manager anche chi guida uno studio professionale, un’associazione sportiva o culturale, di qualsiasi dimensione. Di conseguenza, possiamo trovarci di fronte a diversi gradi di importanza della figura del manager in relazione a quanto l’azienda da gestire sia grande o in relazione a quante persone siano state a lui “assegnate” gerarchicamente.
Sono convinto che queste teoriche definizioni di manager lasciano il tempo che trovano poiché affondano il loro significato in vecchi paradigmi economici.
Se ti sei avvicinato a questo libro sei un manager curioso, o pensi di esserlo, o vorresti diventarlo, o sei semplicemente mosso dalla curiosità antropologica di scoprire quali sono i problemi di una tipologia di esseri umani in cui non ti riconosci. Una cosa è certa: sei una persona che lavora o che vorrebbe farlo.
Se lavori hai anche tu i problemi di gestione, controllo o amministrazione. Inoltre, devi gestire il tuo tempo, l’organizzazione personale, le decisioni e la tua sfera interiore rispetto alle “tempeste” e ai doveri del mondo esterno che ti aspettano.
Devi coniugare la vita personale con quella lavorativa, devi mettere nella corretta sequenza la lunga lista di cose arretrate che hai da fare, e devi capire come interagire e comunicare con un collaboratore, un capo o un collega. Devi gestire montagne di dati e informazioni che ti arrivano ogni giorno sulla scrivania, nella tua casella di posta elettronica e attraverso le numerose finestre virtuali tra te e il mondo esterno: WhatsApp, LinkedIn, Facebook, Instagram, YouTube, Twitter, TikTok, oltre a tutte le altre pagine web che sei solito aprire quando sei annoiato o nervoso. Devi capire se rimanere o no con l’azienda per cui lavori, devi capire se impegnarti a fondo, se ne vale davvero la pena oppure se preferisci “sopravvivere” con il minimo di energie impegnate.
Insomma, hai tante cose da gestire.
È vero, c’è chi ne ha di più e chi di meno. Ma non illuderti. Il management ti riguarda anche se lavori da solo in cima a un albero. Ti riguarda, qualsiasi posizione tu occupi in azienda.
Non potrai mai essere un esecutore di lavoro e basta. Qualsiasi azione tu possa eseguire, questa rappresenta sempre l’ultimo passo di un processo mentale. Sempre. Non esiste azione senza pensiero a monte, senza una decisione cosciente. E non ti auguro di eseguire azioni senza pensare, perché a volte possono avere conseguenze indesiderate. Oltre a poter avere effetti discutibili sulla tua autostima.
Quindi, se lavori sei un manager. Ti conviene esserlo. Gestisci un pezzo dell’azienda per cui lavori. Non sei un esecutore. I problemi della tua azienda sono anche i tuoi problemi. Che ti piaccia o no. Saliresti mai su una barca senza sapere in che direzione ha intenzione di andare il capitano di quella barca? Senza sapere se ha un buco nello scafo da cui perde acqua? Senza sapere se quella barca è in grado di prendere il largo o meno e se ha sufficiente autonomia?
A volte saliamo sulle barche aziendali sentendoci solamente passeggeri passivi e distratti, senza domandarci dove si sta andando e perché. Senza chiederci come potremmo contribuire per far sì che la barca sulla quale siamo saliti e sulla quale passeremo gran parte della nostra vita attiva, possa diventare una barca migliore e in grado di far viaggiare meglio tutti i suoi passeggeri. Forse hai pensato molte volte che questi non siano problemi tuoi, ma di altri. Magari dei manager di turno. Ti sbagli. Sono anche i tuoi problemi!
Se sei un manager che ricopre ruoli apicali, se hai la responsabilità di gestire un’azienda, in toto o in parte, e con essa tutte le risorse coinvolte, ti inviterò a riflettere sulle implicazioni profonde del management nella tua barca aziendale.
29 Gennaio 2023 | La Repubblica |
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