50 grandi idee economia
Una guida per orientarsi nel labirinto dell’economia e comprendere i meccanismi che la regolano, dalla scala individuale a quella planetaria.
- Collana: 50 grandi idee
- ISBN: 9788822068132
- Anno: 2010
- Mese: aprile
- Formato: 17 x 20 cm
- Pagine: 208
- Note: illustrato, cartonato
- Tag: Economia Storia dell'economia
L’autore affronta in cinquanta voci concise e chiarificatrici i fondamenti dell’economia, ne esplora i luoghi comuni (dalla «mano invisibile» di Adam Smith alla legge della domanda e dell’offerta e al «dilemma del prigioniero») e, ricorrendo a un linguaggio chiaro ed efficace, ne rende accessibili gli aspetti teorici apparentemente più complessi. Conway espone le idee e i concetti essenziali dell’economia mettendo in luce come essa influisca su ogni aspetto della nostra vita quotidiana, fino a illustrare i problemi più scottanti e attuali del momento come la recente crisi finanziaria mondiale.
Introduzione - I FONDAMENTI - 01 La mano invisibile - 02 Domanda e offerta - 03 La trappola malthusiana - 04 Il costo opportunità - 05 Incentivi - 06 La divisione del lavoro - 07 Il vantaggio comparato - I MOVIMENTI - 08 Capitalismo - 09 Keynesismo - 10 Monetarismo - 11 Comunismo - 12 Individualismo - 13 L’economia dell’offerta - 14 La rivoluzione marginale - IL FUNZIONAMENTO DELL’ECONOMIA - 15 La moneta - 16 Micro e macro - 17 Il prodotto interno lordo - 18 Banche centrali e tassi di interesse - 19 Inflazione - 20 Indebitamento e deflazione - 21 Tasse - 22 Disoccupazione - 23 Valute e tassi di cambio - 24 Bilancia dei pagamenti - 25 La fiducia e la legge - 26 Energia e petrolio - FINANZA E MERCATI - 27 Il mercato obbligazionario - 28 Le banche - 29 Titoli azionari - 30 Attività rischiose - 31 Espansione e recessione - 32 Le pensioni e lo Stato assistenziale - 33 I mercati monetari - 34 Come si gonfiano le bolle - 35 Strette creditizie - TEMI DI DISCUSSIONE - 36 La distruzione creatrice - 37 Casa di proprietà - e prezzi immobiliari - 38 Deficit pubblico - 39 Disuguaglianza - 40 Globalizzazione - 41 Multilateralismo - 42 Protezionismo - 43 Le rivoluzioni tecnologiche - L’ECONOMIA ALTERNATIVA - 44 L’economia dello sviluppo - 45 L’economia ambientale - 46 L’economia comportamentale - 47 La teoria dei giochi - 48 L’economia criminale - 49 L’economia della felicità - 50 L’economia del XXI secolo - Glossario - Indice analitico
34 Come si gonfiano le bolle
Esuberanza irrazionale: due termini banali, ma una volta messi insieme hanno acquisito abbastanza forza da far crollare i mercati azionari in tutto il mondo. Quando nel 1996 Alan Greenspan, allora presidente della Federal Reserve, mise in guardia contro la possibilità che i mercati sperimentassero una situazione simile, provocò una consistente caduta dei prezzi, poiché gli investitori cominciarono a chiedersi se non erano rimasti intrappolati in una bolla.
Greenspan si era reso conto che i prezzi delle azioni delle aziende tecnologiche stavano crescendo molto più rapidamente di quanto ci si potesse aspettare. La gente si lasciava spingere, sull’onda dell’entusiasmo per il boom di Internet, ad acquistare azioni a prezzi superiori al loro ragionevole valore. Il risultato, nei primi giorni della bolla informatica, era stato un’impennata dei prezzi delle azioni. A Wall Street l’allarme di Greenspan fece precipitare il giorno dopo l’indice azionario Dow Jones di 145 punti, ma poi la fiducia si ristabilì fino all’inizio del nuovo millennio.
Questo caso di «esuberanza irrazionale» illustra due punti fondamentali relativi ai mercati e alle bolle azionari: in primo luogo, è estremamente difficile accorgersi dell’esistenza di una bolla e ancor più capire quando sta per scoppiare; in secondo luogo, non sempre è facile riportare le bolle sotto controllo.
Individuare le bolle Le bolle economiche si verificano quando l’entusiasmo degli speculatori e degli investitori riguardo a una particolare attività fa aumentare il prezzo di quest’ultima oltre il dovuto. Naturalmente, quale sia il prezzo «giusto» dipende da valutazioni soggettive, e qui nascono i problemi. Anche quando le quotazioni delle azioni informatiche raggiunsero vette da capogiro nel 2000, una massa di analisti ed esperti sosteneva che quei prezzi erano corretti. Lo stesso vale per i prezzi delle case negli Stati Uniti e nel Regno Unito nel 2006, prima che cominciassero a crollare durante la successiva crisi economica.
Le bolle non sono affatto un fenomeno nuovo. Esse si verificano fin dagli albori del mercato: a partire dall’Olanda del XVII secolo, dove gli investitori si lanciarono nell’acquisto di tulipani, e dalle bolle della South Sea e della Mississippi Company del XVIII secolo (legate ai profitti ricavabili dalle colonie europee), fino alle diverse crepe nel mercato immobiliare del XX secolo.
Se, con il senno di poi, è chiaro che si trattava di bolle, individuarle in anticipo è tutt’altro che facile. I prezzi possono salire per via di quelle che gli economisti chiamano ragioni «fondamentali». I prezzi delle case, ad esempio, possono aumentare perché più persone desiderano vivere in un certo paese o in una certa regione – in altre parole, si verifica un aumento di domanda – o perché diminuisce il numero di case che vengono costruite – ossia, si verifica una diminuzione dell’offerta.
Andare controvento Molti esperti economici, compreso Alan Green - span, hanno sostenuto che i politici non dovrebbero cercare di porre un freno alle bolle – «andare controvento», innalzando, per fare un esempio ovvio, i tassi di interesse o gettando sul tavolo nuove norme – ma dovrebbero piuttosto occuparsi di raccogliere i cocci dopo che sono esplose. Il loro è un duplice ragionamento.
Effetto di ritorno
Quando una bolla è in formazione, o esplode, interessa l’economia attraverso un circolo virtuoso oppure vizioso, che gli economisti chiamano spirale positiva o negativa. Quando i prezzi salgono, gli individui si sentono più ricchi e sono portati a spendere di più, e ciò alimenta la crescita dell’economia nel suo complesso. Quando i prezzi cadono, la gente spende meno, il che a sua volta provoca un’ulteriore caduta dei prezzi, e le banche concedono prestiti meno facilmente. Durante la crisi finanziaria del 2008 si è avuto un effetto di ritorno sotto forma di spirale negativa, nella quale le banche hanno cessato di prestare denaro con facilità e a basso costo, il che ha spinto la gente a tagliare le spese, cosa che non ha fatto che rafforzare la riluttanza delle banche a concedere prestiti. Spirali di questo genere sono tra i fenomeni economici più pericolosi, perché una volta innescatisi è molto difficile per chiunque – comprese le banche centrali e i politici – fermarli.
In primo luogo, è difficile stabilire se un aumento dei prezzi sia il sintomo di una bolla o un segnale positivo di crescita economica. In secondo luogo, dato che gli strumenti economici come il tasso di interesse e la normativa sono poco raffinati, è probabile che il ricorso ad essi provochi danni collaterali in altre parti dell’economia.
Alcuni hanno invece suggerito che le bolle siano parte integrante di un’economia ben funzionante, in quanto incoraggerebbero investimenti su larga scala che altrimenti non verrebbero effettuati. Ad esempio, il boom delle dot-com, o aziende informatiche, della fine degli anni ’90 ha innescato una corsa al cablaggio in fibre ottiche in tutto il mondo. Il risultato è stato una rete internazionale di capacità molto superiore a quella necessaria all’epoca. Molte delle aziende coinvolte sono fallite, ma l’aumento di ampiezza della banda ha in parte favorito la crescita economica negli anni successivi al boom informatico, poiché ha abbattuto il prezzo internazionale della comunicazione. Analogamente, alcuni sostengono che l’emergere di bolle aiuta l’economia a sbarazzarsi delle attività e delle imprese di minor successo attraverso il processo di distruzione creatrice (si veda il capitolo 36).
Il danno fatto Tuttavia, tali argomenti appaiono discutibili quando l’economia ha appena sofferto le conseguenze dello scoppio di una bolla. La contrazione o recessione che ne consegue può rivelarsi estremamente dannosa.
Quando le banche cominciano a razionare il credito, ad esempio, anche delle semplici transazioni finanziarie possono diventare significativamente più dispendiose (si veda il capitolo 35). Basta pensare alla Grande depressione seguita al crollo di Wall Street del 1929 per capire quanto possano essere gravi le conseguenze economiche a lungo termine dell’esplosione di una bolla.
Alcuni sostengono che le bolle economiche, con l’esca del facile guadagno, distolgono gli individui da investimenti più opportuni. In termini economici, esse provocano una cattiva allocazione delle risorse che potrebbero essere impiegate più utilmente altrove. Ad esempio, gli investitori potrebbero acquistare immobili in previsione di una loro rivalutazione, anziché spendere nell’acquisto di azioni o risparmiare.
Attenuare il ciclo Coloro che manovrano l’economia hanno diversi modi a disposizione per impedire la formazione di una bolla. La prima possibilità consiste semplicemente nel segnalare – attraverso un discorso o un annuncio pubblico – il fatto che i politici sono preoccupati per una simile eventualità (possibilmente indicando anche che saranno prese misure per evitarla). Tuttavia, come si è visto nel caso del crollo delle aziende informatiche, ciò non basta a impedire che le bolle si formino. La seconda opzione è quella di aumentare i tassi di interesse, e smorzare così la crescita della bolla, a costo però di rallentare l’andamento di altri settori dell’economia. Una terza idea è quella di imporre alle banche una disciplina più rigorosa, affinché non concedano prestiti con troppa leggerezza nei periodi buoni per poi, al manifestarsi di una bolla, semplicemente chiudere i rubinetti. Queste politiche sono dette anticicliche, perché sono volte a impedire che l’economia scivoli dall’espansione nella recessione – in contrasto con quelle procicliche, che favoriscono le bolle e le successive dolorose cadute.
Alla luce della crisi del 2008, le banche centrali hanno invitato a far di più per «andare controvento» e impedire che si formino nuovamente bolle dei prezzi immobiliari – come è accaduto nel corso dell’ultimo decennio con esiti disastrosi.
Tuttavia, gli economisti sono sempre più convinti che le bolle siano un fenomeno inevitabile della crescita economica. Finché gli esseri umani saranno irrazionali e imprevedibili, le bolle saranno un elemento permanente della vita.
10 maggio 2010 | SiciliaToDay (web) |