Vivere slow
Apologia della lentezza
prefazione di Pietro Barcellona
presentazione di Elena Ioli
Lavori per vivere o vivi per lavorare? Se sei sopraffatto dalle ansie e dallo stress, questo è il libro perfetto per te, per imparare a rallentare e trovare il giusto ritmo per affrontare la vita quotidiana.
- Collana: Senzatempo
- ISBN: 9788822046178
- Anno: 2021
- Mese: giugno
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 140
- Tag: Psicologia Sociologia Benessere
Sei stanco, affaticato, irritato e irritabile? Desideri quiete e relax ma non riesci a trovare neanche il tempo di guardare un film seduto sul divano? María Novo propone riflessioni e consigli su come conciliare i ritmi di una vita sempre più frenetica con i bisogni psicofisici.
Non solo insegna a riappropriarsi dei propri spazi e a vivere una vita personale più serena, ma stimola anche riflessioni su come impiegare al meglio il proprio tempo per essere più utili alla società.
Prefazione di Pietro Barcellona - Introduzione - Perché parlare di lentezza? - I. RIFLESSIONI SUL TEMPO - Breve storia del tempo - Kairós: il momento opportuno - La fretta ci sta uccidendo. Cosa possiamo fare? - Assecondare i ritmi della natura - Lentezza e sostenibilità - L’orologio: un tiranno che ci controlla la vita - Costruire una nuova normalità: il fattore «S» - Chi va piano va sano e va lontano... - L’amore è uno sport per lenti - II. COME IMPIEGANO IL TEMPO ALCUNE PERSONE - La Banca del Tempo ti aspetta - Perché sono diventata socia di Slow Food - Come concedere una tregua all’intelligenza (imparando dagli amici) - Vivere in una città lenta per recuperare il benessere - Ferrara, città delle biciclette - Ogni mattina, Elena ringrazia - La città è anche dei bambini - Da Festina lente a Slow People - Epilogo - Lentezza e bellezza - Appendice
Per la maggior parte, noi occidentali siamo ricchi di cose ma poveri di tempo. Abbiamo tutti un «cronometro» al polso o in tasca, che ci ricorda la nostra condizione di schiavi di Kronos.
A forza di organizzare la nostra vita, moltiplicando gli obblighi e gli impegni, lasciamo poche opportunità a Kairós, a quegli eventi che, per verificarsi al momento giusto, richiedono un certo abbandono al fluire misterioso e imprevisto della vita; perché, come diceva María Zambrano, «ai chiari di bosco, non ci si porta... per fare domande».
Dovremmo piuttosto svuotare la nostra esistenza dalle mille azioni inutili con cui la riempiamo: ore trascorse davanti al televisore guardando programmi spazzatura; impegni di lavoro sempre più fitti per guadagnare più denaro; pomeriggi di shopping nei grandi magazzini per «passare il tempo». Questo stile di vita ci schiaccia, rendendoci schiavi di Kronos.
Affinché ci accadano cose nuove, eventi spesso insignificanti ma che ci fanno sentire vivi, dobbiamo ridefinire le nostre priorità e lasciar spazio alle occasioni. Se la nostra esistenza è già sovraccarica, non riusciremo ad accogliere le innovazioni.
Il nostro obiettivo è recuperare ore e giorni, sottraendoli alla folle corsa a produrre e consumare senza limiti imposta dal mercato. Potremmo, per esempio, cominciare a sostituire gradualmente gli svaghi per i quali è necessario pagare con altre forme di evasione, che ci obbligano a coltivare le relazioni personali, la ricerca interiore e il silenzio.
Viviamo dominati da irraggiungibili traguardi di produttività e competitività. Per potenziare il rendimento, le imprese fissano per i dipendenti obiettivi ai limiti delle loro possibilità.
L’anno seguente, pretenderanno ancora di più. Lavorando per raggiungere mete già fissate in anticipo, viaggiando semplicemente per arrivare in un determinato luogo e non per goderci il percorso, viviamo per produrre e conseguire beni di consumo, perdendo di vista il processo, la capacità di gioire di ciascun istante e di assecondare i nostri ritmi personali. Gli aerei ci trasportano da una città all’altra, senza farci vedere cosa c’è nel mezzo. L’automobile, guidata alla velocità massima consentita, ci impedisce di ammirare il paesaggio. I traguardi professionali sempre più impegnativi non lasciano spazio alle distrazioni, al punto da spingere gli individui a domandarsi: lavoro per vivere, oppure vivo per lavorare?
Se siamo noi stessi a imporci determinati obiettivi, dovremmo cominciare a riflettere sulle nostre priorità e a riconsiderare le scelte compiute finora. Se non impariamo a distinguere cosa conta veramente per noi, rischiamo di buttar via il nostro tempo rincorrendo mete fittizie.
I piaceri più preziosi dell’esistenza sono del tutto gratuiti: l’abbraccio di un figlio, il bacio di un amante, una passeggiata in riva al mare, l’alba in campagna... Per godere appieno di questi istanti, abbiamo bisogno soltanto di tempo. Dobbiamo essere disposti ad accogliere Kairós, lasciando spazio agli avvenimenti felici e alla celebrazione. Prima che sia troppo tardi, siamo forse ancora in tempo per recuperare almeno in parte ciò che è andato perduto.
14 Novembre 2021 | incartamenti.wordpress.com |