La scienza di Francesco
Dal santo di Assisi al papa argentino
prefazione di padre Enzo Fortunato
Da san Francesco a papa Francesco, un libro sul profondo rapporto tra Scienza e Cristianesimo, che ricostruisce e analizza in modo chiaro e originale la storia dei processi cognitivi alla base della Scienza moderna.
- Collana: La Scienza Nuova
- ISBN: 9788822002679
- Anno: 2016
- Mese: giugno
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 224
- Tag: Scienza Storia Filosofia della scienza Religione Storia della scienza Cristianesimo
La scienza moderna ha cominciato a fare capolino alla fine del Medioevo, per poi affermarsi ai tempi del processo a Galileo, dell’Inquisizione, dei roghi degli eretici e delle streghe. È nata, cioè, dal cuore più profondo (e anche più buio) del Cristianesimo che riscopriva la filosofia greca, ma si è con il tempo presentata come l’altra religione, o addirittura l’antireligione, l’oblio del divino, l’ultima spiaggia di ogni ateismo. Ma come mai il Cristianesimo ha partorito dal suo seno questo “crepuscolo degli Dei”? Effetto della presenza del Maligno nel mondo? Oppure la scienza è nata dal nulla per generazione spontanea? Forse è frutto del capitalismo? O della Riforma Protestante? In questo libro di storia cognitiva, Borzacchini disegna un rapporto profondo, radicale, tra la scienza moderna e il Cristianesimo nel suo periodo di massimo splendore e autorità, quando, dalle cattedrali alle università, la Chiesa ricopriva con il suo latino tutto l’umano sapere, mentre cominciavano a nascere le nuove nazioni e i loro dialetti. E san Francesco lasciava per la scienza e per l’umanità una traccia indelebile che oggi sembra riapparire in un papato che ha ripreso quel nome.
Prefazionedi padre Enzo Fortunato - Premessa - Introduzione - I. L’antichità - 1. La scienza di Aristotele - 2. La scienza nel Cristianesimo antico e alto medievale - II. Il Medioevo - 3. La scienza e la Chiesa nel basso Medioevo - Francesco d’Assisi e i Francescani - L’aristotelismo - Le species e il soggetto della conoscenza - Universali e individu i- Scienza e causalità - Il linguaggio mentale e il triangolo semiotico - 4. Il XIV secolo - Linguaggio e logica - Buridan - 5. Ouverture medievale della scienza moderna - Dottrina della scienza - Spazio, tempo e moto - L’algebra e i segni - Matematica e fisica - Categorie e quantità - III. L’era moderna - 6. La scienza e il Cristianesimo nel mondo moderno - Quesiti storiografici - L’era moderna - L’Ottocento e oltre - 7.Il Concilio - Tematiche post-conciliari - Il relativismo - 8. Laudato si’ - Conclusioni del Contastorie - Riferimenti bibliografici - Indice dei nomi
Introduzione
Questo saggio si compone di tre parti in cui avanza tre tesi storiografiche abbastanza inconsuete. L’Introduzione e la Conclusione ne sono piuttosto l’anima.
La prima parte concerne alcuni aspetti essenziali della filosofia antica e della cultura cristiana riguardo il mondo e la scienza, e avanza la tesi che la scienza moderna non sia uno sviluppo della scienza greca dopo i ‘secoli bui’ del Medioevo, ma sia invece una creazione essenzialmente medievale e più precisamente emersa dall’incontro tra religione cristiana e filosofia classica quale si profila sin dal Cristianesimo primitivo, e a tal punto originale che è impossibile trovare le radici della scienza moderna senza riconoscerne la ‘natura’ medievale.
La seconda parte si concentra sulla Scolastica e sulla ripresa dell’aristotelismo, avanzando la tesi che qui la scienza moderna si vada delineando come ‘figlia preziosa’ del pensiero cristiano in due forme nettamente distinte: una forma filosofica aristotelica in san Tommaso, che ‘sdogana’ l’idea di una ‘filosofia naturale’ sostanzialmente empirica e orientata alle scienze naturali e osservative, e una nuova forma scientifica in autori di formazione agostiniana e francescana che invece sviluppa gli aspetti antiaristotelici del pensiero medievale e cristiano che porteranno alla fisica-matematica moderna.
La terza parte mostra infine come nella dottrina attuale della Chiesa sia rimasta dominante la filosofia tomista sulla scienza, e che questo abbia finito con l’essere il terreno di un armistizio con l’idea neopositivista di scienza (e più in generale con una particolare cultura laica), contrassegnato dal comune pregiudizio logico-empirista, così che tanto la tiepida accettazione del Cristianesimo da parte del pensiero liberale attuale come male (religioso) minore, quanto le discussioni anche polemiche tra cattolici e scienziati laici su diversi temi scientifici sono viziati da questo limite comune. Solo col Concilio Vaticano II e con la recente Enciclica Laudato si’ è iniziato il disgelo.
Questa Enciclica è sembrata a molti creare un legame tra il santo di Assisi e il papa argentino basato su una lettura ‘verde’ di san Francesco, ma il santo che parlava agli uccelli non aveva niente di ecologico o animalista e la Fratellanza francescana non era una comunità hippy. Non è verde il filo che lega il santo e il papa. Francesco è ben dentro il Medioevo, alle origini del travagliato rapporto del Cristianesimo con la nascente Europa moderna, a cominciare con la nascita della scienza moderna. È importante recuperare questa storia – anche se richiede di inoltrarsi negli oscuri labirinti della scienza medievale – per trovare il vero legame tra il santo e il papa, e non farne invece due santini...
Francesco d’Assisi e i Francescani
Si evoca spesso la ‘modernità’ di Francesco, ma lo si fa quasi come atto dovuto o come riferimento alla sua spiritualità e alla modernità del suo insegnamento per i problemi etici, religiosi o addirittura esistenziali dell’oggi. Non è inutile cercare invece di mostrarla da un punto di vista strettamente laico e storico.
Francesco appare ad esempio all’inizio della storia della letteratura italiana, assieme ai poeti siciliani (intorno alla corte di Federico II) e toscani (con la nascita dei Comuni). Ma quella di Francesco non è poesia legata alle nuove forme del potere politico della società medievale, è schiettamente popolare, periferica e ‘povera’, quindi all’origine della poesia italiana, in un ruolo non solo religioso, ma popolare in senso lato.
Possiamo anche ricordare che francescani sono i fondatori dei primi ‘monti di pietà’, le prime forme bancarie, anche se create senza fine di lucro ma solo come aiuto al popolo. Poi nasceranno i ‘monti’ laici, tra cui il ‘monte dei paschi di Siena’, la prima banca della storia. Questo appare forse come riflesso della concezione ‘sostanziale’ della povertà (‘madonna povertà’) e del denaro (‘sterco del demonio’), che supera l’idea antica, puramente attributiva della ricchezza e privativa della povertà (“l’uomo senza denaro è imago mortis”, e minores all’epoca, prima dei Francescani, erano i poveri), e qui ci troviamo agli albori del capitalismo: Francesco in quanto figlio di un ricco mercante conosceva i meccanismi del mercato e la natura ‘divisiva’ del denaro (Lettera ai Fedeli, Fonti francescane, 205). Quando Francesco si spoglia nudo davanti al vescovo per rendere al padre i suoi vestiti non esprime come san Bernardo il disprezzo per i mercanti, piuttosto finisce col mimare, nel rapporto col modo di produzione capitalistico in formazione, il «date a Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio» di Gesù di fronte all’Impero, «il mio regno non è di questo mondo», segnando la (provvisoria) accettazione di tale modo di produzione nella società ma anche la propria radicale alterità.
Ma questi sono solo esempi, anche troppo grezzi. C’è però un terzo aspetto, su cui credo ci si possa muovere su un terreno più solido, ed è quello che ci riguarda più da vicino: sono francescani (o prossimi al movimento francescano) gli autori che nel XIII e XIV secolo appaiono inaugurare uno stile di pensiero che porterà alla nascita della scienza moderna, quelli che Pierre Duhem considererà i ‘precursori di Galileo’.
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