Nato in Francia nel 1901 a Hagetmau (Landes), Henri Lefebvre è oggi considerato uno dei più autorevoli pensatori marxisti internazionali. Entrato nel '28 nel Partito comunista Francese, ne esce nel '58, in seguito alle polemiche sul XX Congresso del PCUS. A Nanterre, dove dal '65 è docente di Sociologia, nel '68, circondato da assistenti come Jean Baudrillard, Renè Lourau; Henry Raymond, e da studenti quali Cohn-Bendit, partecipa in prima persona al Maggio francese.
Dalla genesi dello Stato moderno alle sue raffinate forme di dominio politico, sociale, economico e ideologico sul mondo attuale: in quattro volumi la più completa e approfondita teoria dello Stato, a opera del grande pensatore francese.
Dopo aver delineato nei precedenti volumi della tetralogia sullo Stato una teoria dello Stato moderno e una panoramica dell'atteggiamento «marxista» sul suo concetto, Lefebvre riprende in questo terzo libro l'analisi critica dello Stato per cercarvi non un fondamento «proprio» al politico o un fondamento «specifico» dello Stato in generale, ma il suo fondamento «sociale». Non dunque una metafisica o una descrizione fenomenologica dello Stato, che non è né un oggetto, né un sistema, né una sostanza, ma un'analisi che gli attribuisce e ne svela la specifica esistenza e realtà. Impadronitosi su scala mondiale di tutte le mediazioni (sociali, economiche, ideologiche, ecc.), lo Stato non si contenta più di innalzarsi sulla società: se ne impadronisce; cessa di essere mezzo al servizio di determinati interessi: ne diventa il gestore. Il modo di produzione dello Stato diviene così il quadro mondiale entro il quale analizzare la lotta di classe e rispetto al quale costruire una strategia nuova.