Progetto Marte
Storia di uomini e astronavi
edizione italiana a cura di Giovanni Bignami
Un appassionante racconto scritto nel 1949 e finora inedito: von Braun ci fa viaggiare su Marte, oggi più che mai prossima meta dell’esplorazione spaziale.
- Collana: Fuori Collana
- ISBN: 9788822041791
- Anno: 2016
- Mese: ottobre
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 264
- Tag: Romanzo Universo Astrofisica Fantascienza
In questo romanzo di fantascienza finora inedito, lo scienziato Wernher von Braun – capostipite dei programmi spaziali europei e americani – unisce alla narrazione le sue conoscenze tecniche come solo un vero sognatore può fare.
Racconta la storia di un viaggio avventuroso, la prima missione umana su Marte, dal progetto e dalla costruzione delle navi spaziali fino al ritorno a casa degli astronauti. Von Braun descrive con perizia ed entusiasmo le straordinarie scoperte sul pianeta rosso e dedica ampio spazio alle storie personali e alle emozioni dei protagonisti, dando all’opera una dimensione “umana” e quasi realistica.
Scritta più di mezzo secolo fa, quando ancora si pensava che Marte potesse essere abitato, e oggi particolarmente attuale grazie alle ultime missioni esplorative sul pianeta rosso, questa storia appassionante – basata su calcoli ed equazioni missilistiche scientificamente accurate – viene finalmente pubblicata in una versione tradotta e curata dal celebre astrofisico, scrittore e comunicatore televisivo Giovanni Bignami.
Prefazione di Giovanni Bignami - Introduzione - Anno Domini 1980 - 1 Progetti o sogni? - 2 Viaggio su Lunetta - 3 Sosta interplanetaria - 4 Parliamo del pianeta Marte - 5 A bordo di Sirius - 6 Tecnicamente, è possibile arrivare su Marte? - 7 La vita su altri pianeti - 8 La missione del viaggio spaziale - 9 Rompicapi di un progettista di astronavi - 10 Come lavora un intero esercito di tecnici - 11 Il grande trasporto nello spazio - 12 Avventure e disavventure -13 Addio alla Terra - 14 In viaggio tra i pianeti - 15 Il “Mayday” di Aldebaran - 16 Ci avviciniamo a Marte - 17 Il pianeta rosso svela i suoi segreti - 18 Si scende su Marte - 19 L’edificio misterioso - 20 Contatto - 21 Come è governato Marte - 22 Come vivono i marziani - 23 Tutti su Marte - 24 Riparazioni anatomiche e conoscenze in scatola - 25 Il meccanismo di una superciviltà - 26 La spedizione porta frutti - 27 Il Saggio di Laroni - 28 Un futuro immortale
Guidando verso Laguna Beach ed Emerald Bay a Holt sembrava di vivere un sogno. Appena dopo le alte torri petrolifere di Huntington Beach accostò la macchina sul lato della strada vicino alla riva sabbiosa del Pacifico. Si mise la chiave d’accensione in tasca e si diresse verso l’oceano attraversando le dune sabbiose. Aveva bisogno di stare da solo. Marte, finalmente. Aveva lavorato nel campo della missilistica e dei viaggi spaziali abbastanza a lungo da rendersi conto che ci sarebbe voluto almeno un anno per eseguire i calcoli e predisporre il piano per la missione. In seguito sarebbero state progettate le astronavi per poi costruirle, testarle e perfezionarle.
Questa era certamente la specialità di Spencer, era perfetto per questo. Stavolta non si trattava di un viaggio di una quindicina di giorni come una spedizione lunare; era qualcosa di grande, di molto più grande. Lui aveva partecipato a un viaggio sulla Luna da giovane, quando non aveva ancora legami, come capitano. E aveva avuto un magnifico ufficiale comandante, una persona splendida, di nome Fitzgerald...
Questo viaggio su Marte era qualcosa di completamente diverso. Le sue conoscenze di astronomia, come quelle di tutti gli uomini dello spazio sufficientemente preparati, erano abbastanza ampie da suggerirgli che per il viaggio ci sarebbe voluto un tempo pari a circa metà tra i nostri sei mesi e i sei mesi marziani. Fece velocemente il conto. La metà dell’anno terrestre è di circa 183 giorni. Sommando la metà dell’anno su Marte, 343 giorni, si hanno 526 giorni, quindi solo per fare il viaggio di andata sarebbero stati necessari 263 giorni! Avrebbero trascorso 526 giorni nello spazio solo per fare il viaggio. Molto più di un anno! E poi avrebbero anche dovuto aspettare su Marte fino a che la Terra si fosse nuovamente trovata nella giusta posizione per ripartire. Questo significava almeno un altro anno. E che anno sarebbe stato quello! Era il vero obiettivo dell’intera spedizione. Durante quell’anno avrebbero scoperto la natura degli abitanti, gli ambienti e le condizioni nelle quali vivevano. Non c’era dubbio, sarebbero passati non meno di tre anni, tra i giorni nello spazio e quelli su di uno strano pianeta, prima di rimettere piede sulla Terra.
Il suo compito era quello di capire quali sarebbero state le condizioni migliori per raggiungere e stazionare su Marte e di provvedere a tutti i preparativi necessari. Lo stesso doveva fare per quanto riguardava il ritorno sulla Terra. Dal suo lavoro sarebbe dipeso il successo o l’insuccesso di tutta la spedizione...
Certo, i riferimenti di Spencer alla probabilità di presenza di vita intelligente su Marte non erano stati particolarmente sorprendenti. Idee vaghe su questo argomento erano già emerse nel corso degli ultimi decenni. Queste ipotesi sembravano ora solamente più sostenibili grazie alle nuove fotografie scattate dall’osservatorio su Lunetta.
Holt si lasciò cadere su una duna. Mentre i suoi occhi scrutavano l’orizzonte sopra le calme onde del Pacifico, nella sua mente si moltiplicavano le idee. Si stava risvegliando l’avventuriero che era in lui. Questo non era il solito viaggio verso un piccolo satellite già conquistato come la Luna! Quando ci si era messi in viaggio per la Luna, si avevano a disposizione mappe e informazioni molto precise. Si sapeva esattamente cosa aspettarsi in termini di atmosfera, temperatura e altri dati simili. Si avevano a disposizione informazioni precise su quello che avrebbero dovuto affrontare. Dato che sulla Luna non c’era atmosfera, erano state realizzate delle tute apposite, dotate di equipaggiamenti per la respirazione. Era stata una questione di fisica, tecnologia, progettazione, fabbricazione e test eseguiti in camere dove si riproducevano le condizioni lunari. Era stato un esperimento tecnico grandioso. Il pericolo era poi sorto là dove c’erano stati difetti tecnici o lacune nell’esecuzione del progetto, a causa dei quali lui stesso aveva sofferto.
Ma Marte! Che cosa sapevano veramente delle condizioni fisiche su questo pianeta? La sua prima mossa sarebbe stata quella di strappare dai cervelli degli astronomi ogni informazione al riguardo. Il passo iniziale sarebbe stato un viaggio su Lunetta. Lì si sarebbe occupato della realizzazione di un programma dettagliato di valutazione insieme agli astronomi. Tra l’altro avrebbero avuto bisogno di informazioni riguardo alle temperature e alla densità dell’atmosfera, ai suoi costituenti e così via. Di che natura è la superficie di Marte? Ci sono venti? Quale sarebbe stata la miglior strategia di atterraggio? Ma c’erano anche altre domande: quali forme di vita esistevano su quel pianeta?
I marziani dovevano essere dotati d’intelligenza e molto ben organizzati se erano stati in grado di realizzare dei sistemi d’irrigazione così elaborati. E ci doveva essere un governo marziano generale, visto il modo in cui il sistema d’irrigazione copriva l’intero pianeta con una simmetria sbalorditiva, da un polo all’altro.
Holt si chiese se gli abitanti fossero bellicosi. Dopotutto, Marte era un pianeta piuttosto vecchio e probabilmente avevano superato la fase delle guerre, vissuta durante le migliaia di secoli in più rispetto al nostro pianeta. Magari non avevano neanche familiarità con le armi perché a loro non servivano più...
Ma poteva anche essere che, grazie alla loro maggiore età ed esperienza, fossero in possesso dell’energia atomica e di tecnologie sconosciute ancora più avanzate. Avrebbero accolto la spedizione dalla Terra con cordialità oppure no? Mille pensieri gli giravano nella mente, mentre cercava di immaginare la varietà di situazioni che potevano aspettarlo su Marte.
Sarebbe stato prudente prepararsi al peggio. Sarebbe stato troppo azzardato pensare di esplorare un pianeta distante e sconosciuto con un paio di compagni agitando dei rami d’ulivo.
Dovevano creare una sorta di commando, equipaggiato con le armi più recenti e performanti, in modo da poter almeno avere la possibilità di battere in ritirata. In realtà sarebbe stato molto meglio tentare inizialmente un approccio amichevole e cercare di comunicare con gli abitanti di Marte, sperando che anche loro fossero disposti a farlo.
Il pensiero di Holt tornò ai suoi giorni di scuola. Si domandò come si fosse sentito Hernán Cortés quando lui e la sua piccola banda si erano trovati sulla costa del Messico ad affrontare il vasto impero degli Aztechi. Cortés aveva avuto a che fare con una parte di umanità che parlava una lingua sconosciuta, adorava strani Dei e aveva usanze crudeli e bizzarre. Questa spedizione era ancora più azzardata dell’invasione di Cortés? Solo il tempo avrebbe potuto dirlo...
Holt saltò in piedi. Nel suo cuore sapeva di aver già detto di sì a Marte. Sarebbe stato il Colombo dello spazio, l’ammiraglio dell’Universo, il Cortés di Marte. Si precipitò verso la macchina e ripartì verso Emerald Bay.
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