50 grandi idee psicologia
Un’introduzione alla psicologia per approfondire, al riparo da luoghi comuni, i concetti fondamentali di una disciplina che indaga il comportamento e il pensiero dell’uomo.
- Collana: 50 grandi idee
- ISBN: 9788822068149
- Anno: 2010
- Mese: maggio
- Formato: 17 x 20 cm
- Pagine: 208
- Note: illustrato, cartonato
- Tag: Psicologia Razionalità Cervello Mente
Perché è così difficile smettere di fumare? Com’è possibile che un placebo si riveli altrettanto efficace di un farmaco? Cosa intendiamo oggi per «comportamento normale»? Quali strategie utilizziamo per far fronte allo stress? Attraverso 50 brevi capitoli, Adrian Furnham guida il lettore alla scoperta dei concetti di base di una disciplina che si propone di indagare il comportamento e il pensiero umano, i sentimenti e le idee. Con uno stile brillante e discorsivo, applicato a contenuti rigorosi, l’autore ci illustra alcune delle più comuni psicopatologie, descrive i recenti sviluppi nel campo della psicoterapia, riassume alcune tappe storiche fondamentali, come la nascita del movimento antipsichiatrico che ha condotto alla chiusura dei manicomi. Ciascun capitolo è completato da interessanti inserti, aneddoti ed esempi concreti.
Introduzione - PSICOPATOLOGIA - 01 Il comportamento deviante - 02 L’effetto placebo - 03 Liberarsi da una dipendenza - 04 La schizofrenia - 05 Nevrotico o semplicemente diverso? - 06 Sembrare sani - 07 Lo stress - ILLUSIONE E REALTÀ - 08 Le illusioni ottiche - 09 La psicofisica - 10 Le allucinazioni - 11 Il delirio - 12 Fino a che punto siamo coscienti? - MENTE E CUORE - 13 La psicologia positiva - 14 L’intelligenza emotiva - 15 A cosa servono le emozioni? - 16 La terapia cognitiva - DIFFERENZE INDIVIDUALI - 17 Il quoziente intellettivo - 18 L’effetto Flynn - 19 Intelligenze multiple - 20 Le differenze cognitive - PERSONALITÀ E SOCIETÀ - 21 Il test di Rorschach - 22 Il rivelatore di bugie - 23 La personalità autoritaria - 24 Obbedire all’autorità - 25 Integrarsi - 26 Altruismo o egoismo? - 27 La dissonanza cognitiva - 28 Il gioco d’azzardo - RAZIONALITÀ E PROBLEM SOLVING - 29 Risolvere problemi - 30 Ho investito troppo per mollare! - 31 Le decisioni razionali - 32 I ricordi del passato - COGNIZIONE - 33 Cosa ha visto il testimone? - 34 L’intelligenza artificiale - 35 Dormire, forse sognare - 36 Cercare di dimenticare - 37 Sulla punta della lingua - SVILUPPO - 38 Gli stadi psicosessuali - 39 Gli stadi cognitivi - 40 Anatroccoli in fila indiana - 41 Tabula rasa - APPRENDIMENTO - 42 Il cane di Pavlov - 43 Il comportamentismo - 44 Gli schemi di rinforzo - 45 Dominare la complessità - IL CERVELLO - 46 La frenologia - 47 La dominanza emisferica - 48 L’afasia - 49 La dislessia - 50 Chi sei? - Glossario - Indice analitico
07 Lo stress
Secondo alcuni, il termine «stress», derivato dal latino stringere, può e deve essere definito sul piano soggettivo, chiedendo all’individuo di riferire come si sente. Altri ricercano una definizione più oggettiva, per esempio valutando la concentrazione di alcune componenti della saliva o del sangue, oppure misurando il battito cardiaco.
Una definizione globale dello stress è ritenuta appropriata da alcuni studiosi, mentre altri ne enfatizzano la natura multidimensionale.
È opportuno definire lo stress sulla base dei fattori esterni che lo causano oppure considerando le reazioni degli individui? In altri termini, se un individuo non sperimenta uno stimolo come stressante, possiamo ancora considerarlo tale?
Pressioni e controllo Diverse teorie hanno tentato di descrivere e spiegare il fenomeno dello stress. Il modello domanda/controllo ha esaminato le pressioni psicologiche e fisiche subite dall’individuo affinché si comporti in un certo modo, valutando poi la sua libertà decisionale nell’adempiere a tali richieste.
Le situazioni più stressanti implicano richieste elevate e basso controllo. Un approccio alternativo consiste nel valutare l’equilibrio tra richieste e sostegno ricevuto.
Tre componenti dello stress Lo stress può essere considerato in primo luogo una funzione del corredo individuale (un tratto di personalità, un’abilità o un prodotto della biografia individuale). In secondo luogo, è importante valutare gli aspetti ambientali (il contesto familiare, comunitario e lavorativo).
Il terzo elemento include le modalità individuali di percezione e definizione dello stress, ma soprattutto le strategie adottate per affrontarlo.
L’individuo Preoccupazioni ansiose, talvolta definite nevrotiche, determinano una condizione di stress. Le persone caratterizzate da una «affettività negativa», cioè da una combinazione di ansia, irritabilità, neuroticismo e autosvalutazione, risultano meno produttive, sono poco gratificate dal lavoro e manifestano una tendenza all’assenteismo.
Gli individui convinti che gli eventi esistenziali siano il risultato dei loro comportamenti, sforzi e capacità, appaiono meno stressati dei «fatalisti», sicuri che le loro vite siano dominate dal fato, dalla fortuna, dal caso, da Dio o da un’altra entità superiore, oppure da individui o poteri al di fuori delle loro possibilità di controllo.
I più stressati sono gli individui estremamente competitivi e arrivisti, spinti dal bisogno di riconoscimenti continui e dalle loro aspirazioni elevate, che li costringono a impegnarsi con ritmi frenetici per rispettare le scadenze autoimposte.
Organizzazione del lavoro e ambiente sociale Alcuni lavori sono senza dubbio più stressanti di altri. Risultano particolarmente estenuanti gli incarichi che richiedono responsabilità decisionale, un costante monitoraggio di macchine o materiali, ripetuti scambi di informazioni con gli altri. Anche i lavori eseguiti in condizioni fisiche disagevoli o che impongono l’esecuzione di compiti non strutturati aumentano il livello di stress.
Alcuni individui sono costretti a continui cambi di ruolo, passando rapidamente da un’attività a un’altra (da capo ad amico, da maestro a partner, da rappresentante della legge a padre confessore). L’ambiguità di ruolo emerge nei casi di incertezza sulle proprie responsabilità, sulle aspettative altrui e sulle modalità più adeguate per ripartire il tempo tra i vari doveri.
Lo stress da superlavoro è il risultato di un impegno eccessivo, ma anche l’inattività può avere un effetto stressante. Una delle responsabilità di chi svolge incarichi dirigenziali consiste nel tenere alta la motivazione dei sottoposti, premiandoli o penalizzandoli, comunicando con loro e ascoltandoli. Essere socialmente isolati o ignorati contribuisce ad aggravare lo stress. È stato dimostrato che la presenza di amici e figure di sostegno aiuta i manager a superare i momenti di difficoltà professionale, consentendo loro di percepire gli eventi come meno minacciosi e più controllabili, anche in assenza di un effettivo supporto. Infine, l’impossibilità di partecipare alle decisioni determina una sensazione di impotenza e alienazione.
Strategie per affrontare lo stress È stata suggerita una distinzione tra le strategie focalizzate sull’emozione (destinate a ridurre il disagio emotivo associato a particolari circostanze) e quelle incentrate sul problema (che mirano alla risoluzione delle difficoltà o all’eliminazione della causa di stress). Anche le risposte sono suddivisibili in due gruppi: quelle basate sugli aspetti emotivi implicano la negazione, una reinterpretazione in chiave positiva degli eventi, la ricerca di supporto sociale; le risposte incentrate sul problema includono la pianificazione, il ricorso ad azioni dirette, la ricerca di assistenza, la rinuncia a particolari attività e, talvolta, un periodo di inazione.
Ottimismo, un rimedio contro lo stress Le persone che guardano alla vita con ottimismo e fiducia tendono a interpretare le esperienze in termini positivi e si aspettano esiti favorevoli. Al contrario, i pessimisti vedono tutto nero e prevedono catastrofi. I primi adottano preferibilmente strategie centrate sul problema, formulando piani specifici per affrontare le situazioni stressanti e ricercando il sostegno sociale di cui hanno bisogno (per esempio, chiedendo consiglio e aiuto ad amici e familiari). Inoltre, gli ottimisti evitano di impegnarsi in altre attività finché i problemi attuali non sono stati risolti, con conseguente riduzione del livello di stress.
Percepire lo stress come una sfida Gli individui più audaci e intraprendenti tendono a impegnarsi maggiormente, sia nel lavoro che nelle varie attività dell’esistenza. Convinti di poter influenzare gli eventi, sono consapevoli di contribuire a determinare il proprio successo. Percepiscono dunque i cambiamenti come nuove sfide e opportunità di crescita piuttosto che come minacce alla loro sicurezza.
Conseguenze dello stress Includono: una percepibile alterazione dell’aspetto fisico; fatica e stanchezza croniche; infezioni frequenti, specialmente di tipo respiratorio; disturbi fisici, come mal di testa, problemi cutanei, mal di schiena, malesseri digestivi; segni di depressione; alterazioni del peso corporeo e delle abitudini alimentari.
I sintomi emotivi comprendono: noia e apatia; disperazione; cinismo e risentimento; aspetto infelice, espressione triste; alterazione della postura con curvatura della schiena; espressioni d’ansietà e frustrazione; crisi di pianto.
I sintomi comportamentali includono: assenteismo; incidenti; aumento dell’assunzione di caffè o alcol; aumento del numero di sigarette; esercizio fisico ossessivo; irrazionalità e tendenza a perdere le staffe facilmente; riduzione della produttività; difficoltà a concentrarsi o a completare un compito.