Ho troppo poco tempo per dire cos'è il tempo (e-book)
Dal lockdown è cambiata la nostra percezione del tempo, per alcuni è rallentato, per altri è accelerato. Ma cos'è davvero il tempo? In che direzione scorre, se "scorre"? Boncinelli spazia tra filosofia, fisica e coscienza, per indagare cos'è questo elemento misterioso eppure alla base della nostra vita.
- Collana: Le grandi voci
- ISBN: 9788822017215
- Anno: 2023
- Mese: agosto
- Formato: e-pub - mobi
- Tag: Scienza Filosofia
Disponibile
Cos’è il tempo? Rispondere a questa domanda, riproposta sin dalla notte dei tempi, pone a sua volta nuove affascinanti questioni. Il tempo è lineare? Scorre? Perché sembra andare in un’unica direzione? Ha avuto un inizio? Avrà una fine? Boncinelli ne analizza le molteplici sfaccettature tra fisica, filosofia e biologia.
Zero Parlare del tempo - Uno Che cos’è il tempo? - Due Misurare il tempo - Tre Il tempo scorre - Quattro La freccia del tempo - Cinque Il tempo e l’energia - Sei Il tempo in blocco - Sette Il tempo cosmico - Otto Il tempo aperto - Nove Il presente dinamico - Dieci L’imprevedibilità del tempo
Uno
Che cos’è il tempo?
Questo libro vorrebbe rispondere alla domanda “Che cos’è il tempo?”. Un bell’interrogativo, non c’è che dire! Se lo chiese tra gli altri a suo tempo anche sant’Agostino e nelle sue Confessioni così si rispose: «Che cos’è quindi il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se dovessi spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più». Una risposta famosa, che è quasi d’obbligo citare in circostanze del genere. In realtà, l’affermazione che sant’Agostino fa per il tempo potrebbe essere appropriata anche per tante altre parole, più o meno astratte, come simmetria, bellezza, giustizia e simili. Ma non complichiamo le cose, perché forse il problema sta a monte.
Nella formulazione della domanda, per esempio, o, meglio, nei suoi assunti impliciti. Che cosa vuol dire veramente “Che cos’è questo?” o “Che cos’è quello?”. Nel quotidiano ciò è chiarissimo: ogni giorno si usa dire “Questo è questo” come pure “Le cose stanno così”. Gli altri capiscono e ci si pone tutti su un piano di realismo familiare: il mondo è fatto di cose che esistono e che possono essere distinte le une dalle altre.
Quando ci si mette però su un piano di rigore, e si tenta di dare una patente di validità universale alle risposte a domande del tipo “Che cos’è?”, le cose si mettono subito al peggio e occorre prima di tutto chiarirsi. Se esiste un catalogo di realtà diverse, per poco o per tanto diverse che siano, la domanda non può che voler dire “Quale di queste cose, o combinazione di alcune di queste cose, è questo o quello?”. Va da sé che quando diciamo a quale ci stiamo riferendo, implicitamente diciamo anche a quali non ci stiamo affatto riferendo.
Se il catalogo in questione non esiste, come è molto probabile, la nostra domanda rischia seriamente di non voler dire niente, anche se non ce ne accorgiamo, e continuiamo a porcela come se questo non l’avessero già fatto in tanti tante altre volte. Sarebbe bene quindi riferirsi a un qualche catalogo e chiedersi “quale” invece di “che cosa”, in relazione a cose che “sicuramente” esistono, persistono per qualche tempo, possono essere distinte e vanno soltanto individuate.
Per dire che cos’è una cosa, in sostanza, occorre prima dissodare il terreno e riempirlo di entità credibili e distinguibili. A quel punto si può porre una questione che prelude a un’indagine conoscitiva per la quale dovrebbe esistere una risposta non ambigua. Tutto quanto, quindi, risiede nel considerare disponibili e accettabili un certo numero di proposte alternative, che devono anche avere un minimo di parentela con qualche nostro vissuto. Da giovani non ci si fa caso, e molti non ci fanno caso neppure da adulti, ma abbiamo fatto così un’incursione nel mondo del remoto e del diversamente reale. E che Dio ci aiuti!
Nel tentativo di riuscire in tale impresa, in un libro pubblicato qualche anno fa ho distinto almeno tre aspetti diversi dell’argomento “tempo”: il tempo fisico, ovvero il tempo delle cose tutte; il tempo biologico, ovvero il tempo delle cose vive; e il tempo della psiche e del nostro vissuto. La domanda implicita era, ovviamente, se uno dei tre tempi era proprio “il tempo”, e quale. Non abbiamo risposto allora e non risponderemo oggi.
Ma in questo libro la situazione è più semplice: con lo spazio che ho a disposizione posso solo parlare del tempo delle cose, lasciando da parte gli altri due temi, pur interessantissimi e in continua evoluzione. Fortunatamente si può dire tanto sul tempo fisico, non fosse altro che perché di questo si parla da secoli, anche se in modo assai articolato e contraddittorio, mentre i contenuti delle altre visioni del tempo sono più recenti e oggetto di un continuo esame. Ci intratterremo quindi sul tempo fisico, che ha anche il vantaggio veramente impagabile di poter essere misurato. Per rispondere ad almeno tre tipi di domande:
Quanto tempo è passato da x?
Quanto tempo manca a y?
Quanto tempo corre tra x e y?
Che cos’è il tempo?
Questo libro vorrebbe rispondere alla domanda “Che cos’è il tempo?”. Un bell’interrogativo, non c’è che dire! Se lo chiese tra gli altri a suo tempo anche sant’Agostino e nelle sue Confessioni così si rispose: «Che cos’è quindi il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se dovessi spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più». Una risposta famosa, che è quasi d’obbligo citare in circostanze del genere. In realtà, l’affermazione che sant’Agostino fa per il tempo potrebbe essere appropriata anche per tante altre parole, più o meno astratte, come simmetria, bellezza, giustizia e simili. Ma non complichiamo le cose, perché forse il problema sta a monte.
Nella formulazione della domanda, per esempio, o, meglio, nei suoi assunti impliciti. Che cosa vuol dire veramente “Che cos’è questo?” o “Che cos’è quello?”. Nel quotidiano ciò è chiarissimo: ogni giorno si usa dire “Questo è questo” come pure “Le cose stanno così”. Gli altri capiscono e ci si pone tutti su un piano di realismo familiare: il mondo è fatto di cose che esistono e che possono essere distinte le une dalle altre.
Quando ci si mette però su un piano di rigore, e si tenta di dare una patente di validità universale alle risposte a domande del tipo “Che cos’è?”, le cose si mettono subito al peggio e occorre prima di tutto chiarirsi. Se esiste un catalogo di realtà diverse, per poco o per tanto diverse che siano, la domanda non può che voler dire “Quale di queste cose, o combinazione di alcune di queste cose, è questo o quello?”. Va da sé che quando diciamo a quale ci stiamo riferendo, implicitamente diciamo anche a quali non ci stiamo affatto riferendo.
Se il catalogo in questione non esiste, come è molto probabile, la nostra domanda rischia seriamente di non voler dire niente, anche se non ce ne accorgiamo, e continuiamo a porcela come se questo non l’avessero già fatto in tanti tante altre volte. Sarebbe bene quindi riferirsi a un qualche catalogo e chiedersi “quale” invece di “che cosa”, in relazione a cose che “sicuramente” esistono, persistono per qualche tempo, possono essere distinte e vanno soltanto individuate.
Per dire che cos’è una cosa, in sostanza, occorre prima dissodare il terreno e riempirlo di entità credibili e distinguibili. A quel punto si può porre una questione che prelude a un’indagine conoscitiva per la quale dovrebbe esistere una risposta non ambigua. Tutto quanto, quindi, risiede nel considerare disponibili e accettabili un certo numero di proposte alternative, che devono anche avere un minimo di parentela con qualche nostro vissuto. Da giovani non ci si fa caso, e molti non ci fanno caso neppure da adulti, ma abbiamo fatto così un’incursione nel mondo del remoto e del diversamente reale. E che Dio ci aiuti!
Nel tentativo di riuscire in tale impresa, in un libro pubblicato qualche anno fa ho distinto almeno tre aspetti diversi dell’argomento “tempo”: il tempo fisico, ovvero il tempo delle cose tutte; il tempo biologico, ovvero il tempo delle cose vive; e il tempo della psiche e del nostro vissuto. La domanda implicita era, ovviamente, se uno dei tre tempi era proprio “il tempo”, e quale. Non abbiamo risposto allora e non risponderemo oggi.
Ma in questo libro la situazione è più semplice: con lo spazio che ho a disposizione posso solo parlare del tempo delle cose, lasciando da parte gli altri due temi, pur interessantissimi e in continua evoluzione. Fortunatamente si può dire tanto sul tempo fisico, non fosse altro che perché di questo si parla da secoli, anche se in modo assai articolato e contraddittorio, mentre i contenuti delle altre visioni del tempo sono più recenti e oggetto di un continuo esame. Ci intratterremo quindi sul tempo fisico, che ha anche il vantaggio veramente impagabile di poter essere misurato. Per rispondere ad almeno tre tipi di domande:
Quanto tempo è passato da x?
Quanto tempo manca a y?
Quanto tempo corre tra x e y?
02 Ottobre 2021 | recensione di libri |
12 Ottobre 2021 | La Stampa |
31 Ottobre 2021 | la Repubblica |
12 Novembre 2021 | Nybramedia |
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