Storia del libro (I ed.)
Dall'antichità al XX secolo
postfazione di Mario Infelise
Le principali tappe della storia del libro, oggetto ibrido dagli insospettati, persino sorprendenti legami con le dinamiche sociali, religiose, economiche e politiche del mondo.
ESAURITO
- Collana: Storia e civiltà
- ISBN: 9788822010049
- Anno: 2004
- Mese: novembre
- Formato: 14,5 x 21,5 cm
- Pagine: 576
- Note: rilegato con sovraccoperta, illustrato
- Tag: Storia Comunicazione Libro
Come situare, nell'epoca della comunicazione di massa, un oggetto apparentemente così semplice come il libro? Afferente tanto alla bibliologia quanto alla storia o alla storia dell'arte, per la sua duplice natura - di thesaurus della tradizione culturale di una data società o civiltà da un lato e di veicolo materiale della comunicazione dall'altro - il libro è un oggetto fondamentalmente. Una prospettiva, quella di Barbier, che colloca il libro lungo le fondamentali linee di sviluppo delle civiltà, dalle civiltà antiche del Mediterraneo al Medioevo latino, dal Rinascimento europeo all'età moderna del capitalismo mercantile e poi industriale, per terminare con una presentazione degli attuali mercati nazionali e internazionali, dove la globalizzazione sembra tracciare nuovi, non sempre facili scenari per il mondo del libro e l'editoria.
Prefazione all'edizione italiana - Problemi di natura storiografica - Storia del libro e storia dei mezzi di comunicazione - Le rivoluzioni nei mezzi di comunicazione - Politiche della ricezione - Introduzione - Etimologia - Definizioni - Storie di libri - Prospettive - I. L'EPOCA DEL MANOSCRITTO - 1. L'invenzione della scrittura: il libro nell'antichità - Com'è nata e si è evoluta la scrittura? - L'antichità epocale dei rotoli - La produzione e la diffusione libraria nell'impero romano - Le biblioteche - 2. Dall'alto Medioevo all'epoca carolingia - La rivoluzione del codex - La Chiesa primitiva e i libri - Il monachesimo - La rinascita carolingia - Forme del libro e pratiche di lettura - Il Mediterraneo orientale 3. L'apertura al libro (dal X all'inizio del XV secolo - La congiuntura generale: dalla disgregazione alla crescita - Le forme del libro - Il XIII e il XIV secolo - II. LA RIVOLUZIONE DI GUTENBERG - 4. Gutenberg prima di Gutenberg - I nuovi rapporti con la scrittura e il libro - Pratiche libresche e sensibilità religiose - Il «rinascimento scrittorio» - 5. Gutenberg e l'invenzione della stampa - Johann Genfleisch, detto Gutenberg - Le tecniche - Le pratiche - La tipografia conquista il mondo - 6. Forme, contenuti, pratiche: la transizione del 1500 - Come si presenta un incunabolo o un post-incunabolo? - I contenuti - L'epoca dei nuovi libri: il Rinascimento e lo stampato - Le letture - 7. Cultura e politica: lo stampato e l'Umanesimo - A lezione di greco - L'umanesimo parigino - Il sovrano - L'uomo tipografico - Conclusione: lo Stato moderno e la censura - dello stampato - Categorie e tipologie dei controlli - Un labirinto di tensioni - La censura religiosa del libri a stampa - III. LA PRODUZIONE LIBRARIA D'ANCIEN RÉGIME (1520-1760) - 8. La fede, il sovrano e lo stampato - Nel Medioevo - La Bibbia a stampa in lingua volgare prima di Lutero - La Riforma luterana - In Francia: il fallimento dell'umanesimo cristiano - Roma e la Controriforma - Libro a stampa, riforma e modernità - 9. Il paradigma assolutistico: l'Europa moderna e il libro stampato - Che cos'è il XVII secolo? - Congiunture e geografie del libro stampato - Lingue e contenuti - La produzione e il commercio librario - L'opinione pubblica - 10. L'ascesa del pubblico: lo stampato e l'Illuminismo (1680-1770) - Le spinte - Le resistenze - Le reti del libro - La stampa periodica - Le reti sociali dello stampato - 11. L'Ancien Régime: le forme dello stampato - I caratteri - La struttura del libro in età moderna - Le tecniche dell'immagine - Gli stili - IV. LA SECONDA RIVOLUZIONE DEL LIBRO E L'INVENZIONE DELLA COMUNICAZIONE DI MASSA (1760-1914) - 12. Ancien Régime e modernità - L'economia del libro - Letture d'Ancien Régime - Tollerare o riformare? - Produzioni - Preludio a una rivoluzione - 13. I mezzi di comunicazione e la Rivoluzione politica - La politica e il mercato - Il paradigma nazionalistico - Forme dello stampato - 14. Il XIX secolo industriale - L'innovazione di processo - Produrre - 15. Il prodotto - L'innovazione di prodotto - Forme del libro e strategie di diffusione - I mercati - Conclusione della quarta parte - Epilogo: Il XX secolo: concorrenza e globalizzazione - Innovazioni e concorrenza - La postmodernità - La tipografia e la produzione libraria industriale - Lo storico e le rivoluzioni mediatiche - Nota - Lista delle abbreviazioni - Postfazione: Per una storia della comunicazione scritta di Mario Infelise - Bibliografia
Prefazione all'edizione italiana
Proporre in poche centinaia di pagine una storia del libro il cui progetto coincide in parte con quello, ben più vasto, di una Storia dello scritto, potrebbe certo sembrare una sfida temeraria. Prima di affrontarla, ci sia consentito avanzare qui qualche chiave di lettura per facilitare tanto l'orientamento quanto la prospettiva storica, se non addirittura per esaminare alcune delle problematiche odierne. 1. Problemi di natura storiografica Il libro è un oggetto ibrido, un oggetto a lungo considerato dagli storici solo come una fonte d'informazione fra le tante, suscettibile, a questo titolo, di un'analisi attinente alla critica delle fonti. Per esempio, la Dîme royale di Vauban, vale a dire il primo abbozzo di contabilità nazionale francese, sino a non molto tempo fa è stata considerata più o meno solo come una testimonianza della «crisi della coscienza europea» e delle gravi difficoltà che tormentavano la Francia alla fine del regno di Luigi XIV. Un approccio del tutto diverso è quello avviato soprattutto nella tradizione storiografica tedesca, a partire dalla sociologia della letteratura. Lo studio del testo e della sua diffusione sfociano dunque nell'elaborazione di tipologie socio-culturali e nella storia della ricezione e della lettura. E altre strade ancora sono state tentate, guardando al mondo del libro da un punto di vista prettamente economico o riferendolo a categorie di ordine politico. La storia del libro è così «una storia fra le storie». Ma il libro è inoltre un oggetto estremamente simbolico da un punto di vista politico, se non addirittura etico, e la sua storia è stata perciò a lungo trattata secondo schemi e interpretazioni di tipo impegnato. Sul piano politico, le collettività si identificano con un patrimonio intellettuale e artistico conservato in gran parte sotto forma di libri. Pensiamo alla questione del «canone» e dei «classici», o anche alla dimensione simbolica che è quella delle Biblioteche nazionali. Sul piano etico, i libri sono in qualche modo un deposito del patrimonio dell'umanità: basti pensare ai giudizi di valore che oppongono sempre, malgrado le recenti evoluzioni, la cultura del libro a quella della televisione. Quando lo storico affronta il mondo del libro, il minimo che si possa dunque dire è che egli procede su un terreno minato. Numerose evidenze si offrono alla ricerca per poi trasformarsi poco a poco in configurazioni assai più complesse, in effetti prospettici o in un gioco di specchi nel quale, come in un labirinto rinascimentale, abbiamo sempre l'impressione di perderci. D'altro canto anche lo storico, come altri specialisti (e in particolare gli artisti), è un mediatore della memoria collettiva: la società non vive in una dimensione di pura istantaneità. Perciò è necessario provare a formulare delle letture del passato che le consentano di elaborare se stessa nel presente, e insieme di delineare un avvenire possibile. 2. Storia del libro e storia dei mezzi di comunicazione Oggi la storia del libro è un argomento alla moda e ciò contribuisce in qualche modo a far sembrare il suo ambito incerto e confuso. Una simile popolarità è qualcosa di più di una semplice tendenza passeggera e dipende forse dal fatto che la storia del libro sembra porsi come un elemento di una storia più generale dei mezzi di comunicazione, intendendo con questo termine i sistemi sociali della comunicazione cosciente, pubblica e condotta attraverso l'uso del linguaggio articolato. L'incertezza semantica connessa al termine «libro» rinvia alla crescente complessità dei fenomeni. Se, in definitiva, la storia del libro tratta dei mezzi di comunicazione che impiegano la scrittura manoscritta o stampata e che si presentano in una forma relativamente maneggevole, la diversità degli oggetti sembra pressoché infinita sia nei supporti che nelle forme e, a maggior ragione, nelle pratiche di utilizzo e di appropriazione che tali oggetti rendono o meno possibili. Il volumen ma soprattutto il codex, che l'Occidente usa da millecinquecento anni, sono solamente due forme fra le molte possibili, anche se probabilmente restano le più importanti – senza nulla togliere, con ciò, alle forme nuove che sono o saranno quelle del libro elettronico. L'importanza attribuita, agli albori del III millennio, ai problemi della «comunicazione» e dei mass media sembra quasi avere l'effetto di mascherarne l'effettiva importanza. Sappiamo che la specificità umana è caratterizzata innanzitutto dal sistema del linguaggio articolato, il cui apprendimento e il cui utilizzo sembra procedere di pari passo con lo stesso processo di elaborazione del pensiero. Non è questa la sede per discutere della specificità della scrittura rispetto alla parola. Limitiamoci a far notare come, su tutti i piani, la nascita di una società organizzata si fondi anche su un sistema di comunicazione sociale, un sistema, cioè, di mezzi di comunicazione le cui funzioni vanno ben al di là della semplice comunicazione di un presunto contenuto a priori. Per limitarci all'ambito della scrittura e del libro, si tratta non solo di conservare e di comunicare i messaggi e i saperi (condizione necessaria della loro accumulazione e, a lungo termine, del progresso), ma anche di strutturare delle gerarchie di ordine politico- culturale e poi di riattualizzarle, attraverso metodi di rappresentazione, ovvero logiche di distinzione, di cui si è potuto mostrare lo stretto legame con la costruzione del sistema della «politica barocca» e dell'assolutismo. Parte della storia dei media, la storia del libro ne è, ancora oggi, quella principale […].
15 luglio 2011 | Corriere della Sera |