Grammatica in gioco
prima edizione 2011
ristampa
illustrato da Elena Veronelli
A che gioco giochiamo quando pensiamo, parliamo e scriviamo? Un racconto per scoprire il gioco della grammatica e le sue regole.
- Collana: Piccola biblioteca di scienza
- ISBN: 9788822048271
- Anno: 2017
- Mese: gennaio
- Formato: 13,5 x 19 cm
- Pagine: 80
- Note: illustrato a colori
- Tag: Scienza Linguaggio Scienza per ragazzi Grammatica
Prima di finire nei libri, la grammatica è già nella nostra testa. Vive lì scomposta in paradigmi, cioè in tanti cassetti che contengono verbi, nomi, aggettivi… e perfino pezzi di parole che possiamo usare per comporre parole nuove. Tutti questi pezzi diversi sono pronti per entrare «in gioco», cioè per combinarsi e formare le «partite» dei nostri discorsi e dei testi che scriviamo. Conoscere le regole del gioco ci serve anche per capire le «mosse» degli altri, cioè i discorsi che ascoltiamo e i testi che leggiamo: perfino quelli più astrusi, come la poesia sui «tospi agìluti» con cui deve fare i conti la protagonista del libro. Con l’aiuto di un’insegnante speciale e di una mamma che – inspiegabilmente – adora i compiti di grammatica, Clarice impara a riconoscere i diversi pezzi non solo per la forma che hanno, ma anche per la funzione che possono svolgere e per il modo in cui si organizzano quando devono formare una frase: con ordine, secondo reggenza, in accordo e collegamento. Dopo aver letto la storia, potrete entrare con Clarice nel laboratorio di grammatica per fare esperimenti insoliti.
Grammatica in gioco - Le regole del gioco - C’è parola e parola - Tutti in classe! - Le parole in campo - Chi è che comanda - La chimica della frase - Grammatica fa rima con matematica - Il codice della strada - Approfondimenti - Prova da solo - Glossario - Bibliografia - L’angolo dei grandi - Indice analitico
Grammatica fa rima con matematica
Marco è sorpreso dalle somiglianze tra una materia come la chimica e una materia come la grammatica.
Marco – Ma allora perché «grammatica» fa rima con «matematica»?
Mamma – Se cerchiamo queste due parole su un dizionario scopriamo che vengono entrambe dal greco e che in origine erano due aggettivi usati per indicare due tecniche: la grammatica era la tecnica «dello scrivere», la matematica la tecnica «dell’imparare». Lo sapete che la prima grammatica di cui vi ho parlato, che era una grammatica del greco antico, fu scritta ad Alessandria d’Egitto? La stessa città in cui il matematico greco Euclide aveva sistemato le definizioni, i teoremi e i problemi di geometria e aritmetica, proprio nel modo in cui noi continuiamo a studiarli a scuola!
Marco – Secondo me, zia, grammatica e matematica non si assomigliano per niente: io vado d’accordo più con i numeri che con le lettere!
Mamma – Sono due linguaggi diversi, è vero. Ma tra parole e numeri qualche somiglianza possiamo trovarla: come sapete, i numeri sono infiniti perché possiamo sempre aggiungere 1 a qualsiasi numero e andare avanti a contare. I suoni (e le lettere) di una lingua, invece, sono solo poche decine, ma combinandoli tra loro possiamo ottenere un numero infinito di parole. Le parole di una lingua (almeno quelle che abbiamo chiamato «piene») sono infinite perché possiamo inventarne sempre di nuove. E con le parole che abbiamo possiamo formare frasi sempre nuove e diverse.
Partendo da una frase, poi, possiamo sempre formare una frase più lunga: basta una parolina come e, o come che.
Clarice – Però la matematica è più semplice, perché quando faccio le operazioni 3+2 è sempre uguale a 2 + 3.
Mamma – Hai ragione: nella lingua cambiando l’ordine delle parole può cambiare anche il significato. Tito morde Marco non è la stessa cosa di Marco morde Tito. Però, se lasciamo perdere le operazioni e guardiamo al valore che i numeri e le parole hanno a seconda della loro posizione, un’altra somiglianza la troviamo: 32 non è la stessa cosa di 23 perché una stessa cifra (2 o 3) in un caso indica l’unità e nell’altro la decina.
Clarice – E poi anche nella matematica si usano i segni di punteggiatura!
Mamma – Proprio così: usiamo la virgola per indicare le cifre decimali, il punto per le migliaia, i due punti come segno che indica la divisione…
Marco – Per la moltiplicazione, però, usiamo una lettera.
Mamma – Sì, la x, che chiamiamo per, proprio come la parolina che usiamo spesso nelle nostre frasi quando c’è da mettere una preposizione. Anche gli avverbi più e meno sono parole della lingua usate per dare un nome alle operazioni di aritmetica.
Marco – Sai che cos’hanno in comune la grammatica e la matematica, secondo me? Sono due materie piene di regole da studiare...
Mamma – Ma se ci ragioniamo su, studiarle diventa più facile.
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