Fatti di lingua
Illustrato da Elena Veronelli
Per spiegare alla sua bambina che mestiere fa, una mamma comincia a raccontare la storia della lingua che ogni madre trasmette ai suoi figli e della facoltà che ci rende umani: il linguaggio.
- Collana: Piccola biblioteca di scienza
- ISBN: 9788822048202
- Anno: 2009
- Mese: settembre
- Formato: 13,5 x 19 cm
- Pagine: 96
- Note: illustrato a colori
- Tag: Linguistica Linguaggio Scienza per ragazzi
Fin dalla nascita, i bambini sono «fatti di lingua», pronti cioè a entrare in relazione con gli altri grazie alla capacità più straordinaria che abbiamo: parlare. Ma quando e come si impara a parlare? Di che cosa sono fatte e come nascono le parole? Perché parliamo lingue diverse? Gli uomini hanno sempre parlato? Gli animali possono parlare? Durante le vacanze, una mamma linguista cerca di rispondere a queste e a tante altre domande per soddisfare le curiosità di sua figlia e di un gruppo di ragazzini. Un racconto chiaro e semplice,ma scientificamente rigoroso e aggiornato, fatto di parole,ma anche di immagini.
Quando ho cominciato a parlare? - Di che cosa sono fatte le parole? - Imparare a riconoscere i suoni e le parole - Per parlare, la lingua non basta - Dal cervello alla bocca: come nascono i suoni - Come si impara a parlare: per imitazione o per istinto? - Gli animali parlano? - Quando gli uomini hanno cominciato a parlare - Un linguaggio, tante lingue - Prova da solo - Ringraziamenti - Indice analitico
Di che cosa sono fatte le parole?
Clarice rimane per un po’ in silenzio. Da quando va a scuola sente che le sue parole sono cambiate: non sono più fatte solo d’aria, ma anche di inchiostro. Prima le sentiva andare e venire tra la bocca e l’orecchio, adesso può vederle e toccarle: non esistono più solo nella sua mente, ma anche sulle pagine. Può scriverle, lettera dopo lettera, seguendo le righe del quaderno e lasciando uno spazio bianco tra una parola e l’altra.
Anche se per scriverle ci vuole molto più tempo che per dirle e deve prima pensarci bene per non rischiare di dover cancellare tutto e ricominciare da capo! Quando legge o parla, però, le parole tornano a volare rapide e leggere, sillaba dopo sillaba. Può richiamarle e ripeterle, con la mente o a voce alta…
Clarice – Mamma, ma le parole non sono fatte di lettere?
Mamma – Le parole sono fatte di suoni che si raggruppano in sillabe. Le lettere dell’alfabeto sono segni inventati per poter scrivere le parole. Un po’ come le note dello spartito, che ci permettono di suonare una canzone. Bastano sette note per comporre un’infinità di canzoni, bastano una trentina di suoni per formare tutte le parole di una lingua.
[...]
Dal cervello alla bocca: come nascono i suoni
La mamma sale a controllare se Martino dorme ancora. Clarice la segue sulle scale e si ferma davanti allo specchio, spalancando la bocca. Da quando è piccola le piace parlare con la sua immagine: si loda o si rimprovera a seconda dei giorni. In fondo, anche per parlare da soli bisogna far finta di essere in due… e con lo specchio diventa più facile. Quando la mamma le si avvicina sta provando a recitare l’alfabeto per vedere cosa succede nella sua bocca quando passa da una lettera all’altra.
Mamma – Che cosa stai facendo?
Clarice – Provo i suoni. Alcuni mi vengono più facili degli altri.
Mamma – I suoni più facili sono le vocali perché vengono pronunciate con la bocca aperta: sono anche i primi suoni che i bambini imparano. Ti ricordi quando chiamavamo Martino «colombino» perché tubava come un piccione? Avrà avuto tre mesi e cominciava a usare la bocca per produrre i primi vocalizzi. Le consonanti invece sono più difficili da articolare perché l’aria prima di uscire deve superare un ostacolo: per pronunciare una b, per esempio, bisogna chiudere le labbra e far esplodere il suono. La r è ancora più complicata ed è una delle ultime consonanti che si imparano: per pronunciarla chiaramente bisogna arricciare la punta della lingua verso il palato. Vocali e consonanti, insomma, richiedono movimenti diversi per poter essere pronunciate.
Clarice – Questi movimenti, però, io li faccio senza pensarci…
Mamma – Sì, certo. Ma, come tutti i movimenti, anche questi partono dalla nostra testa e sono comandati dal cervello. Anzi, da due aree del cervello in particolare, che sono collegate tra di loro. Vieni, andiamo a cercare un libro sul corpo umano.
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