Ritratto di un logico da giovane
Torino 1959-1966
Gabriele Lolli, uno dei più grandi matematici e logici italiani, ci dona un prezioso e originale ritratto dei suoi anni di formazione, ricco di incontri con i personaggi che hanno cambiato la storia dell'Italia.
- Collana: Nuova Biblioteca Dedalo
- ISBN: 9788822063489
- Anno: 2023
- Mese: settembre
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 228
- Tag: Scienza Matematica Autobiografia Storia dell'Italia
Un originale romanzo di formazione autobiografico, un diario di una giovinezza avvincente, ricco di ricordi ed episodi di grande valore storico. Nella Torino sospesa tra il decollo industriale e l’origine del movimento del ’68, un ragazzo cerca la sua identità: in cosa credere – tra il cattolicesimo impegnato, il protestantesimo calvinista, il marxismo scientifico; cosa studiare – tra la filosofia, l’economia e la matematica; chi seguire – tra maestri che s’impegnano a rinnovare la cultura italiana. Il libro dipinge un quadro ricchissimo di incontri con personaggi che hanno risvegliato il Paese: Ludovico Geymonat, Raniero Panzieri, Umberto Eco e Gianni Vattimo, Goffredo Fofi, Norberto Bobbio, Paolo Sylos Labini, don Milani, preti operai, i primi informatici, i nuovi manager della Fiat. Il ragazzo che al liceo trovava soddisfazione solo nella pallacanestro diventerà così un matematico dei fondamenti, che ha contribuito al rilancio degli studi di logica in Italia.
Premessa
1. Presentazione del protagonista
2. Liceo d’Azeglio
1955-1960
3. Terza D
1959-1960
4. Cattolici
1958-1961
5. Valdesi
1961-1964
6. Università
1960-1961
7. Quaderni rossi
1961-1964
8. Matematica
1961-1965
9. La bella vita
1960-1966
10. Laurea e primo impiego
1965-1966
11. Il nuovo inizio
1966
Appendice
Dizionarietto piemontese-italiano
Indice dei nomi
Premessa
Ho scritto queste memorie degli anni della mia formazione umana e professionale nel periodo delle misure restrittive causate dall’epidemia di Covid-19, dal primo lockdown fino all’ultimo decreto del Presidente del Consiglio Conte. In clausura c’era il tempo per riesaminare la documentazione fortunatamente conservata relativa a quegli anni e fare un bilancio delle mie esperienze.
Erano anni, quelli tra il 1959 e il 1966, in cui la formazione era un fatto individuale in un mondo dove si opponevano tendenze, credenze, posizioni. Le distinzioni di classe e cultura erano nette, i privilegi dell’istruzione si facevano sentire, le ideologie proponevano modelli contrapposti di vita e di gestione della società.
La produzione era entrata «nella fase dell’industrializzazione totale e dell’automazione», diceva nel 1962 Italo Calvino, e il mondo era diventato un «labirinto». Ora siamo entrati nella fase dell’Intelligenza Artificiale. Le città non sono più appendici delle fabbriche. I pericoli sono globali, dalle pandemie all’emergenza climatica, all’emissione di CO2. Ma i colossi informatici e i social condizionano l’educazione. Si denuncia il rischio di una eccessiva passività, nei governanti e nelle nuove generazioni.
Queste pagine erano state scritte a scopo personale; poi alcuni amici che le hanno lette hanno insistito perché cercassi di pubblicarle; hanno suggerito che per i giovani fosse utile sapere quali vecchie battaglie abbiamo combattuto, come ci si doveva impegnare per trovare la propria strada, quali scelte si confrontassero, come fosse faticoso sì, ma gratificante formarsi una cultura e operare per un miglioramento.
Ringrazio l’editore che ha accolto questa proposta.
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