Pianeta futuro
Le voci di 10 scienziate su bioetica e ambiente
L'autore pone 15 domande a 10 donne brillanti, esperte nei diversi campi del sapere. Il risultato è un sorprendente affresco del pianeta Terra e dei suoi cambiamenti, nonché del futuro che ci aspetta.
- Collana: Nuova Biblioteca Dedalo
- ISBN: 9788822063465
- Anno: 2023
- Mese: aprile
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 176
- Tag: Scienza Ambiente Bioetica
Introduzione
L’Antropocene e lo stato attuale del pianeta Terra
Le intervistate
CLIMA
Il clima cambia con noi
Intervista a Elisa Palazzi
OCEANI
La nostra vita dipende dal mare
Intervista a Mariasole Bianco
AMBIENTE
Tuteliamo la biodiversità
Intervista a Donatella Bianchi
ANIMALI
Lo straordinario mondo degli animali
Intervista a Lucia Regolin
PIANTE
Stringiamo un patto con le piante
Intervista a Maria Lodovica Gullino
BIOLOGIA
Il rapporto fra mondo vegetale e mondo animale
Intervista a Fiorella Lo Schiavo
ROBOTICA
Ripensare la vita con la biorobotica
Intervista a Barbara Mazzolai
SPAZIO
La ricerca spaziale: il futuro è adesso
Intervista a Maria Cristina Falvella
ASTRONOMIA
Guardate le stelle, non i vostri piedi
Intervista a Patrizia Caraveo
BIOETICA
La bioetica e la società del futuro
Intervista a Luisella Battaglia
Conclusione
L’orizzonte bioetico della complessità
Suggerimenti bibliografici
Questo libro nasce da una constatazione, da un paradosso e da una grande curiosità. Tre ingredienti perfetti, come vedremo, per investigare la natura del pianeta Terra e dei suoi abitanti: piante e animali (compresi gli umani). La specie umana, infatti, interagisce con tutti gli altri esseri viventi e co-evolve con loro. Accade così da sempre. È inevitabile. Vogliamo fare il punto sullo stato attuale di questa relazione – un rapporto difficile ma anche straordinario – muovendoci tra scienza e climatologia, ecologia e botanica, etologia e biotecnologia, astrofisica e bioetica. Sarà un viaggio necessariamente interdisciplinare e a tratti sorprendente.
Che lo stato di salute del pianeta Terra non sia dei migliori è noto a tutti. L’Overshoot Day, il giorno che segna il sovrasfruttamento della Terra (in cui esauriamo la sua biocapacità, ossia le risorse che è in grado di rigenerare annualmente), si anticipa sempre di più. Ormai cade a luglio. Ciò significa che in quella data abbiamo già consumato tutta la produzione annua di risorse rinnovabili del nostro pianeta e da quel giorno in poi iniziamo invece a consumare il capitale naturale, quindi sottraiamo risorse non rinnovabili, un valore ecologico di cui le generazioni future non potranno più disporre. I consumi medi globali in un anno sfruttano le risorse di circa “un pianeta Terra e mezzo”.
Questo è allarmante, certo. Ma la nostra preoccupazione è davvero proteggere il pianeta? Siamo solidali con lui in quanto organismo vivente che va preservato? Abbiamo timore che la Terra non ce la faccia? Ad essere onesti, le cose non stanno proprio così. Il nostro metro di riferimento è la conservazione delle condizioni che rendono possibile la sopravvivenza umana, la vivibilità per Homo sapiens. Altrimenti, a guardarci intorno, l’Universo è pieno di pianeti che, pur non essendo abitabili per noi, permangono nell’Universo da tempo immemorabile. Peraltro la Terra è vissuta per miliardi di anni senza di noi e nulla ci impedisce di pensare che anche in futuro potrà sopravvivere in assenza degli umani. C’è quindi un po’ di ipocrisia nell’esclamare “salviamo il pianeta Terra!”. A noi, anzitutto, importa salvare noi stessi.
Ma questa circostanza è anche alla base di un paradosso. Il deterioramento delle condizioni di abitabilità del pianeta Terra per gli umani, infatti, non è affatto indipendente dalla nostra volontà e dalle nostre attività. Anzi, siamo proprio noi la causa della recente accelerazione di questo processo degenerativo.
È stato addirittura coniato un nuovo vocabolo per l’epoca in cui viviamo, utilizzato sempre più spesso dagli organi di informazione e ormai dotato di dignità scientifica: “Antropocene”, l’età in cui gli umani, dopo aver fatto saltare gli equilibri del pianeta, ne stanno esaurendo le risorse e sterminando le altre specie viventi animali e vegetali. Si conta che, procedendo di questo passo, verrà il giorno in cui le risorse del pianeta saranno esaurite. Nel frattempo, il ritmo di estinzione di animali e piante è ampiamente superiore alla media naturale (la cosiddetta estinzione “di base” o “di sottofondo”).
Vogliamo salvare noi stessi ma, nel contempo, siamo proprio noi che stiamo condannando il pianeta Terra a non essere più abitabile dagli umani. Siamo interdipendenti con animali e piante, senza di loro non potremmo sopravvivere neppure noi. La situazione sta precipitando. Eppure, anziché decelerare, aumentiamo la velocità di caduta: le logiche economicistiche seguitano a prevalere sugli obiettivi ecologici. Una circostanza, per l’appunto, paradossale.
Alcuni prevedono che Homo sapiens sarà il primo essere vivente dominante che si estinguerà per sua causa. L’autoestinzione: un primato non invidiabile! D’altronde, noi siamo una specie relativamente giovane e, a quanto pare, un po’ troppo imprudente (Homo erectus è sopravvissuto circa 2 milioni di anni, noi abbiamo appena compiuto 200000/300000 anni…). In poco tempo abbiamo fatto molte conquiste, ma anche tanti danni.
Questo libro nasce dunque dalla curiosità di capire a che punto siamo e in quale direzione stiamo andando.
Negli anni sono sorte numerose associazioni che operano per la tutela dell’ambiente. Il 22 aprile si celebra la Giornata mondiale della Terra, mentre il 5 giugno è la Giornata mondiale dell’ambiente, una data scelta per ricordare l’istituzione del programma ambientale dell’ONU. Sono solo alcuni esempi di una diffusa sensibilità ecologica in progressivo aumento.
Ma l’Antropocene incombe e per poterci salvare dobbiamo prima conoscere lo stato delle cose. Dobbiamo inquadrare il problema. A molti di noi manca questa consapevolezza preliminare. Ad esempio, come funziona il pianeta Terra? Chi lo abita oltre agli umani? Cosa sanno gli umani degli altri esseri viventi? In quali rapporti si pongono gli esseri viventi tra di loro? In che misura gli umani stanno cambiando o, comunque, hanno il potere di cambiare le sorti del pianeta Terra?
Anche perché l’Antropocene è un Giano bifronte. Ne abbiamo illustrato il lato oscuro, con cui siamo costretti a fare i conti, ma non dobbiamo dimenticare le tante e straordinarie conquiste di Homo sapiens. Abbiamo raggiunto importanti traguardi grazie a Big Data, neuroscienze, intelligenza artificiale, biomedicina, biorobotica, astrofisica e astronomia, e tanto ancora si può fare.
Occorre pertanto non assolutizzare singoli dati, in maniera semplificatoria, ma – con realismo – ragionare nell’orizzonte della complessità. Ecco, dunque, gli obiettivi di questo libro.
In primis, fornire una conoscenza aggiornata alla luce dei dati scientifici attuali. Le scienze della vita, infatti, hanno compiuto enormi passi avanti. Tale consapevolezza ci dà fiducia nel futuro, consente di non fermarci alle apparenze e renderci conto delle criticità, ma anche di ciò che funziona; possiamo individuare gli indizi positivi, condividere gli esempi costruttivi e le esperienze-modello, riconoscere e abbandonare le cattive abitudini costruendo percorsi di crescita. La consapevolezza porta sia un beneficio intellettuale, la serenità di comprendere i meccanismi della realtà, sia un’utilità pratica, la possibilità di agire in modo pertinente ed efficace.
Il secondo obiettivo di questo libro è trovare la strada per perseguire una relazione costruttiva tra umani, altri esseri viventi e ambiente, individuando le fondamenta per edificare una nuova e feconda alleanza. Si tratta di un tema di grande attualità, recentemente balzato agli onori delle cronache giornalistiche e televisive.
Dopo un lungo dibattito, infatti, l’8 febbraio 2022 è stata approvata in via definitiva dal Parlamento italiano la revisione dell’articolo 9 della Costituzione con l’introduzione, tra i Princìpi fondamentali, della «tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni», nonché la modifica dell’articolo 41 della Costituzione con l’inserimento, tra i danni che l’iniziativa economica privata non può arrecare, della dicitura «alla salute, all’ambiente» e la previsione che l’attività economica pubblica e privata sia volta anche a fini «ambientali».
È una transizione epocale: una tutela diretta prevista all’interno della Carta costituzionale, che è fonte di rango primario nel nostro ordinamento giuridico, rappresenta infatti un’assoluta novità (talmente importante che l’iter di modifica costituzionale è più articolato e prevede un doppio passaggio di approvazione del testo presso Camera e Senato).
Ambiente, biodiversità, ecosistemi: tre vocaboli di forte valore evocativo che oggi non sono più soltanto oggetto di dibattiti dottrinari o di pronunce giurisprudenziali, ma appartengono all’olimpo dei Principi fondamentali della Carta costituzionale.
Il cammino di questo libro è stato avviato nel 2021, l’anno del G20 mondiale delle pari opportunità (G20 Ministerial Conference on Women’s Empowerment), il primo della storia, che si è tenuto il 26 agosto proprio in Italia, a Santa Margherita Ligure – Comune della riviera ligure di cui da alcuni anni sono Sindaco – sotto la presidenza del Ministro Elena Bonetti. In tale occasione ho avuto modo di partecipare al percorso di riflessione sulla visione del mondo declinata al femminile e di incontrare alcune delle donne che successivamente ho coinvolto nella realizzazione di questo libro.
Ho scelto infatti di intervistare 10 donne, ponendo a ognuna 15 domande. Saranno queste 10 donne – con cariche apicali nel mondo scientifico, culturale e istituzionale italiano, simboli della nostra eccellenza – ad aiutarci a rispondere alle domande fondamentali per un aggiornamento sulla situazione ambientale del nostro pianeta.
Gli studi, gli esperimenti, le conoscenze e le abilità (tecniche e tecnologiche) evolvono velocemente, ma troppo spesso i risultati restano relegati dentro i confini del mondo scientifico, poiché è difficile – nonostante l’ampliamento delle modalità informative e il sopravvento dei social – comunicare correttamente dati specialistici. Questo libro vuol essere dunque uno strumento utile per tracciare un affresco dello stato attuale del mondo vivente, una diagnosi ecosistemica globale. Può essere visto come uno scrigno di carta, ricco delle esperienze biografiche, personali e professionali, di coloro che hanno dedicato e stanno dedicando all’ambiente la propria vita, tra condivisione delle conoscenze e proiezione di prospettive.
Partiremo facendo il punto sul cambiamento climatico, per poi navigare tra gli oceani e riflettere sul futuro del mare e sulla biodiversità sempre più a rischio; parleremo quindi di animali e di piante, esploreremo le ultime frontiere della biorobotica, e alzeremo lo sguardo al cielo per scoprire i prossimi traguardi della ricerca spaziale e astronomica; infine, grazie alla bioetica, rifletteremo sul futuro della nostra società.
Per poter fornire un quadro ampio e soddisfacente, ogni intervista affronta un ambito specifico, ma tutte le interviste si concludono con la stessa domanda: «Quale sarà il futuro del nostro pianeta? Che ruolo avranno in questo futuro gli umani?». Una domanda a cui nessuno di noi si può sottrarre.
La struttura del libro offre anche la possibilità di una lettura alternativa, a spot, in cui il lettore sceglie a piacimento cosa gli interessa, tralasciando il resto, o spazia tra i capitoli senza seguirne l’ordine. Si tratta, insomma, di un testo agile, flessibile, duttile. Alla fine, ci rincontreremo in un posto nuovo: il luogo in cui ci avranno condotto le risposte delle intervistate.
Lasciamoci guidare dalla curiosità. Buona lettura.
Paolo Donadoni
07 Maggio 2023 | Il Secolo XIX | |
18 Maggio 2023 | La Repubblica ed.Bari | |
01 Giugno 2023 | Il Giornale del Piemonte e della Liguria | |
21 Giugno 2023 | www.lidentita.it | |
21 Giugno 2023 | baritoday.it | |
21 Giugno 2023 | puglialive.net | |
21 Giugno 2023 | www.noinotizie.it | |
23 Giugno 2023 | genovaquotidiana.com | |
18 Dicembre 2023 | La Stampa |