Antropologia
Dal locale al globale
prima edizione 1994
nuova edizione
a cura di Annamaria Rivera
Una nuova edizione, aggiornata e ampliata, di una introduzione all’antropologia divenuta un celebre manuale di riferimento adottato in moltissime università.
- Collana: La Scienza Nuova
- ISBN: 9788822002518
- Anno: 2011
- Mese: luglio
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 480
- Tag: Antropologia Epistemologia
A diciassette anni dalla sua prima uscita, questa introduzione all’antropologia, in edizione aggiornata e ampliata, non si presenta come un semplice manuale. È bensì un’opera che problematizza e sottopone a critica i fondamenti epistemologici, l’apparato concettuale e il senso di una disciplina che riflette, forse più di qualsiasi altra, i fenomeni complessi che caratterizzano il nostro tumultuoso presente. Al tempo stesso, nella maniera più chiara e piana possibile, ne presenta e analizza gli oggetti empirici, i metodi, i contenuti, le scuole, considerando inoltre il suo ruolo nel più ampio contesto delle scienze sociali. L’antropologia, a parere di Kilani, può ancora costituire un punto di vista specifico sul reale nella misura in cui è capace di pensare e articolare i rapporti tra locale e globale, tra continuità e discontinuità, tra unità e diversità del genere umano. Se essa, come ritiene l’autore, è principalmente impresa di traduzione fra culture, i suoi scopi sono tradurre nel linguaggio di un sapere scientifico globale e comunicabile la varietà dei saperi e delle culture locali e contribuire così alla comprensione e alla risoluzione dei conflitti contemporanei.
Prefazione - Introduzione - L’antropologia in discussione - I. COS’È L’ANTROPOLOGIA? RIFLESSIONI SULL’ATTUALITÀ - DI UNA SCIENZA SOCIALE - 1. Oggetti. L’antropologia: scienza del tradizionale e/o dell’attuale? - Come definire l’antropologia? - Il progetto dell’antropologia: pensare l’altro e il medesimo - L’alterità come pretesto, ovvero le metamorfosi dell’alterità - Gli antropologi e le metamorfosi dell’alterità - Una definizione dell’alterità - I luoghi di riflessione dell’antropologia - Una definizione dell’antropologia: l’articolazione del locale con il globale - Qualche esempio - L’antropologia: una disciplina della comparazione - L’antropologia: un’interpretazione della modernità - 2. Procedimento, indagine e metodi in antropologia. Dal particolare al generale, ovvero l’antropologia come scienza delle logiche sociali - Il decentramento e il distanziamento come fondamenti del procedimento antropologico - L’osservazione-partecipazione e la pratica di campo - La costruzione dell’oggetto in antropologia - Un esempio: l’agricoltura di montagna in una regione alpina come oggetto antropologico - L’antropologia dello sviluppo come altro esempio di costruzione dell’oggetto - Visione globale e «fatto sociale totale» in antropologia - Il kula come esempio di fatto sociale totale - Il fatto sociale totale come nozione teorica - Realtà empirica e modello della realtà in antropologia - Un esempio di costruzione del modello: la spiegazione strutturale della proibizione dell’incesto - Funzione esplicita e funzione implicita - L’esempio dell’interdizione del maiale fra i musulmani - L’esempio dell’agricoltura di montagna: ragione ufficiale e ragione locale - Sguardo critico e preoccupazione etica in antropologia - 3. I campi di studio dell’antropologia. Situazioni e problemi - L’antropologia della parentela - L’antropologia della religione e del simbolico - L’antropologia politica - L’antropologia economica - L’antropologia del cambiamento sociale - L’antropologia dell’ambiente urbano e industriale - L’antropologia della città: qualche riferimento - L’antropologia dell’ambiente industriale e tecnico: qualche riferimento - L’antropologia del «noi» e il rimpatrio dell’oggetto «esotico» - L’antropologia «rimpatriata» e gli impensati del metodo - II. L’ANTROPOLOGIA IN SITUAZIONE. APPORTI E RAPPORTI CON LE ALTRE SCIENZE UMANE - Preambolo - 1. Antropologia e sociologia. La ragione comparativa - La «grande partizione»: società e comunità, sociologia e antropologia - Antropologia e sociologia: differenze di prospettiva, di metodo e di indagine - Convergenze fra l’antropologia e la sociologia: il metodo comparativo - Un’illustrazione dell’unità di metodo delle due discipline - Verso una sociologia (antropologia) generalizzata? - 2. Antropologia e storia. La ragione dell’altro - Il rinnovamento dell’antropologia e della storia - Problematiche comuni all’antropologia e alla storia: l’alterità, lo spaesamento, la marginalità - La storia delle mentalità o la storia antropologica - Metafore storiche e realtà mitiche: una riconsiderazione della storia e dell’evento - Memoria artificiale e memoria vissuta: segno, traccia e storia - 3. Antropologia e psicoanalisi. La ragione simbolica - Totem e tabù: storia individuale e storia collettiva nella teoria freudiana - La critica antropologica: la proibizione dell’incesto come regola sociale - L’incontro dell’antropologia con la psicoanalisi: l’efficacia simbolica - Un’illustrazione del pensiero simbolico: la stregoneria nel Bocage normanno - Princìpi euristici comuni all’antropologia e alla psicoanalisi: il distanziamento, la funzione latente, l’alterità - L’etnopsicoanalisi: oggetto e metodo - 4. Antropologia e psicologia cognitiva. Ragione mitica e ragione scientifica - La psicologia cognitiva di Piaget: gerarchia dei modi di pensiero e gerarchia delle società - La critica dell’antropologia: diversità e non-gerarchia dei modi di pensiero - Un’illustrazione: mito e razionalità dei culti del cargo - I culti del cargo nell’analisi antropologica classica: un’espressione della «mentalità primitiva» - Una rivalutazione del pensiero mitico e dei movimenti socio-religiosi melanesiani - 5. Antropologia e linguistica. La ragione strutturale - Il primo terreno d’incontro: lingua e pensiero, lingua e cultura, lingua e società - Il secondo terreno d’incontro: il modello strutturale - La linguistica strutturale: la lingua come sistema - L’antropologia strutturale: gli oggetti culturali come forma e struttura - 6. Antropologia ed economia. Ragione culturale e ragione pratica - La scienza economica e la ragione utilitaria - La critica antropologica dei postulati dell’economia: il bisogno e la rarità - I fondamenti dell’antropologia economica: economia e ragione culturale - III. STORIA DEL PENSIERO ANTROPOLOGICO - GENEALOGIA INTELLETTUALE DEI DISCORSI SULL’ALTERITÀ - 1. Preludio a una storia dell’antropologia. Etnografia, etnologia, antropologia: eterogeneità e unità della disciplina - Tre termini, tre momenti dello stesso procedimento - L’etnografia - L’etnologia - L’antropologia - Diversità di denominazioni, diversità di oggetti - Antropologia fisica ed etnologia esotica - Diversità delle denominazioni e diversità delle tradizioni nazionali - La tradizione spagnola - La tradizione britannica - La tradizione americana - La tradizione francese - La tradizione italiana - La tradizione tedesca - 2. Perché una storia del pensiero antropologico? La storia dell’antropologia come antropologia culturale dell’Occidente - Unità storica del progetto antropologico? - Unità storica dello sguardo antropologico? - La storia dell’antropologia come antropologia culturale dell’Occidente - La storia dell’antropologia in quanto riflessione epistemologica sulla disciplina - Da dove iniziare la storia della disciplina, ovvero il mito fondatore dell’antropologia - 3. L’Antichità greca e il Medioevo cristiano. La difficoltà dello sguardo sull’altro - La figura del Barbaro e il sentimento dello straniero nella Grecia antica - Il Medioevo cristiano: le figure del diavolo e del meraviglioso e il trattamento dell’alterità - 4. La tradizione geografica e storica del Medioevo arabo. Teocentrismo e trattamento dell’alterità nell’Islam - La tradizione geografica araba: un modo positivo di conoscenza - La geografia di viaggio ovvero il principio dell’osservazione diretta - La geografia delle meraviglie, ovvero l’irruzione del bizzarro come misura dell’alterità - La geografia dei masalik: osservazione diretta, visione globale ed etnografia - La geografia regionale e descrittiva della Rihla - Ibn Haldun, fondatore della scienza storica - Una teoria critica della storia - Un pensiero centrato sull’uomo - Presa di distanza dalla teologia e filosofia razionalista nella tradizione araba - Ibn Haldun (XIV secolo) e Durkheim (XX secolo): due sociologie universali ma contraddittorie - Ibn Haldun e lo storicismo europeo - 5. Il Rinascimento in Europa. Scoperte, «decentramenti» e descrizioni dell’alterità - Pensiero teologico e interpretazione mitica dell’altro - La conquista dell’America e la questione dell’altro - L’alterità come pretesto: il fondamento di utopie e di miti moderni - I racconti di viaggio: descrizione e misura dell’alterità - Racconti di viaggio e approcci all’alterità - Alterità e categorie descrittive - 6. Il secolo dei Lumi. Il buon selvaggio e la critica interna dell’Occidente - Decentramenti intellettuali e filosofia dei Lumi - Il selvaggio e la critica interna dell’Occidente - Il «buono» e il «cattivo» montanaro: un esempio storico di trattamento dell’alterità - Il Settecento e il progetto antropologico: la critica di sé come premessa allo sguardo rivolto lontano - 7. Idee evoluzioniste e rapporti di dominio nel XIX secolo. Le condizioni per l’emergere del sapere antropologico moderno - Gli elementi di un nuovo paradigma - Le idee evoluzioniste fra ideologia e scienza - Le idee evoluzioniste: dalla razza alla cultura - L’evoluzionismo come contenuto e l’evoluzionismo come metodo: l’esempio di Lewis Morgan - Sapere e potere: le condizioni politiche e ideologiche della conoscenza antropologica - L’antropologia: scienza pratica dell’alterità esterna e dell’alterità interna - 8. Il pensiero evoluzionista in antropologia. Portata e limiti - Il paradigma evoluzionista in antropologia e le critiche ad esso - Il pensiero evoluzionista e il progetto antropologico - 9. Malinowski e l’antropologia «di campo». La «rivoluzione» scientifica - La «rivoluzione» scientifica di Malinowski - Il lavoro intensivo sul campo e la nuova autorità in antropologia - Malinowski precursore dell’antropologia economica - L’iperfunzionalismo di Malinowski: - circolarità, teleologismo e strumentalismo - La monografia «di campo» come «normale» scienza - antropologica: descrizione e «retorica dello sguardo» - 10. Lévi-Strauss e l’antropologia strutturale. Un pensiero all’opera - La critica all’induttivismo e all’empirismo dell’antropologia britannica - Natura e cultura, forma e contenuto: la lettura di Rousseau da parte di Lévi-Strauss - Lo «sguardo da lontano»: Rousseau e il metodo dell’antropologia - Logica universale e spirito umano: l’ispirazione kantiana - Il rapporto con Marcel Mauss: il «fatto sociale totale» e la spiegazione strutturale dello scambio - Lo strutturalismo in generale: soggetto e storia, senso e forma - L’antropologia strutturale: sistemi di significazione e inconscio strutturale - Il primo campo dell’antropologia strutturale: la parentela - Gli altri terreni dell’antropologia strutturale: il pensiero selvaggio e le mitologiche - La forma precede il contenuto: il modello strutturale - Portata e limiti delle critiche all’antropologia strutturale - Antropologia strutturale e statuto epistemologico della società selvaggia - Antropologia strutturale e statuto epistemologico dell’antropologia - IV. - ATTUALITÀ DELL’ANTROPOLOGIA. DALL’ANTROPOLOGIA RISTRETTA ALL’ANTROPOLOGIA GENERALIZZATA - 1. Il locale e il globale. Una nuova articolazione del progetto antropologico - Una nuova dialettica fra l’unità e la diversità - Le critiche all’antropologia e i loro limiti - Una nuova problematica per l’antropologia: il locale e il globale - 2. Storicità degli oggetti tradizionali dell’antropologia - Le forze storiche di integrazione e di unificazione delle società tradizionali periferiche - Interventi esterni e storicità della montagna - Forze di integrazione e cambiamento sociale nelle società tradizionali «esotiche» - 3. La dinamica del cambiamento sociale - Rapporti di lavoro salariato e permanenza delle relazioni sociali - Uso della moneta e logica tradizionale dello scambio: l’esempio del sistema cerimoniale moka - Condizioni economiche moderne e amplificazione del sistema cerimoniale tradizionale: l’esempio del potlach - Logica sociale tradizionale e modello di sviluppo - Modernità industriale e cultura locale: l’esempio dell’ambiente alpino - 4. Riflessività e scrittura del testo antropologico - La testualità come formalizzazione del rapporto con l’altro - Il modo di scrivere e la pragmatica della relazione con l’altro - Antropologia riflessiva e nuovi modi di scrittura del testo antropologico - V. L’ANTROPOLOGIA DEL TERZO MILLENNIO - 1. Antropologia e postcolonialismo - L’antropologia alla svolta del millennio: uno sguardo retrospettivo - «Provincializzare l’Europa»? - Studi subalterni e discorso postcoloniale - Universalismo e relativismo, un dibattito necessario - 2. Cultura, società e globalizzazione - La fine della cultura? - Dal pluralismo all’essenzialismo e viceversa - Esiste ancora la società? - Globalizzazione, altermondializzazione e antropologia - 3. Frontiere, identità e comunità immaginate - Frontiere - Identità assassine, identità assassinate - Comunità immaginate - Commemorazioni, patrimonializzazioni, conflitti di memorie - Integrazione: modello repubblicano o multiculturalismo? - IV. Campi minati dell’antropologia - Rifugiati e migranti - Umanitario e Ong: tra ideologia e pratica - Antropologia, guerra e violenza - Una nuova etica del campo - V. Quale antropologia per quale globalizzazione? - Riflessività: i fondamenti epistemologici dell’antropologia - Quale nuova cornice metodologica? - Sull’universalità del discorso antropologico - Breve bilancio di tappa - Bibliografia - Indice analitico
Capitolo primo
Oggetti
L’antropologia: scienza del tradizionale e/o dell’attuale?
Come definire l’antropologia?
Sarebbe vano pretendere di dare una definizione chiara e succinta dell’antropologia. Una presentazione della disciplina assume effettivamente senso solo a partire da un esame del suo contenuto o, più precisamente, dei suoi contenuti sperimentali e intellettuali.
Per lungo tempo l’antropologia è stata la scienza delle società arcaiche, selvagge ed esotiche, per poi trasformarsi, gradualmente, in scienza delle società «primitive». Il ricorso a questo termine, usato generalmente fra virgolette, non ha più come finalità quella di marcare il carattere originale e imperfetto di quelle società che avrebbero necessariamente preceduto la nostra, ma designa una serie di caratteristiche che le renderebbero singolari in rapporto a tutte le altre società di tipo storico. Il qualificativo di «primitivo» rinvia tuttora a una qualità intrinseca di quelle società, ma non presuppone più necessariamente la loro anteriorità nel corso della storia umana.
Più recentemente, l’antropologia ha attribuito alle società che studiava un carattere privativo. I qualificativi di società «senza storia», «senza scrittura», «senza Stato» o «senza macchine» sono stati introdotti non per sottolineare che quelle società mancano di qualcosa, ma per distinguerle, spesso positivamente, dalla nostra società. In ragione dell’assenza del potere coercitivo e di istituzioni specializzate in un campo o nell’altro, quelle società erano ritenute più libere o più egualitarie della società moderna. Il loro carattere di «autenticità» e di «trasparenza» ne faceva oggetti di studio della scienza umana particolarmente privilegiati.
Ai giorni nostri, le immagini che l’antropologia si fa di quelle società sono un po’ confuse, se è vero che per nominarle essa ha finito per utilizzare il termine vago e generico di «società tradizionali», quasi a marcare una certa neutralità nella caratterizzazione dei suoi oggetti e, nel contempo, una certa preoccupazione di allargare il suo campo di studio ad altri tipi di società, storiche e moderne. In maniera ancora più radicale, la tendenza attuale consiste nel non cercare più di rivendicare un termine preciso per designare il tipo di società cui si rivolge la disciplina. Ormai si tende a negare all’antropologia un unico oggetto specifico. Essa si presenta e si definisce come la scienza delle diversità sociali e culturali e, in modo generale, come la scienza umana in società.
Questi cambiamenti nella denominazione dell’oggetto antropologico, se non nella sua stessa natura, si sono compiuti sotto l’influenza di due fattori. In primo luogo, il fattore della rimessa in discussione, all’interno della disciplina, di un certo numero di nozioni e di a priori teorici, risultato di dibattiti contraddittori. In secondo luogo, il fattore delle condizioni storiche e intellettuali generali, come il fenomeno della decolonizzazione, la crisi dei valori che guidavano fino ad allora le relazioni interculturali, la crisi della credenza in un progresso continuo e nella supremazia di una civiltà sull’altra.
Per riflettere sull’oggetto attuale dell’antropologia, occorre dunque assumere una duplice prospettiva. La prima si concentra su un approccio interno alla questione: quale ambito ricopre la disciplina?
Cosa studia, come e con quali metodi? Dov’è la specificità dell’antropologia in rapporto ad altre scienze sociali? Quanto alla seconda prospettiva, essa si interroga più ampiamente sul posto dell’antropologia nel pensiero scientifico e intellettuale contemporaneo;sul suo contributo ai dibattiti sulla modernità, la razionalità e il progresso, valori-cardine del mondo industriale; infine, sul suo rapporto con il gusto attuale per l’esotico e con la crescente domanda sociale di preservazione e di valorizzazione dei patrimoni locali e nazionali. Un tale approccio è il più adatto a rendere conto dei vari condizionamenti sociali, culturali e politici che hanno sempre pesato sulla delimitazione degli oggetti empirici e intellettuali della disciplina.
29 aprile 2018 | laLettura - Corriere della Sera |