Lezioni di Marie Curie (I ed.)
La fisica elementare per tutti
prefazione di Carlo Bernardini e Silvia Tamburini
Un documento eccezionale, ritrovato per un caso fortuito, ci consegna i resoconti di una serie di lezioni di fisica, tenute dal premio Nobel Marie Curie nel 1907, basate sull'esperimento e sull'osservazione.
- Collana: La Scienza Nuova
- ISBN: 9788822002242
- Anno: 2004
- Mese: settembre
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 136
- Note: illustrato
- Tag: Scienza Fisica Storia della scienza Marie Curie
Durante il 1907-8, per iniziativa di Marie Curie, un gruppo di colleghi dell'Università della Sorbona - scienziati e umanisti del calibro di Paul Langevin, Jean Perrin, Jacques Hadamard - condusse un'originale esperienza di insegnamento rivolta ai propri figli all'epoca adolescenti. Un'era di intensa eccitazione e divertimento si aprì per una dozzina di ragazzi che, dispensati dal liceo, vanno ogni giorno ad ascoltare una lezione tenuta da un insegnante di prim'ordine. Questo libro rappresenta un documento di eccezionale valore, ritrovato per un caso fortunato. Si tratta degli appunti presi da una delle allieve, Isabelle Chavannes, durante una parte delle lezioni di fisica tenute da Marie Curie, ritrascritte integralmente e qui tradotte. Vi si ritrova il grande amore per la scienza e l'attenzione scrupolosa alla trasmissione del metodo scientifico, propri dell'illustre scienziata. Attraverso queste lezioni, fenomeni astratti e spesso considerati noiosi o difficili vengono illustrati in modo pittoresco, divertente e sorprendentemente chiaro. Una lettura appassionante che stimolerà una riflessione sulla didattica dell'insegnamento delle scienze e sul risveglio delle vocazioni scientifiche.
Prefazione all'edizione italiana di Carlo Bernardini e Silvia Tamburini - Prefazione, Una pedagogia moderna di Yves Quéré - Introduzione di Hélène Langevin-Joliot e Rémi Langevin - La cooperativa di insegnamento di Ève Curie - Prima lezione: Dove si distingue il vuoto dall'aria - Seconda lezione: Dove si scopre che l'aria esercita un peso sulle nostre spalle - Terza lezione: Dove si comprende come l'acqua giunge al rubinetto - Quarta lezione: Dove si impara a pesare - Quinta lezione: Dove si misura la densità di solidi e liquidi - Sesta lezione: Dove si misura la densità di oggetti di forma arbitraria - Settima lezione: Dove si incontra di nuovo il principio di Archimede - Ottava lezione: Dove si scopre come galleggiano le imbarcazioni - Nona lezione: Dove si fa galleggiare un uovo - Decima lezione: Dove si fabbrica un barometro - Postfazione, Un'esperienza unica di Hélène Gispert - Indice analitico
Prefazione all'edizione italiana
Forse, era ancora assai triste Marie Sklodowska, nei primi mesi del 1907: l'amato marito Pierre Curie era morto il 19 aprile 1906 travolto da un carro. Con lui aveva condiviso la famiglia, due figlie, i duri anni della ricerca del Radium e un premio Nobel nel 1903 (ne riceverà un secondo, per la chimica, nel 1911). Marie Curie era già una figura mitologica, conosciuta nel mondo intero, e lo sarà sempre di più per la sua instancabile attività scientifica. La ricerca che lei e Pierre avevano intrapreso era importante ancor prima d'arrivare al risultato, come testimonia il fatto che il professor Franz Exner, loro eminente collega austriaco, si fosse adoperato con il suo governo perché i Curie disponessero di una tonnellata di Pechblenda, un minerale da cui si estrae il Radium e che si trova nelle miniere cecoslovacche. Marie forse accettò con un moto di tenerezza l'opportunità di insegnare ai bambini, ai figli dei suoi colleghi oltre alle sue due figlie, Eve e Iréne. I nomi che ricorrono negli appunti di Isabelle Chavannes, miracolosamente recuperati, sono tutti celebri: i fratelli Perrin, i Langevin, gli Hadamard sono figli di Jean, Paul, Jacques, altrettanti scienziati che di lì a poco entreranno nel Gotha delle scienze (ma hanno già, come si suol dire, un piede in esso); e ci sono anche, forse un po' meno assidui stando alle note di Isabelle, figli di umanisti e colleghi della Sorbona. Marie non è la sola: tutti i genitori illustri si prodigano per dar vita a un'avventura scolastica che durerà appena due anni e che in questo libro è saggiamente recuperata. Se qualcuno è interessato ai modi dell'insegnamento delle scienze in Francia nel 1907, può leggere l'opportuna postfazione di Helene Gispert, storica della scienza, che spiega le riforme francesi dell'epoca e l'enfasi che era stata posta sulle competenze empiriche dei giovani: la «riforma» durò poco ma consentì di sperimentare didattiche nuove, dal vivo. Marie Curie non sembra esitare: i ragazzi devono acquistare una buona percezione delle proprietà della materia attraverso lo studio del comportamento dei corpi in varie condizioni e circostanze. E incomincia dal caso più difficile: i corpi invisibili come l'aria e i gas in generale. Densità e pressione dominano la scena e gli strumenti per fare semplici esperienze sono quelli di un piccolo laboratorio scolastico o addirittura di una cucina. Isabelle Chavannes verbalizza e registra i presenti, almeno sino a una certa data (poi si stufa e non scrive più i nomi). Intanto, Marie è passata ai liquidi e confronta, travasa, pompa aspirando o premendo, cercando di suscitare quello stupore che ai bambini serve come motore principale di apprendimento. Poi, pesa e confronta pesi e volumi, dichiarando con disinvoltura che la distinzione tra peso e massa si può rinviare a un secondo momento (pensiamo alla faccia di certi nostri pedanti puristi). Pochissime prescrizioni, pochissimi nomi: solo Archimede compare con il «suo» principio, le prescrizioni le fanno gli allievi quando hanno capito. Marie è un vulcano di piccole idee sperimentali, con le quali stimola l'immaginazione per produrre quella generalizzazione che chiamiamo scienza. Ci chiediamo se un buon insegnante della nostra scuola primaria o secondaria inferiore non potrebbe provare a ripetere questo percorso didattico già magistralmente tracciato: ci sentiremmo di incoraggiarlo. Il contenuto di questo libro è tutt' altro che inattuale e merita l'attenzione entusiasta di addetti ai lavori e insegnanti.
Carlo Bernardini e Silvia Tamburini Roma, 20 luglio 2004
28 dicembre 2013 | ilsussidiario.it |