I tori odiano il rosso
10 false credenze sugli animali
Vincitore Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2015
Il rosso fa infuriare i tori. Gli scarafaggi sono gli unici a poter sopravvivere a un disastro nucleare. I pipistrelli si impigliano nei capelli. Sono tutte bugie! Siete pronti a sfatare un po’ di miti «bestiali»?
- Collana: ScienzaFACILE
- ISBN: 9788822068606
- Anno: 2015
- Mese: giugno
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 240
- Note: illustrato
- Tag: Scienza Curiosità Biologia Animali Bufale scientifiche
Siamo circondati da false credenze sugli animali. Ci sono gli animali ninja, come l’istrice che lancia gli aculei o il camaleonte che scompare alla vista; gli animali problematici, come le “gazze ladre” cleptomani e i dobermann che impazziscono; infine, gli animali creduloni: noi.
Questo libro analizza 10 false credenze che accompagnano altrettanti animali da secoli e cerca di smontarle una a una, indagando sulla loro origine e sul loro eventuale contenuto di verità. Racconta inoltre le reali meraviglie di questi straordinari esseri viventi dal punto di vista di un biologo (che, ogni tanto, strizza l’occhio alla fisica, alla storia e al cinema).
Alla fine della lettura, forse, non sarete più sapienti, ma sicuramente la prossima volta che vedrete un pipistrello, sorriderete invece di coprirvi i capelli terrorizzati.
Caput. Come nasce un libro sulle false credenze - Guida alla lettura - 1. Le farfalle volano grazie alla polverina sulle ali - Un po’ di biologia - Diamo i numeri • Scaglie salvavita • Scaglie multifunzione • Mille scaglie blu - Oltre la leggenda - Per saperne di più - 2. L’istrice lancia gli aculei - Un po’ di biologia - Saltimbocca alla romana • Si fa presto a dire aculeo • Balistrice: la balistica dell’istrice - Oltre la leggenda - Per saperne di più - 3. Il camaleonte assume il colore di ciò che tocca - Un po’ di biologia - L’origine della credenza • Magici o mimetici? • Karma Chameleon: tre motivi per cambiare colore • Cambiare colore: sì, ma come? • Un mare di colori - Oltre la leggenda - Per saperne di più - 4. Gli scarafaggi sopravvivrebbero a un disastro nucleare - Un po’ di biologia - Who wants to live forever • Come nacque la leggenda • Olocausti - Oltre la leggenda - Per saperne di più - 5. Le forbicine entrano nell’orecchio e arrivano al cervello - Un po’ di biologia - Diamoci un taglio con le forbicine assassine • Nomen omen • E se entrassero? • C’è nessuno in casa? - Oltre la leggenda - Per saperne di più - 6. I tori odiano il rosso - Un po’ di biologia - Primer tercio: come è nata la leggenda? • Secundo tercio: perché il toro? • Tercer tercio: perché la vista del rosso dovrebbe far infuriare un toro? • Dimmi come vedi e ti dirò chi sei - Oltre la leggenda - Per saperne di più - 7. I dobermann impazziscono per compressione cerebrale - Un po’ di biologia - Demenza senile • Cave canem • Nazi-gang - Oltre la leggenda - Per saperne di più - 8. I pipistrelli si impigliano nei capelli - Un po’ di biologia - Dove osano i pipistrelli • Sonar di una notte di mezza estate • Prodigi dell’evoluzione • Far venire i nodi al pettine - Oltre la leggenda - Per saperne di più - 9. La gazza ladra è... una ladra! - Un po’ di biologia - Nido dolce nido • Archibecchi • Cleptomania - Oltre la leggenda - Per saperne di più - 10. Il 58 allontana le mosche! - Un po’ di biologia - Atto I – Sul perché dovremmo scacciare le mosche • Atto II – Sul perché dovremmo ammirare le mosche • Atto III – Sul perché il 58 non abbia alcun effetto sulle mosche - Oltre la leggenda - Per saperne di più - Kaput - Ringraziamenti
Le farfalle volano grazie alla polverina sulle ali
È una sera d’estate e una falena entra in casa. Di solito si scatenano urla di terrore, in genere femminili. Il Coraggioso di Turno si fa avanti e cerca di afferrare il povero insetto.
Ecco cosa può succedere subito dopo:
1) fuga scomposta dei presenti (tranne del Coraggioso di Turno);
2) il Coraggioso di Turno avanza baldanzoso, per poi fingere un malore e bofonchiare qualcosa circa il “rispetto di tutte le forme di vita e che noi non abbiamo il diritto di...”, ma in realtà ha solo paura;
3) il Coraggioso di Turno apre la finestra per cercare di far uscire la falena, maneggiando mortalmente una pantofola o, in alternativa, un giornale arrotolato (raramente un giornale arrotolato intorno a una pantofola);
4) il Coraggioso di Turno apre la finestra per cercare di far uscire la falena, esortandola gentilmente con le mani.
Nel caso si scegliesse l’ultima opzione, potrebbe avvenire un contatto tra le dita del Coraggioso di Turno e le ali della falena.
In quel momento, si leverà una voce dal fondo della stanza: «Attento alla polverina sulle ali! Se la togli non volerà più».
La cosa che più mi stupisce di questa storia della “polverina volante” è che va ben oltre la solita falsa credenza, è qualcosa di molto più profondo e radicato, qualcosa che fa sentire anche il bimbetto di turno in diritto di guardare torvamente la guida naturalistica che sta per afferrare una farfalla davanti ai suoi occhi.
Ho maneggiato per molto tempo farfalle a fini di ricerca, catturandole con il classico retino entomologico per osservarle da vicino. Con i miei studi ho contribuito non tanto all’avanzamento delle conoscenze scientifiche, quanto ad alimentare l’immaginario collettivo del naturalista ottocentesco che rincorre farfalle in un prato. Con il retino. In pantaloncini corti.
Mi è stato insegnato ad afferrare con perizia le farfalle, senza danneggiarle. Le prendevo delicatamente dal torace, tenendole tra le dita, e osservavo i disegni delle ali per determinare quale specie avessi catturato. Non appena avevo finito, mi bastava aprire leggermente le dita per far volare via tranquillamente l’insetto. Ho passato tre mesi a fare solo questo lavoro.
Un po’ di esperienza ce l’avevo.
Eppure, quando facevo le visite guidate, nonostante specificassi a tutti gli astanti che sapevo come maneggiare una farfalla, c’era sempre quello sguardo ammonitore del bambino di sei anni che tacitamente mi diceva «ASSASSINO».
Ora, vorrei ragionare con quel bimbo diffidente e con chiunque abbia la pazienza di seguirmi: da cosa è composta quella polverina? Anche se la risposta è «non lo so», siamo tutti convinti che sia lei la responsabile del volo. Perciò se afferrassimo una farfalla per le ali e quella polverina rimanesse sulle dita, la nostra mano dovrebbe cominciare a levitare.
E se pensaste «questo ragionamento è sbagliato, noi siamo troppo grandi», allora potrei applicare quella polverina su un pezzo di carta.
E se pensaste «questo ragionamento è sbagliato, il pezzo di carta è inanimato!», allora potrei applicarla su un insetto privo di ali, come ad esempio un qualsiasi insetto stecco italiano.
E se ancora pensaste «questo ragionamento è sbagliato, l’insetto stecco non vola!», allora potrei applicarla a un insetto di pari dimensioni e alato, come un’ape.
Ma... l’ape vola già. Senza polverina. Mistero.
Sarà forse che in ogni insetto alato giace un Peter Pan che vola grazie ai pensieri felici? O forse – rimanendo in tema di Isola che non c’è – Trilly/Campanellino potrebbe distribuire la polvere fatata a tutti gli invertebrati che abbiano voglia di volare...
Un po’ di biologia
Per poter capire perché la polverina sulle ali delle farfalle non ha nulla a che vedere con quella di Trilly che faceva volare i Bimbi Sperduti dell’Isola che non c’è, occorre analizzare la struttura delle farfalle e delle falene a livello microscopico.
La maggior parte degli Ordini degli Insetti viene identificata dagli entomologi con un nome che rimanda alla forma e alle caratteristiche delle ali di quel particolare gruppo; in questo nome, infatti, si nasconde la parola greca pteron, che vuol dire ala. Perciò abbiamo i Ditteri (Diptera, “due ali”), cioè le mosche e le zanzare, che hanno appunto due ali. Oppure i Coleotteri (Coleoptera, “ali inguainate”, cioè dentro una guaina dura), altro nome per definire i “bacarozzi”. Farfalle e falene appartengono invece all’Ordine dei Lepidotteri, che in greco significa “ali con scaglie”, da lepis, “scaglia” o “fiocco”, e pteron, appunto, “ala”.
La struttura dell’ala delle farfalle è nota già da molti secoli, ma è solo con le recenti tecniche di microscopia e gli studi di etologia che abbiamo finalmente carpito i segreti celati dalla “polverina volante”. Spieghiamo dunque cosa sono queste scaglie e a cosa servono.
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