Cronache di scienza improbabile
Vincitore del premio Le goût des sciences 2013
revisione di Emanuelle Caillat
Si può giocare a calcio su Marte? Leggere in bagno fa bene alla salute? Esiste la sindrome di Maria Antonietta? La scienza a portata di mano, con gli esperimenti più improbabili e divertenti, per soddisfare la curiosità di tutti.
- Collana: ScienzaFACILE
- ISBN: 9788822068491
- Anno: 2014
- Mese: marzo
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 144
- Note: illustrato
- Tag: Scienza Curiosità Esperimenti Pseudoscienza Ig Nobel
Nascono più bambini a San Valentino? Si può giocare a calcio su Marte? Leggere in bagno fa bene alla salute? Esiste la sindrome di Maria Antonietta? A tutte queste domande tentano di dare risposta i ricercatori della scienza improbabile, a volte pagando in prima persona, come quello che voleva sapere cosa si prova ad essere impiccati. Molti di loro hanno vinto il celebre premio Ig Nobel, che consacra le ricerche più insolite della storia, benché condotte con assoluto rigore scientifico. Chi l’ha detto che la scienza debba trattare solo argomenti seri? Pierre Barthélémy racchiude in questo libro «cronache» di esperimenti scientifici che hanno la caratteristica di farci sorridere, divulgando nello stesso tempo reali progressi della scienza al grande pubblico. Con ritmo scanzonato, si affrontano i temi più disparati, come l’influenza del ciclo mestruale sui guadagni delle ballerine di lap dance o la relazione che esiste tra il successo professionale e il cognome che portiamo. Non c’è limite alla curiosità e alla fantasia. Le numerose illustrazioni e i divertenti fumetti vi aiuteranno a chiarire dubbi che, forse, almeno una volta nella vita vi siete posti.
Breve introduzione alla scienza improbabile - Le donne “in calore” si misurano in dollari - Come velocizzare l’imbarco in aereo - Lo sbadiglio della tartaruga è contagioso? - Quale barretta di cioccolato ha la migliore struttura ossea? - Le leggi dell’Universo sono contro di noi - Leggere in bagno fa bene alla salute? - San Tiger Woods, tira per noi! - L’altra fila avanza davvero più velocemente? - Amanti degli animali, attenti al pene - Il mistero delle mucche magnetiche - Chi vuole assaggiare il cibo per gatti? - A che velocità cammina la Morte? - Le donne rendono gli uomini stupidi? - Bisogna saper soffrire per purificarsi - I potenti si vedono più grandi di quello che sono - Alla ricerca della sindrome di Maria Antonietta - Anche i mangiatori di spade soffrono - Impiccato per la scienza - Cercasi alcolizzati per esperimento spiritoso - I bambini extra di San Valentino - I peli pubici vanno e vengono - Vincere un Oscar: elisir di lunga vita - Come dimagrire davanti alla televisione... - Come partorire su una centrifuga - Quando la bottiglia di birra diventa un rompicapo - E se sorteggiassimo i deputati? - Scrocchiarsi le dita per cinquant’anni - Il Beaujolais, vino campione di superconduttività - Perché Dupond e Dupont girano in tondo - Morti sulla strada delle elezioni - Il signor Py è un bravo professore di matematica? - Per quali escrementi votano gli scarabei stercorari... - La vita terrestre alla conquista della galassia - Come far esplodere una mucca congelata - L’uomo, il suo territorio, il suo parcheggio... - Cric croc, fa la patatina croccante! - Le gioie del calcio marziano - La guida dell’autostoppista perfetta - C’è profumo di vecchio... - Gli sposi seminano oro - Lo strano caso dell’anatra omosessuale necrofila - I poliziotti sono dei validi etilometri? - Chi presterebbe i propri testicoli alla scienza? - I pericoli del gesso e della lavagna - In che verso girano nel Sudamerica? - Gli sportivi si doperanno con il porno? - La medicina e gli assaggiatori di vomito nero - È più caldo il paradiso o l’inferno? - Quando la vita è attaccata a una penna a sfera - La mosca che muore quando fa bzz-bzz - I toporagni interi sono indigesti?
Le donne rendono gli uomini stupidi?
Le donne rendono gli uomini stupidi? Riformuliamo la domanda in termini scientifici: le prestazioni cognitive dell’Homo sapiens maschio diminuiscono dopo un’interazione con un esemplare del sesso opposto? La fornaia è così carina che Roberto (ci scusiamo in anticipo con tutti i Roberto) esce dal negozio con i cornetti ma si è dimenticato di comprare il filone di pane ben cotto. Tradotto alla Tex Avery, il creatore di Bugs Bunny, è l’effetto «chiudi la bocca, idiota, ti stai pestando la lingua». Studi di psicologia hanno dimostrato che, dopo aver parlato con una signora, gli uomini eterosessuali ottenevano risultati peggiori nei test cognitivi. L’inverso non succede. Perché?
In generale, rispetto alle donne, gli uomini hanno una maggiore tendenza a «sessualizzare» le situazioni della vita di tutti i giorni. «Buongiorno, cara vicina, ma com’è bella con quella padella...», ecc. Secondo i biologi, questa capacità di sovrainterpretare i segnali inviati dalle persone dell’altro sesso è un espediente che l’evoluzione ha imposto alla specie affinché gli uomini non perdano nessuna occasione per accoppiarsi. Ma questo continuo istinto di caccia ha un costo – che si traduce con risultati peggiori nei test – perché l’uomo «si esaurisce» mentalmente, consuma tutte le risorse cognitive (non sbilanciamoci a definirle «intellettuali») nel valutare di continuo la partner per determinarne il valore riproduttivo, controllare le proprie emozioni, concentrarsi sull’immagine che egli desidera offrire e sorvegliare la donna per vedere se le sta facendo buona impressione.
Esiste quindi un effetto dopo l’incontro. Ma ce n’è uno anche prima dell’incontro? La sola anticipazione di un’interazione con una donna può far perdere una parte delle capacità cognitive all’eterosessuale medio? Nelle prime pagine di Anna Karenina, Tolstoj presenta un proprietario terriero, Lèvin, in marcia verso un lago ghiacciato usato come pista di pattinaggio, dove è sicuro di incontrare la giovane di cui è innamorato: Lèvin camminava per il viottolo verso il campo di pattinaggio e si diceva: «Bisogna che non mi agiti, bisogna che mi calmi. Che cos’hai? Che cosa vuoi? Stai zitto, stupido», si rivolgeva al proprio cuore. E quanto più si sforzava di tranquillizzarsi, tanto più gli mancava il respiro.
Incontrò un amico che lo chiamò, ma non lo riconobbe neppure.
Povero ragazzo. Per sapere se esiste un «effetto Lèvin», un’équipe di psicologi olandesi ha ideato un test e ha pubblicato i risultati sulla rivista «Archives of Sexual Behavior».
Con il falso pretesto di un esperimento sul linguaggio, i ricercatori hanno sottoposto 90 tra uomini e donne a un test semantico, avvertendoli che dopo il primo test un(a) osservatore(trice) si sarebbe collegato(a) alla cabina nella quale erano isolati, per dare il via al secondo esercizio, che consisteva nel leggere un testo davanti a una webcam. A ognuno veniva fornito il nome dell’osservatore(trice) per suggerire il sesso. Lo stratagemma mirava a creare l’aspettativa di un’interazione futura. In queste condizioni, gli uomini che pregustavano il contatto con una donna hanno ottenuto risultati nettamente inferiori nell’esercizio di semantica, mentre per le «cavie» donne non si notava nessuna differenza significativa legata al sesso dell’osservatore. La cosa più divertente è che, essendo l’esperimento automatizzato, la donna in questione non esisteva nemmeno.
I potenti si vedono piu' grandi di quello che sono
Nell’aprile 2010, la distruzione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon della British Petroleum (BP) provocò la più importante marea nera mai registrata negli Stati Uniti. Qualche settimana dopo, il presidente della BP sollevò un vespaio dichiarando, riguardo alle vittime della catastrofe: «Ci sta a cuore il popolino». Come se ci fossero, da una parte, i grandi uomini e, dall’altra, i piccoli della plebe. Fu in seguito a questa frase che due ricercatori americani ebbero l’idea di sondare una sconcertante ipotesi: il potere modifica la percezione della propria altezza?
Per quanto possa sembrare improbabile, tale supposizione non nasce dal nulla. Nell’immaginario collettivo, statura e status camminano di pari passo. Il pubblico sembra attribuire istintivamente più potere e autorità alle persone alte, e numerose statistiche hanno dimostrato che essere alto conferisce in media salari migliori, più responsabilità e anche maggiore probabilità di diventare Presidente degli Stati Uniti!
Peraltro, alcuni studi hanno dimostrato che il senso proprio e quello figurato delle parole potevano fondersi al punto da far acquistare al carattere metaforico di certe espressioni una sorta di realtà fisica. I «grandi» di questo mondo potrebbero quindi avere l’impressione di crescere qualche centimetro e si vedrebbero più grandi di quello che sono in realtà...
Per confermarlo, i nostri due ricercatori americani hanno realizzato tre piccoli esperimenti, i cui risultati sono stati pubblicati nel dicembre 2011 su «Psychological Science». Per cominciare, nel primo esperimento hanno chiesto a tre gruppi di persone di raccontare un episodio della loro vita: per il primo gruppo, un avvenimento nel corso del quale abbiano avuto potere su qualcun altro; per il secondo, un momento in cui siano stati sottomessi all’autorità di una terza persona; per il gruppo di controllo, un fatto banale. Poi a ognuno è stato richiesto di stimare la lunghezza di un’asta un po’ più lunga della propria altezza. Il gruppo dei «dominanti», in media, ha stimato la barra più piccola di 10-15 cm rispetto agli altri due gruppi, come se lo scarto tra la propria altezza e l’asta non fosse così significativo.
Nel secondo esperimento, altri partecipanti venivano divisi in coppie per un gioco di ruolo. All’inizio effettuavano un test per determinare chi avrebbe fatto il capo e chi l’impiegato. In realtà i ruoli venivano attribuiti a caso, ma ognuno pensava di esserselo «meritato». Prima del gioco di ruolo, che non aveva alcuna importanza nell’esperimento, ogni partecipante riempiva un questionario che lo riguardava, nel quale doveva indicare in particolare la propria statura. I «capi» avevano la tendenza ad aggiungere uno o due centimetri mentre gli «impiegati» non baravano... L’ultimo esperimento riprendeva lo stesso protocollo ma, oltre al questionario, i soggetti erano invitati a crearsi un avatar «che li rappresentasse al meglio» perché il gioco di ruolo doveva essere virtuale. Anche qui, nel ventaglio di sei altezze possibili, i «capi» sceglievano in media una misura in più rispetto ai loro «sottoposti».
L’idea secondo la quale le persone che si credono importanti «allunghino il collo» sembra trovare adesso una conferma eclatante. Resta da capire se i potenti «rimpiccioliscono» quelli che ritengono insignificanti. Un indizio: la stampa ha riportato che Nicolas Sarkozy (1,65 m) soprannominava François Hollande, che lo supera di qualche centimetro, le petit, cioè «il piccolino».
22 dicembre 2014 | Notiziario Italiano |
08 agosto 2014 | Il Mattino |
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