Sviluppo tecnologico e identità personale
Linee di antropologia della tecnica
Nel momento in cui figure "letterarie" come cyborg, automi, robot, proiettano le loro ombre sullo sfondo sempre più mobile del nostro quotidiano, una riflessione di carattere antropologico può aiutare ad affrontare le linee di tendenza della ricerca tecnologica e scientifica.
- Collana: Strumenti / Scenari
- ISBN: 9788822053121
- Anno: 2000
- Mese: giugno
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 224
- Tag: Scienza Antropologia Etnologia Tecnologia Robot
Rispetto ai processi odierni di iper-tecnicizzazione del contesto di vita (un esempio neanche troppo "futuribile" può essere quello del cosiddetto "tele-lavoro") si può sviluppare un'analisi che vede in essi uno dei fattori dell'incrinarsi del senso di identità personale, della difficoltà da parte del soggetto a fare dell'eccedenza percettiva, realizzata dai nuovi mezzi di telecomunicazione, di tele-visione, un'occasione di autocoscienza autonoma e ben determinata: Paul Virilio è, ad esempio, uno degli esponenti più radicali di questa particolare posizione, che si può definire come critico-negativa. Ad essa si può contrapporre quella di Pierre Lévy, capace di articolare una teoria degli spazi antropologici rivolta ad esaltare l'incidenza dello sviluppo tecnologico sui processi di trasformazione dell'umano, dei suoi assetti e dei suoi piani di realizzazione. Ancora più utile risulta però il tentativo di delineare una "antropologia della tecnica" in grado di tenere assieme le indagini sulle dinamiche di assoggettamento dell'umano ai grandi dispositivi tecno-economici del presente e gli spunti di riflessione sul possibile concretizzarsi di esperienze di soggettivazione nuove, diverse da quelle comunque già istituite/istituzionalizzate.