Una storia del bene
Alla riscoperta di un'etica laica
Molte domande, importanti e difficili, sorgono nel corso di un'esistenza, ma poche hanno il valore e l'universalità di questa: «come vivere una buona vita?».
- Collana: Storia e civiltà
- ISBN: 9788822005625
- Anno: 2006
- Mese: maggio
- Formato: 14,5 x 21,5 cm
- Pagine: 304
- Note: rilegato, con sovraccoperta
- Tag: Storia Filosofia Etica
Nel suo nuovo libro, di rara intelligenza e chiarezza, Grayling esamina le principali risposte che la storia ha fornito alla ricerca del bene, dall'antichità classica fino a oggi. L'autore si concentra su due concezioni molto diverse della «vita buona»: da una parte la prospettiva genericamente laica, radicata nell'attenzione verso la natura e la condizione umana; dall'altra la prospettiva trascendentalista, che colloca la fonte dei valori morali al di fuori dell'uomo. Nel mondo moderno, plasmato dallo sviluppo della scienza a partire dal XVII secolo, le due concezioni si sono fronteggiate in un conflitto sempre più aspro, che giunge fino ai nostri giorni manifestandosi come uno dei principali problemi del nostro tempo. Grayling affronta questo dilemma contemporaneo collocandolo su uno sfondo storico accurato ed efficace difendendo, al termine della sua analisi, un'etica umanistica contro la rinascita dei trascendentalismi. In uno stile volutamente non accademico, il lettore viene guidato attraverso i grandi maestri del pensiero filosofico con precisione di riferimenti, senza però mai rinunciare alla curiosità intellettuale, alla vivacità del linguaggio e a una scrittura provocatoria e ironica.
Prefazione - 1. Ombre e figure - 2. La concezione classica della vita buona - La visione greca della vita - Il primo illuminismo e il primo umanesimo - Le virtù eroiche - Le virtù civiche e Socrate - Platone - Aristotele - 3. L'ideale filosofico - Il mondo ellenistico - La via del cane - La ricerca del piacere - Lo Stoicismo - Gli Stoici romani - 4. Le leggi di Dio - Le Religioni del Libro - Il comandamento divino - Etica cristiana - L'irrilevanza della religione nei confronti della moralità - La cortina di fumo profumata - Perché sorge la fede - Il ritorno dei fantasmi - Trascendentalismo in etica - 5. Il secondo illuminismo - L'Umanesimo rinascimentale - I testi antichi e la loro ricezione - La dignità dell'uomo - Cicerone nel Rinascimento - Erasmo - La morale e il bene per l'uomo - Fede e ragione - 6. Il terzo illuminismo - Dopo il secolo della scienza - Cos'è l'illuminismo - L'Encyclopédie - La contesa dell'illuminismo - I filosofi nell'età dei philosophes - La ragione in atto - I lumi - 7. La crisi delle dottrine - Un'età di profeti - Darwin e la reinvenzione dell'umanità - La crisi religiosa - Utilità e libertà - La rivalutazione dei valori - 8. La riscoperta dell'etica - Il vergognoso XX secolo - Dal male al bene - Il ritorno dell'impegno etico: l'esempio della medicina - Paternalismo e autonomia - Il diritto di morire - La natura dell'uomo: lo studio di un caso - I filosofi morali nel secolo della vergogna - Inizi promettenti - 9. Fugare i fantasmi - I valori umanistici - La religione e la sfera pubblica della moralità - Un caso per la difesa - La lunga guerra - Scienza e speranza - Verso la buona vita - Ringraziamenti - Bibliografia - Indice analitico
Prefazione
Questo libro è per tutti. Il suo fine è di illustrare quanto di meglio è stato pensato e detto a proposito della più importante domanda che l'umanità si sia mai posta: a quali valori dovremmo attenerci per vivere una vita davvero buona? Il metodo seguito è quello storico e, per tracciare la storia del pensiero e del dibattito intorno a questa domanda, il discorso è stato articolato ricorrendo ad alcuni tra i principali snodi di sviluppo della civiltà occidentale. Ciò comporta, in parte, la considerazione di aspetti relativi allo sviluppo del dibattito etico e, in parte, la valutazione dei presupposti morali impliciti nelle diverse temperie culturali. Ai fini del presente lavoro, la distinzione tra «etica» e «presupposti morali» può essere spiegata nei seguenti termini: «etica» significa pensare e teorizzare a proposito di ciò che è bene e male, e del modo in cui le persone dovrebbero vivere; «presupposti morali» sono invece ciò che, consapevolmente o meno, domina le effettive azioni o le aspirazioni degli uomini, nella pratica della loro vita. Sebbene questo libro intrecci profondamente la storia della riflessione etica e dei presupposti morali, non mira a presentarsi come un trattato accademico. È, invece, un'indagine informale, una conversazione piuttosto che una lezione, una fotografia aerea piuttosto che un'esplorazione a piedi; e poiché copre un ambito così vasto, rappresenta un percorso personale, non certo enciclopedico. Analisi ben più dettagliate e approfondite di questi temi sono rinvenibili sia nelle fonti letterarie e filosofiche, da Pla- tone a Nietzsche, sia, e in modo dottamente e ambiziosamente particolareggiato, all'interno della vasta produzione di letteratura accademica generata nell'ultimo secolo dalla professionalizzazione della filosofia. Di fronte a tale abbondanza di risorse, la bibliografia fornisce una semplice guida per un orientamento iniziale. Per parte mia, raccomando caldamente i classici del dibattito etico, alcuni dei quali sono rintracciabili anche all'interno della recente produzione specialistica. Bisogna però riconoscere che la produzione filosofica più recente è solo per lettori specializzati, e questo è davvero un gran peccato, se non fosse che rappresenta l'esito inevitabile del nostro tentativo di accrescere la consapevolezza di noi stessi, del nostro mondo, del nostro pensiero attraverso uno zelo analitico senza compromessi – cosa che tende ineluttabilmente a moltiplicare finissime distinzioni, complicate teorie e un gergo (dall'esterno) impenetrabile nel quale discuterle. Senza dubbio, gran parte del lavoro accademico, spinto com'è dall'ansia di pubblicare, più che dalla scoperta di verità inestimabili, è di assai scarso valore per il mondo; ma, in piccola parte, esso si aggiunge realmente al patrimonio dell'umana conoscenza e fissa un altro piolo nella scala che, con enormi sforzi, ci conduce alle stelle: per ardua ad astra. Questo libro è, dunque, un'indagine non accademica sul dibattito relativo al bene e alla vita buona. Non si tratta, però, solo di un'indagine: per parte mia, infatti, voglio sostenere che la ricerca del bene ad opera dell'umanità è stata una lotta tra umanesimo, da un lato, e concezioni religiose del mondo, dall'altro. Queste ultime si sono dimostrate resistenti ai tentativi che l'umanesimo ha compiuto, in età classica, nel Rinascimento, nel XVIII secolo ed oltre, di liberare non solo l'immaginazione, ma la vita stessa dell'uomo dall'autorità di una visione religiosa sul mondo. La longevità delle concezioni religiose potrebbe ricevere svariate spiegazioni, ma una delle principali ragioni storiche è che le persone sono in prevalenza superstiziose e scarsamente riflessive, e che le gerarchie religiose sono riuscite a conquistare potere o, almeno, influenza politica, come ha dimostrato, per gran parte della sua storia, il Cristianesimo e come accade ancor oggi con l'Islam e coi contemporanei fondamentalismi di vario tipo diffusi in India, Israele e Stati Uniti. Come mostrano (e non semplicemente suggeriscono) queste osservazioni, l'argomento che sostengo è di parte: la mia posizione è che il progresso umano si è per lo più verificato a dispetto delle reazioni religiose, e che gran parte delle umane sofferenze, ad eccezione di quelle causate da malattie o altri eventi naturali, è stato il risultato di conflitti ispirati dalla religione e di un'oppressione basata sulla religione. Si tratta di un dato infausto, ma grandemente confermato dalle testimonianze della storia. La mia speranza è che questo schizzo intorno alla ricerca del bene aiuti alcuni, auspicabilmente molti, a riconsiderare la posta in gioco in quel vasto scontro di prospettive che, nel dibattito sulla vita migliore per l'uomo, oppone illuminismo umanistico e religione tradizionale. C'è poi un ulteriore punto degno di nota: questo libro vede la luce in una congiuntura storica molto particolare, precisamente nel momento in cui i segreti del patrimonio genetico umano sono stati svelati e sottoposti non solo al nostro sguardo, ma al nostro intervento. Sempre più gli esseri umani che popoleranno il nostro pianeta nei decenni e nei secoli a venire saranno diversi da come siamo noi ora e da come erano i nostri avi. Utopiche speranze vogliono che essi saranno più belli e più intelligenti di noi: avranno denti che non cadono, occhi dalla vista perfetta, profili genetici che li rendono immuni dal cancro e dalle malattie cardio-vascolari – e così via, per tutti quei problemi dai quali persone affette da mal di denti, vista carente o pressione alta desidererebbero poter essere subito curate, con un semplice giro del cacciavite genetico. Senza dubbio, una volta che queste bazzecole (cancro e tutto il resto) siano state risolte, la costosa cura genetica comporterà anche l'acquisizione di attributi e caratteristiche attualmente inimmaginabili, con la produzione di individui sempre più remoti da noi, che di loro siamo padri originari, naturali, accidentali ed imperfetti. Molti, al momento, trovano questo quadro irritante ma, soprattutto, si sentono liberi dal- l'inquietante sensazione di inferiorità rispetto a tale prospettiva futura. Qualsiasi cosa possa accadere, la mia speranza è che l'intelligenza e l'accesso alla conoscenza, di cui godranno le generazioni future, consentiranno infine il trionfo del progetto illuministico. Allora questo libro, ed altri come questo, appariranno come il resoconto di una lotta che sembrerà remota ed assurda, ma che sarà stata invece uno dei due o tre fattori determinanti della storia umana, e tale è ancor oggi all'alba del XXI secolo, quando vengono scritte queste parole. Tuttavia, persino individui futuri, se ce ne saranno, dovranno ancora porsi quelle domande di cui qui viene tratteggiata la storia delle risposte: qual è la miglior vita da vivere? Cos'è il bene? Prevedo inoltre che, qualsiasi forma assumeranno le risposte future, avranno comunque qualcosa in comune con le migliori risposte del passato, e da esse trarranno ispirazione. L'informalità di questo libro e il fatto che si rivolga espressamente ad un lettore comune, non specialistico, presuppongono che il suo fine non sia l'esaustività nell'analizzare nozioni etiche e speranze morali; eppure, in base ad un'accezione particolare del termine «comprensivo», questo libro mira ad esserlo, nel senso cioè che cerca di vagliare, relativamente al suo soggetto, i contributi più alti ed importanti prodotti dalla civiltà occidentale, senza trascurare nessuno degli aspetti principali di questa storia, almeno nei suoi tratti essenziali. Il testo è volutamente privo di note. Le opere utilizzate e citate in ciascun capitolo sono elencate nella bibliografia finale, selezionata e divisa per capitoli; i lettori che desiderino risalire dalla citazione alla fonte godranno della gioia di ricercare autonomamente nei luoghi (libri) appropriati, indulgendo in tal modo ad uno dei piaceri più grandi della vita, quello della lettura […].