Mal di plastica
Verità e bugie sul materiale che ha sommerso il mondo ed è entrato nel nostro sangue
Un'inchiesta senza precedenti che segue la plastica in tutto il suo ciclo di vita, dalla progettazione degli oggetti della nostra quotidianità fino a quando finisce – purtroppo – nel nostro stomaco. Un libro per capire, per riflettere, per ripensare il nostro sistema.
- Collana: SottoInchiesta
- ISBN: 9788822049049
- Anno: 2023
- Mese: settembre
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 176
- Tag: Ambiente Inchiesta Inquinamento
I rifiuti di plastica sono destinati a triplicare entro il 2060, e solo il 9% della plastica prodotta globalmente viene riciclata. I dati non lasciano dubbi: è urgente intraprendere soluzioni per fermare le drammatiche conseguenze dell’inquinamento.
Mal di plastica è un viaggio-inchiesta tra gli aspetti più sconosciuti dell’inquinamento da plastica. Dalle prime fasi di produzione, alle emissioni di CO2 del ciclo di vita della plastica. Dalla difficoltà di riciclare imballaggi progettati male, allo scandalo dei rifiuti di plastica esportati dall’Europa per essere riciclati, e invece ritrovati in discariche informali o bruciati illegalmente. Non solo, questo libro racconta l’inquietante presenza, già oggi, di microplastiche nel corpo umano, secondo le più recenti ricerche in campo internazionale.
Esistono delle soluzioni efficaci per aumentare la quota di riciclo di questa onnipresente materia prima? O è il caso di ripensare tutto il sistema e ridurre drasticamente l’utilizzo di prodotti usa e getta?
PREFAZIONE
di Riccardo Iacona
INTRODUZIONE
1 MICROPLASTICHE, IL NEMICO INVISIBILE
Particelle onnipresenti
L’inquinamento che non si vede
La plastica nel sangue
Menù di microplastiche
I rischi per la salute
2 PLASTICA PERENNE
Spezzare il monopolio della natura
Il mondo si plastifica
Quello che resta della plastica
Plastica eterna
3 INQUINAMENTO SILENZIOSO
Lacrime di sirena
Nurdle hunt
Emissioni industriali
4 PLASTICA, PETROLIO E CO2
Plastica e clima
Negazionisti
Plastica vergine alla ribalta
Discarica globale
5 DOVE FINISCE LA PLASTICA
China ban
Viaggio in Turchia
Terra dei fuochi
Impatto irreversibile
Minori al lavoro
Stop all’export di plastica!
6 LA RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE
L’indiano che piange
Facciamo la spesa
I codici del riciclo
L’inganno del riciclo
7 VIAGGIO NEL MONDO DEL RICICLO
Quanto si ricicla in Italia
La plastica che si perde
La selezione dei rifiuti
Downcycling
Riciclo ed economia circolare
8 LA PROMESSA DELLA BIOPLASTICA
Esistono alternative?
Si fa presto a dire bioplastica
Parola chiave: compostabile
Non abbandonate quella bioplastica
Missione compost
Monouso? L’Europa dice no
9 MENO PLASTICA PER TUTTI
Exit strategy
Rivoluzione francese
Ogni bottiglia vale
Liberarsi dalla plastica è facile, se sai come farlo
Cambio di paradigma
Ringraziamenti
INTRODUZIONE
BeatPlasticPollution. È con questo slogan che la Giornata mondiale dell’Ambiente 2023 (World Environment Day, in inglese) indetta dall’ONU è stata dedicata alla ricerca di soluzioni per sconfiggere l’inquinamento da plastica. Istituita nel 1972 dall’UNEP (United Nations Environment Programme), principale autorità mondiale sulle tematiche ambientali, ogni anno la giornata è dedicata a un tema specifico sul quale le nazioni dell’ONU dovranno concentrare e avviare le proprie azioni durante i 12 mesi successivi.
«Occorre lavorare insieme, governi, compagnie e consumatori, per rompere la nostra dipendenza dalla plastica, azzerare gli sprechi e costruire un’economia che sia davvero circolare. Insieme, definiamo un futuro più pulito, sano e sostenibile per tutti» ha dichiarato António Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, in occasione della ricorrenza, il 5 giugno 2023.
I numeri citati da Guterres nel suo discorso al mondo sono impietosi. Ogni anno si producono globalmente oltre 400 milioni di tonnellate di plastica, oltre un terzo dei quali è utilizzato soltanto una volta. Ogni anno, tra i 19 e i 23 milioni di tonnellate di plastica vengono scaricati in oceani, fiumi e laghi. È il peso approssimativo di 2200 torri Eiffel tutte insieme.
«Le conseguenze sono catastrofiche», ha ammonito il Segretario. Più di 800 specie marine e costiere sono colpite da questo inquinamento attraverso l’ingestione, l’aggrovigliamento e altri incidenti. La produzione annua della plastica è più che raddoppiata in vent’anni e le prospettive sono anche peggiori. Se non si interviene, potrebbe perfino triplicare entro il 2060.
È per questo che lo scorso anno, con una decisione storica, 175 Stati membri delle Nazioni Unite hanno approvato una risoluzione per porre fine all’inquinamento da plastica e creare un accordo internazionale giuridicamente vincolante, che sarà pronto entro la fine del 2024. È stato definito l’accordo multilaterale ambientale più significativo dopo quelli di Parigi, e una polizza assicurativa per questa generazione e per quelle future.
Il 3 giugno 2023 si è conclusa a Parigi la seconda sessione del Comitato intergovernativo di negoziazione. È stato in quell’occasione che il presidente del Comitato Gustavo Adolfo Meza-Cuadra Velásquez ha citato lo scrittore francese Victor Hugo: «È triste pensare che la natura parli e gli esseri umani non ascoltino. Quando ascoltiamo la natura e agiamo, possiamo fare progressi». Perché è proprio vero che la natura parla, ma noi esseri umani spesso ignoriamo la sua voce, non prestiamo ascolto alle parole silenziose del mondo che ci circonda.
Eppure, quando finalmente apriamo le orecchie, quando ci mettiamo in azione, possiamo compiere dei veri passi in avanti. Alla sessione di Parigi hanno partecipato più di 1700 persone, oltre 700 delegati provenienti da 169 Stati e oltre 900 osservatori di ONG. Questa sessione segue il primo round di negoziazione che si è tenuto a Punta del Este, in Uruguay, nel novembre 2022. Ed entro novembre 2023 arriverà una prima bozza che sarà esaminata a Nairobi. Inger Andersen, direttrice esecutiva dell’UNEP, ha dichiarato: «Il mondo chiede un accordo ampio, innovativo, inclusivo e trasparente, che si basi sulla scienza e apprenda dalle parti interessate, e che garantisca il sostegno ai Paesi in via di sviluppo».
Sarà così? Il mondo riuscirà mai a mettersi d’accordo? Al pari del cambiamento climatico, l’inquinamento da plastica rischia di arrivare a un punto di non ritorno.
L’uso di plastica e sostanze chimiche in tutto il mondo è aumentato enormemente dagli anni ’50, tanto che per un gruppo di scienziati scandinavi dello Stockholm Resilience Centre, l’umanità ha superato il confine planetario relativo agli inquinanti ambientali, di cui fa parte la plastica. Ne consegue che la perdita degli ecosistemi è diventata irreversibile. La politica internazionale deve agire adesso. Subito.
È per raccontare questa urgenza che ci siamo messe in cammino e abbiamo fatto un lungo viaggio, in senso letterale, tra gli aspetti meno conosciuti dell’inquinamento da plastica. Ne è venuto fuori un quadro che avremmo volentieri evitato di vedere con tanta chiarezza. Un’operazione verità su diversi temi che conoscevamo superficialmente, ma che, visti da vicino, sono ancora più complessi e allarmanti.
La prima verità che ci ha sconcertato e che abbiamo cercato di raccontare, coinvolgendo gli scienziati di tutta Europa, è che la plastica è ormai entrata nel nostro sangue. È già nel nostro corpo, nella frutta che mangiamo, nella verdura che compriamo. Si è insinuata in pezzetti microscopici, sotto forma di microplastica, e nessuno, neppure la comunità scientifica, ha ben compreso quali saranno le conseguenze.
La seconda è che siamo abituati a pensare alla plastica come problema esclusivamente al termine del suo ciclo di vita, quando diventa un rifiuto. In realtà, abbiamo capito che la plastica inquina fin dal primo momento, da quando viene prodotta. Da un lato, perché nelle fasi di produzione dei polimeri centinaia di migliaia di granuli di plastica vengono dispersi nell’ambiente. Dall’altro, perché il processo stesso di produzione della plastica ha un impatto sull’aria che respiriamo e sulla CO2 emessa.
L’altra verità disarmante che abbiamo toccato con mano è che nessuno sa cosa farne di tutti i rifiuti di plastica, e per questo l’Europa sta inondando gli altri Paesi di plastica da riciclare. Ma è una truffa. Lo raccontiamo perché lo abbiamo visto con i nostri occhi. In Turchia abbiamo visto plastica italiana ed europea mandata lì per essere riciclata, che sta intossicando l’aria, contaminando il suolo e distruggendo gli habitat.
Intanto, la produzione di plastica usa e getta cresce 20 volte più della capacità di riciclo. E il nostro viaggio ci ha portato a comprendere che l’idea di poterla riciclare come il vetro o la carta è falsa. Gli imballaggi di plastica riciclabile non sono neppure la metà di quelli in circolazione.
Quindi, qual è la soluzione? Molta ricerca scientifica punta a trovare materiali alternativi eco-sostenibili come la bioplastica e l’Italia è all’avanguardia in questo campo perché produciamo due terzi delle bioplastiche biodegradabili d’Europa. Ma anche su questo va fatta un’operazione verità. Il termine “bioplastica” non è sinonimo di “biodegradabile” e non tutti gli impianti di riciclo dei rifiuti organici riescono a gestire bene questi nuovi materiali, che rimangono davvero una nicchia rispetto alla plastica di origine fossile.
E allora? Come si fa a raccogliere e massimizzare almeno la plastica nobile che possiamo riciclare? Siamo andati in Norvegia per capire in che modo è possibile aumentare la raccolta dei rifiuti, per esempio attraverso strategie come il deposito su cauzione. Abbiamo parlato con ricercatori, esperti di economia circolare, attivisti, amministratori, e abbiamo visto che, come sempre, le risposte ai grandi problemi sono complesse.
Mal di plastica racconta tutto questo. Racconta come tutti noi, l’Europa in primis, abbiamo la responsabilità di quello che produciamo in questo ecosistema, in questo caso i rifiuti di plastica immessi nell’ambiente in abbondanza e di cui non sappiamo disfarci. E mentre ci ingegniamo a fare le leggi più avanzate al mondo per ridurre l’inquinamento da plastica, contaminiamo i territori degli altri Paesi che accolgono i nostri rifiuti, chiudendo gli occhi di fronte alle conseguenze delle nostre azioni.
I danni provocati da questo sistema poi ci torneranno indietro, perché il mondo è uno, e non c’è confine possibile per isolare quello che viene disperso nell’ambiente. La plastica si trasformerà in microplastica, contaminerà i suoli agricoli, le falde acquifere, entrerà nella catena alimentare, arriverà al mare, altererà l’ecosistema marino e poi tornerà da noi. Sarà nel nostro cibo, nella nostra frutta, e infine nel nostro sangue. Non c’è scampo e l’unica soluzione è fare insieme uno sforzo globale per diminuirne la produzione e controllare la destinazione dei rifiuti.
È questo l’obiettivo del trattato globale sulla plastica delle Nazioni Unite. Solo una soluzione di sistema è possibile, con l’accordo di produttori, trasformatori, riciclatori, governi e consumatori. Soltanto con la consapevolezza e con regole condivise ovunque potremo cambiare qualcosa. Perché – fa bene ricordarlo uno, due, mille volte – non c’è un pianeta B per l’essere umano. Non esiste un’alternativa valida, se non quella di collaborare tutti insieme in equilibrio con la natura per migliorare questo mondo, attraverso una crescita economica inclusiva e sostenibile.
Vorremmo ringraziare una a una le persone che abbiamo incontrato, gli esperti, gli accademici e gli addetti ai lavori. Alcuni ci hanno accompagnato fisicamente in questo viaggio e li troverete citati.
Altri ci hanno illuminato la strada per muoverci sul campo da sole, per cercare con più luce e consapevolezza la verità. Non li ringrazieremo mai abbastanza.
07 Ottobre 2023 | www.webmagazine24.it |
07 Ottobre 2023 | www.fattitaliani.it |
08 ottobre 2023 | www.ansa.it |
10 Ottobre 2023 | ilpostodelleparole.it |
27 Ottobre 2023 | www.raiplay.it - Rai 3 - Quante Storie |
11 Novembre 2023 | Indie - PDE |
13 Novembre 2023 | almanacco.cnr.it |
13 Novembre 2023 | leccesera.it |
15 Novembre 2023 | La Repubblica ed. Bari |
16 Novembre 2023 | www.bitontoviva.it |
29 Novembre 2023 | www.today.it |
01 Dicembre 2023 | Notiziario CDP |
24 Dicembre 2023 | www.recensionedilibri.it |
24 Aprile 2024 | www.ansa.it |
24 Maggio 2024 | |
24 Maggio 2024 |