50 grandi idee islam
Una guida concisa ed esauriente sull’islam, nei suoi principali aspetti religiosi, sociali e politici. Uno strumento indispensabile per comprendere uno dei fenomeni più importanti del nostro presente.
- Collana: 50 grandi idee
- ISBN: 9788822068736
- Anno: 2017
- Mese: novembre
- Formato: 17 x 20 cm
- Pagine: 208
- Tag: Storia Islam Religione Attualità
Nessun’altra religione è oggi al centro dell’attenzione come l’islam. E nessuna è così spesso vittima di interpretazioni erronee o superficiali. Ma chi era veramente Maometto e che cosa insegnò? Davvero il Corano predica la guerra santa? Qual è il ruolo delle donne nel mondo islamico? E in che modo si spiega la nascita e l’ascesa di movimenti estremisti come Al-Qaida e IS? A queste e a molte altre domande cerca di rispondere Mona Siddiqui, una delle massime esperte della materia.
Soprattutto nella complessa e delicata fase storica che stiamo vivendo, diventa irrinunciabile avere una visione chiara e attendibile dell’islam, dunque dei suoi concetti chiave, dei personaggi e degli eventi che ne hanno segnato la storia, degli usi e dei costumi che caratterizzano la vita quotidiana dei musulmani, delle ricadute che questa religione ha nella sfera sociale e politica. I cinque pilastri della fede, la divisione tra sunniti e sciiti, il Corano e le scuole coraniche, le moschee, l’adozione del velo, la sharia, il jihad: parlare di islam oggi significa parlare di argomenti che sono sempre più presenti nel dibattito pubblico e con cui spesso ci confrontiamo di persona.
Le cinquanta grandi idee raccolte in questo libro forniscono un quadro essenziale ma esaustivo di un mondo che non possiamo più ignorare.
Introduzione - STORIA - 01 Allah - 02 Maometto - 03 Hijra - 04 La Mecca - 05 Medina - 06 Kaaba - 07 Islam sunnita - 08 Islam sciita - 09 Califfato - DOGMI - 10 Professione di fede - 11 Creazione - 12 Adamo ed Eva - 13 Gesù - 14 Abramo - 15 Angeli - 16 Cielo - 17 Inferno - 18 Satana - 19 Mi‘raj - 20 Kalam - 21 Kafir - RITI - 22 Preghiera - 23 Ramadan e digiuno - 24 Elemosina - 25 Hajj - 26 Ospitalità - 27 Halal e haram - 28 Alcol - CONDIZIONE FEMMINILE - 29 Le mogli del Profeta - 30 Maria - 31 Hijab, niqab e burqa - 32 Donne e uguaglianza - 33 Sesso e sessualità - AUTORITÀ - 34 Corano - 35 Hadith e sunna - 36 Sharia - 37 Legge islamica e Occidente - 38 Moschea - 39 Madrasa - 40 Salafismo - 41 Sufismo - 42 Al-Ghazali - CREDENTI E NON CREDENTI - 43 Cristianesimo - 44 Giudaismo - 45 Pluralismo - ISLAM OGGI - 46 Multiculturalismo - 47 Jihad - 48 Islam politico - 49 Islam militante e IS - 50 Democrazia e diritti umani - Glossario - Indice analitico
02 Maometto
Maometto è il personaggio centrale dell’islam. Descritto in molti modi – in particolare come «il messaggero di Dio» (rasul Allah), «il Profeta benedetto» (nabi karim) e «l’amato da Dio» (habib Allah) – Maometto non è un profeta qualsiasi che si inserisce in una lunga genealogia di profeti, egli è piuttosto il Profeta, il prescelto come destinatario della definitiva rivelazione divina.
Maometto (circa 570-632 d.C.) è definito nel Corano come il «suggello dei profeti» (khatam al-nabiyyin) ed è generalmente considerato nell’islam come il messaggero finale, dopo il quale non ci saranno più messaggeri o profeti: «Maometto non è padre di alcuno di voi, ma è l’inviato di Dio e il suggello dei profeti» (Corano 33, 40). Per i musulmani egli incarna il messaggero perfetto e l’uomo perfetto. Tale è il rispetto nei suoi confronti che raramente i musulmani citano il suo nome senza aggiungere la formula «la pace e la benedizione siano su di lui».
Il ruolo di Maometto Il concetto di profezia è condiviso da giudaismo, cristianesimo e islam, sebbene il suo significato differisca da una religione all’altra. Secondo la visione islamica, profeti e messaggeri nel corso della storia agiscono come ponti fra Dio e il mondo terreno. È attraverso ciò che Dio le comunica che l’umanità comprende qualcosa di lui, un Dio che, allo stesso tempo, si nasconde e si rivela. I profeti e i messaggeri hanno un ruolo centrale nel piano divino e tutti i suoi inviati, da Adamo a Maometto, hanno trasmesso la medesima verità primordiale: l’unicità di Dio e l’obbligo umano di adorarlo.
Il Corano si occupa sia dei singoli profeti che della natura della profezia, facendo luce su come gli uomini recepiscono il messaggio divino. In tal senso, Maometto non è diverso dai profeti precedenti. Egli può parlare soltanto di ciò che rientra nel piano divino e può rivelare unicamente ciò che Dio vuole che riveli. Il suo compito, pertanto, consiste nel diffondere la nuova verità, senza però contestare le vecchie verità, né fare distinzioni tra i messaggeri che lo hanno preceduto:
Il profeta credette in quello che il Signore gli ha rivelato e i fedeli fecero altrettanto. Tutti credettero in Dio, nei suoi angeli, nei suoi libri santi e nei suoi inviati. «Non poniamo differenza tra loro», essi dissero: «Signore, abbiamo ascoltato la tua voce e ti abbiamo obbedito. Imploriamo la tua clemenza. Ritorneremo tutti a te nel giorno della risurrezione» (Corano 2, 285).
La nascita dell’islam Benché spesso si rivolga direttamente a Maometto, il Corano non è una biografia del Profeta. La maggior parte dei racconti sulla sua vita fa riferimento al testo di Ibn Ishaq, uno storico di Medina che compilò la prima biografia completa (sira) di Maometto, nota come Sirat Rasul Allah. Scritta un secolo dopo la morte di Maometto, questa biografia è giunta a noi attraverso l’opera di uno studioso del IX secolo, Ibn Hisham, che curò l’edizione dei testi di Ibn Ishaq.
Sulla base delle prime fonti musulmane, Maometto perse il padre circa sei mesi prima della sua nascita alla Mecca, perciò fu allevato da suo nonno, Abd al-Muttalib, del clan Banu Hashim, appartenente alla tribù dei Quraysh. All’età di sei anni perse anche sua madre Amina. Rimasto orfano, Maometto fu accudito dallo zio Abu Talib, l’uomo più potente della Mecca. Crescendo, Maometto si guadagnò una fama di persona affidabile e onesta e questo, nel 591, gli valse una proposta di matrimonio da parte di una donna chiamata Khadija. Ricca vedova, di circa quindici anni più grande di Maometto, era coinvolta nel commercio carovaniero. Khadija sostenne in pieno Maometto e fu la prima ad accogliere il suo messaggio, quello che sarebbe diventato l’islam.
Nel 610, quando aveva circa quarant’anni, Maometto cominciò a ritirarsi alla periferia della Mecca per meditare. Fu nel corso di una di queste meditazioni, nella grotta di Hira, che Jibril (l’arcangelo Gabriele) gli apparve e gli chiese di leggere. Quel che Maometto lesse divenne la prima rivelazione del Corano.
Tra il 610 e il 632, Maometto continuò a ricevere rivelazioni di natura orale, nel senso che erano parole dette a lui o parole che trovava nel suo cuore e poi esprimeva pubblicamente. Il fenomeno è così descritto:
«Inviato di Dio, come ti giunge la rivelazione?». Il messaggero di Dio rispose: «Talvolta giunge come il risuonare di una campana e questo è il modo più penoso per me; il suono si attenua quando mi rendo conto del suo messaggio. Altre volte mi appare l’angelo in forma di uomo; egli mi parla e io comprendo quello che dice».
Fin dalla prima rivelazione che a Maometto si chiede di recitare, il Corano si rivolge a lui usando parole che sono un’esortazione a parlare, come qul («Di’»). È a Maometto che Dio rivela le recitazioni del Corano e spetta a lui diffondere il messaggio che ha ricevuto alla gente della sua tribù, i Quraysh, e poi al resto della società della Mecca. È Maometto che, dopo l’emigrazione a Medina nel 622 (si veda il capitolo 3), fonda infine quello che ai musulmani appare come un piccolo Stato islamico che, successivamente, con la sua rapida espansione, avrebbe reso l’islam una religione mondiale.
Pratiche profetiche Nel momento in cui i musulmani fecero di Maometto il loro modello di vita ideale, divenne imprescindibile conoscere esattamente come egli aveva vissuto e che cosa aveva detto. La sua vita e le sue parole vennero racchiuse nel concetto di sunna, una parola che originariamente designava le abitudini, i costumi e le pratiche di una qualunque comunità, ma che in seguito passò a indicare esclusivamente il precedente incarnato dal Profeta.
Lo sviluppo della sunna del Profeta fu un processo che si svolse gradualmente nella comunità musulmana e che si rispecchiò nei cosiddetti hadith, racconti e aneddoti attribuiti a Maometto. Gli hadith, il cui numero ammonta a diverse migliaia, non vanno confusi con il testo del Corano. Malgrado secoli di dibattiti e discussioni intorno alla loro natura e validità, gli hadith rimangono comunque un documento essenziale per comprendere la devozione musulmana nei confronti di Maometto. Essi si sono inoltre imposti come la seconda fonte d’autorità per importanza dopo il Corano e la loro influenza è palese in ogni genere di questione sociale, legale, morale ed etica della vita islamica (si veda il capitolo 35).
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