La quarta via
Una Sinistra vera dopo la catastrofe
prefazione di Giorgio Galli
I risultati elettorali dell’aprile 2008 suonano drammatiche campane a martello per una Sinistra «istituzionale» che ormai ha smarrito la propria ragione d’essere; una Sinistra che, tradendo, ha spianato il campo all’avversario: la neodestra affaristica, leghista e fascista. Solo una «quarta via» che promuova speranza e fiducia, progettando politica, può assicurare l’affermazione di libertà e giustizia.
- Collana: Libelli vecchi e nuovi
- ISBN: 9788822055095
- Anno: 2008
- Mese: luglio
- Formato: 12,5 x 21 cm
- Pagine: 256
- Tag: Politica Storia contemporanea Politica italiana Sinistra
Per la Sinistra, contro «questa» Sinistra, perché la catastrofe economica, sociale e morale delle politiche liberiste e della globalizzazione finanziaria impone alla Sinistra di ricercare nuove «vie», che superino quella visione di opaco controllo amministrativo che spiana la via all’avversario, si chiami Bush, Sarkozy o Berlusconi. Ma per fare questo occorre aggiungere all’orizzontalità della politica come pura gestione altre dimensioni: quella verticale del progetto condiviso come speranza che inventa futuro, quella della profondità della propria etica pubblica come coerenza tra il dire e il fare che diffonde fiducia. Gli esempi di Obama e di Zapatero dimostrano che un’altra via è possibile. Una ricerca e una sperimentazione ancora tutte da compiere. Possiamo chiamarla «quarta via». Nel caso italiano, una politica di «quarta via» può partire dalle città e dai territori come rifondazione della democrazia dal basso.
Prefazione di Giorgio Galli - 1. Alla ricerca di altre vie in cui si discute di declino e di speranza - 2. L’impero e le reti in cui si discute di rotture sistemiche e di apprendisti stregoni - 3. La Politica tra virtù e massmarket in cui si discute della mutazione genetica del suo DNA - 4. Italia oggi: la prevalenza del plebeo in cui si discute dell’odierna composizione sociale italiana - 5. Poveri di tutto il mondo, vergognatevi! in cui si discute l’avvenuto ribaltamento del giudizio sociale - 6. Quote rosa e restaurazioni maciste in cui si discute cosa significhi «femminilizzare» la politica - 7. Le condizioni materiali della riscossa laica in cui si discute di Sinistra e laicità - 8. Il Centro non c’entra in cui discute di venerande idee e giovani generazioni - 9. Via parigina o via catalana? in cui si discute di democrazia a scartamento civico - 10. Rubare i panni alla Destra? in cui si discute di restyling e liberismo di sinistra - 11. Per una politica a più dimensioni in cui si discute di fiducia e speranza per un nuovo inizio a sinistra - 12. Dopo la catastrofe del 14 aprile 2008 in cui si discute di gattemorte, lemuri e Winnie the Pooh - Bibliografia
Capitolo primo
Alla ricerca di altre vie
in cui si discute di declino e di speranza
Come possiamo combinare assieme il grado di iniziativa
individuale necessario al progresso con il grado
di coesione sociale necessario alla sopravvivenza?
Bertrand Russell
La fine di un ciclo
Se la Sinistra latita la Politica avvizzisce.
Perché esiste un rapporto intuitivo di profonda interdipendenza tra il benessere (o il malessere) di entrambe.
Rapporto da cui la Destra resta necessariamente esclusa, proprio per la sua intima ragione d’essere quale contromossa attivata dal cambiamento; risposta in chiave di contenimento delle spinte tendenti a modificare l’esistente (ragione d’essere – a sua volta – della Sinistra che, così facendo, attiva il dibattito pubblico democratico; dunque la Politica). Potrà modernizzarsi e rivestirsi di efficaci involucri comunicativi, potrà presentarsi sul palcoscenico pubblico indossando le vesti del «vero progresso». Sia come sia, la Destra – in quanto tale – si qualifica teorizzando e praticando la tutela degli equilibri vigenti. Diventa reazionaria quando il piano della conservazione volge dal presente al passato, propugnando il ripristino di assetti ormai accantonati. Che gli stessi conservatori meno estremisti (o più prudenti) riterrebbero improponibili.
Perciò il discorso di destra si sostanzierà nel porre al primo punto dell’agenda politica l’Ordine, inteso come valore primario. E le sue parole chiave saranno immancabilmente Autorità-Tradizione-Gerarchia, nelle loro diverse variazioni semantiche.
Ragionando per contrapposizioni, il discorso di sinistra sarà, invece, riconoscibile articolandosi attorno alla triade alternativa Consenso-Ragione-Progresso (termine, quest’ultimo, da specificare con molta precisione, in quanto carico di ambiguità). Civismo partecipativo, deliberativo, princìpi a cui «è riconducibile il processo della rivoluzione industriale democratico-borghese, che ha creato l’attuale assetto della nostra società». Così scriveva Giorgio Galli nell’ormai lontano 1974. Oggi le cose non stanno più come allora, a seguito di una trasformazione che proprio in quel periodo aveva iniziato a manifestarsi, determinando gradatamente la latitanza della Sinistra e il conseguente avvizzire della Politica. Il panorama che oggi ci troviamo a contemplare. Perplessi.
Insomma – usando terminologie alla Fernand Braudel – si sarebbe esaurita una sorta di «fase del ciclo Kondrat’ev» (dall’economista russo teorico dei trend di lungo periodo; in questo caso della durata quasi bisecolare) avviata dalle rivoluzioni settecentesche di matrice illuministica; grazie alle quali – almeno in Occidente – la Democrazia si è affermata come il paradigma dominante nell’organizzazione delle relazioni umane e la Politica è diventata lo strumento primario per la definizione e il controllo della decisione collettiva. L’arena (o, se vogliamo, il medium) della discussione Pubblica [...].
19 dicembre 2008 | il Venerdì di Repubblica |
31 luglio 2008 | l'Unità |
21 luglio 2008 | Il Secolo XIX |