Aa. Vv.
Das neue Frankfurt 1926-1931
prima edizione 1975
ristampa
a cura di Giorgio Grassi
Le Corbusier, Gropius, Moholy-Nagy e gli altri teorici ed architetti del razionalismo europeo tra le due guerre, nell'antologia della famosa rivista diretta da Ernst May: uno straordinario documento dell'architettura razionalista.
- Collana: Architettura e Città
- ISBN: 9788822006080
- Anno: 2007
- Mese: gennaio
- Formato: 24 x 22 cm
- Pagine: 408
- Tag: Architettura Urbanistica Le Corbusier Razionalismo
Le Corbusier, Gropius, Moholy-Nagy e gli altri teorici e architetti del razionalismo europeo tra le due guerre, nell'antologia della famosa rivista diretta da Ernst May: uno straordinario documento dell'architettura razionalista che testimonia e ripropone la vastità degli interessi e l'impegno ideologico degli architetti razionalisti e, in generale, della cultura d'avanguardia in Europa. Ma ciò che fa di questo volume un'esperienza unica e costantemente attuale è proprio il carattere d'individualità che la città di Francoforte (la sua esperienza storica, la prospettiva architettonica che si era scelta, ecc.) trasmette per così dire alla rivista, in quanto manuale d'architettura desunto e costruito sulla città stessa. È questa l'angolazione secondo cui la lettura di questo libro si manifesta come più ricca di motivi progressivi; e proprio in questo la rivista di May riesce a uscire dall'effimero groviglio delle polemiche del momento.Il volume contiene scritti di: Ernst May, Raymond Unwin, Walter Gropius, Adolf Behne, J. J. Pieter Oud, Heinrich Tessenow, Le Corbusier, Oskar Schlemmer, Adolf Loos, Laszlo Moholy-Nagy, Ludwig Hilberseimer, Sigfried Giedion, Peter Behrens e altri.
Giorgio Grassi, das neue Frankfurt e l'architettura della nuova Francoforte - das neue Frankfurt, scritti scelti - das neue Frankfurt, indice generale dei numeri della rivista - Indice dei nomi
Das neue Frankfurt
Ernst May
La metropoli, come punto cruciale del processo storico degli insediamenti umani, mostra con chiarezza le modificazioni della situazione culturale dei popoli. Qui la vita scorre più velocemente che nel la campagna, vasta e scarsamente popolata, e i fatti emergenti come anche gli aspetti negativi della vita hanno più netto risalto. Babilonia, Tebe, Alessandria, Cartagine e Bisanzio, Pataliputra, Bagdad e Granada sono altrettante testimonianze di complessi culturali perfettamente armonici. Oggi è diverso. Se guardiamo una moderna metropoli non possiamo più parlare di unità e equilibrio fra i diversi campi del sapere tecnico e economico, della scienza e dell’arte, perché nel corso degli ultimi anni la forma di espressione nei diversi campi della cultura, anche per popolazioni di comune origine, è stata sconvolta come avvenne un tempo con i linguaggi ai piedi della torre di Babele. Gli straordinari progressi compiuti dall’uomo in questo ultimo periodo di tempo in tutti i campi della sua attività spirituale e materiale – e non da ultimi i grandi progressi in campo tecnico – lo hanno investito improvvisamente prima ancora che egli fosse preparato a dominare i mutamenti che questi cornportavano. E divenne gradualmente vittima della sua stessa creazione.
Poi ci fu la guerra mondiale. Essa strappò con violenza milioni di persone dal corso regolare delle cose ponendole, potremmo dire, su un erto monte, costringendole da lassù a considerare il loro stesso destino e quello del loro prossimo, aprì loro gli occhi senza pietà mostrando gli abissi ai quali conduceva la strada intrapresa. Li trascinò fuori dalla danza attorno al vitello d’oro, dal godimento saziato, e indicò loro il valore reale della ricchezza materiale, dei cosiddetti «tempi di fioritura economica»!
Durante quegli anni di orrendi massacri, quando sembrava che fosse posto in dubbio il significato ultimo dell’esistenza stessa, nacque in milioni di uomini una nuova nostalgia struggente, il desiderio ardente delI’approfondimento della vita. Costoro spargono oggi nel mondo i primi semi di una nuova concezione della vita e creano quindi i fondamenti di una nuova cultura. Un ordine nuovo si sta preparando, il suo scopo non è ancora conosciuto nei suoi multiformi aspetti e i suoi obiettivi prenderanno forma più dallo sviluppo delle cose che dalla volontà dell’uomo stesso; un ordine nuovo che sappia estrarre dal groviglio di un’esistenza caotica i fili che ordinati formeranno il tessuto dei giorni a venire. Appena mezzo secolo fa, nel momento di maggiore trasformazione che si manifestava nella letteratura come nella musica, nell’architettura, nelle arti libere o applicate, nell’industria allora in piena espansione, vi era solo confusione senza speranza; non era possibile riconoscere i caratteri essenziali e unitari di questo sviluppo. Come è diversa la situazione oggi! Come preme la struttura attuale verso una concezione omogenea! Per ora scorgiamo soltanto un tenero germoglio. Non si può ancora parlare di una unità cosciente e incisiva di tutte le moderne attività creative. Ma già vediamo innumerevoli sorgenti avviate a formare un unico fiume, una cultura unitaria, che scorre finalmente in un letto ampio e sicuro. Dovunque incontriamo l’aspirazione ad eliminare l’imitazione, la vana apparenza e il falso; dovunque scopriamo la ricerca accanita di una forma nuova, di un uso appropriato dei materiali, di una sincerità costruttiva. I giovani aspirano a una nuova armonia del corpo e dello spirito strettamente legata alla natura. Lo sport, anche se in modo diverso e univoco, tende a rispondere a questa esigenza. La donna moderna non accetta più di essere relegata alla sfera domestica, ma vuole assumere con coraggio e decisione un suo ruolo creativo. L’industria è stata forse la prima a liberarsi dal formalismo e dall’imitazione del passato. Le macchine a vapore in forme rinascimentali lasciarono presto il passo alla pura bellezza della forma funzionale. L’automobile, I’aeroplano, la dinamo elettrica hanno scelto la loro forma fondendo la più perfetta funzionalità con la massima semplicità formale. Ma anche le arti stanno ritrovando il senso della loro ricerca. L’architettura faticosamente si sta liberando dall’eredità del periodo eclettico e cerca le leggi che regoleranno lo stile del nostro tempo. Dall’industria edilizia ci vengono già le indicazioni per una nuova monumentalità nell’architettura. Le nuove scelte dell’uomo di fronte ai problemi della vita conformano già il nuovo edificio residenziale. La concentrazione assurda nelle caserme d’affitto della città di pietra lascia il posto a uno sviluppo della città residenziale in senso orizzontale. L’urbanistica moderna esprime la nuova concezione della vita. L’arte plastica che, finché non era scaduta a campionario volgare dell’antichità non si era resa conto del ruolo di mera «decorazione» che aveva assunto rispetto all’architettura, ritrova oggi il suo scopo, cioè la bellezza che supera il tempo e che nasce dalla scoperta dell’uomo nuovo. Cosi come un tempo una rappresentazione scenica, più allusiva che descrittiva, riusciva a imprimere nello spettatore la vicenda rappresentata senza dover ricorrere a elementi inessenziali alla comprensione, si offrono oggi all’uomo vie più nuove e più dirette per concepire la composizione plastica, come appare dalle forme limpide e sobrie della nuova architettura. Per la pittura e per la musica è tuttora in atto la ricerca di un nuovo stile. Ma da alcune opere, le più felici, già si intravvede la riuscita. Lo stesso accade nel campo delle arti applicate. L’uomo moderno non produrrà più soltanto oggetti di lusso per una minoranza; da oggi egli è votato alla creazione di modelli perfetti che la macchina, il figlio più forte del nostro tempo, dovrà produrre come un bene per tutti. Saremmo ciechi se non riconoscessimo in tutte queste manifestazioni il medesimo impuiso!
Il progresso non può prodursi soltanto per volontà dell’uomo. Ma misure intelligenti possono però appianargli la strada, possono accelerare i tempi. Il periodico mensile, Das neue Frankfurt, di cui questo è il primo numero, persegue questo obiettivo. Partendo dalla forma della grande città e riferendosi ai suoi fondamenti economici, I’indagine di Das nene Frankfurt si estenderà fino a toccare tutti quei settori che sono secondo noi significativi per la definizione della cultura nella nuova grande città. Rinunceremo coscientemente a una trattazione strettamente scientifica degli argomenti come avviene nelle pubblicazioni specializzate, in favore di una esposizione chiara e di facile comprensione. Le questioni inerenti alla nuova forma della città saranno trattate sia attraverso saggi in forma concisa sia con numerose illustrazioni accompagnate da brevi testi esplicativi. Anche se lo sviluppo della città di Francoforte sul Meno sarà l’oggetto principale delle nostre considerazioni, questo non significa che la cerchia dei collaboratori sarà limitata alla nostra città. Ci proponiamo piuttosto di cedere la parola agli esponenti principali di tutte le regioni del nostro paese e stranieri, il cui pensiero e il cui operato aspiri a obiettivi affini. Essi stimoleranno e completeranno la nostra opera.
Siamo fieri delle tradizioni della nostra splendida città sul Meno, della sua affermazione nei giorni difficili e in quelli lieti. Ci rifiutiamo però di copiare le opere del passato per onorare la sua tradizione. Al contrario vogliamo rendercene degni stando ben radicati nel nostro tempo e realizzare lo spirito nuovo acccoliendo gli stimoli più vitali della nostra epoca. Questo periodico mensile deve quindi diventare per la popolazione della nostra città una guida per il suo sviluppo proggrgessivo e deve insegnarle come l’antica Francoforte si trasforma in quella nuova. Queste pagine devono dimostrare oltre i confini della nostra città come un’idea chiara della forma dello stile futuro possa facilitare la strada.