Bere nel Medioevo
Bisogno, piacere o cura
Bere come atto vitale, che varia a seconda dei luoghi e delle epoche: come si beveva, ad esempio, nel Medioevo? Quali bevande si assumevano in quel periodo e, soprattutto, perché si assumevano e quali effetti sociali producevano?
- Collana: Storia e civiltà
- ISBN: 9788822005601
- Anno: 2005
- Mese: novembre
- Formato: 14,5 x 21,5 cm
- Pagine: 320
- Note: rilegato, con sovraccoperta
- Tag: Medioevo Storia medievale Cucina Enogastronomia Vino
Bere è un bisogno, infatti l'uomo per vivere ha bisogno di mangiare, ma soprattutto di bere. Ma cosa beve l'uomo del Medioevo? Beve acqua, latte, cervogia, birra, sidro e vino. L'acqua è accessibile a tutti e non costa niente, il latte rappresenta il nutrimento essenziale per il bambino. In mancanza di vino si beve la cervogia, una specie di birra fatta con orzo e avena fermentata. I monaci, che conoscono molto bene le erbe medicinali, introducono il luppolo, e si passa quindi alla birra vera e propria. A partire dal XV secolo, il sidro ha la meglio sulla birra. Ma bere è anche un piacere, soddisfatto soprattutto dal vino, che resta in assoluto la bevanda per eccellenza. Il vino fa risplendere i secoli bui del Medioevo: è una bevanda sana, consumata a tutte le età, allontana i malanni, rigenera gli spiriti, riscalda e rende l'uomo più sicuro e allegro. Il vino viene consumato in abbondanza e diventa un mezzo di evasione dai problemi quotidiani e un modo di socializzare e integrarsi nella società del tempo. Per sottolineare le specificità dell'atto del bere nel Medioevo l'autore, tanto informato quanto originale, ha consultato i documenti più disparati: cronache della vita quotidiana, opere letterarie che descrivono i costumi dell'epoca, opere culinarie, archivi archeologici, addirittura gli atti di giustizia, poiché talvolta il vino portava all'ubriachezza, oppure poteva servire a dissimulare il sapore di un veleno!
Introduzione - I. Un bisogno... - 1. L'acqua - Scegliere - Approvvigionarsi - In viaggio - 2. Il latte: Il bambino piccolo - La madre - La nutrice - Gli adulti - 3. In mancanza di vino - Cervogia e birra - Il sidro - II. ...O un piacere - 1. Approvvigionarsi di vino: I vigneti - Le tecniche - I vitigni - I metodi di coltivazione - La vendemmia - Il materiale - Commercio - 2. Consumare - Qualità - Classificare - Conservare e guarire - Colore - La forza e la dolcezza - Il prezzo - La diffusione - Quantità - Consigli - Dal VI al XIII secolo - Dal XIV al XV secolo - III. USI E COSTUMI - 1. Vita sociale: L'alta società - Buone maniere - Organizzazione - Bevande fresche - In Oriente - Il popolo - Pasti in famiglia e festività - La taverna - Rottura - 2. Usi terapeutici - L'acqua - Il vino - Immaginario - Religione - Sessualità - Conclusione - Bibliografia
Introduzione
Se per vivere l'uomo ha bisogno di mangiare, deve anche bere, anzi, resiste meno alla sete che alla fame. Si tratta quindi di un bisogno, ma il verbo bere è spesso utilizzato in modo intransitivo, e in questo caso si sottintende «vino» o «alcol». Eppure l'acqua rappresenta la bevanda più naturale, conviene quindi prendere in considerazione un concetto diverso dalla necessità. D'altronde l'acqua stessa può procurare un immenso piacere al bevitore assetato. Questo duplice aspetto è stato ben evidenziato dall'illustre gastronomo Brillat-Savarin (1755-1826) nella sua Fisiologia del gusto: L'appetito, finché non diventa fame, è accompagnato da una sensazione gradevole. La sete invece non conosce crepuscolo; appena si fa sentire, ecco il disagio e l'ansia, ansia che diventa atroce quando non si ha speranza di potersi dissetare. Per una giusta compensazione, l'azione del bere può, a seconda delle circostanze, procurare un piacere estremamente vivo: e quando si placa una sete molto intensa oppure si risponde ad una sete moderata con una bevanda deliziosa, tutto l'apparato papillare, dalla punta della lingua alle profondità dello stomaco, è piacevolmente solleticato1. Questa citazione pone un altro problema, quello della varietà delle bevande: acqua e acquavite, nonostante una certa omonimia, sono due cose ben diverse; vinello e vino pregiato non vanno assolutamente versati nello stesso bicchiere; latte e birra hanno sapori molto diversi. Uno studio sulle bevande ha quindi lo scopo di mettere ordine in una vasta gamma di prodotti. È nostra intenzione studiare questi prodotti non per come si presentano attualmente, ma per quello che erano e per come erano conosciuti durante il Medioevo, cioè in quel lungo periodo che va dalle invasioni barbariche del V secolo al Rinascimento del XVI. Nel corso di quel millennio, gli uomini si dissetavano in vari modi in funzione delle loro possibilità, che variavano a seconda delle loro disponibilità economiche o del loro insediamento geografico. Molto spesso non bevevano da soli; il piacere era quindi condiviso, nelle taverne come pure durante i banchetti reali. Per mettere in evidenza le specificità dell'atto del bere nel Medioevo, è necessario far ricorso a tutti i tipi di documenti, soprattutto alle fonti scritte: le fonti legislative e più precisamente giudiziarie, quali le lettere di remissione del basso Medioevo che, concedendo la grazia reale ad autori di misfatti, citano in modo preciso le circostanze degli atti delittuosi commessi da alcuni sotto l'effetto dell'alcol; le fonti narrative, quali le cronache, che ripercorrono la vita quotidiana degli uomini di quell'epoca, in particolare quella dei personaggi importanti la cui esistenza lascia ampio spazio alle feste e ai banchetti; le fonti letterarie, opere d'immaginazione che però descrivono gli usi e i costumi dell'epoca; e in particolar modo i testi dedicati completamente o in parte all'arte culinaria. Citiamo come esempio Le Mesnagier de Paris, opera scritta intorno al 1393 da un ricco borghese parigino alla sua giovanissima sposa per darle consigli sia sul piano religioso e morale che su quello dell'economia domestica. A questi testi vanno aggiunte le opere iconografiche quali Les Très Riches Heures du duc de Berry, come pure i documenti archeologici. Un torchio, ad esempio, risulta molto più eloquente di numerose pagine scritte. I reperti archeologici hanno un altro vantaggio, quello di darci informazioni sulle classi popolari, mentre gli scritti riguardano soprattutto l'aristocrazia. In questo modo si delineano le principali tracce di quest'opera. Bere è un bisogno che può trasformarsi in piacere, che non dipende solo dal liquido ingerito ma anche dalle persone con le quali si beve. Inoltre, le bevande e il modo di bere nel Medioevo erano diversi rispetto a quelli della nostra epoca e non possono essere rimasti immutati nel corso di quel millennio.
1 Anthelme Brillat-Savarin, Fisiologia del gusto, Ottava meditazione, p. 86.
01 novembre 2009 | Medioevo |