L'occhio e la vista
illustrato da Aurélien Cantou
Come si formano le immagini nel nostro cervello? Come vedono le aquile e le giraffe? A cosa servono le lacrime?
- Collana: Piccola biblioteca di scienza
- ISBN: 9788822048424
- Anno: 2018
- Mese: marzo
- Formato: 13,5 x 19 cm
- Pagine: 64
- Note: illustrato a colori
- Tag: Scienza Biologia Medicina Scienza per ragazzi
André, Georges, Violette e Charlotte approfittano delle vacanze scolastiche per fare un giro allo zoo con un accompagnatore d’eccezione, il gatto parlante Vanille. Assieme al volubile felino, scopriranno gli animali e la vista speciale di cui sono dotati alcuni di essi: aquile, giraffe, linci, lemuri... per poi confrontare le nuove scoperte con ciò che sanno dell’occhio umano.
A fine giornata, avranno soddisfatto le loro curiosità e avranno imparato perché gli animali vedono diversamente rispetto a noi, come si formano le immagini nel nostro cervello e persino a cosa servono le lacrime.
L’occhio e la vista - Perché gli occhi dei gatti brillano al buio? - Perché Charlotte porta gli occhiali? - Come funziona la vista? - Tutto ciò che vediamo è reale? - A cosa servono le lacrime? - Gli occhi degli animali sono molto diversi dai nostri? - Occhi di tutti i colori? - Davvero ogni occhio è unico? - Approfondimenti - Prova da solo - Glossario - Bibliografia - L’angolo dei grandi - Indice analitico
Perché Charlotte porta gli occhiali?
André e Georges sono euforici: è il primo giorno delle vacanze e le loro amiche Violette e Charlotte passeranno la giornata con loro e si fermeranno anche a dormire. Domani andranno tutti insieme allo zoo. Le mamme di Violette e Charlotte hanno telefonato per dire che arriveranno tra dieci minuti. Suonano alla porta. Fantastico, eccole!
Violette – Ciao, André.
Charlotte – Ciao, Georges.
André – Wow, Charlotte!!! Troppo belli, i tuoi occhiali blu!!!
Charlotte – Sono andata dall’oft… ocul… uffa, non vedevo più bene la lavagna e avevo difficoltà anche a distinguere le righe sul quaderno. Prima di mettere gli occhiali non credevo che il mondo fosse così bello, così nitido. Il dottore degli occhi ha detto che ero «niope» e anche «astigmita».
Violette – Ma no, Charlotte… si dice miope e astigmatica.
Charlotte – Uff, sono parole difficili.
Georges – Hai ragione, Charlotte. Cosa significano?
Vanille, che si è avvicinata ai bambini – I miopi non vedono bene da lontano e gli astigmatici vedono le immagini allungate; ad esempio, una palla tonda a loro appare ovale, come se si trattasse di un pallone da rugby. È per questo che si portano gli occhiali, per correggere i problemi degli occhi e vederci meglio.
Georges – Grande invenzione! Mio papà ha bisogno degli occhiali per vedere da vicino e leggere il giornale.
André – Sì, ci sono persone che non vedono bene da vicino e altre che non vedono bene da lontano.
Charlotte – I dottori degli occhi hanno una parola per le persone come il vostro papà?
Vanille, rispondendo in fretta – Certo, si dice che chi non vede bene da vicino è presbite.
Georges e Charlotte, insieme – Accidenti, che parola strana!
Charlotte – Ma non sono solo i vecchi a essere presbiti?
André, un po’ arrabbiato – Credi forse che il mio papà sia un vecchio che ha bisogno di una lente di ingrandimento per leggere?
Charlotte, imbarazzata – Eeeh… no… ma… eeehm… è più vecchio di noi, in fondo è un papà!
Vanille, pensierosa – E perché non ci sono occhiali per gatti? O lenti? Sarebbe divertente! Vostro padre lascia sempre il giornale sul divano, così lo leggo e mi istruisco, ma sarebbe davvero super chic avere un paio di occhiali belli come quelli di Charlotte.
Violette – Beh, sentite! A scuola si parla dei cinque sensi: il gusto, l’olfatto, l’udito, il tatto e la vista. Dovrei fare una ricerca su uno di loro.
André, che non è più arrabbiato – Dovresti scegliere la vista. Sai, Violette, quando uno dei sensi non funziona bene, sembra che un altro prenda il suo posto. I non vedenti, ad esempio, hanno un senso del tatto molto sviluppato.