I misteri del caso
Illustrato da Hélène Maurel
Quante cose avvengono realmente per caso? Come si può prevedere il caso? E siamo sicuri che esista davvero? L’incontro con un misterioso personaggio trasporta tre bambini in un ambiente incantato, dove ben poco è lasciato al caso!
- Collana: Piccola biblioteca di scienza
- ISBN: 9788822048219
- Anno: 2009
- Mese: settembre
- Formato: 13,5 x 19 cm
- Pagine: 72
- Note: illustrato a colori
- Tag: Scienza Matematica Scienza per ragazzi Statistica
Chi non è tentato di attribuire al caso le situazioni che non sa controllare? Ben poco, però, è davvero casuale… e se lo è, siamo comunque in grado di prevedere qualcosa. È ciò che scoprono tre ragazzi grazie all’incontro con un misterioso e affabile personaggio che li guida alla scoperta dei mille «giochi d’azzardo» della sua bottega incantata. Così, fra dadi di tutti i tipi, biglie che rimbalzano e una scimmietta dattilografa, i tre giovani protagonisti impareranno a diffidare delle superstizioni, comprenderanno il concetto di probabilità e di eventi indipendenti, e sapranno che per vincere alla lotteria non serve giocare sempre gli stessi numeri.
Accade tutto per caso? - Dove si trova il caso? - Come si studia il caso? - È possibile dominare il caso? - Il caso segue delle regole? - Insomma, il caso esiste o no? - Prova da solo - Risposte - Ringraziamenti - Indice analitico
Accade tutto per caso?
Visto da fuori il negozio sembrava abbastanza piccolo, ma ora che i ragazzi si trovavano al suo interno avevano l’impressione contraria: appariva immenso, quasi troppo per essere vero. Tuttavia la loro attenzione fu attratta quasi subito dalla miriade di oggetti colorati e semoventi che affollavano gli scaffali. Se alcuni, come i dadi e i mazzi di carte, erano loro familiari, molti altri li lasciavano perplessi. Clara rovistava qua e là, curiosa e impaziente di toccare tutto, mentre Michele osservava con attenzione pochi oggetti, cercando di capire le regole del gioco. Quanto ad Hamid, era il più affascinato: con la testa leggermente inclinata e lo sguardo perso nel vuoto, sentiva aleggiare nella stanza un profumo speciale. Un profumo di mistero.
Clara – Cos’è quella, una moneta? Lì, su quel tavolino.
Al-Khas – Sì, è proprio una moneta. Il gioco migliore che potete trovare qui.
Michele – E come si gioca?
Al-Khas – C’è un’unica regola, semplicissima. Basta lanciare la moneta in aria e vedere quale faccia esce quando cade a terra: se esce testa, si vince; se esce croce, si perde.
Clara – Sarebbe questo il gioco migliore che ha? Sinceramente, allora…
Al-Khas le rivolse un sorriso enigmatico, prima di domandare:
– Lo sapete cos’hanno in comune tutte le cose che vedete qui?
Clara – Dadi da lanciare, palline da estrarre da una grande urna, carte da gioco… c’è di tutto!
Al-Khas – Ciò che li accomuna è il caso. Qui vedete tutti gli oggetti di cui nessuno può prevedere il comportamento, perché almeno in parte è stabilito dal caso.
Beh! Si dissero i tre ragazzi. Se ci sono un sacco di negozi che vendono solo roba da sport, perché non dovrebbe esistere un negozio di giocattoli che vende solo giochi basati sul caso?
«Ci sono anche gli scacchi e la dama?» domandò Michele. «Quando ci gioco, il caso ha la sua bella importanza».
Mentre parlavano, Al-Khas conduceva lentamente i bambini lungo il negozio, come una guida accompagna i visitatori di un museo.
Al-Khas – Giocando a scacchi o a dama si può avere l’impressione che entri in gioco una componente di «fortuna» che fa vincere o perdere, ma in realtà non è così. In questi giochi, il fatto che tu vinca o perda dipende solo da te e dal tuo avversario: se sei più bravo vinci tu, altrimenti perdi.
Michele – E quando gioco a carte?
Al-Khas – In quel caso è diverso: certo, chi sa giocare meglio di te ha più probabilità di vincere, ma se tu hai in mano delle carte migliori sei avvantaggiato. Pensa alla briscola o al poker! È un po’ come nella vita: non è possibile controllare sempre tutto.
Clara – Infatti! Quando prendo un brutto voto, per esempio, è tutta colpa del caso!
Michele, contrariato – Macché! Piantala di dire scemenze!
Al-Khas – Quando qualcosa va storto, molti incolpano il caso, la sfortuna o la cattiva sorte, ma spesso è solo un modo per non affrontare le proprie responsabilità. I voti che prendi, belli o brutti che siano, riflettono i tuoi studi, non vengono certo decisi a testa o croce!
Mah… non ci giurerei, pensò Clara.
Michele – La conta, invece, è casuale davvero!
Al-Khas – Ne sei sicuro?
Michele – Ma certo, è fatta apposta!
Al-Khas – Allora prova e vediamo…
I ragazzi formarono un cerchio e Michele cominciò la conta:
– Ambarabacicicocò, tre civette sul comò…. am-ba-ra-ba-ci-ci-co-cò!
Il dito si fermò su Clara.
«Ti pareva! Una a caso!» si lagnò Clara.
Michele – Visto? È casuale!
Al-Khas – Perché non la ripeti, tanto per provare? Sempre a partire da te, girando nello stesso senso e con la stessa filastrocca.
Michele ricominciò. All’ultima sillaba, il dito si fermò di nuovo su Clara.
«Non è giusto!» protestò lei. «Tocca sempre a me!».
«È ovvio!» spiegò Hamid. «Se si fanno sempre le stesse cose, il risultato dev’essere uguale per forza!».
«Ed è proprio per questo», concluse Al-Khas, «che il caso non c’entra niente. Una volta stabilita la posizione dei giocatori, conoscendo il numero di sillabe della conta si può prevedere come va a finire. E quindi, volendo, si può anche barare.
I tre ragazzi ci pensarono un po’ su. In effetti, a volte crediamo che qualcosa succeda per caso e poi, riflettendoci meglio, ci accorgiamo che non è affatto così.
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