Dalla Convenzione alla Costituzione
Rapporto 2005 sull'integrazione europea
Allargamento e nuova Costituzione: i due eventi storici del 2004. Come cambiano la qualità della democrazia europea e l'efficacia delle politiche comunitarie? Quali prospettive ci sono per il rafforzamento dell'Unione, le relazioni internazionali e la costruzione di uno spazio di cittadinanza europea?
- Collana: Nuova Biblioteca Dedalo
- ISBN: 9788822062833
- Anno: 2005
- Mese: maggio
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 328
- Tag: Politica Economia Diritto Politica internazionale Europa
Il terzo Rapporto annuale della Fondazione Istituto Gramsci, quest'anno curato in collaborazione con il Centro Studi di Politica Internazionale (CeSPI), comprende una parte monografica e quattro rubriche. La monografia, curata da Biagio de Giovanni e Sandro Guerrieri, verte sulle ragioni storico-politiche della Costituzione come strumento di unificazione dell'Europa allargata ed esamina le potenzialità e i valori del testo costituzionale firmato a Roma lo scorso 29 ottobre e sottoposto ora al delicato processo di ratifica da parte dei 25 paesi membri. Al centro della monografia si collocano i seguenti interrogativi: che cosa significa costruire una democrazia oltre i confini degli Stati-nazione? Quale rapporto si configura nella Costituzione tra la funzione di garanzia dei diritti e quella di indirizzo politico su scala europea? La nuova Costituzione sarà in grado di rafforzare il ruolo dell'Unione europea sul piano globale? E potrà configurarsi come una sorta di modello anche per altre organizzazioni regionali? Le rubriche offrono un monitoraggio critico sui principali cantieri dell'integrazione europea: gli sviluppi istituzionali; l'Unione allargata e l'economia mondiale; la costruzione dello "spazio di libertà, sicurezza e giustizia" con particolare attenzione alla lotta al terrorismo; la politica estera e di difesa dell'Unione.
Giuseppe Vacca, Presentazione - DALLA CONVENZIONE ALLA COSTITUZIONE a cura di Biagio de Giovanni e Sandro Guerrieri - Sandro Guerrieri, Introduzione - Biagio de Giovanni, Verso una Costituzione post-nazionale? - Paul Magnette, La Costituzione e i valori dell'Europa - Mario Telò, Lo sviluppo dell'identità dell'Europa come democrazia sovranazionale. L'esperienza della Convenzione europea - Maurizio Fioravanti, Il Trattato costituzionale europeo: una nuova tappa del processo costituente in Europa - Andrea Manzella, Costituzione e unificazione - Salvatore Biasco, La governance dell'economia nella Costituzione europea - Angela Di Gregorio, Il processo di costituzionalizzazione dei paesi dell'Europa centro-orientale - LE ISTITUZIONI - Sandro Guerrieri, L'accordo sulla Costituzione europea e l'avvio dell'Unione a 25 - Paolo Borioni, Le elezioni del 2004 in Europa - ECONOMIA E ALLARGAMENTO - Fabio Sdogati, L'Unione ai margini del processo di crescita mondiale - LO SPAZIO DI LIBERTÀ, SICUREZZA E GIUSTIZIA - Ferruccio Pastore, Introduzione. La risposta europea al terrorismo - Ferruccio Pastore, L'Unione europea e la lotta al terrorismo - Jörg Friedrichs, Politiche nazionali a confronto: Germania e Regno Unito - Alessandro Politi, Le politiche italiane nel contesto europeo e internazionale - LA POLITICA ESTERA E DI SICUREZZA E L'AZIONE ESTERNA DELL'UNIONE - Roberto Menotti, La politica di sicurezza europea tra prima e seconda amministrazione Bush: oltre l'Alleanza atlantica - Rosa Balfour, La periferia dell'Unione europea - Gli autori
Sandro Guerrieri
Introduzione
Questa monografia si propone di mettere a fuoco alcuni dei principali nodi problematici relativi al significato e al valore del Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa, firmato a Roma il 29 ottobre 2004 e attualmente in corso di ratifica da parte dei venticinque Stati membri. Essi si incentrano sul grado di continuità e innovazione che ha caratterizzato il processo costituente avviato dalla Dichiarazione di Laeken del dicembre 2001 rispetto all'attuale configurazione istituzionale dell'Unione, e sulla capacità della nuova architettura costituzionale di consentire all'Unione europea di superare la prova dell'allargamento e di affermare maggiormente la sua identità sul piano globale. I saggi qui raccolti non intendono operare un esame dettagliato del testo della nuova Costituzione: l'obiettivo di fondo è di offrire una serie di elementi di analisi che possano contribuire alla valutazione di questa nuova importante fase della storia della costruzione europea. Il primo ordine di problemi concerne le modalità con le quali è stata elaborata la Costituzione per l'Europa. Le critiche mosse tradizionalmente all'idea di poter giungere a una compiuta Costituzione europea, espresse ad esempio da Dieter Grimm, hanno posto l'accento sull'impossibilità di attivare un vero e proprio processo costituente data l'assenza di un popolo europeo o anche di una società europea che rappresentino «la fonte del potere politico esercitato nell'Unione europea»1. In effetti, all'origine della fase costi- tuente sfociata nell'approvazione del testo costituzionale si sono posti ancora una volta gli Stati membri che, con la Dichiarazione di Laeken, hanno stabilito il mandato della Convenzione. Essi sono poi tornati al centro della scena con la Conferenza intergovernativa, e per l'entrata in vigore della Costituzione è prevista la loro unanime ratifica, per di più con procedure diverse per tempi e modalità. Il cerchio quindi sembrerebbe chiudersi: dagli Stati agli Stati, passando per l'encomiabile lavoro di un organo – la Convenzione – che tuttavia non aveva alcun potere decisionale. Una visione così riduttiva del processo svoltosi sarebbe però fuorviante. Le modalità di elaborazione della Costituzione per l'Europa non sono state una semplice variante delle tradizionali procedure intergovernative di riforma dei Trattati, nel corso delle quali il protagonismo degli Stati nazionali regnava incontrastato. E non lo sono state per tre ragioni fondamentali. Innanzitutto, il mandato attribuito dalla Dichiarazione di Laeken alla Convenzione – organo composto per oltre due terzi da parlamentari nazionali ed europei – lasciava aperte diverse opzioni: la Dichiarazione formulava una serie di importanti quesiti e, nell'ambito di essi, l'obiettivo ambizioso di far sì che il riordino e la riforma dei Trattati sfociassero in un testo costituzionale che si sostituisse ai Trattati esistenti era evocato come una possibilità, e non come una meta già stabilita. Come sottolinea Maurizio Fioravanti nel suo saggio, la Dichiarazione di Laeken aveva un carattere ambivalente, dato che poteva essere interpretata sia in modo restrittivo (per realizzare cioè una riforma che non si differenziasse troppo da quelle precedenti) sia in modo estensivo, facendo compiere al processo di costituzionalizzazione dell'Europa un più radicale passo in avanti. Gli Stati, quindi, pur costituendo la fonte di legittimazione della nuova azione di riforma dei Trattati, avevano conferito alla Convenzione una certa libertà di scelta nel definire le proprie ambizioni, che invece di seguire l'orizzonte dell'elaborazione di una Costituzione formale avrebbero potuto assumere una veste più modesta […].
01 giugno 2005 | Leggere Tutti |
18 maggio 2005 | Il Riformista |