Il viaggio antropologico di Carlo Levi
Da eroe stendhaliano a guerriero birmano
Il percorso ricreativo dello scrittore attraverso la lettura antropologica della narrativa leviana da "Cristo si è fermato a Eboli" a "Quaderno a Cancelli".
- Collana: Nuova Biblioteca Dedalo
- ISBN: 9788822061829
- Anno: 1996
- Mese: gennaio
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 400
- Tag: Antropologia Critica letteraria Letteratura Carlo Levi
L'etichetta di letteratura di viaggio non è affatto riduttiva per Carlo Levi, scrittore che ha concepito il viaggio come mezzo di conoscenza viva del mondo e come pista di lancio della fantasia. La sua scrittura mira a rappresentare non il vero, né il reale (a ulteriore controprova ch'egli non possa classificarsi verista, tantomeno neorealista), ma dichiaratamente il verosimile. Il verosimile, che sarebbe peraltro tanto diverso da quello romantico, è solo un falso giustificativo per distrarre l'attenzione sul vero che sostanzialmente ispira la sua narrazione: un vero che in effetti viene rimarcato, tanto da parere talora sommerso, dallo straordinario immaginario simbolistico del narrante. Il confronto tra l'opera pittorica e la narrativa conferma la loro reciproca influenza. Di cultura etnoantropologica Levi si nutrì prima, durante e dopo la guerra nei frequenti soggiorni in Francia. L'apporto dato dai quadri concettuali e immaginifici della letteratura antropologica alla intera sua opera narrativa è di notevole spessore e va rilevato in tutta la sua valenza. (dalla Premessa dell'autore)
05 novembre 2014 | Il Nuovo Corriere della Sila |