Gli umanisti e la guerra otrantina
Testi dei secoli XV e XVI
a cura di Rosa Lucia Gualdo, Isabella Nuovo e Domenico de Filippis
Preceduti da note esplicative e dotati di un vasto apparato di rimandi storici e bibliografici, i principali testi umanisti sulla presa di Otranto da parte dei Turchi e sulla reazione aragonese tra 1480 e 1481.
- Collana: Nuova Biblioteca Dedalo
- ISBN: 9788822060051
- Anno: 1982
- Mese: gennaio
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 256
- Tag: Storia Letteratura Guerra
La raccolta comprende tre testi fra i più importanti che narrino la presa di Otranto da parte dei Turchi e la riconquista della città da parte dell'esercito aragonese e dei suoi alleati, negli anni 1480-81. La "Copia Idruntine expugnationis" un'epistola del monaco Ilarione, é inedita e sconosciuta, ed é un raro documento coevo della vicenda, oltre che un interessante testo letterario. Ne ha curato l'edizione Lucia Gualdo Rosa. Il "De bello Hydruntino" di Giovanni Albino, la prima e più autorevole «storia» della vicenda, ferma ad un'edizione settecentesca, è stata curata sulla base della prima edizione cinquecentesca e per la prima volta tradotta da Isabella Nuovo. I "Successi dell'armata turchesca" di Giovanni Michele Marziano, mal ristampati nell'Ottocento sotto il nome del Galateo (al quale sono attribuiti), ritrovano una forma autentica sul fondamento della sconosciuta prima edizione del 1583, ad opera di Domenico Defilippis. I tre testi sono preceduti da note introduttive specifiche e da note al testo. L'introduzione di Francesco Tateo illustra la questione della vicenda e la sua collocazione nella cultura meridionale dell'età umanistica. I testi sono corredati da un apparato di note esplicative, di rimandi storici e di confronti e da un'appendice antologica. La scelta dei testi risponde all'esigenza di tracciare, mediante l'analisi diretta di opere utilizzate generalmente come fonti storiche, la vicenda storiografica della guerra otrantina nel periodo in cui si costituì il grosso della tradizione sul modello di storiografia umanistica, ma attraverso l'innesto di motivi religiosi encomiastici, politici e letterari, che permarranno nella memoria storica dell'episodio.