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I Vespri siciliani
Storia del mondo mediterraneo alla fine del XIII secolo
L'eccidio dei francesi a Palermo nel marzo 1282 non fu soltanto un dramma isolato di «cospiratori e tagliagole», nè soltanto un episodio dell'epica tragedia vissuta dalla Sicilia, ma uno di quegli eventi che hanno mutato il destino di nazioni e di istituzioni di rilievo mondiale, segnando il suicidio della più grandiosa concezione del Medioevo: la monarchia universale del papato.
- Collana: Storia e civiltà
- ISBN: 9788822059079
- Anno: 1992
- Mese: gennaio
- Formato: 15,2 x 22 cm
- Tag: Storia Medioevo Vespri siciliani
Steven Runciman, I vespri siciliani
La storia d'Italia è un succedersi d'invasioni e di guerre, di congiure e d'intrighi, in cui venivano coinvolti eserciti e statisti provenienti da terre lontanissime dal teatro delle loro imprese, e gli italiani non godettero mai a lungo di quella pace di cui avevano bisogno per realizzare i loro destini. Pertanto si può comprendere perché uno straniero tenti di scrivere intorno ad un episodio, le cui cause vanno ricercate nell'aggrovigliata politica internazionale, anche se il fatto più clamoroso avvenne in una chiesetta di Palermo. Le ripercussioni dell'episodio si avvertirono in tutta Europa. Persino nella lontana Inghilterra «l'affare siciliano», così veniva chiamato, influì indirettamente, ma durevolmente, sullo sviluppo costituzionale, mentre Francia, Germania, Spagna ed i Paesi del vicino Oriente vi furono tutti profondamente coinvolti. Infatti la storia dell'eccidio dei Francesi avvenuto a Palermo il 30 marzo 1282, tradizionalmente noto con il nome di Vespri siciliani, non fu soltanto un dramma isolato di cospiratori e tagliagole, né soltanto un episodio emozionante dell'epica tragedia vissuta dalla Sicilia e dai suoi oppressori, ma fu uno di quegli eventi storici che mutarono il destino di nazioni e di istituzioni di rilievo mondiale.
Salvatore Tramontana, Gli anni del vespro
Sollevazione popolare o congiura? Salvatore Tramontana, con le risposte a questo e ad altri interrogativi posti dal Vespro siciliano, interviene sui temi più inquietanti e più controversi della ribellione del 1282 che impressionò e sorprese la gente del Medioevo e preoccupò le censure dei vari governi succedutisi nel Mezzogiorno peninsulare e in Sicilia. L'impostazione aperta e lo stile provocatorio del libro permettono all'autore di ricostruire l'itinerario intellettuale delle diversificate e spesso contrapposte interpretazioni del Vespro, di porre l'accento sulle conseguenze, in Sicilia, di quella drammatica vicenda, di definire, anche nei tempi lunghi, le pesanti ipoteche sullo sviluppo economico, culturale e sociale dell'isola, di offrire uno spaccato del vivere quotidiano fra la fine del secolo XIII e il primo cinquantennio del XIV. Non la semplice ricostruzione di una vicenda, dunque, ma il lucido e appassionato tentativo di comprendere la dinamica della società isolana durante il Medioevo anche nelle prospettive del dopo. Il percorso di una analisi che si articola attraverso meditate riflessioni sulla Sicilia del Vespro nell'immaginario di Dante, Petrarca, Boccaccio e Machiavelli; sulla cultura della violenza; sulla condizione femminile e sulla gerarchia di valori che subordinavano la donna all'uomo; sulla drammaticità dei prodigi e sulle conseguenze delle epidemie nel tessuto sociale e psicologico di ogni centro abitato; sugli strumenti tecnici e di linguaggio delle strutture urbane e sulla realtà e l'immaginario del vissuto cittadino.