Il torcicollo della giraffa
L'evoluzione secondo gli abitanti della savana
Perché le giraffe hanno il collo così lungo e le zebre hanno il mantello a strisce? Che ruolo gioca il caso nella vita di una gazzella? Léo Grasset ci svela i segreti dell’evoluzione attraverso la savana africana.
- Collana: ScienzaFACILE
- ISBN: 9788822068682
- Anno: 2016
- Mese: novembre
- Formato: 14 x 21 cm
- Pagine: 152
- Note: illustrato a colori
- Tag: Scienza Curiosità Biologia Evoluzionismo Animali
Perché le giraffe hanno un collo così lungo e le zebre hanno le strisce? Che nesso c’è tra una folla di tifosi e un branco di gazzelle? Avete già provato un brivido di terrore sentendo nominare il tasso del miele?
«Nulla in biologia ha senso se non alla luce dell’evoluzione», ha affermato un celebre genetista. Ma è una luce che proietta ombre strane, difficili da decifrare, e gli animali della savana hanno ancora molto da insegnarci. Il torcicollo della giraffa vi mostrerà il talento architettonico delle termiti, il ruolo del caso nella fuga delle gazzelle, la dittatura quotidiana cui sono soggetti gli elefanti e la democrazia che regna tra i bufali; vi parlerà dell’importanza della Via Lattea per gli scarabei stercorari e vi svelerà cosa hanno in comune i capezzoli umani e il pene della iena.
Il giovane biologo Léo Grasset prende spunto da un soggiorno di sei mesi nello Zimbabwe per descrivere con stile brillante e ironico gli animali che popolano la savana, mettendone in luce le caratteristiche evolutive, talvolta ancora misteriose, e i comportamenti più curiosi. Il libro è anche impreziosito da bellissime fotografie scattate dall’autore stesso durante il suo soggiorno.
Introduzione - I.L’EVOLUZIONE IN TUTTE LE SUE FORME - 1. Il pene delle femmine di iena - 2. Il torcicollo della giraffa - 3. Le gazzelle giocano a dadi - 4. Perché le zebre hanno le strisce? - II.COMPORTAMENTI ANIMALI - 5. Il mistero delle termiti che suonano l’organo - 6. La ola degli impala - 7. Dittature di elefanti e democrazie di bufali - 8. Sesso, manipolazione e antilopi - III.CHE ANIMALI STRANI! - 9. Gli scarabei stercorari si orientano con la Via Lattea - 10. I sismi degli elefanti - 11. Il tasso del miele, un’arma di distruzione di massa - 12. Il Re Leone: rivelazioni scioccanti! - IV.UOMINI E SAVANE - 13. La fabbrica dei leoni infanticidi - 14. Valanghe aride - 15. E l’uomo, in tutto ciò? - Letture consigliate - Ringraziamenti
11
Il tasso del miele,
un’arma di distruzione di massa
Attenzione: questo articolo non è obiettivo. Mi sono innamorato del Tasso del miele (foto n. 18). È l’animale più incredibile, il più violento, il più tosto o badass di tutta la biosfera. Lui non mastica: lacera. Lui non urla: erutta un suono potente che fa esplodere i timpani e lo scroto dei suoi avversari. Si dice che Lui guarisca chi ne ha bisogno: basta posare lo sguardo su un Tasso del miele per ritrovare la forza e la virilità.
È un mustelide vendicatore, e in Sua presenza gli altri predatori sanno restare al proprio posto perché sanno che il Tasso del miele perdona una volta sola. Tutti dovrebbero averne uno come animale da compagnia, per il bene comune e a fini educativi. Anche se, a dire il vero, con un Tasso del miele sarebbe l’uomo a fare l’animale da compagnia. Simile a una macchina impazzita dai cui tubi sotto pressione volano schizzi di testosterone fuso, l’adorabile bestiola distribuisce ceffoni a destra e a manca, terrorizzando i nemici con grandi pedate (taglia 48) nelle parti molli. Signore e signori, mettete a letto i bambini... ecco a voi il Tasso del miele!
Il tasso del miele (Mellivora capensis in latino, honey badger in inglese) è un piccolo mustelide – la famiglia dei tassi e delle lontre – dall’aspetto poco rassicurante che vive in Africa e in India. I maschi più grossi non superano 1 metro di lunghezza (compresa la coda) per un peso massimo di 15 chili; poco più di un cagnolino, quindi, e un po’ pochino per incutere terrore agli altri animali, saccheggiare, ammazzare e sterminare allegramente come ci si aspetterebbe da una vera e propria Nemesi della savana. Eppure...
Eppure, se Gengis Khan avesse avuto un animale da compagnia geneticamente modificato da un genio del male per essere un ibrido sadico tra uno squalo bianco, un grizzly e un calamaro gigante, la bestiola (ribattezzata «bearsharktopus») avrebbe avuto un tasso del miele come maestro di Krav Maga. E non c’è da stupirsi: è dal 2002 che il tasso del miele vince sistematicamente il titolo di «Animale più temerario» del Guinness dei primati. L’animale, che immaginiamo composto per il 295% da testosterone e per il restante 35% da uranio arricchito, è stato visto mentre rubava la preda a un leopardo o combatteva con i serpenti più velenosi dell’Africa, e qualcuno mi ha persino raccontato di averne visto uno prendersela con la proboscide di un elefante. Un elefante. Di 5 tonnellate. Certo, che problema c’è?
Ecco un aneddoto sulle tecniche di attacco del tasso del miele: «Il tasso del miele è noto per attaccare i grandi animali mirando al loro scroto. Il primo a osservare tale comportamento fu James Stevenson-Hamilton, che nel 1947 riferì di aver visto un bufalo adulto castrato da un tasso del miele». Fermiamoci un attimo per notare che un bufalo maschio equivale a 900 chili di muscoli aggressivi con un paio di corna malefiche a una delle estremità. La descrizione continua così: «Castrazioni da parte di tassi del miele sono state osservate anche in altri animali tra cui gli gnu, le antilopi d’acqua, i kudu, le zebre e l’uomo». Proprio così: mira ai testicoli e aspetta che la povera bestia muoia dissanguata. Tra gli adattamenti che gli consentono di essere così badass spiccano: 1. una pelle spessa e malleabile; 2. una resistenza eccezionale al veleno di serpente; 3. un’intelligenza diabolica molto sviluppata; 4. degli alleati tra gli uccelli; 5. una sacca anale reversibile; 6. un’aggressività pazzesca.
1 ottobre 2018 | Il Corriere del Sud |
1 aprile 2018 | Notiziario CDP |
26 luglio 2017 | liberweb.it |
1 aprile 2017 | Liber |
1 aprile 2017 | L'Indice |
24 febbraio 2017 | La Sicilia |
20 febbraio 2017 | armandoadolgiso.it |
9 dicembre 2016 | www.scuolaslow.it |