Inchiesta 207/2020
Esagramma 29: il coraggio di affrontare il nuovo
Come uscire dalla città invisibile di Calvino sospesa sull'abisso
Scenari trasversali
Michele de Palma: per un sindacato europeo
L'impresa del coronavirus
La salute non è in vendita e il diritto alla salute
La spagna in controtendenza in Europa
La dura lezione di Ken Loach
Il caso Fodora
Il libro di Tomaso Montanari "Dalla parte del torto"
Niente dovrà essere più come prima
Ridurre l'orario di lavoro una necessità
Le disavventure dell'orario di lavoro
Lavorare nel secolo WCM
Scenari trasversali e Guardare indietro per guardare avanti
La fusione FCA-PSA
La contrattazione nelle fabbriche 4.0
Il libro di Giuseppe Berta su Detroit
Conflittualità e rappresentanza dei lavoratori italiani nel 1919-20
- ISBN: 9788822083265
- Anno: 2020
- Mese: gennaio-marzo
L'editoriale
Esagramma 29: il coraggio di affrontare il nuovo
Vittorio Capecchi
Scenari trasversali
Per un sindacato europeo
Michele de Palma intervistato
da Tommaso Cerusici
L'impresa del coronavirus
Vincenzo Comito
La salute non è in vendita
Emilio Rebecchi
Il diritto alla salute ai tempi del coronavirus
Gino Rubini
La Spagna in controtendenza in Europa e la sopraggiunta pandemia
Massimo Serafini
La dura lezione di Ken Loach
Umberto Romagnoli
Caso Fodora
Alessandro Somma
Sul libro di Tomaso Montanari “Dalla parte del torto”
Andrea Ranieri
Niente dovrà essere più come prima
Marco Revelli
Ridurre l'orario di lavoro una necessità
Mario Agostinelli
Le disavventure dell'orario di lavoro nel XXI secolo
Antonio Lettieri
Lavorare nel secolo WCM
Lisa Dorigatti e Matteo Rinaldini
Fusione FCA-PSA e la decisione del gruppo di avere due rappresentanti dei lavoratori nel C.d.A
Volker Telljohann
La contrattazione nelle fabbriche 4.0
Matteo Gaddi
Guardare indietro per guardare avanti
Sul libro di Giuseppe Berta “Detroit. Viaggio nella città degli estremi”
Francesco Garibaldo
Nuove forme di conflittualità e rappresentanza dei lavoratori italiani nel 1919-20
Ignazio Masulli
Esagramma 29: il coraggio di affrontare il nuovo
Vittorio Capecchi
Uscire dalla città invisibile di Calvino sospesa sull’abisso. La città invisibile più vicina alla situazione attuale, caratterizzata dalla diffusione nel mondo del covid 19, è la città di Ottavia che, come scrive Calvino, è una città ”sospesa sull’abisso”. È una “città ragnatela. C’è un precipizio in mezzo a due montagne scoscese: la città è sul vuoto, legata alle due creste con funi e catene e passerelle. Si cammina sulle traversine di legno, attenti a non mettere il piede negli intervalli, o ci si aggrappa alle maglie di canapa. Sotto non c’è niente per centinaia e centinaia di metri: qualche nuvola scorre, si intravede più in basso il fondo del burrone.” Calvino scrive che “la vita degli abitanti di Ottavia è meno incerta che in altre città. Sanno che più che tanto la rete non regge”. Sull’epidemia del covid 19 Papa Francesco l’8 aprile 2020 ha affermato: “Dice un proverbio spagnolo che Dio perdona sempre, la natura mai. Non so se questa crisi sia la vendetta della natura, ma di certo è la sua risposta”. E allora? Dobbiamo procedere, come fanno gli abitanti di Ottavia, senza cambiare abitudini, sapendo “che più che tanto la rete non regge”? Una risposta ci viene dall’esagramma 29 dell’Yijing (I Ching). Questo esagramma è formato da due trigrammi (trigramma inferiore “acqua” e trigramma superiore “acqua” ) che indicano come la nostra vita possa essere travolta due volte. L’esagramma 29 ci dice però, attraverso le sue sentenze, che non bisogna lasciarsi andare. Cyrille Javary e Pierre Faure (che hanno tradotto in francese l’Yijing), a proposito dell’esagramma 29, scrivono che l’immagine è quella di un uccellino che deve trovare il coraggio di spiccare il volo lasciando il nido dove sta la madre [vedi immagine riportata] e, nella stessa direzione, sono Augusto Shantena Sabbadini e Rudolf Ritsema (che hanno tradotto in italiano l’Yijing) che scrivono che l’esagramma 29, quando la vita arriva sull’orlo di un precipizio, invita a reagire con coraggio. Tra tutte le persone morte per covid 19 solo una piccola parte ha avuto la possibilità di morire serenamente come Robert Gulik, il grande sinologo autore dei romanzi polizieschi del giudice Dee, che, prima di morire a 57 anni nella sua casa in Olanda, disse ai sui amici e familiari di sentirsi pronto ad affrontare con curiosità e serenità il distacco dalla vita terrena per entrare in quella che riteneva “un’esperienza nuova e piena di avventure”. E ci vuole coraggio, dopo la pandemia del covid 19 (esperienza in Italia non ancora conclusa), a cercare di ricostruire un mondo “a sinistra” che, come scrive Marco Revelli nell’articolo pubblicato in questo numero, non arriverà certamente per “forza delle cose”.
Il coraggio di cambiare il sindacato e il mondo del lavoro. “Inchiesta” quest’anno compie mezzo secolo e, di fronte al brusco arresto della sua composizione a stampa, la redazione ha dovuto riprogettare questo primo numero del 2020. Il numero inizia con Michele de Palma (segreteria Fiom nazionale) intervistato da Tommaso Cerusici che disegna lo scenario di un sindacato europeo capace di progettare un nuovo modello di sviluppo. Vincenzo Comito analizza i cambiamenti che devono affrontare le imprese, durante e dopo covid 19 dall’automazione alla digitalizzazione. Il sindacato deve riuscire a far realizzare un “modo di lavorare in sicurezza” e tre testi pubblicati sull’organizzazione del lavoro disegnano scenari in cui questo proposito si presenta difficile da realizzare: le lavoratrici e lavoratori nel secolo WCM (Lisa Dorigatti e Matteo Rinaldini), le lavoratrici e i lavoratori presenti nel Cda della FCA-PSA (Volker Telljohann), le lavoratrici e i lavoratori nelle fabbriche 4.0 (Matteo Gaddi). Le immagini della pandemia sono quelle di una città senza macchine e senza persone, percorse solo da riders che consegnano viveri e beni a domicilio e sui riders sono pubblicati gli interventi di Umberto Romagnoli, che ricorda il film di Ken Loach, e di Alessandro Somma che analizza il caso Fodora e scrive che la Cassazione difende i riders mentre la politica difende i loro padroni. La pandemia ha poi fatto emergere la complessità di tradurre in termini operativi “la salute non è in vendita” (Emilio Rebecchi) e le carenze, non solo in Italia, dei sistemi sanitari pubblici e privati (Gino Rubini). C’è poi una linea di interventi che collega la tutela dell’ambiente con la riduzione delì’orario di lavoro (Mario Agostinelli, Antonio Lettieri) che si inserisce in obiettivi di cambiamento radicale nel mondo dei diritti e delle tutele dell’ambiente e di chi lavora.
Il coraggio di realizzare una svolta politica a sinistra. La politica al livello nazionale, europeo e internazionale è cambiata dalla pandemia e in quale direzione? La pandemia ha rafforzato o ha introdotto crepe all’interno del potere di chi guida Stati Uniti e Cina? Nel prossimo numero verrà dato ampio spazio a questa tematica che vede un’Europa con profonde divisioni al suo interno tra gli Stati Uniti di Trump e la Cina di Xi Jinping. In questo numero ci sono due interventi sulla politica in Italia ed Europa. Come contributo a una diversa politica di sinistra in Italia Andrea Ranieri analizza un libro di Tomaso Montanari, scritto prima della pandemia, in cui si valorizza il pensiero di La Pira e Dossetti. Un contributo di Massimo Serafini a una diversa politica in Europa, scritto a pandemia diffusa, mostra l’importanza di seguire le vicende di un governo spagnolo che si muove in controtendenza.
Guardare indietro per guardare avanti. La riflessione sul libro di Giuseppe Berta “Detroit. Viaggio nella città degli estremi” (Francesco Garibaldo) e l’analisi delle nuove forme di conflittualità e rappresentanza dei lavoratori italiani nel 1919-20 (Ignazio Masulli) mostrano l’importanza di una riflessione storica per capire un’attualità in cui almeno una parte si propone cambiamenti radicali.